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Autore: Miharu_phos    27/04/2020    0 recensioni
[SaruFey]
Non era triste di lasciare quel posto, lo aveva sempre odiato in realtà e non è che si fosse fatto così tanti amici in quegli anni; nonostante ciò una punta di amarezza non gli permetteva di essere pienamente felice della sua partenza.
Qualcosa che gli sarebbe mancato di quel posto c'era, o meglio, qualcuno; ma anche solo ammetterlo a se stesso lo faceva arrabbiare, quindi si sforzava di convincersi che smettere di avere in mezzo ai piedi quella persona fosse una cosa positiva.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Fey Rune, Saryuu Evan - Saru
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Fey sistemava i pochi oggetti che possedeva nella sua piccola valigia, la stessa con la quale era arrivato in quel orfanotrofio qualche anno prima.

 

Le sue cose non erano molte: qualche vestito ormai consumato, regalatogli per lo più dai compagni più grandi, un peluche a forma di coniglietto, un vecchio album fotografico con le foto dei suoi genitori e pochi ma utili accessori per i capelli.

 

Non era triste di lasciare quel posto, lo aveva sempre odiato in realtà e non è che si fosse fatto così tanti amici in quegli anni; nonostante ciò una punta di amarezza non gli permetteva di essere pienamente felice della sua partenza.

 

Qualcosa che gli sarebbe mancato di quel posto c'era, o meglio, qualcuno; ma anche solo ammetterlo a se stesso lo faceva arrabbiare, quindi si sforzava di convincersi che smettere di avere in mezzo ai piedi quella persona fosse una cosa positiva.

 

Sbuffò infastidito dai suoi stessi pensieri, rimproverandosi mentalmente per aver pensato ancora una volta a lui.

 

Non pensava ad altro da quella mattina, quando si era svegliato con la consapevolezza che quello sarebbe stato il suo ultimo giorno in istituto.

 

-Ehi coniglio- lo derise una voce conosciuta, esattamente la voce appartenente alla persona che infestava i suoi pensieri ormai da ore.

 

-Che vuoi? Non puoi entrare così nella mia stanza- si lamentò, chiudendo la valigia sul letto con un tonfo.

 

-È così è vero che te ne vai- osservò il ragazzo dai capelli bianchi, muovendo qualche passo all'interno della camera senza alcun permesso.

 

-Si, non sei contento? Finalmente mi tolgo dai piedi- mormorò acidamente, provocando una smorfia colpevole sul viso dell'altro che si morse il labbro leggermente dispiaciuto.

 

-In effetti sarà tutto diverso senza di te.-

 

Quella frase uscì fuori un po' strana; avrebbe dovuto essere un insulto, e invece era uscita quasi come una constatazione triste.

 

Fey si voltò piano verso l'altro, convinto di aver capito male.

 

-Comunque sia non potrai più prendermi in giro per tutto quello che faccio. Sarà un fastidio in meno per entrambi-

 

-Non sei mai stato un fastidio- lo bloccò il maggiore aggrottando di poco le sopracciglia.

 

-Ma fammi il piacere, Simeon! Mi hai sempre trattato come la pecora nera, avevo sempre qualcosa di sbagliato, non dicevo mai la cosa giusta, non ero simpatico. Quindi ora non fare il finto tonto, so benissimo che non mi sopportavi!-

 

Perché stava dicendo quelle cose? 

 

Non aveva mai avuto il coraggio di dirgli quanto il suo atteggiamento derisorio nei suoi confronti gli desse fastidio; e tutto ad un tratto, proprio nel giorno del loro addio, gli stava sputando addosso tutto il suo risentimento.

 

Simeon lo guardò per qualche secondo studiando la sua figura; poi si voltò e si diresse verso la porta.

 

-Ad ogni modo mi spiace che tu te ne vada. Stammi bene-

 

Fey guardò la sua schiena allontanarsi e deglutì, avvertendo il senso di colpa crescergli dentro.

 

Lui non aveva fatto niente di male, era stato Simeon a prenderlo di mira per anni, escludendolo e deridendolo per ogni suo minimo difetto.

 

Quindi perché tutto ad un tratto voleva fingersi gentile?

 

Perché voleva illuderlo che gli dispiacesse davvero se finalmente veniva adottato e toglieva il disturbo?

 

-Ehy- lo chiamò, calciando il pallone che gironzolava per la stanza.

 

Simeon si girò per guardarlo, un'espressione strana gli segnava il viso.

 

-Davvero ti dispiace? Se me ne vado intendo-

 

L'altro ragazzo fece spallucce distogliendo lo sguardo.

 

-È che mi ero abituato a te. Alla tua presenza. Sarà tutto diverso senza di te.-

 

Fey si leccò le labbra imbarazzato, si accomodò sul proprio letto e sospirò.

 

-Credevo mi odiassi- ammise senza mezzi termini.

 

-Io non ti odio- precisò Simeon accompagnando la sua affermazione con una piccola risata.

 

-E allora mi spieghi perché ti sei sempre comportato di merda con me? Perché mi hai sempre escluso, perché hai sempre riso di me insieme agli altri? Me lo spieghi? Cosa ti avevo fatto di male?-

 

-Non credevo che tu l'avessi vista così, stavo solo scherzando- si difese, facendo scattare in piedi l'altro ragazzo che subito si distanziò, andando vicino alla finestra.

 

-Davvero Fey, non intendevo ferirti. Non credevo che ci rimanessi così male, erano solo dei giochetti-

 

-Che strano sentirti mentre mi chiami per nome. Mi chiami coniglio di solito-

 

Simeon ridacchiò.

 

-È tenero. Assomigli ad un coniglietto con i tuoi codini, sembrano due orecchie afflosciate- constatò, facendo inarcare le sopracciglia dell'altro per la confusione.

 

-È per questo che mi chiami coniglio? Credevo che...credevo che lo dicessi per insultarmi. Per darmi del codardo-

 

Simeon scosse la testa guardandolo stupito.

 

-No, non era un'offesa! Faceva ridere tutti, pensavo lo avessi capito anche tu-

 

Fey tacque a lungo, con le mani appoggiate sul davanzale e lo sguardo rivolto verso l'esterno.

 

-Spiegami Simeon, perché non sei stato così, prima? Perché non ti sei mai preso il tempo di parlare con me, invece di ridermi dietro? Mi sarei risparmiato tante lacrime.-

 

Il maggiore trasalì.

 

-Tu...tu hai pianto?-

 

Fey deglutì, poi strinse i pugni per la rabbia.

 

-Avremmo potuto essere amici. Avresti potuto dirmi tutte queste cose molto tempo fa, avresti potuto trattarmi meglio-

 

Inevitabilmente la consapevolezza di aver ferito Fey per così tanto tempo si impossessò di Simeon, il quale solo allora si rendeva conto delle conseguenze delle proprie azioni, conseguenze che aveva sempre sottovalutato.

 

-Mi dispiace- disse soltanto.

 

Fey avvertì un lungo brivido e strinse ulteriormente i suoi pugni.

 

Non doveva lasciarsi intenerire, lui era stato così crudele, non meritava il suo perdono.

 

-Ad ogni modo adesso è tardi. Quindi per favore vattene, devo finire di preparare le mie cose-

 

-Fey...- lo supplicò dispiaciuto il maggiore.

 

Si alzò e raggiunse il corpo dell'altro appoggiato contro il davanzale.

 

Ed inaspettatamente per entrambi lo abbracciò.

 

Fey spalancò gli occhi, mentre restava rigido fra quelle braccia del tutto sconosciute.

 

Simeon invece annusava i suoi capelli e sospirava, avvertendo un'improvviso senso d'angoscia causato dalla consapevolezza che presto Fey sarebbe andato via.

 

-Non voglio- mormorò con tono incerto -non voglio che tu te ne vada-

 

Fey non poteva credere alle sue orecchie; era veramente Simeon quello che lo stava stringendo, mentre sul punto di piangere gli diceva quelle cose sdolcinate?

 

-Cosa...cosa dici...-

 

-Fey- lo chiamò con un singhiozzo il maggiore, facendolo così girare fra le sue braccia.

 

Si ritrovarono uno di fronte all'altro, Simeon con gli occhi lucidi, Fey con le sopracciglia curvate nella tristezza.

 

-Mi dispiace tantissimo- mormorò singhiozzante -ti prego non te ne andare- 

 

Disse le ultime parole abbracciandolo ancora, ma molto più forte di prima.

 

Teneva il viso contro il collo del minore e piangeva, stringendolo a se con talmente tanta forza da lasciarlo respirare a malapena.

 

Fey alzò le braccia insicuro per avvolgere a sua volta in un abbraccio il più grande, poi anche lui appoggiò il viso contro il suo collo.

 

E fu una sensazione a dir poco paradisiaca.

 

Non aveva mai potuto annusare il profumo di Simeon, né aveva mai potuto sfiorare la sua pelle, o sentire il suo calore; e nel poter fare ciò tutto insieme gli sembrò di toccare il cielo con un dito.

 

-Io non pensavo che ti dispiacesse davvero così tanto- biascicò intenerito dal pianto dell'altro.

 

Simeon tirò su col naso per guardarlo negli occhi, si leccò le labbra ed asciugò qualche lacrima dalle proprie guance ormai accaldate.

 

-È che non voglio restare qui se tu non ci sei. Sarà tutto più triste-

 

Il cuore del minore si sciolse a quelle parole. Non aveva mai visto quel lato di Simeon, anzi era quasi sicuro che i sentimenti quel ragazzo neanche li avesse; eppure sentirlo parlare in quella maniera senza alcuna vergogna lo colpì.

 

-E poi- aggiunse - più di tutto mi pento di non averti mai detto quanto io ti trovi carino. Sono sempre stato invidioso della tua bellezza, questa è la verità. Sei veramente bellissimo Fey-

 

Disse quelle ultime parole guardandolo dritto negli occhi, occhi emozionati e umidi, tristi, ma pieni di dolcezza.

 

-Tu mi trovi...bellissimo?-

 

Simeon annuì tirando su col naso ancora una volta.

 

-Vorrei darti il mio ultimo addio se me lo permetti- mormorò abbassando gli occhi imbarazzato per un momento.

 

-Il tuo addio?-

 

-Si. Il mio ultimo saluto. Voglio che tu lo ricordi sempre, Fey-

 

Il più piccolo sorrise incuriosito, si sentiva talmente felice per quella vicinanza con Simeon che avrebbe potuto urlare di gioia.

 

-Va bene. Di cosa si tratta?-

 

-Chiudi gli occhi. E non ridere- si raccomandò, provocando istintivamente il riso nell'altro che non riuscì a trattenersi.

 

-Sta fermo-

 

-Mi stai per fare uno scherzo?-

 

-No, ti ho detto sta fermo!- lo rimproverò, bloccandolo per le braccia.

 

Fey smise di ridere e si ricompose, schiarendosi la voce con gli occhi chiusi.

 

-Sei pronto?-

 

-Sbrigati, mi sta venendo un crampo alle braccia a stare così fermo-

 

-Okay, io vado-

 

-Muoviti!-

 

Simeon appoggiò entrambe le mani sulle guance dell'altro, accarezzandole dolcemente con i pollici. Poi si spinse contro le sue labbra con delicatezza e le baciò.

 

Restarono incollati almeno per una decina di secondi, senza muoversi; quando si staccarono Fey aprì subito gli occhi e schiuse le labbra stupito.

 

Simeon sforzò un sorriso e gli accarezzò una mano per l'ultima volta.

 

-Addio Fey. Fai buon viaggio- sospirò, per poi superarlo, con il viso invaso ancora una volta dalla tristezza.

 

Il minore si toccò le labbra deglutendo, mentre cercava di non piangere.

 

Perché solo adesso quel testone si era deciso a fare tutto ciò?

 

Perché aveva dovuto sprecare tutti quegli anni a deriderlo quando avrebbero potuto costruire insieme qualcosa di bello, di prezioso? 

 

Il suo viso dispiaciuto fissava quella porta chiusa a metà, che lasciava intravedere il corridoio ormai vuoto.

 

"Come faccio a lasciarti adesso?" pensò rattristato.

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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