Tuo mio dolore
Luna
è davanti all’ufficio di
Piton con Hermione quando il dolore si intensifica.
Stringe le
labbra. Il suo
soulmate è stato male praticamente tutto l’anno,
ha avvertito la sua negatività
crescere di giorno in giorno. Stavolta però è
diverso: Luna avverte la sua
disperazione con un’intensità incredibile, un
senso di oppressione si fa strada
nel suo petto. Ora più che mai vorrebbe conoscerne
l’identità e stringerlo in
un lungo abbraccio confortante, fare qualcosa per alleviare il suo
dolore – lo
vorrebbe davvero, ma non ha idea di chi possa essere. Non è
semplice da capire
quando l’unico mezzo di comunicazione con l’altro
è la condivisione del dolore.
«Tutto
bene, Luna?»
Accenna un
sorriso verso
Hermione. No, non va bene, non per lui, ma
è inutile farla preoccupare
per qualcosa a cui non possono rimediare. Non nell’immediato,
almeno. «Sì».
Improvvisamente
nel corridoio
rimbomba la voce del professor Vitious: le due ragazze si voltano di
scatto.
Una cosa è certa, il professore è estremamente
agitato; le uniche parole che
Luna riesce a comprendere sono “Mangiamorte” e
“castello”. Senza neanche
vederle, Vitious raggiunge Piton nell’ufficio.
Il dolore
continua a
intensificarsi – lacrime si fanno strada
lungo le sue guance.
«Sono
sicura che andrà tutto
bene, Luna» dice Hermione, torturandosi nervosamente le mani.
Un groppo in
gola, Luna annuisce
– non riesce a sorriderle, anche se vorrebbe.
♦
Sta aiutando
Hermione a
sistemare Vitious sulla scrivania – appena sgombrata
– quando l’invade una nuova
ondata di dolore. C’è qualcosa di diverso dalle
precedenti: negli ultimi minuti
Luna ha avvertito varie sfumature di paura e rassegnazione, adesso
è più una
questione di cosa non avverte. Una
perdita, realizza.
Non riesce a non
pensare che le
reazioni del suo soulmate siano collegate a ciò che sta
avvenendo a Hogwarts –
il pensiero la fa tremare. Non vuole che sia morto qualcuno
dell’Ordine o
dell’ES, sarebbe molto triste.
Spia verso
Hermione: anche lei
sta tremando.
Purtroppo,
stanotte non sono i nargilli
a disturbare i suoi amici.
♦
È
morto Silente.
Luna si sente
triste, le era
simpatico il preside. Non è a questo che pensa
però, quando Harry racconta
com’è andata: non ne è certa, ma crede
che il dolore più intenso – la perdita
– l’abbia colpita nell’istante
in cui Silente è precipitato giù dalla
torre.
Fissa Harry,
chiedendosi se
possa essere lui il suo soulmate – non è la prima
volta che ci pensa, le è
venuto il dubbio quando ha iniziato ad avvertire sempre più
emozioni negative
in seguito alla battaglia dell’Ufficio Misteri. Scuote la
testa; non può essere
Harry, come si è già detta – quando
è morto il suo padrino era incosciente, ma
è sicura di non aver sentito nulla durante la finale del
Torneo Tremaghi. Harry
era disperato per la morte di Cedric Diggory, perciò deve
escluderlo.
Chi altro
può aver visto Silente
volare di sotto? O forse si sbaglia e le cose non sono collegate.
Naturalmente
non può trattarsi dei Mangiamorte, Piton è
altrettanto improbabile… oh. Prova
una sensazione strana nel pensare il nome di Draco Malfoy.
Guarda Harry.
Vorrebbe fargli
delle domande su Malfoy, su come gli fosse sembrato, ma non pensa sia
il
momento adatto.
Avverte tuttora
la paura del
soulmate, sebbene molto smorzata rispetto a solo un’ora
prima. Se davvero è
Draco Malfoy, si chiede cosa stia vivendo per essere così
terrorizzato.
♦
Luna si rigira
sul pavimento
freddo della cella e si domanda se il rammarico che avverte sia dovuto anche
a lei.
Draco porta loro
il cibo, a
volte, ma non si ferma mai molto. Non parla, a parte ordinare di
allontanarsi dalla
porta quando sta per entrare.
L’ha
guardata solo una volta –
non ha tradito alcuna emozione, ma Luna l’ha
sentita.
Draco Malfoy
è davvero il suo
soulmate, ormai ne ha la certezza. Si chiede se lui l’abbia
capito, se abbia
almeno un sospetto da quando è tenuta lì.
Forse no.
♦
«Stai
bene».
Draco, seduto
tra i suoi
genitori, la guarda come se fosse un’aliena. Luna sente il
suo spaesamento,
sospetta sia identico a quello di Lucius e Narcissa. Non è
difficile intuire
perché i Malfoy si sentano fuori posto nella Sala Grande
piena di sopravvissuti
e vittime, ma dubita che ai presenti interessi davvero preoccuparsene.
«Sono
contenta» prosegue Luna,
tranquilla, sedendosi davanti a loro. «Hai avuto molta paura
oggi, ma adesso è
finita».
La prima a
capire è Narcissa.
«Oh» emette, alternando lo sguardo tra lei e il
figlio. Solo allora Draco
realizza, gli legge lo stupore negli occhi.
«Tu»
mormora solo, dopo svariati
secondi. Le sue emozioni sono un intricato groviglio, dovrebbe
lasciargli il
tempo di scioglierlo.
«Io»
conferma, alzandosi. «Mi
piacerebbe parlare, un giorno. Con meno gorgosprizzi, magari»
dichiara,
esaminando intenta l’aria attorno alla testa di Draco.
Accenna un
sorriso e si
allontana sotto lo sguardo attonito di tutti e tre i Malfoy.
Ha aspettato
finora, non sarà un
problema attendere un momento migliore.
Girando la Sala in cerca di
Neville, Luna si sente felice: non prova dolore
né delusione.