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Autore: Dalybook04    21/04/2020    2 recensioni
Che voi ci crediate o no, Nico era sempre stato molto empatico. Crescendo, aveva un po' perso questa caratteristica.
Da qualche giorno però percepiva qualcosa, qualcosa di molto negativo, una tristezza profonda e inimmaginabile, provenire da Will Solace.
Perché diamine quel figlio di Apollo così solare e allegro era tanto depresso? Quando Nico lo scoprì, ebbe la reazione che avremmo tutti: scoppiò a ridere.
Genere: Comico, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Nico di Angelo, Nico/Will, Will Solace
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Che voi ci crediate o no, Nico era sempre stato molto empatico. Fin da bambino, percepiva facilmente il dolore delle persone che lo circondavano, in ogni sua forma. Ricordava come questo lo condizionasse in maniera incredibile, cambiando il suo umore tanto più la persona afflitta fosse stata vicina a lui. Ricordava come la gioia dei suoi amichetti lo facesse sorridere, e come la preoccupazione della madre lo facesse diventare scontroso all'improvviso. Crescendo, venendo poi ad apprendere chi fosse realmente quel uomo che ogni tanto veniva a trovarli e che irradiava così tanto potere, aveva cercato di capire la causa di quella grande empatia. Inizialmente, quando era appena arrivato al campo, aveva pensato per un breve periodo di essere un figlio di Afrodite, scartando subito l'opzione. Odiava troppo le smancerie. Quando aveva scoperto di essere figlio di Ade, aveva pensato non avesse il minimo senso e che l'avesse ereditato dal lato materno della famiglia. Poi aveva capito, glielo aveva spiegato Ade stesso: Nico percepiva le anime in pena, coloro che avrebbero potuto finire nei campi degli Asfodeli o addirittura nei campi della Pena se non si fossero liberati del loro dolore. Da piccolo questo lo condizionava: odiava essere circondati da anime impure. Crescendo, aveva imparato a non farsi condizionare dai sentimenti altrui, e aveva anche un po' perso il suo dono: li percepiva, ma non tanto quanto faceva da piccolo. Aveva una consapevolezza dei sentimenti altrui, ma non così ampia.
Eppure in quei giorni sembrava essere ritornato come quando era piccolo. Era fastidiosamente consapevole del malumore di Solace, e ciò lo innervosiva non poco.
Era una sofferenza strana la sua, anche se Nico non riusciva bene a capire di cosa si trattasse. Sembrava una tristessa profonda, intensa e incontrollata, dettata da una consapevolezza pesante come una roccia. Ma la cosa strana era che quel sentimento pesava sul cuore come un macigno. Nico si era ritrovato più volte a piangere la notte per il peso di quell'emozione, nonostante non sapesse di che diamine si trattasse.
Ancora più strano era che gli succedesse solo con Solace. Quando era piccolo, veniva considerato dall'umore di chiunque, ancora di più da quello delle persone che amava certo, ma una gran folla di persone con la stessa gioia bastava a compensare la preoccupazione e l'ansia di sua madre.
In quei giorni si stavano preparando per una caccia alla bandiera contro i Romani. Erano tutti eccitatissimi ed entusiasti. Tutta quella gioia avrebbe dovuto compensare l'angoscia di Solace, e invece...
Dopo l'ennesima notte in bianco passata a piangere, Nico decise che si era stancato. La mattina, a colazione, si alzò, andò verso il tavolo di Apollo, prese il biondo per un braccio e senza tanti complimenti lo trascinò via. Will era messo anche peggio di Nico: aveva due occhiaie così profonde da fare invidia a quelle del più piccolo, gli occhi azzurri erano arrossati e lucidi, la pelle color caramello era smorta e smunta e i capelli biondi erano più spettinati del solito, i riccioli, un tempo morbidi e vivaci, spenti e leggermente secchi. La sua voce era flebile mentre protestava debolmente nel venir trascinato via. Come se il suo cuore non stesse scalpitando e non si fosse accessa, in mezzo a quel denso mare di angoscia, una scintilla di gioia.
Nico lo percepiva benissimo e continuò a trascinarlo.
Quando arrivò dove nessuno avrebbe potuto sentirli, si fermo, si parò davanti a Will e incrociò le braccia al petto guardandolo torvo.
-mi spieghi che hai che non va, Solace?
Will ci mise un bel po' a rispondere.
-niente, sono solo stanco.
-non dirmi cazzate. Stai male e lo sento benissimo. Smettila di fare finta e dimmi cosa c'è che non va- Will voleva piangere, per il sollievo e per l'ansia. Ed eccolo lì. Davanti al ragazzo che gli aveva spezzato il cuore e che gli chiedeva di sapere perché stesse male.
-secondo te?!- ringhiò -è colpa tua idiota- lo so, questo non è un comportamento da Will, ma non dormiva decentemente da settimane ed era nel panico, perdoniamolo.
-mia? E che ti ho fatto?- Nico ripassò mentalmente tutto quello che aveva fatto a Will nelle ultime settimane, ma non trovò niente che potesse averlo indotto a stare così.
-niente! Non hai fatto niente! È come sei il problema!
Pessima mossa. Pessima, pessima mossa. Non si può definire in altro modo. Era una pessima mossa dire una cosa del genere ad un figlio di Ade pieno di complessi, omosessuale e nato negli anni 40. Terribile.
E infatti Nico andò subito sulla difensiva.
-e come sarei scusa?!- sibilò, arretrando lentamente.
Will, sebbene intontito dal sonno e dalla rabbia, capì in pieno l'errore fatto. Be', o la va o la spacca.
Si morse forte il labbro e chinò la testa mentre sussurrava la cazzata più grande che si potesse dire su Nico di Angelo.
Insomma dai. Si possono pensare tante cose di Nico. È scontroso. Spesso impulsivo. Solitario. Anafettivo. Stronzo. E tante altre cose. Questo si può pensare di Nico di Angelo. Ma pensare che sia "dannatamente etero"? Davvero Will? Quel ragazzo ha praticamente tatuato in fronte "mi piace prenderlo nel culo"! Penso che persino Cristiano Malgioglio sia etero a confronto con Nico. E non sto esagerando. Per niente.
E Nico ne era perfettamente consapevole. Aveva avuto bisogno di tempo per accettarlo, soprattutto essendo nato negli anni 40, ma c'era riuscito. Era in pace con sé stesso e con la propria, grande, omosessualità. E così la sua reazione più spontanea fu la sola immaginabile: scoppiò a ridere.
-etero? Davvero? Will ma sei scemo o cosa?- "non mi ha chiamato Solace" notò il biondo fangirlando internamente -no davvero AHAHAH non ce la faccio. Sei totalmente fuori strada. Sono gay al 100%- e sì, sebbene spesso non lo dimostrasse, Nico era molto empatico. E non era neanche stupido. E aveva riconosciuto subito il batticuore di Will nel sentire quelle parole.
Era lo stesso che aveva lui nel capire che, cazzo, quel gran figo di Solace aveva una cotta per lui.
-e anch'io ho una cotta per te. Da tipo... mesi. Quindi sì, mi va bene essere il tuo ragazzo- Nico sorrise, ebbene sì ragazzi, Nico di Angelo figlio di Ade sorrise, aspettando una risposta. Risposta che non arrivò. Will era semplicemente immobile, a fissarlo a bocca aperta. L'italiano agrottò la fronte -ti prego non dirmi che mi sono immaginato tutto e ho appena fatto la figura di merda più grande della mia vita- con grande sollievo di Nico, Will scosse la testa, avvicinandosi a lui e abbracciandolo forte, scoppiando in lacrime di gioia tra le sue braccia.
E lì, stringendolo forte, Nico aveva capito che, cazzo, non si era mai sentito meglio. Aveva sentito una felicità così grande da riempirgli completamente l'animo, una felicità mista a qualcosa di strano, mai sentito prima, mai rivolto a lui almeno, ma che lo rendeva così felice da rendergli difficile respirare. E capì. Finalmente capì.
Finalmente capì di essere perdutamente e follemente innamorato di Will Solace.
   
 
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