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Autore: _Glaucopis_    27/04/2020    3 recensioni
Scritta per l'event Tana Libera Fill WEEK del gruppo Facebook We Are Out.
Prompt di Katya Ferrante: "Allontanati da me!"
Genere: Angst, Fluff, Hurt/Comfort | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Calipso, Leo Valdez, Leo/Calipso
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Calipso si massaggiò le tempie. La testa stava per scoppiarle. Non sapeva per quanto ancora avrebbe trattenuto le lacrime.

Se avesse ritrovato Leo sano e salvo, trattenuto per tutte quelle ore da una qualche banalità, ci avrebbe pensato lei a farlo fuori.

Squadrò il decadente edificio che si presentava davanti a lei. Perché avrebbe dovuto trovarsi lì?

Potevano esserci miliardi di ragioni, conoscendo il figlio di Efesto. Poteva essere stato catturato da un personaggio mitologico appena resuscitato e desideroso di vendetta (ciao Litierse e compagnia), poteva aver incontrato un animale meccanico molto socievole (salve Festus), oppure essersi messo a lavorare lì ad un progetto per un motivo sconosciuto.

Salì i tre gradini e spinse delicatamente la porta in parte annerita e attaccata ad un solo cardine, tenendosi pronta nel caso in cui fosse stato necessario lanciare qualche incantesimo.

La casa sembrava deserta.

Attenta a non fare rumore, si affacciò alla prima stanza e scrutò, per quanto possibile, l’ambiente quasi completamente buio.

Stava per andarsene, quando notò una figura rannicchiata nella semioscurità.

-Leo?- chiamò.

Il ragazzo sussultò. -Cal? -

L’ex ninfa tirò un sospiro di sollievo, per poi incrociare le braccia sul petto e assumere un’espressione severa.

-Sei ore! Sei ore in cui non abbiamo avuto idea di dove fossi o cosa ti fosse accaduto! Che diamine ci facevi qui? –

-Calmati, Raggio di Sole! Sai come sono fatto, no? – replicò lui emettendo quella che avrebbe dovuto essere una risata.

Calipso non ne fu affatto tranquillizzata. Qualcosa non andava.

-Tutto bene? – chiese avvicinandosi con cautela, attenta a non inciampare in qualcosa.

Cos’era quella che aveva appena calpestato? Sabbia?

Prima ancora che lo raggiungesse, lui indietreggiò, ritrovandosi con la schiena contro il muro.

 -Allontanati da me! – quasi urlò.

Delle fiamme, che il semidio si affrettò a spegnere, incendiarono un pezzo di carta da parati.

Calipso si immobilizzò per un istante.

-Ho fatto o detto qualcosa di sbagliato? – domandò, ignorando poi l’ordine e avvicinandosi di più.

Leo non rispose. Si prese la testa fra le mani, respirando in modo lento e profondo, tirando su col naso ogni tanto.

Man mano che Calipso si abituava al buio notava nuovi particolari, come chiazze nere qua e là, quelli che ora le sembravano mucchietti di cenere e il fatto che le maniche della felpa di Leo dovevano essere andate a fuoco.

-È accaduta di nuovo… la stessa cosa di ieri. E ora non si ferma più. – alzò lo sguardo disperato su Calipso. -Non riesco più a controllare i miei stessi poteri! Ho fatto del male ad una persona! –

La maga si morse un labbro.

-Leo…- fece per inginocchiarsi accanto a lui, ma l’eroe si oppose ancora una volta.

-No…no. Ti prego, Cal. Ho paura. Ti brucerai. Non voglio ferire anche te. Non voglio ferire nessuno –

Alla ragazza si strinse il cuore. Detestava vedere Leo così. Le sembrava così fragile da farle temere che potesse andare in mille pezzi.

Inspirò.

-Io non ho paura, invece. Non di te- affermò con una sicurezza che stupì il figlio di Efesto.

Gli afferrò una mano. -Leo, non accadrà nulla- lo rassicurò quando lui fece per ritrarla -E tutto questo finirà. Troveremo un modo per farti tornare padrone dei tuoi poteri. Anche Emmie e Jo ti aiuteranno. Ci riuscirai, e noi non ti lasceremo solo-

Leo non disse nulla. Si limitò semplicemente a guardarla con gli occhi pieni di gratitudine. 

La sua mano, effettivamente, bruciava. Era incandescente. Per un attimo, uno solo, Calipso fu tentata di lasciarla andare, ma poi la tenne più stretta.

Non avrebbe mai abbandonato quella mano. Per nulla al mondo.

   
 
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