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Autore: JennyPotter99    26/04/2020    0 recensioni
SEQUEL DI "AT WORLD'S END"
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yuri | Personaggi: Nuovo Personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Angelica prese la bussola e così continuarono il cammino.
Dopo un po', Alice riuscì di nuovo a camminare, perciò si rimise i propri vestiti.
A metà giornata, decisero di fare una pausa vicino ad una piccola cascata d’acqua e degli alberi con grandi cortecce.
Angelica diede ad Alice una fiaschetta per riempirla d’acqua e dissetarsi.
Prima di berla lei, la porse al piccolo Charlie che la ringraziò con un sorriso.
-Così bella…Creata da Dio…Non come quelle orrende creature che non trovarono rifugio sull’arca.- commentò Philip.
-Grazie, ma non sono una vera sirena…Sono stata maledetta.- gli disse Alice, sorseggiando.
-Maledetta? Perché?-
-Sono stata una cattiva persona…-
-Dio ti ha dato la bellezza e l’amore e sono sicuro che un giorno sarai una bellissima persona, procreerai e vivrai una vita felice.- continuò il prete.
Alice ridacchiò.- Non credo che il tuo Dio mi benedirà con un figlio…Io e Jack abbiamo…Tante volte, ma non è mai successo niente.-
In quell’istante, Alice iniziò a pensare a come sarebbe un possibile futuro con Jack ed un figlio.
Quel pensiero, la fece sorridere, ma sembrò un futuro molto molto lontano.
Subito dopo, Angelica le tirò un pezzo di pane per rifocillarsi.
-Ripetimi come si svolge il rito.- le disse, a bocca piena, mentre continuavano a camminare.
-2 calici di Ponce de Leon, una lacrima fresca di sirena. Acqua della fonte in entrambi i calici e in uno la lacrima. Chi beve l’acqua con la lacrima ottiene tutti gli anni di vita dell’altro.- spiegò la donna.
Alice se lo tenne in mente e quando il sole fu calato, tra le varie sterpaglie, incrociarono Jack e sorprendentemente, anche Gibbs.
-Hai i calici, Sparrow?- gli domandò Barbanera.
-Ovviamente sì e dato che mi è costato tanto prenderli da sotto il naso degli spagnoli che erano arrivati prima di me, pongo 3 condizioni.- rispose Jack. -Primo: ridatemi la mia bussola. Anzi, no, quello era per secondo. Per prima cosa: non deve essere fatto del male ad Alice.-
-Non giuro con quelli del tuo stampo, Sparrow, ma tuttavia da lei mi serve una lacrima soltanto.-
-Secondo, che prima era primo, mi dovete ridare la mia bussola, me la merito. E per terza cosa, ammetto di aver trattato male il mio primo ufficiale qui, Mastro Gibbs, male, perciò chiedo che venga con noi.-
Barbanera fece un cenno a sua figlia che ridiede a Jack la bussola.
-Affare fatto, proseguiamo…Sento che l’uomo senza una gamba è vicino.-
Jack lanciò la bussola a Gibbs.- Ci condurrà verso la libertà.-
***
Quando si fu fatta sera, giunsero ad una serie di pozze cui dentro crescevano dei piccoli alberi.
La ciurma accese le torce e con la luce si poterono notare degli scheletri all’interno delle pozzanghere.
Alice si abbassò a controllare e vide che avevano la coda: erano sirene che, probabilmente, erano state uccise per avere una lacrima.
-Sirene…Metà nell’acqua e metà fuori, uccise dal sole.- disse Barbossa, facendo un cenno agli zombie.- La creatura, legata nell’acqua.-
Gli ufficiali afferrarono Alice e la costrinsero a mettersi nella pozza, legandole i polsi alla corteccia d’albero.
Una volta a contatto con l’acqua, la coda, inevitabilmente, ricomparse.
-Riesci ad udire, Alice?- le mormorò all’orecchio, chinandosi su di lei.- Le grida delle tue sorelle, mentre muoiono lentamente?-
Alice non si scompose.- Non so come ripetervelo: io non sono una vera sirena.-
Allora Barbanera si alzò ed estrasse la pistola, puntandola alla gola di Jack.
Ma, anche lì, Alice rimase ferma.
Il pirata fece un ghigno.- No, troppo facile…- commentò, mettendo poi il mirino alla tempia del prete.
A quel punto, Alice fece un sussulto.
-No, padre, lui ci serve, lo sai!- intervenne Angelica.
-Hai ragione…- rispose l’altro, cambiando il suo bersaglio.- Ma lui no.-
Il colpo andò dritto nel cuore del piccolo Charlie, che cadde a terra e morì in pochi secondi.
Alice si dimenò e scoppiò a piangere.- No! Tu pirata senza Dio!- gridò, mentre uno degli ufficiali estrasse una piccola fiala e raccolse una delle sue lacrime.
Jack andò dritto da lei e la strinse a se. -Mi dispiace, mi dispiace.- le sussurrò.
-Andiamo avanti, siamo quasi arrivati.- disse Barbanera, mettendosi in tasca la fiala.- Sparrow, muoviti.-
-Torno a prenderti, te lo prometto.- le mormorò, dandole un bacio a stampo prima di andarsene.
***
Il sole era alto già da un bel pò: Alice riuscì ad immaginare come fossero morte le altre sirene.
Le labbra le si stavano seccando, gli occhi faticavano a stare aperti e aveva sempre più sete.
Quando ad un tratto le palpebre le si stavano per chiudere, vide Gibbs correre da lontano verso di lei.
-Eccomi Alice, Jack mi ha mandato a prenderti.- le disse, prendendo una fiaschetta da dentro la giacca e facendola bere.
La slegò poi dall’albero e la fece uscire dalla pozzanghera, ridandole i suoi vestiti.
-Prosegui verso nord e troverai la fonte.- continuò.
Alice indossò gli stivali e si aggrappò a lui per alzarsi.- E tu dove vai?-
L’altro fece un ghigno.- Io e Jack abbiamo altri affari da compiere.-
-Va bene, sta attento.- ribatté lei, abbracciandolo.
Camminò lentamente verso la direzione da lui indicatogli, quando si ricordò del povero Charlie.
Si voltò verso il suo corpo, quasi le rivenne da piangere, non poteva lasciarlo così.
Allora prese alcune foglie di quegli alberi, così grandi da poterlo coprire e gliele mise sopra, chiudendogli gli occhi.
-Mi dispiace, piccolo.- gli sussurrò, baciando la fronte.
Decisa a vendicarlo, Alice proseguì verso nord.
Dopo varie sterpaglie, giunse ad una grande grotta: la fonte della giovinezza.
Quando vi entrò, vide che erano tutti lì.
-Jack, inizio seriamente a credere che tu non sia mai stato alla fonte.- commentò Angelica.
Frustrato, Barbanera gli puntò la pistola contro.
-Fermi!- esclamò Alice, facendosi spazio tra loro e prendendo i calici in mano da Jack.
Nessuno dei due aveva idea di come entrare alla fonte, dato che si trovavano davanti ad un muro e quindi ad un vicolo ceco.
Ma c’era un’iscrizione sui calici.- Aqua de vida.-
Quando Alice pronunciò quelle parole, dalle pareti della caverna si creò un ruscello d’acqua che strisciò da solo fino alle proprie teste, formando una pozzanghera limpida.
-Mastro Scrum, di grazia.- disse Jack, dopo aver riposto i calici in una sacca, indicandogli di inginocchiarsi.
Il mozzo si chinò su di lui e Jack gli si arrampicò sulla schiena, toccando con un dito la pozzanghera.
Non appena lo fece, essa lo risucchiò, trasferendolo direttamente in una seconda grotta, luminosa, con varie pozze qua e là e in cima ad una collina verde, una costruzione in pietra dove all’interno scorreva la fonte della giovinezza.
Jack si avvicinò, volendo toccarla.
-Sarò io il primo ad assaggiare quell’acqua, Sparrow!- intervenne Barbanera.
Anche il resto della ciurma salì su ed Alice fece ben attenzione a non toccare le pozzanghere con i piedi.
Prima che qualcuno potesse fare qualcosa, percepirono una presenza alle loro spalle.
-L’uomo senza una gamba!- si accorse Angelica, preoccupata per il suo padre.
Apparvero Barbossa e una decina di guardie inglesi e allora Alice capì. -Colui che la morte ha sfidato con l’inganno…Papà!-
-Io ci ero arrivato prima, sai.- intervenne Jack, facendole un occhiolino nel vantarsi.
-3 settimane alla morte del tiranno…Barbanera…Barbanera morirà per mano di Barbossa.-
-Edward Teach, io, qui presente, per il volere della corona di Inghilterra, vi dichiaro in arresto!- esordì Barbossa.- Per il volere della mia gamba rubata, storta e piena di peli, vi condanno a morte.- continuò, estraendo la spada.
-Voi osate sfidare questa spada?!- domandò Barbanera, prendendo la sua.
-Così lontano dalla vostra nave? Oh sì.-
-Uccideteli!- gridò il pirata.
-Fermi, fermi!- urlò Jack, gesticolando.- Aspettate un attimo. Voi volete uccidere loro solo perché lui vuole uccidere lui? Dico io, che ci importa? Sediamoci, guardiamoli, piazziamo scommesse!-
Jack ci aveva provato, ma i due uomini iniziarono a prendersi a sciabolate e gli zombie andarono contro i soldati inglesi.
Ad Alice serviva quell’acqua per spezzare la maledizione, perciò, tra il caos, corse verso la fonte.
Angelica la vide e le saltò addosso per fermarla, perciò entrambi caddero a terra e la figlia di Barbanera le tenne ferme le mani dietro la schiena.- Com’è che non riusciamo a stare lontane io e te, eh?- le sussurrò all’orecchio, sorridendo.
Alice sbuffò.- Basta, sono stanca di questo giochino.- borbottò, dandole un colpo al naso con la nuca tanto da farla sanguinare.
Allora si alzò e le prese tra le mani la sacca che conteneva i calici e la lacrima.
In quel momento, vide Barbanera colpire Barbossa alla gamba di legno e ciò lo fece cadere.
Barbossa però, sorrideva divertito.
-Insensato quel ghigno sul vostro volto quando sto per uccidervi.- commentò Barbanera.
-Voltate lo sguardo, Edward Teach.-
Dall’entrata della caverna, ecco arrivare l’esercito spagnolo e il loro re.
-I calici, signorina.- ordinò ad Alice. Circondata da soldati, la ragazza gli diede la sacca. Lui prese le coppe, gettò il sacchetto e poi li tirò a terra.- Solo Dio può donare la vita eterna!- esclamò, dando due calci ai calici talmente forti da ammaccarli e poi gli diede un calcio, facendoli  affondare in una delle pozze.- Distruggete questo tempio profano!- ordinò infine.
Con dei rampini, i soldati spagnoli distrussero la costruzione in pietra e fecero esplodere alcune mine per la grotta, iniziando a far cedere il soffitto.
Nella confusione, Barbossa approfittò di un momento di distrazione di Barbanera e lo trapassò con la spada, lasciandolo accasciare a terra con la lama ancora nel petto.
-Per la Perla.- mormorò tra se e se, prima di fuggire.
-No! Che cosa hai fatto!- gridò Angelica, inginocchiandosi su di lui per togliergli la spada.
Ma Alice sapeva benissimo il segreto delle spade del suo patrigno.- Angelica, no, è veleno!-
Di fatti, nel gesto, Angelica si tagliò sul palmo della mano e capì che qualcosa non andava.
In quell’istante, tra le macerie, Alice notò che qualche goccia d’acqua ancora cadeva.
La fonte non era del tutto distrutta.
La grotta stava per cedere, Alice non aveva tempo e perciò vi si avvicinò per berne un po'.
Improvvisamente però, si bloccò.
-Che stai aspettando?!- le chiese Jack, sorpreso che stesse esitando.
Alice si ricordò allora delle parole di Teague.- La fonte ti mette alla prova…-
Se avesse preso quell’acqua solo per se, allora tutti gli sforzi erano stati vani.
Era stata punita da quella strega per non esser stata gentile con lei.
Non poteva commettere lo stesso errore.
Prese una spada da terra e liberò Philip dalle corde che gli tenevano i polsi.- Va, scappa.-
Egli le sorrise, baciandole la fronte.- Dio ti benidica.-
Di scatto, la ragazza si tuffò nella pozzanghera dove aveva visto annegare i calici.
Con la coda si mosse velocemente verso il fondo e li afferrò.
Tornò in superficie e li porse a Jack.- Va, salvali.-
-Alice, ne sei sicura?-
-Sì, non sprecare la mia lacrima.- affermò, uscendo poi dalla pozza.
Quindi Jack riempì i calici con le poche gocce rimaste ed in una verso anche la lacrima.
Porse la coppa senza lacrima a Barbanera. -Forza, bevete questa, salvate vostra figlia.-
I due avevano poco tempo.
Ma Barbanera, invece, bevve quello con la lacrima.- Ti prego, salvami, figlia…-
Alice si sarebbe aspettata che Barbanera scegliesse di sacrificarsi per sua figlia, ma dopotutto, non tutti hanno un’anima buona.
Angelica bevve dall’altro calice e si strinse a suo padre, aspettando che la morte la raggiungesse.
-Mi sa che era tutto il contrario.- borbottò Jack, storcendo la bocca.- Qui c’era la lacrima e qui no…-
Era vero: Jack aveva invertito i calici.
Di fatti, la ferita sulla mano di Angelica si rimarginò e un forte vento, insieme ad un mulinello d’acqua cosparsero Barbanera.
La pelle gli si staccò dal corpo, fino a farlo diventare uno scheletro e infine, morire.
   
 
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