Paura del fuoco
 

 

Amrod questo non lo capiva, ma non diceva nulla quando il gemello si infilava nel suo letto nel cuore della notte, le lacrime ad inzuppare il cuscino e una mano, un piede, la testa a contatto con il suo corpo per rassicurarsi che lui era lì, non sarebbe potuto accadere nulla finché erano insieme.
Non era facile avere paura del fuoco, quando i tuoi capelli ne rispecchiavano il colore.
Ci aveva riso su, Amrod, prima di accorgersi che quella di suo fratello non era paura. Era terrore.
E, quando aveva realizzato che Amras non avrebbe mai avuto il coraggio di parlarne senza che le mani prendessero a tremargli e gli occhi a lacrimare, aveva smesso di cercare di convincerlo che non c’era nulla di male, nel fuoco, che bastava starci lontani. Lo aveva detto così tante volte, ma lui non era mai stato in grado di ascoltarlo.

O forse, e questo era ciò che temeva di più, era stato Amrod a non riuscire a farsi ascoltare.
Non era facile avere paura del fuoco, quando la tua altra metà aveva l’ardore di un vulcano in via d’eruzione.
Se ne era sempre vantato, Amrod, di essere il gemello più indipendente, più ardito, più combattivo.
Se ne era sempre vantato, ma era tornato sempre da lui. Da Amras. Perché a cosa poteva servire essere coraggioso se non poteva usare quello stesso coraggio per aiutare suo fratello?

Non era facile avere paura del fuoco, quando ti trovavi in mezzo a una guerra.
Avevano seguito loro padre, i loro fratelli, il loro popolo. Avevano alzato la voce, si erano fatti valere contro i loro nemici e contro la loro stessa gente.
Avevano litigato, avevano riso, avevano pianto.
Si erano avvicinati gli uni agli altri più di quanto non fosse successo negli anni passati.
E Amras non aveva più paura del fuoco.
Glielo aveva detto lui, con un’espressione che avrebbe potuto definire solo colpevole. Bugiarda.
Lo aveva creduto un buon segno.
Lo aveva creduto anche quando aveva insistito per dormire sulla barca, quella notte.

Aveva detto di voler stare il più lontano possibile da lui per evitare la tentazione di correre nuovamente nel suo letto.
Lontani. Solo per una notte.
Una notte che si era tinta di rosso quando le acque avevano preso fuoco.
E lui aveva gridato, gridato il suo nome, perché forse avrebbe ancora potuto proteggerlo, forse se lo avesse raggiunto avrebbe potuto salvarlo, dirgli di non avere paura perché era solo un incubo.
Allora perché sentiva tutto quel caldo?
Perché sembrava che la gola gli dolesse, quando chiamava il nome di suo fratello?

Perché Maedhros si era fermato dinanzi a loro padre, le lacrime appena trattenute e il bellissimo volto divenuto una maschera di dolore che lo accusava?
E perché Feӓnor continuava a guardare le fiamme?
-Amras ha paura del fuoco.
Non lo avevano mai detto a nessuno.
Così, però… magari i loro fratelli lo avrebbero lasciato andare.
Magari lo avrebbero aiutato a fermare le urla nella sua testa. Nelle loro teste.
La paura.
Non era facile avere paura del fuoco, quando eri figlio di Feӓnor.

ANGOLINO DELL'AUTRICE
Buongiorno a tutti!
Spero che stiate passando bene questo periodo!
Non ho molto da dire sulla storia in sè; sono pronta a ricevere recensioni, critiche costruttive o anche messaggi sulla mia cartella personale, se voleste anche solo parlare di qualche avvenimento o personaggio.
Vi consiglio l'ascolto di "Forest burn" di Brighton, perchè sembra veramente scritta per loro due.
Mi raccomando, state a casa e non deprimetevi troppo!
Arrivederci a tutti e buona giornata!!!