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Autore: LaRagazzaDelleMargherite    09/08/2009    2 recensioni
Così trascorsero i giorni, lentamente, e ciascuno si lasciava dietro un carico di inquietudine un pochino più leggero del giorno prima. [ Mark Twain, Le avventure di Tom Sayer ]
Genere: Triste, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La solitudine del [non] potere.

 

[E quale bambino non ha pensato di vedere in cielo,

una notte d'estate in cui non vuole prendere sonno,

il veliero di Peter Pan?

Voglio insegnarti a vedere quel veliero.]

Roberto Cotroneo, Se una mattina d'estate un bambino

 

Dita di polvere. Dita di polvere.

Qualcuno sussurrava il suo nome nel vento. Ma non era il vento. E non era il suo fuoco. Non era una voce umana. Non era Basta, né Naso Piatto, né tantomeno Capricorno. Non era Farid, l’inseparabile Farid. Non era Gwin. Non era Resa, né la sua foto. Non era Meggie, non era Lingua di Fata, non era Elinor.
Avrebbe preferito mille volte sentire il suo nome da uno di questi piuttosto che una sola volta pronunciato da quest’altra presenza. Così terribile per lui, così spaventosa e indefinibile.
Era…la solitudine.
Si, una compagna che lo aveva sempre affiancato durante la sua vita, e che si era accentuata di più dopo l’uscita dal suo mondo d’origine. Molto di più. Era sempre stata lì, quando sua madre morì per darlo alla luce, quando aveva dovuto vivere i primi anni con la presenza del solo padre, quando quello stesso lo aveva venduto al circo di Mosca a soli 5 anni. Era lì quando Occhio di Bufalo gli aveva fatto bruciare tutte le mani per insegnargli a maneggiare il fuoco, quando si esibivano, quando dormivano, quando si muovevano, quando lo vedevano.
La solitudine non gli aveva mai lasciato scampo.
E adesso, che era stato sradicato dal suo unico mondo, dove alla fine, con fatica, aveva trovato la pace, proprio adesso gli venivano tagliati i fili e spenti i fiammiferi.
Era solo. Solo come non mai.
E non c’era più conforto, no, dopo che vide anche l’ultima miserabile copia del libro bruciare tra le fiamme che lo avevano sempre confortato dalla solitudine. Non riusciva a trovare un conforto ora. Non sarebbe mai più tornato a casa.
Mai più.
Doveva rassegnarsi. Ma non poteva tralasciare la vendetta. Oh si. Capricorno l’avrebbe pagata cara.
Sapeva benissimo cosa fare: liberare il lettore. Senza Lingua di Fata, Capricorno non aveva nulla. Lo aveva privato del libro, lui avrebbe contraccambiato.
Uno scambio equivalente.
Il silenzio sovrastava la collina su cui sedeva. Non tirava vento. Era tutto sospeso, immobile.
Dita di polvere. Io sono qui.
Di nuovo la solitudine gli sussurrava la sua presenza. Il mangiafuoco allora prese a parlare con la sua solitaria compagna.
Perché non mi lasci in pace? Perché sei sempre qui con me? Io non ti voglio. Non voglio più essere solo.
Ma la solitudine comunicava in un solo senso. Che ovviamente non era quello di ricevere.
Dita di polvere si alzò. Frugò nello zaino ed estrasse i fiammiferi. Cominciò a far volteggiare il fuoco, ancora e ancora, finché le lacrime che gli rigavano il viso si asciugarono a contatto col calore.
Un calore che non aveva mai avuto.
Fece scorrere la mano sul fuoco, trattenendola. Ma il fuoco gli obbediva troppo cecamente, aveva imparato a domarlo a sufficienza. Non lo avrebbe mai bruciato. Mai.
“Se non togli la mano ti brucerai”, disse una voce da un albero.
Era Farid.

[Una strana sensazione percorse la spina dorsale del mangiafuoco.]

 
“Non preoccuparti. Il fuoco è mio amico, non mi brucerà a meno che io non lo desideri davvero.”
Dette queste parole il ragazzo si fece muto.
Dita di polvere continuò per un po’ a giocare, poi, con un ultimo lancio di fiamma, terminò.
Raggiunse Farid sull’albero, accoccolò al petto le sue lunghe gambe e si mise a guardare le città a valle.
E per la primo volta in vita sua si sentì bene. Nonostante il passato perduto, nonostante la paura di un mondo che non lo accettava, nonostante la morte che alleggiava sulla sua testa, il mangiafuoco sapeva che la sua solitudine era stata intaccata. Scalzata da un paio di occhi neri e pelle olivastra. Messa da parte da un ragazzino che aveva avuto un passato totalmente diverso dal suo, ma con un presente identico e un futuro quanto mai oscuro. Come lui.
Farid era il potere che cercava di conquistare. Non il potere del fuoco, non quello del vento.
Il potere di avere un amico al suo fianco.

 

{ Non può piovere per sempre }

 

   
 
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