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Autore: Miharu_phos    28/04/2020    0 recensioni
David è sposato con Joe, col quale ha ormai messo su famiglia. Si sforza di convincersi che la sua vita sia perfetta così, ma l’incontro con Jude scombussolerà tutte le sue certezze.
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Caleb/Akio, David/Jiro, Joe/Koujirou, Jude/Yuuto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sono rimasto folgorato quando ti ho rivisto Jude, devo ammetterlo.

 

Mi sei sembrato ancora così fresco, così attraente, sicuro, tutto quello che mi era sempre piaciuto di te sembrava essersi amplificato quasi in modo esponenziale.

 

Si lo so, dovrei vergognarmi.

 

Ero a quella partita con Joe, mio marito, e con la nostra bambina.

 

Eppure quando ti ho visto, seduto insieme a Caleb con i vostri due bellissimi ragazzi, mi sono sentito così vuoto e patetico, la mia vita mi è sembrata tutto ad un tratto orribile, come qualcosa che mi era stato affibbiato contro la mia volontà.

 

Quel giorno ridevi, parlavi con così tanta disinvoltura, vezzeggiavi la nostra piccola mentre Joe la teneva in braccio come un piccolo trofeo.

 

Ed io ti osservavo.

 

E dentro volevo morire per quanto tu fossi spettacolare.

 

Io non odio Caleb, no, lui ti ha preso perché ti merita, perché lui è esattamente alla tua altezza, ciò che io non sono stato mai, né ho mai sperato di poter essere.

 

Ieri sera a letto ho guardato Joe mentre mi dormiva di fianco e l'ho odiato.

 

Ho odiato la mia vita, ho odiato me stesso per essere come sono, perché come sono fa schifo, troppo schifo per te.

 

Sono sempre stato lì per te Jude, a soffrire esattamente di fianco a te.

 

Per questo tempo fa decisi che infondo fosse la cosa giusta smettere di vederci, far sì che si perdessero i contatti fra noi quattro, cominciare le nostre vite in due posti diversi.

 

Volevo dimenticarti; e si, ammetto che forse ci ero anche riuscito o almeno me ne sono illuso, perché erano otto anni che noi non ci vedevamo.

 

Quando io e Joe abbiamo ricevuto l'invito per il vostro matrimonio per poco non sono scoppiato a piangere.

 

Mi sono inventato una scusa, l'ho convinto a non venire, perché era troppo lontano, dicevo, perché avevamo troppo lavoro; e lui mi ha creduto su tutto, lui mi ha sempre creduto, mi ha sempre accontentato in ogni mia richiesta.

 

La verità era che dopo due anni dal distacco forzato che mi ero imposto, stavo ancora molto male per te, nonostante avessi accettato di sposare Joe, perché volevo convincermi di amare lui, che fosse lui la persona giusta per me.

 

E invece ieri a quella partita ti guardavo e bruciavo di gelosia, bruciavo dentro per quanto sono squallido, per aver sposato un uomo per puro ripiego, per aver adottato una bambina con lui.

 

E nel frattempo ti guardavo, ti guardavo Jude e sprofondavo nella disperazione.

 

Ti guardavo con lui.

 

Tu ti voltavi nella sua direzione, ridevi, accarezzavi le spalle dei vostri ragazzi e li invitavi a salutare mia figlia.

 

Joe guardava me e sorrideva di rimando al mio sorriso falsissimo, ed io urlavo internamente per la voglia che avevo di baciarti e di gridare al mondo quanto io ancora ti amassi, nonostante non avessi potuto ammirare il tuo viso spettacolare per più di otto anni.

 

E tu eri sempre così bello, lo sei ancora, lo sarai per sempre, sempre di più.

 

Poi ti sei voltato un attimo verso di me e mi hai sorriso con gli occhi facendomi perdere un battito, perché la tua bellezza è disarmante ed io mi sentivo sempre più debole.

 

-Vado a prendere da bere per tutti, che ne dite?- ho proposto, pur di allontanarmi da te.

 

-Ottima idea-

 

Sei stato tu a rispondere.

 

Ti ho guardato ed ho sentito il cuore in gola mentre le nostre iridi si specchiavano le une nelle altre.

 

Ci siamo diretti insieme verso il bar dello stadio e ci siamo messi in fila, cominciando a chiacchierare e a raccontarci le nostre vite; mi hai spiegato come avevate fatto a prendere i ragazzi e mi hai chiesto della mia bambina, perché è veramente molto piccola ed anche voi state pensando di adottare un neonato.

 

Ti ho risposto mascherando il mio dolore e ho sorriso; mi sono finto allegro, vivace, come mi ricordavi tu.

 

Poi mi hai battuto una mano sulla schiena e mi hai dato un piccolo abbraccio.

 

-Sono felice di averti rivisto David- mi hai detto con gli occhi ridenti, ed io quasi ti ho baciato per la felicità.

 

-Sono tanto felice anch'io, Jude- ti ho detto io.

 

Ed in quel momento il tuo sguardo è cambiato.

 

Mi hai guardato strano, le tue iridi si sono fatte più piccole e hai sbattuto le ciglia.

 

L'avevi capito.

 

"Sono un coglione, cazzo" ho pensato allora.

 

Ho cercato di sdrammatizzare mettendo su un discorso a caso, ho cercato di farti distrarre, di farti dimenticare quello che avevi appena sentito, ovvero la mia ossessione per te che non si è mai spenta nonostante tutto questo tempo.

 

Dio Jude, potrei impazzire. Non capisco cosa ci faccio sulla terra se non posso avere te, ti desidero più di ogni altra cosa, ti bramo sognando le tue labbra carnose, voglio assaporarti e possederti, voglio sentire le nostre pelli nude scontrarsi, scivolare una sull'altra.

 

Non sono niente se non posso avere te, non me ne frega assolutamente niente di nessuno, di mio marito, di mia figlia, andassero al diavolo tutti quanti.

 

È te che voglio.

 

Mi stavi facendo impazzire soltanto stando a mezzo metro da me, mentre gesticolavi e parlavi col barista spiegando cosa volessi comprare.

 

E ora col senno di poi mi rendo conto che tu sei riuscito a disintegrarmi nel giro di due giorni.

 

Questo è il potere che hai sulle persone, Jude.

 

Ci siamo scambiati i numeri davanti a quel bar; ed io ti ho chiamato nel bel mezzo della notte.

 

-Ho bisogno di vederti- ti ho detto, in una crisi di pianto.

 

-Domattina- mi hai detto soltanto.

 

Avevi capito si, avevi decisamente capito.

 

Ti sono saltato addosso, ti ho rubato un bacio senza curarmi della gente presente nel caffè.

 

Tu ti sei staccato e mi hai guardato preoccupato, io fremevo di desiderio, non ce l'ho fatta, ti ho guardato come se volessi mangiarti e tu non hai detto niente.

 

-Ho la macchina qui fuori- ti ho detto mordendomi le labbra.

 

Tu mi hai preso per mano e siamo andati nel parcheggio, ma non siamo neanche entrati in macchina.

 

Mi hai sbattuto contro la mia auto e mi hai infilato la lingua in bocca, hai premuto forte il cavallo dei tuoi pantaloni contro la mia coscia per farmi sentire quello che ti stava accadendo.

 

Ho lasciato scappare alcuni gemiti mentre inseguivo la tua lingua e sono diventato duro anch'io, tu l'hai sentito bene perché mi hai toccato e ti sei staccato dal bacio ancora ansimante.

 

-David- mi hai detto deglutendo.

 

-Non ti ho mai dimenticato, penso a te di continuo Jude. Ti voglio disperatamente-

 

Mi accarezzi il viso e mi guardi quasi impietosito.

 

-Devo andare-

 

-Quando ci vediamo?!- dico quasi urlando, in preda all'ansia e all'impazienza di viverti fino in fondo.

 

-Ti chiamo io-

 

Mi accarezzi un'ultima volta le labbra e mi lasci così, sconvolto contro la mia macchina mentre ti allontani con il gonfiore fra le gambe.

 

Mi hai rovinato la vita Jude, me l'hai rovinata in cinque minuti perché mi hai illuso con quello stupido bacio.

 

Sono tornato a casa, ho raccontato tutto quanto a Joe.

 

L'ho lasciato.

 

Non me ne importa più niente di loro, non mi è mai importato in realtà.

 

È sempre te che ho voluto, ossessivamente.

 

Per questo adesso sto guidando superando ogni limite di velocità, perché questa vita non ha un senso se non posso avere te, se non posso possederti e saperti solo mio.

 

Sono stato da te meno di dieci minuti fa.

 

Mi hai riso in faccia.

 

Mi hai riso in faccia perché sono un coglione, perché era solo un bacio mi hai detto, non significa niente.

 

"Non lascerò Caleb per te. Dimentica tutto quanto"

 

Ed il mondo mi è crollato addosso.

 

Perché il mio mondo eri tu, tu eri tutto quello che volevo e lo sei ancora, disperatamente.

 

Premo il piede sull'acceleratore e supero l'ennesimo autovelox, sfreccio sulla strada troppo libera, mentre questa vita mi concede ancora qualche attimo di disperazione.

 

Perché ogni secondo vissuto senza di te è puro dolore Jude.

 

Ti amo troppo, ti darei la mia vita se tu lo chiedessi; eppure non la vuoi, non la chiedi perché tu da me non vuoi niente, vuoi solo che dimentichi e che ti lasci in pace con la tua famiglia perfetta.

 

Mentre io ho buttato tutto nel cesso per te.

 

Mentre mio marito a casa piange, mia figlia resta senza un padre, ed io perdo la vita.

 

La perdo volontariamente perché non la voglio.

 

Mi hai strappato il cuore dal petto Jude, e questo dolore è asfissiante.

 

Ho il petto straziato. Tu sei il massimo dell'eccellenza Jude lo sei sempre stato, sei l'apice della perfezione, sei ad un livello talmente superiore rispetto a tutto ciò a cui potrò mai aspirare da rendere squallida la mia intera esistenza.

 

Io volevo te Jude, solo te.

 

Solo te.

 

 

 

   
 
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