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Autore: vatanen    22/04/2020    0 recensioni
[The Witcher]
One shot su Ciri alle prese con un contratto nella città di Novigrad che finirà in modo inaspettato.
(crossover ma il sito non mi faceva selezionare la categoria. Non serve conoscere l'universo di Carmilla per leggere la storia)
Genere: Angst, Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ciri strappò il contratto dalla bacheca. Nella città di Novigrad avevano cominciato a verificarsi plurimi omicidi da settimane ormai. Ma dell'assassino nemmeno una traccia. Nessuno che era riuscito a capire di chi si trattasse. O piuttosto di cosa.

La ragazza si recò subito all'indirizzo indicato sul manifesto. Voleva sbrigare la faccenda il prima possibile. Era tutta colpa di Geralt se adesso si trovava impicciata in questo lavoro. L'aveva convinta promettendole un allenamento speciale al suo ritorno a Kaer Morhen. Certo non disdegnava nuovi lavori, ma avrebbe volentieri evitato la libera città di Novigrad. Che poi tanto libera non era. Ricordi dolci e amari legati a questa città si mischiarono nella sua mente.

 

Finalmente raggiunse il portone diroccato designato, appartenente a una casa nella zona del porto. L'aria di mare le era sempre piaciuta. Si immaginava di poter scorgere le Skellige all'orizzonte, anche se la vastità dell'oceano non lo permetteva. Anche nei giorni più limpidi, l'arcipelago era troppo distante per essere scorto. Ciri si decise a bussare alla porta.

 

Dopo pochi attimi le aprì un ragazzo giovane che si affacciò appena allo spiraglio. " E tu chi saresti?". La ragazza tirò fuori la pergamena. " Sono qui per il contratto".

Il giovane mostrò un sorriso di scherno e fece per chiudere la porta. " Non siamo in vena di scherzi, grazie. Accettiamo solo professionisti".

Ciri infilò il piede nella porta, impedendo che si chiudesse. "Io sono una professionista".

Sebbene il ragazzo fosse poco convinto lo sguardo di lei bastò per permetterle di entrare in casa.

 

"Da questa parte" le fece strada, squadrandola dalla testa ai piedi. La fece accomodare a un tavolo di mogano, coperto con una tovaglia in velluto rosso. La witcher si guardò intorno nell'attesa di interloquire con chi di dovere. L'interno della casa era riccamente arredato, contrariamente da quanto si sarebbe potuto immaginare dall'esterno. Un candelabro illuminava il centro della tavola, regalando sinistri bagliori ai quadri appesi. Tutti ritratti a fondo scuro.

Yennefer e Geralt almeno nell'arredo avevano più gusto, si ritrovò a pensare. Sicuramente senza di lei si stavano dando alla pazza gioia. E a quel pensiero Ciri cercò subito di concentrarsi su altro, imbarazzata dai suoi stessi pensieri.

Per fortuna nella stanza entrò una signora elegantemente vestita, i capelli raccolti in uno chignon, senza un filo fuori posto. Sembrava uscita da uno di quei dipinti appesi alle pareti.

 

"E tu saresti?" chiese la dama, sedendosi di fronte alla witcher.

 

"Cirilla di Vengerberg". Già da un po' aveva deciso di adottare il cognome della maga Yennefer che considerava una madre.

 

Intanto a Kaer Morhen...

"Geralt quando pensi che tornerà? " La maga misurava a passi veloci la stanza e se fosse stato possibile avrebbe certamente consumato il pavimento in poche ore.

 

"Yen non lo so, ma stare in pensiero non la farà tornare più velocemente".

 

Lei gli lanciò uno sguardo di fuoco.

 

"Lo sai che è in gamba, sa badare a sè stessa. Vieni qua". Geralt battè il materasso con la mano, facendole segno di sedersi accanto a lui.

 

"Adesso guardo dove si trova". Si risolse lei, prendendo il libro degli incantesimi, anche se non ne aveva bisogno.

 

"Yen! No! Le hai promesso che non l'avresti spiata!" Lo strigo si alzò di scatto verso di lei, cercando di imprigionarla in un abbraccio e impedirle di usare la magia. Ma lei fu più veloce, corse fuori dalla stanza, urlandogli di rimando: " Non lo scoprirà e tu non glielo dirai!" Geralt si gettò al suo inseguimento.

 

"Beh Cirilla, noi vogliamo professionisti, non ragazzine in cerca di divertimento. Anche se il tuo cognome non mi è del tutto nuovo..." la dama fece portare un cesto di frutta al centro del tavolo. Frutti abbastanza difficili da trovare a Novigrad, un privilegio per ricchi insomma.

 

"Posso avere almeno il piacere di conoscere il vostro di nome?" Ciri in alcuni casi sapeva avere meno pazienza di Geralt. E come diceva sempre Jaskier, la mela non cade molto lontano dall'albero.

 

"Mi perdoni. Sono Helena Karnstein" rispose la nobildonna, cominciando a mangiare degli acini d'uva e facendo segno alla ragazza di favorire, probabilmente per ripagarla almeno del disturbo di essersi presentata.

 

"Dunque Helena, vuole risolvere il suo problema oppure no?" ribattè invece la striga. Le due si scambiarono uno sguardo, come per studiarsi. " perchè vede, le assicuro che non troverà nessuno di più qualificato qui a Novigrad. A meno che non voglia affidarsi a un cacciatore di streghe." Ciri si alzò dalla sedia. " In tal caso, buona fortuna" e fece per andarsene.

 

In quell'attimo, Helena notò il medaglione a forma di lupo pendere dalla cintura della ragazza.

 

"Aspetta Cirilla. Non mi avevi detto di essere una witcher della scuola del lupo. Ti racconterò tutto".

 

La notte era ormai scesa e Helena offrì alla ragazza la stanza per gli ospiti, in modo che potesse riposarsi e partire per la caccia il giorno seguente. Ciri aveva accettato volentieri, necessitava di dormire per affrontare un vampiro superiore, come aveva appreso da poco. Questa informazione le permise di preparare in anticipo gli unguenti necessari allo scontro. Ma non le pozioni. A differenza degli altri witcher per lei sarebbero state letali, non avendo subito le mutazioni derivate dal rito delle erbe. Questo era un elemento a suo sfavore, ma avrebbe potuto sempre contare sui suoi poteri spazio-temporali, anche se Yennefer avrebbe preferito che evitasse.

I vampiri superiori erano esseri straordinariamente intelligenti e non sarebbe stato un lavoro facile. Persino i witcher più esperti di rado accettavano contratti di questo tipo. Immersa in questi pensieri ed elucubrazioni, la giovane cominciò a spogliarsi.

 

Ma in quel momentoqualcuno bussò alla porta e un attimo dopo, il ragazzo che qualche ora prima voleva cacciarla entrò nella stanza con degli asciugamani piegati in mano.

 

“Oh scusa” Disse subito abbassando lo sguardo, visibilmente imbarazzato, ma senza privarsi di una sbirciatina. Perchè Ciri era estremamente bella, nonostante la cicatrice che le solcava la guancia proprio sotto all'occhio.

 

“Strano modo di bussare se poi non aspetti la risposta”. Nonostante il commento tagliente, la ragazza non rimase minimamente turbata dagli sguardi furtivi che le lanciava il ragazzo. Dopotutto che vedesse o no la sua schiena le faceva poca differenza. Si infilò una maglietta di lino e si girò a guardarlo: “ Come ti chiami?” chiese prendendo gli asciugamani dalle mani del ragazzo.

“K-kirsch” riuscì a balbettare lui. “ Grazie Kirsch”. Gli sorrise gentilmente. Poi rimase a guardarlo, in attesa che lui se ne andasse. “ Oh giusto, certo. Buonanotte” Finalmente il ragazzo chiuse la porta dietro di sè e Ciri potè rinfrescarsi in pace.

Si lavò velocemente con la bacinella d'acqua che le avevano lasciato a disposizione. La luce della luna illuminava le strade di Novigrad e presto avrebbe dovuto mettersi all'opera.

Apoggiò finalmente la testa sul cuscino e in pochi attimi riuscì ad addormentarsi, stanca per il lungo viaggio.

 

L'alba non era ancora sorta, ma gli occhi di Ciri si aprirono vispi come non mai e i deboli raggi lunari fecero brillare le sue iridi verdi. Non senza prima stiracchiarsi, si vestì velocemente, mise le protezioni e strinse gli stivali. Da ultimo cosparse la lama di Zireael con un unguento anti vampiri. Non era una lama d'argento, ma questa formula avrebbe dovuto essere comunque efficace contro il mostro.

 

Scese le scale di legno che scricchiolarono leggermente sotto il suo peso, riempiendo il silenzio della notte. Attraversò il salone buoio, illuminato solo dalla luce esterna che penetrava dalla finestra sul porto e uscì in strada.

 

Novigrad era una città che non dormiva mai. La casa non si trovava nella parte ricca della città, dove bordelli e taverne erano piene a qualsiasi ora, ma anche nei pressi del porto era difficile trovare una strada completamente deserta. Ciri si avviò a ovest verso la periferia di Novigrad, dove era stato avvistato l'ultima volta il vampiro. O se non lui, la sua vittima.

 

Vicino alle navi attraccate c'era qualche marinaio ubriaco che ancora teneva stretta la sua bottiglia, cantando qualche inno partigiano di Temeria, imparato chissà dove. La ragazza sorrise a quello spettacolo, tenendosi comunque alla larga da potenziali guai.

 

Ormai scorgeva le torri di Novigrad che si era lasciata alle spalle, in lontananza. Dal porto cominciavano a tornare le prime barche di pescatori. L'alba stava salendo e Ciri era finalmente arrivata nel luogo di suo interesse. Poco distante dal porto, in mezzo a case diroccate, c'era una residenza più grande in rovina anch'essa, quella che un tempo aveva dovuto costituire la dimora del capo della guardie. Vicino alla prigione della città.

 

La witcher aprì piano il cancello arruginito che circondava la costruzione ormai cadente. I cardini emisero uno stridìo orribile, ma dall'altronde erano secoli che nessuno si prendeva più cura dell'abitazione. Era una villa molto grande, e sicuramente il capo delle guardie che un tempo ci abitava non si faceva scrupoli a dare delle grandi feste.

 

Attraversò il vialetto in mezzo al giardino, cercando di esaminare ogni minimo dettaglio che avrebbe potuto darle qualche indizio sull'avversario. Non dovette cercare molto , perchè proprio sulla soglia del portone giaceva ancora il cadavere dell'ultima vittima.

Intorno non c'era nessuna traccia di sangue. Anche i primi raggi del sole che ora illuminavano quella villa spettrale e decadente non mostrarono nulla di nuovo che non fosse già chiaro ai suoi occhi.

 

Ciri si inginocchiò di fianco alla vittima. Un'uccisione pulita. Quattro segni sul collo mostravano dove i canini del vampiro avevano succhiato il sangue e poi la vita dal malcapitato. Un uomo di mezza età e a giudicare dai vestiti un ricco borgese. Con cautela la ragazza lo girò supino. Aprì la giacca di velluto,sporca solo di polvere, senza una sola macchia di sangue. Non trovò nulla di interessante, se non un biglietto del Passiflora. Un famoso bordello di Novigrad. A quanto pare ne doveva essere un assiduo frequentatore.

 

Il vampiro aveva fatto un lavoro veloce e quasi indolore. La cosa strana era che non si era minimamente preoccupato di nascondere il cadavere. E questo rivelava a Ciri due cose: o era tremendamente stupido, oppure non temeva il confronto con nessuno. Rimaneva un solo modo per scoprirlo.

La ragazza entrò nella villa. Tutto era in ordine, silenzioso ed estremamente polveroso. In sottofondo si sentiva solamente il lontano vociare proveniente dal mercato del pesce della città che a quest'ora si animava di clienti. Sfoderò la spada, impugnandola saldamente e pronta a utilizzarla.

Una risata riempi il salone.

Ciri si voltò di scatto, solo per trovare il vuoto di fronte a lei. Una seconda risata risuonò nelle sue orecchie. Non riusciva a capire da dove provenisse, ma la cosa che la soprese era che sembrava una voce di donna. Troppo acuta per essere quella di un uomo, troppo cristallina per essere quella di una vecchia.

 

“Mostrati!” urlò spazientita, senza perdere però la calma e cominciando a salire le scale che portavano al piano superiore.

 

“Un'altra ospite, bene”. la voce risuonava nelle pareti, ma ancora la creatura a cui apparteneva non si mostrava. “Torna da dove sei venuta, non ho voglia di uccidere oggi”.

 

“Ah lo fai come passatempo? Uccidi quando ne hai voglia?” chiese la striga, che adesso cominciava ad infuriarsi. Gli altezzosi non le erano mai piaciuti.

 

La voce non rispose, ma anzi cambiò argomento: “ Se ti ha mandato mia madre, ti consiglio di tornartene da lei. Nessuna ricompensa che ti può offrire vale la tua vita”.

 

“Sei tanto sicura che io la perda? “ Sorrise Ciri di rimando. “Magari sarai tu a morire questa volta”. Continuò a muoversi con circospezione nel salone del secondo piano. I passi erano attutiti da uno spesso tappetto, sbiadito dalla polvere.

 

Dall'ombra uscì una figura che Ciri appena scorse non perse di vista per un attimo. Perchè era il nemico o forse, perchè era estremamente bella. Il colore pallido del suo viso contrastava con i lunghi capelli corvini.

Questa volta fu il vampiro a parlare per prima.“ Pensavo che ad avventurarsi fin qua fossero solo grassi bifolchi coperti da chili di armatura che neanche sanno portare”.

 

“Pensavi male”. Nessuna delle due osava fare un passo in più verso l'altra. O altrimenti sarebbe cominciata la lotta. Nonostante questo la striga continuava a tenere Zireael in posizione di guardia.

 

“Hai ucciso tu le vittime di Novigrad?” chiese Ciri.

 

“Che importanza ha? Che sia stata io o no...mi crederai?” la vampira prese posto su una sedia di velluto rosso, appoggiando una gamba su un bracciolo. Un modo decisamente scomodo e spavaldo di sedersi.

 

“Se sarai convincente può anche darsi che ti creda”.

 

Il vampiro prese la conversazione alla larga.“Allora cara...come ti chiami?”

 

“Cirilla. Da Vengerberg” Era la prima volta che le capitava di fare le presentazioni con un mostro. Non era mai saggio empatizzare col nemico e rivelarsi i nomi a vicenda era il primo passo falso.

 

“Bene Ciri. Io sono la contessa Carmilla Karnestein”. Le sorrise con fin troppa accondiscendenza.

 

“E questo sarebbe il tuo maniero, contessa?” chiese la striga in tono di scherno.

 

Carmilla si sistemò sulla sedia in una posizione più comoda. “ No”. Rispose semplicemente. Non sembrava offesa né arrabbiata, ma cadde in un vortice di ricordi del suo lontanissimo passato. Vampiri di quel genere potevano avere anche trecento anni. “ Se fosse stato mio, ci sarebbero banchetti e musicisti a tutte le ore del giorno. Candele accese, fiori e fontane nel giardino. E a quest'ora staremmo ballando, invece che ucciderci”. Disse quando si riscosse dalla trance.

 

“Nessuno sta uccidendo nessuno, ancora” E Ciri si chiese tra sé il perchè, visto che era venuta con quello scopo. Ma non si aspettava di affrontare certo una ragazza. Per di più maledettamente affascinante. “ Dimmi allora, hai ucciso tu quelle persone?”

 

“Sì, sono stata io”.

 

A quella semplice ammissione Ciri non seppe più che fare per risparmiarla. Doveva ucciderla e portare a termine il contratto. E poi perchè mai le era venuta l'idea di risparmiarla? “Dovrò eliminarti” disse.

 

“Fa' quello che credi dolcezza. “ Il vampiro le venne incontro, aspettando la mossa dell'avversaria.

 

La striga non indugiò oltre, scattò in avanti cercando di colpire la contessa, che però con una velocità sovrumana scansò il colpo. Ma questo non rappresentava certo un problema per lei.

Ciri usò i suoi poteri e con un bagliore verde si portò alle spalle del vampiro, colpendola con un fendente.

 

“Non mi aspettavo di trovarmi di fronte alla signora del Tempo e dello Spazio” Carmilla si appoggiò al muro, tenendosi a distanza dalla striga. “Uccidermi non ti porterà nessuna ricompensa. Mia madre, Helena Karnestein che hai avuto il piacere di conoscere, lei voleva la morte delle persone che ho ucciso”.

 

“La tua occasione di parlare è passata. Perchè dovrei crederti ora?” la ragazza si teletrasportò nuovamente alle spalle del vampiro, stringendole il collo con un braccio. Ma questa non fu una mossa saggia. Perchè se Ciri dominava il tempo e lo spazio, Carmilla aveva una forza sovra umana. Prese il braccio della striga e la scagliò dall'altra parte della stanza, liberandosi dalla stretta.

 

Viste le abilità di entrambe, non sarebbe stato uno scontro lungo, semplicemente avrebbe vinto quella che nelle prossime tre mosse avrebbe fatto quella più furba.

 

“Era una nobildonna rispettata a Novigrad. Caduta in disgrazia per un investimento sbagliato. Si sta vendicando di coloro che l'hanno portata alla rovina.” continuò a spiegare Carmilla.

 

La striga intanto si era rimessa in piedi e colpì il vampiro frontalmente, ma invece di evitare il colpo Carmilla afferrò la lama con la mano, dalla quale cominciò a sgorgare nero sangue. Questo le diede il tempo di assestare un pugno nello stomaco di Ciri che ancora una volta volò sul pavimento, a corto di fiato. Se l'avesse colpita un'altra volta sarebbe stata la fine.

 

“Scusa, non volevo sfregiare il bel visino che hai” le sorrise dall'alto il vampiro.

 

“Non sono qua per la tua pietà” a fatica ,si rimise in piedi, fronteggiando Carmilla. “ Fammi capire, tua madre ora si è stancata di vendicarsi? E vuole uccidere te?”

 

“Sono un mostro. Sa che nessuno riuscirebbe a uccidermi e anche se fosse questo il caso non sarebbe una gran perdita per lei” ammise con leggerezza.

 

“ E tu perchè esegui i suoi ordini? Nessuno sano di mente lo farebbe”. Ciri si teletrasportò ancora, puntando la spada alla gola del vampiro. I giochi erano finiti.

 

“Se sei costretta sì”. Rispose Carmilla. Non si mosse, non cercò di scappare. Le due rimasero a guardarsi per un istante infinito. La spada di Ciri avrebbe potuto mettere fine alla vita del vampiro in qualsiasi momento.

 

“Avanti. Uccidimi. La morte sarà una liberazione per me”. E in quel momento, la striga le credette. Lasciò cadere la spada, perdendo qualsiasi volontà che tenesse salda la presa. Era senza difese, ma se le cose fossero andate male, si sarebbe teletrasportata ancora.

Carmilla fece un passo verso di lei, le mise una mano sulla guancia e la baciò. Nello stesso istante, Ciri per riflesso incondizionato le aveva teletrasportate entrambe fuori e lontano dal vecchio maniero. A Novigrad non ci sarebbero più stati omicidi o almeno, non per mano di Carmilla.

 

A Kaer Morhen, Jaskier stava accordando il suo liuto, ammirando di tanto in tanto il paesaggio fuori dalla fortezza. Ma l'ultima corda che stava tirando saltò via per lo stupore di quello che vide. Ciri era apparsa all'improvviso nel cortile, circondata dal solito bagliore verde. E non era sola.

 

   
 
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