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Autore: ValeKikyo    30/04/2020    0 recensioni
La guerra è finita, almeno in Europa, ma le conseguenze sono devastanti, e non solo per gli esseri umani
Genere: Guerra, Hurt/Comfort, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Canada/Matthew Williams, Inghilterra/Arthur Kirkland
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Vittoria, ma a che prezzo? Scritta per la #6hcfanfictionchallenge del gruppo Hurt/Comfort Italia Fanfiction & Fanart

Vittoria, ma a che prezzo?

V-E-Day, così era stato ribattezzato, Victory in Europe Day, la guerra era finita…in Europa.

Inghilterra sospirò, buttandosi sul letto da campo.
Berlino era stata quasi rasa al suolo dagli attacchi congiunti di lui, America e Russia, Germania e Prussia erano finalmente sotto la loro custodia, e una strana quiete aleggiava per la città.
Era strano non sentire spari, urla di dolore e rumore di bombe, era da troppo tempo che non gli succedeva, quel silenzio era assordante.
Osservò il soffitto del tendone, perdendosi nelle pieghe verde militare.
Era in momenti come quello che tutti i suoi anni gli pesavano addosso, si sentiva vecchio e stanco come non mai, e la guerra non era ancora veramente finita.
Nel Pacifico, Giappone si ostinava a resistere, e America a breve avrebbe raggiunto i propri soldati.
Anche lui sarebbe andato.
Era suo dovere continuare a combattere, non solo per porre fine definitivamente a quella storia, ma anche perché Nuova Zelanda e Australia stavano combattendo fin dall’inizio, facevano parte dell’Impero, erano sue colonie, ed era suo dovere andare ad aiutarli, oltre ad aiutare America ovviamente.
Sospirò, alzandosi con un gemito di dolore.
Quanti anni aveva?
Dopo un po’ si perdeva veramente il conto…ma quanti fossero, in quel momento se li sentiva tutti quanti addosso.
-Devo andar…-
Mosse un piede per camminare, ma la testa cominciò a girargli e perse l’equilibrio, cadendo a terra con un tonfo, svenuto.

Sbatté le palpebre, cercando di mettere a fuoco la luce sopra alla sua testa, aveva una lampada piantata negli occhi che non lo aiutava certo a sentirsi meglio.
-Cosa…-
-Inghilterra!-
Un viso biondo con gli occhi azzurri gli si parò davanti, e considerando quanta gente conosceva con quelle caratteristiche, gli ci volle un po’ per mettere a fuoco.
-Canada?-
L’altro annuì, sospirando sollevato.
Matthew indossava abiti civili, odiava la guerra e si era tolto la divisa militare non appena la resa era stata firmata.
Arthur provò ad alzarsi, ma lo colse un capogiro tremendo e fu costretto a sdraiarsi di nuovo, sospirando di frustrazione.
-Ti ho trovato svenuto vicino al tuo letto…non respiravi…avevo paura che…-
Inghilterra provò a sorridere, cercando di rassicurare la preoccupata colonia.
-Ci vuole ben altro per farmi raggiungere la Morte Definitiva, non intendo farmi ammazzare da un tedesco qualsiasi-
Il canadese sospirò di nuovo, scuotendo la testa, sedendosi su uno sgabello vicino.
-Inghilterra, basta-
-Cosa…cosa intendi?-
Il canadese esitò, come a voler soppesare le parole.
-America mi ha detto che…avevi intenzione di andare con lui nel Pacifico-
-Io HO intenzione di andare con lui nel Pacifico-
Matthew inspirò, prendendo coraggio.
-No Arthur, tu non andrai a combattere nel Pacifico-
L’inglese aggrottò le sopracciglia, con espressione furiosa.
-Senti un po’ Can…-
Provò di nuovo ad alzarsi, pronto a fargli una ramanzina come quando era piccolo, ma anche questa volta il suo corpo non glielo permise.
La testa cominciò a girargli, e sentì l’acido salirgli fino in gola dallo stomaco.
Matthew capì prima di lui ciò che stava per succedere, prese un secchio e glielo mise vicino, guardandolo con apprensione mentre vomitava.
Non che ci fosse molto da vomitare, visto che il suo ultimo pasto consisteva in una tazza di tè.
-Appunto-
Quando ebbe finito, andò a svuotare il secchio, tornando poco dopo con una bacinella d’acqua pulita.
Era contento che Canada non avesse provato a pulirgli la bocca o a sostenerlo mentre vomitava, lo avrebbe fatto solo incazzare ancora di più.
Gli girava la testa, avrebbe voluto alzarsi, urlare, ricordare all’altro chi fosse la Colonia e chi l’Impero fra loro due, ma il suo corpo semplicemente si rifiutava di farlo.
-Tu non andrai a combattere nel Pacifico, tu rimarrai qui in Europa a riposarti e a trattare con Russia, Francia è ridotto peggio di te, da quando lo abbiamo liberato è in quello…come lo chiamate…-
-Coma Ristoratore?-
-Esatto, quello, ha combattuto fino all’ultimo ed anche lui è caduto a terra svenuto, non si è ancora svegliato…tu sei più utile qui che nel Pacifico Arthur, America, Nuova Zelanda e Australia se la caveranno bene anche senza di te-
L’inglese chiuse gli occhi, lasciandosi andare all’ennesimo sospiro, l’altro aveva ragione, e in fondo lui lo sapeva.
Sentì le sue dita delicate togliergli una ciocca di capelli dalla fronte e appoggiarglici un panno bagnato.
-Scotti, sei pallido e visibilmente dimagrito, hai affrontato due guerre e un’epidemia mondiale nell’arco di cinquant’anni…te lo meriti un po’ di riposo che dici?-
-…’fanculo…-
Imprecò, sospirando per quella che era probabilmente la milionesima volta.
Se prima era riuscito almeno ad alzare il busto, in quel momento il suo corpo non voleva proprio saperne di obbedirgli.
Era completamente bloccato, i muscoli non volevano obbedirgli, e anche il cuore andava più lento del normale.
Quando era giovane, aveva affrontato la guerra dei cent’anni contro Francia senza battere ciglio, adesso invece era ridotto ad uno straccio,
-Se ti strapazzi rischi di andare in Coma anche tu…io rimarrò qui in Europa con voi, ma non ho idea di come gestire delle trattazioni di pace…serve che almeno tu o Francia ci siate-
-Tsk…stupido Germania…la prima non era colpa sua ma questa…oh, questa è tutta colpa sua…-
Matthew gli sistemò il panno sulla fronte, continuando a parlare nel suo solito tono tranquillo, era un bene che ci fosse lui a fargli da balia, se ci fosse stato America, si sarebbero già messi a litigare e lui sarebbe stato ancora più male.
-Alfred è già partito, mi ha detto di dirti di non preoccuparti, che ha un asso nella manica e che lo userà contro Giappone se necessario, nonostante tutto anche lui non sta benissimo, e vuole finirla il prima possibile-
-Puoi dirlo sai…-
Matthew sbatté le palpebre, confuso -dire cosa?-
-“Nonostante lui sia più giovane”, puoi dirlo-
Il canadese distolse lo sguardo, mettendosi a risciacquare il panno anche se non ce ne era ancora bisogno.
-è vero, io e Francia accusiamo di più anche per via dell’età, tu, America e Germania, siete un’altra generazione, ed avete affrontato queste guerre molto meglio di noi…come per gli umani, l’età conta quando si è sotto sforzo-
Canada gli mise il panno fresco sulla fronte, e poi gli porse una borraccia, da cui lo fece bere lentamente.
-Non sono più un bambino, lascia che sia io ad aiutarti per una volta, Alfred ha detto che mi informerà di ogni novità, riposati-
Inghilterra annuì rassegnato, chiudendo gli occhi.
-Non ho più l’età per questo tipo di guerra…ai miei tempi…era più facile…-
Si addormentò quasi subito, abbandonando la testa sul cuscino.
Canada gli rimboccò le coperte, sistemandogli ancora una volta il panno.
L’Impero Britannico aveva dominato il mondo per secoli, ma purtroppo per Arthur, quel tempo stava ormai giungendo alla fine.

A pochi giorni dall'anniversario del V-E-Day, eccomi con questa piccola storia, anche questa scritta per una challenge hurt/comfort.
In questo caso ho voluto evidenziare il legame fraterno fra Inghilterra e Canada, non riesco a vederli insieme in nessun altro modo se non questo, anche perché chi mi conosce sa che Inghilterra sta con America e Canada con Francia u.u
Spero che vi sia piaciuta, recensioni e critiche dette in modo civile sono sempre ben accette, alla prossima!
  
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