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Autore: rekichan    01/05/2020    1 recensioni
«Sembra che hai infilato le stelline di capodanno nelle narici!» ride Kaminari. Pikachu di merda, impreca tra sé e senza sprecare troppe parole – la gola secca non aiuta la fuoriuscita degli improperi – lo travolge con un’esplosione distruggendo metà sala comune. Ora si sente soddisfatto, non sente neanche i rimproveri del quattrocchi, né le proteste degli altri idioti a cui la vita ha assegnato il ruolo di comparse nella sua mirabolante ascesa al titolo di eroe numero uno. A dire il vero non sente più niente, perché l’esplosione gli ha consumato tutte le energie e adesso c’è solo un fastidioso brusio di sottofondo che gli fa quasi perdere l’equilibrio. O forse è il fatto che fatica a respirare. O, ancora, l’intorpidimento alle mani. Chi lo sa.
Partecipante alla challenge "I want to break Freegg" indetta dal gruppo fb Naruto Fanfiction Italia
Genere: Commedia, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Kaminari Denki, Katsuki Bakugou, Kirishima Eijirou
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Prompt: allergia ai conigli

Fornitrice del prompt: Jinko

 

I really don't mind what happens now and then

As long as you'll be my friend at the end

If I go crazy, then will you still call me Superman?

[3 Doors Down; Kryptonite]

 

Kryptonite

 

Etciù.

«Salute!»

Salute un corno, pensa Bakugo. È tutto il giorno che si sente costipato, il naso gocciolante e gli occhi che lacrimano senza alcuna motivazione logica. E a ogni starnuto, quel deficiente di Kaminari se ne esce con un sorriso a trentadue denti e dice: «Salute». La sua salute può ficcarsela nel culo, che tanto a chiamarla mica torna. Invece Bakugo è molto più interessato a capire perché, da quella mattina, il suo corpo abbia deciso di debilitarsi.

Vorrebbe dare la colpa a Deku. D’altronde ogni scusa è buona per prendersela con lui anche se, quando gli fanno notare che forse – forse – l’ha preso di mira Bakugo s’incazza col malcapitato. Non è colpa sua se quel nerd di merda è la sintesi perfetta di tutto ciò che gli fa saltare i nervi. E vista la facilità con cui perde la pazienza, sono davvero tante cose per essere concentrate su un’unica persona.

«Etciù».

«Salute!»

Di nuovo. Che cazzo, bofonchia tra sé. Non dice niente. Non spacca la faccia a Kaminari, né ascolta le raccomandazioni di Iida che cerca di propinargli qualche farmaco e consiglia giorni di riposo e misurazione della temperatura. Lui non ha la febbre. Lui sta benissimo. Lui è Katsuki Bakugo e non si farà di certo abbattere da un comunissimo raffreddore. Etciù. Salute. Ancora. Sta peggiorando e comincia a sudare. Al successivo starnuto, delle piccole scintille scoppiettanti escono dal naso.

«Sembra che hai infilato le stelline di capodanno nelle narici!» ride Kaminari. Pikachu di merda, impreca tra sé e senza sprecare troppe parole – la gola secca non aiuta la fuoriuscita degli improperi – lo travolge con un’esplosione distruggendo metà sala comune. Ora si sente soddisfatto, non sente neanche i rimproveri del quattrocchi, né le proteste degli altri idioti a cui la vita ha assegnato il ruolo di comparse nella sua mirabolante ascesa al titolo di eroe numero uno. A dire il vero non sente più niente, perché l’esplosione gli ha consumato tutte le energie e adesso c’è solo un fastidioso brusio di sottofondo che gli fa quasi perdere l’equilibrio. O forse è il fatto che fatica a respirare. O, ancora, l’intorpidimento alle mani. Chi lo sa.

 

Quando si risveglia, è in infermeria, senza sapere né come, né perché. Recovery Girl non è presente. Scorge, con un’occhiata fugace, un rialzo sul lettino vicino al suo. La tenda non gli permette di vedere chi sia, né gli importa. Vuole alzarsi, andarsene da lì e picchiare qualcuno – possibilmente Midoriya, ma lui non è di palato difficile, gli va bene chiunque – per scaricare il nervosismo e l’umiliazione di essere svenuto.

Svenuto. Come un imbecille. Digrigna i denti e gli esce un suono gutturale, animalesco, dalla gola. La sente fottutamente secca, anche se il naso sembra aver smesso di colare e non gli viene più da starnutire. Però le mani sono come anestetizzate e anche le gambe sembrano più pesanti del solito. Un lieve formicolio, carico di quell’opulenza intorpidita che inibisce il senso del tatto, lo scuote a più riprese. Muove le dita, le sfrega tra loro solo per assicurarsi di essere ancora in grado di farlo. Gli sembrano gonfie, rossastre e irritate. Attiva il suo quirk e una scarica di scintille comincia a scoppiettare sulla mano. All’avvertire lo sfrigolio familiare si rilassa. Inspira. Espira. Una, due, tre volte… Conta fino a cento e sente il proprio corpo lasciar scivolare fuori l’adrenalina, i muscoli ammorbidirsi. Ha quasi voglia di dormire, così il torpore passa. Così quando si sveglierà non si sentirà più così debole, così inerme.

C’è quasi riuscito, ma il rumore della porta che si apre gli scrolla il sonno di dosso. Spera sia Recovery Girl, ed è già scattato a sedere, al grido di: «Vecchiaccia io me ne torno in dormitorio», ma non è la dottoressa. Dopo il primo momento di stupore, l’aria si fa elettrica e l’odore di caramello si diffonde nella stanza. La faccia da schiaffi di Kirishima è troppo da sopportare in quel momento. È l’ultima persona che vuole lo veda in quelle condizioni, va be’, la penultima perché mostrarsi in quello stato di debolezza davanti a Deku forse sarebbe anche peggio. Forse.

«Cazzo ci fai qui?» protesta, le scintille volano attorno a lui.

Prova ad alzarsi. È debole – merda – ma le gambe lo reggono, anche se la testa gira e il mondo sceglie di vorticare invece di assecondare il suo bisogno di stabilità. Si appoggia al lettino e fa qualche passo. Cazzo. Cazzo. Cazzo.

«Sono passato a trovarti» non sorridere così, imbecille, pensa Bakugo mentre Eijiro scopre una fila di bianchi denti puntuti da squalo ­«Pensavo ti facesse piacere un po’ di compagnia!»

No, porca troia.

«E poi sei svenuto all’improvviso» Kirishima continua a parlare, incurante delle occhiate infuocate che Katsuki gli lancia, delle scintille scoppiettanti sulle sue mani, del fatto che stia caracollando con lentezza, ma inesorabile, verso di lui. Anzi, si avvicina perfino. Lancia un’occhiata all’altro ospite dell’infermeria e si accomoda su una delle sedie per i visitatori. Bakugo non sa più se picchiarlo o meno. Non sa neanche se le forze gli basterebbero per fargli il culo, visto che una piccola esplosione per mettere fuori gioco il caricabatterie umano lo ha fatto finire lì. E cazzo, lui detesta l’infermeria. Detesta la sensazione d’inutilità che quel luogo emana. Si è ripromesso di finirci il meno possibile, ma adesso è là dentro e questo lo fa sentire più frustrato di quanto non sia. E lo fa arrabbiare, nonostante non abbia le energie per esserlo.

La presenza di Kirishima rende tutto più difficile. Katsuki non lo vuole lì. Non vuole che lo giudichi fragile, o debole, o, peggio, inetto. Nonostante tutto gli piace quando il ragazzo s’esalta compiaciuto per i suoi comportamenti “virili” e risultare qualcosa di meno rispetto alle sue aspettative è qualcosa che Bakugo non è pronto ad affrontare.

«E tu hai pensato bene di venire a rompere le palle» bofonchia. Ma è già meno arrabbiato, perché Eijiro non lo sta guardando con compassione, pietà o scherno. Non gli porge la mano per sostenerlo, né lo biasima. Sta semplicemente seduto, con un sorriso amichevole e la faccia da schiaffi. Non contento, quando lo insulta ride, perché Kirishima non pensa mai che Katsuki Bakugo possa prendersela veramente con lui. Interpreta i suoi improperi come scherzi, a meno che non siano rivolti a terzi, e gli tira una pacca sulla spalla, incurante di quanto lo disorienti. Non è abituato ad avere attorno qualcuno che si preoccupi per lui. Gregari sì, ma alla fine la persona più vicina a un amico che abbia mai avuto è quell’idiota di Deku e di certo il sentimento non è ricambiato. D’altronde, non capisce perché dovrebbe dedicare tempo a coltivare rapporti con persone che, per un motivo o per l’altro, finiranno col detestarlo. Né ha intenzione di cambiare per farsi amare.

«Che cazzo vuoi?» s’arrende, sedendosi sul letto. Le scintille spariscono. La testa gira meno. Comincia a sentirsi meglio e non sa se è perché sta recuperando energie, o perché il bisogno di dimostrare a Kirishima che non è un debole lo sta tenendo in piedi. Fatto resta, che Eijiro è l’unica persona in quella scuola di merda di cui gli importi l’opinione e non ha intenzione di sminuirsi ai suoi occhi.

«Pensavo ti facesse piacere un po’ di compagnia. Alla fine sei fortunato,» si porta le mani dietro la testa rossa e dondola sulla sedia. Basterebbe una spintarella per farlo cadere, ma non arriva e Eijiro si riposiziona stabile «hai saltato la lezione d’inglese. Ti sei risparmiato le urla di Present Mic, aaaah!» si getta in avanti, disperato «Avrei voluto anche io starmene qua in pace. A proposito, a cosa sei allergico?»

«Allergico…?»

«Sì, a quanto pare hai avuto uno shock anafilattico».

Riflette. L’ultima volta che ha avuto uno scoppio allergico è stato durante una gita in fattoria all’asilo. Là avevano giocato con gli animali e tra questi…

«…coniglio» mormora. Non vuole credere che si sia fatto abbattere da una cosa così piccola, morbida e soffice. Non vuole neanche pensare che qualcuno possa aver introdotto in dormitorio una bestia di Satana dai denti e dalle orecchie sovrasviluppate. La sua nemesi. La sua kryptonite…

«Sei allergico ai conigli?» Eijiro quasi non riesce a trattenere una risata.

«Cazzo ridi? Sono malefiche quelle bestie! Chi cazzo ha portato un coniglio in dormitorio?» afferra Kirishima per la maglietta, sollevandolo.

«Ehi, calma!» protesta. Bakugo lo rimette a terra, ma non lo molla. Non subito almeno.

«Chi è stato?»

«Non lo so… e non mi stai aiutando a riflettere! Sei spaventoso a così pochi centimetri di distanza, amico».

«Io li ammazzo tutti» ringhia. Lascia andare la maglia di Kirishima; il ragazzo sbuffa, si gratta la testa.

«Aspetta, ora che ci penso…» ha di nuovo tutta la sua attenzione «Midoriya» al nome, Katsuki comincia a sfrigolare. Contrae il viso in una smorfia rabbiosa. Non sente più le mani intorpidite; il sottile strato di sudore che le ricopre comincia a scoppiettare «ha detto che Eri gli ha affidato il suo animaletto per un paio di giorni. Forse…»

Boom.

 

 

 

N/A: è il mio primo esperimento su My Hero Academy e credo che senza la challenge, per cui sono in tremendo ritardo, non mi ci sarei mai tuffato. Non so, ho trovato molto divertente pensare a un Bakugo con l’allergia ai conigli. In realtà ero partito con l’idea di scrivere una KiriBaku, ma poi è uscito questo e… va be’, libera interpretazione, perché non me la sento di dare una chiave di lettura – infatti non ho inserito neanche il disclaimer shonen-ai.

Chiudo qui la mia toccata e fuga. Non credo che io e le fanfiction sul fandom di MHA ci rivedremo molto presto, ma sono contento di averci provato.

Addio,

Michele

   
 
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