Fanfiction classificatasi II° al “Bloody Angel Contest” indetto
sul Bloody Angel Forum
dedicato ad Itachi Uchiha.
Without Moon
Itachi aveva sempre pensato di essere il
Buio.
Lui
era la notte.
In lui erano le tenebre le regine del suo
animo.
Lui
era il Peccato.
Un
sospiro nella foresta semibuia. Gli occhi di Hinata sono spalancati, il battito
del cuore accelerato mentre tenta, in ogni modo, di liberarsi dalla morsa che le
stringe la vita, le braccia e le gambe.
Poi Hinata rimane completamente immobile,
lo sguardo che lei gli rivolge sembra quello di un cerbiatto in
trappola.
Spaventata.
Itachi lascia che i suoi occhi scarlatti vaghino dentro il candore di
quelli di lei, quasi quell'incredibile purezza potesse contagiarlo almeno un
po'. Redimerlo almeno un po'.
Itachi vede in quegli occhi l'innocenza e
si sente ancora più sporco di fronte a tanta incontaminata
perfezione.
La
osserva attentamente, scruta ogni piccolo dettaglio, anche il più
insignificante, del suo viso.
Hinata lo guarda di rimando, le labbra
dischiuse lasciano uscire sospiri un po' affrettati.
Itachi rimane incantato di fronte allo
schiudersi ansioso delle sue labbra rosse e piene, all'alzarsi ritmico del suo
petto sotto la maglia pesante, quasi il suo respiro fosse una deliziosa
melodia.
Hinata
sbatte le palpebre e Itachi si avvicina, attratto come dai suoi occhi come dal
canto di una sirena.
La piccola Hyuga lo fissa di rimando, lasciando che lui si perda nel
bianco dei suoi occhi, cercando, intanto, di scoprire cosa si nasconde dietro al
rosso scarlatto dello sharingan, andando sempre più a fondo, come nessuno era
mai riuscito a fare prima di lei.
Si fissano e, lentamente, entrambi
perdono la concezione del tempo e del spazio: non sono altro che piccoli
dettagli in un mondo in cui le cose che contano davvero sono altre.
Per Itachi Hinata colma il suo orizzonte,
i suoi occhi sono il suo mondo. E le barriere nel suo cuore si sciolgono
come neve al sole.
I loro corpi sono incredibilmente vicini, si toccano e uno strano calore
li pervade nei punti in cui le loro figure combaciano, come se del fuoco liquido
si fosse riversato nelle loro vene.
Hinata è ancora persa negli occhi del
nukenin, ogni cosa al di fuori di quel rosso così incredibilmente vivido sembra
contare troppo poco per essere anche solo considerato.
Itachi le si avvicina, non abbandonando
il contatto visivo, anche lui dimentico di tutto e tutti.
Ogni pericolo, ogni possibile
nemico...non è niente.
Ogni rischio è inesistente in quel momento.
Le loro labbra si sfiorano, delicate e
dolci, eppure, nonostante la leggerezza di quel movimento, nonostante
l'impalpabilità di quel tocco, Itachi sente il fuoco divampargli sulle
labbra.
È un
calore dolce che lo avvolge, raggiunge ogni angolo remoto del suo corpo, scalda
la sua mente e lo fa fremere fino alla punta dei piedi.
Nel momento esatto in cui il bacio si fa
più profondo e sensuale, Itachi si sente bene come oramai non gli accadeva da
tanto tempo.
E,
timidamente, Hinata ricambia il suo bacio.
Ogni cosa è immobile, intorno a loro c'è
solo silenzio, come se anche la foresta non volesse rovinare quel momento di
intoccabile perfezione.
Andava tutto bene. Erano loro due. Itachi e Hinata. Non la promessa
nascente e il genio ripudiato.
Non l'angelo e il demone. Non le tenebre
e la luce. Solo Hinata e Itachi.
Un rumore, quello dei passi in lontananza
e un ultimo sguardo da parte di entrambi. Un dialogo fatto solo di
occhiate
“Ti rivedrò?”
“A presto
Hinata”
Itachi lancia un ultimo sguardo alla giovane, con la certezza che si sarebbero rivisti prima di scomparire tra la folta vegetazione che ricopre il terreno, accolto dall'oscurità delle tenebre.
Quello che Itachi non sa è che, anche nel buio, c'è la luce della luna
a rischiarare tutto.
Che anche la notte può essere luminosa.
Che basta la luna con la sua luce
pallida per rischiarare le tenebre.
Ma ora, Itachi ha trovato la sua
luna.
Ha
trovato qualcuno tanto puro da riuscire a redimerlo.
Perché una notte non è completa senza luna, vero Itachi?
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