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Autore: LadyVarana    03/05/2020    1 recensioni
Era strano trovarsi finalmente davanti a quella porta. C'erano voluti tanti sforzi ed un numero insormontabile di pericoli scampati per un soffio. Non che questa non fosse la quotidianità per tre semidei in missione speciale alla ricerca del proprio pacchiano guardiano del campo mezzo sangue. [...]
[...]- Come hai fatto a non sapere cosa fosse un oggetto così potente?- . - Oh, scusa se sono stato più occupato a tentare di salvare la mia e le vostre insulse vite, e nello stesso tempo cercare un dio rapito. Ammetto che la storia del ciondolo magico che si illumina come le scarpine della lelli kelly è passata in sordina nel mio cervello.- [...]
Crossover con Percy Jackson
Scritta per il contest Home sweet Home indetto dalla pagina facebook Axis Powers Hetalia
Genere: Comico, Demenziale, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Francia/Francis Bonnefoy, Inghilterra/Arthur Kirkland, Spagna/Antonio Fernandez Carriedo
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Era strano trovarsi finalmente davanti a quella porta. C'erano voluti tanti sforzi ed un numero insormontabile di pericoli scampati per un soffio. Non che questa non fosse la quotidianità per tre semidei in missione speciale alla ricerca del proprio pacchiano guardiano del campo mezzo sangue.

Dall'inizio di quella missione, circa tre giorni prima, avevamo rischiato di morire cinque volte, sei se si conta la volta in cui avrei voluto buttare quei dementi dei miei compagni di viaggio giù da una scogliera. Eppure, dopo tutti quegli sforzi, finalmente eravamo arrivati davanti al primo e unico vero indizio che eravamo riusciti a racimolare. Uno squallido bar dietro Times Square con l'insegna lampeggiante a neon rossa e nera.  - Be...becca...anale? Quale razza di cretino chiama il suo locale Becca anale ? -. Francis tirò un affettuoso scappellotto sulla testa di Antonio - Baccanale idiota, è una delle celebrazioni di mio padre, anche se devo ammettere che Becca anale ha un suo fascino-. Alzai gli occhi al cielo e sbuffai sonoramente - Sei disgustosa rana, la tua mente ricade sempre sulla stessa cosa -. Francis mi rivolse uno sguardo fastidiosamente malizioso - Oh scusaci bruco, se qui non siamo tutti dei verginelli -. In quel momento avrei volentieri preso a pugni la sua bella faccia fino a deturparla. Non ero mai stato un tipo dedito alla violenza, preferivo battere i miei nemici d'astuzia, ma quando c'era quella rana di mezzo avrei volentieri scagliato una sedia sulla sua testa. - Ragazzi, calmiamoci. Non c'è tempo per una rissa in questo momento, anche perché finiremo per sporcarci i vestiti -. Francis fu' il primo a distogliere lo sguardo, mandando un sorriso all'amico. Come fosse in grado di cambiare espressione così velocemente per me rimaneva un mistero. - Hai pienamente ragione, i vestiti prima di tutto. Si parla di priorità. Un giorno però, mon ami, mi dovrai spiegare come hai fatto a convincere quella venditrice a farci avere in prestito questi tre completi da sera. Potrebbe tornarmi utile con le ragazze - Antonio ridacchiò, toccandosi il naso con l'indice mentre si avvicinava all'ingresso del locale - segreti da figlio di Afrodite - Quei due stavano iniziando a darmi sui nervi. Eravamo in missione, non a fare una scampagnata felice nei locali poco raccomandati di New York. Mi staccai dal gruppo accelerando il passo. - Invece di perdere tempo, possiamo entrare? Abbiamo un dio rapito da non si sa quale altra malvagia entità da ritrovare e poco tempo a disposizione -. I due si fecero all'improvviso più seri ed annuirono.

Entrammo nel locale. L'aria era impregnata di un forte odore di vino a basso costo, sebbene le pareti fossero tappezzate di fotografie e gigantografie di Diet Cola su di una terribile carta da parati gialla canarino con motivi Hawaiani. - Meno male che non ho preso il gusto di mio padre - inorridì Francis adocchiando le pareti - Io trovo carino come ha arredato - - Antonio, certe volte mi domando se tu sia effettivamente un figlio di Afrodite -.

Non c'era neanche un cliente. L'unica persona presente era una minuta donna dai capelli bruni, vestita più come una spogliarellista che come una barista, che stava sfogliando una rivista di cucina dietro al bancone. Il mio istinto mi diceva che quella non era una semplice ragazza a cui piaceva indossare vestiti scollati e che probabilmente la rivista proponeva ricette per cucinare gustosi spezzatini di semidio fatti in casa. Francis si sistemò il papillon, probabilmente più per la tensione che per l'effettivo bisogno - Tre Diet Cola, grazie - La ragazza sospirò infastidita e alzò lo sguardo dal giornale, rivelando occhi così neri da mettere i brividi. - Questo è quello che succede quando passi decisamente troppo tempo ad ascoltare le canzoni di Billie Ellish -.Tirai una gomitata nelle costole di Antonio. Quel cretino non sapeva decisamente quando fosse l'ora di starsi zitto e smettere con le battute. La ragazza lo guardò con la mia stessa espressione frustrata. - Simpatico il semidio, sei così per natura o lo ci sei diventato? - - Lo è per natura, purtroppo - La ragazza scosse i lunghi capelli e prese, da sotto il bancone, tre lattine calde di Diet Cola. Antonio guardò la sua lattina con un'espressione esageratamente shoccata - Lattine calde, ma cosa sei un demone? -La donna si sporse verso Antonio sibilando a denti stretti - In realtà sì, piccolo semidio -. Antonio sgranò gli occhi e deglutì. Quella conversazione non mi piaceva. Sebbene vedere finalmente quel cretino di uno spagnolo starsi zitto per una buona volta fosse soddisfacente, quella ragazza aveva un'espressione poco rassicurante. Allontanarmi il più velocemente possibile da lei era il mio obbiettivo numero uno. Misi tre dracme sul bancone. La ragazza le fissò senza dire nulla, per poi prenderle e uscire da dietro il bancone, dirigendosi verso una piccola porta in fondo al locale. Si mise una mano in tasca e prese una chiave, con cui girò tre volte nella serratura della porta, fino a che quest'ultima non si spalancò. - Divertitevi la dentro mi raccomando -.

Uno alla volta entrammo nella nuova stanza. Centinaia di persone ballavano a ritmo sfrenato, sfregando i loro corpi e bevendo calici di vino. Chi non stava ballando era appartato in un angolo della stanza a fare cose poco consone in un luogo pubblico. - Da una festa in onore di tuo padre non potevo che aspettarmi questo -. Francis mi rivolse un sorriso divertito - Quando si tratta di feste, Dioniso ha il suo stile - - uno stile orgiastico - aggiunsi. La porta dietro di noi si richiuse. Un'altra ragazza, con gli stessi occhi della barista ma i capelli più chiari, si avvicinò a noi con tre calici di vino. Francis ne afferrò uno al volo - rana non siamo qui per divertirci, ma per cercare indizi - Il francese, allontanando le mie parole come se fossero una fastidiosa mosca, poggiò il bicchiere sulle labbra - Arthur, mon amour, siamo ad una festa. Dobbiamo confonderci con gli altri invitati. Non fare il parruccone -. Antonio rifiutò cortesemente il bicchiere che la ragazza gli stava offrendo - Io non bevo, grazie. Per una volta sono d'accordo con Arthur, Francis -. Il biondo, però, stava già bevendo un sorso. - Antonio, tu non bevi perché sei astemio, cosa che ancora non riesco a capire, ma che ogni giorno provo ad accettare in quanto tuo migliore amico. Arthur non beve perché è un vecchio brontolone intrappolato in un corpo da 19enne - - Bere è illegale alla nostra età -. Francis bevve un altro sorso - Qui l'età non c'entra nulla. La verità è che tu hai paura di divertirti - Preso dalla rabbia afferrai il primo bicchiere di vino che trovai e lo trangugiai in un sorso solo. - Contento adesso? - - Non sarò mai contento fino in fondo finchè non vieni a ballare con me. Magari troviamo qualche indizio sulla pista da ballo, che ne dici? -. Finì di bere il suo bicchiere e si avvio verso il centro della pista. Le luci stroboscopiche mi offuscavano la vista, ed il vino stava già iniziando a fare effetto, facendomi girare la testa. Mio malgrado seguii Francis in mezzo alla calca. Stare in un angolo a fissare gli altri non era il miglior modo per passare inosservati. Dovevamo mischiarci e sembrare parte della folla. Con un poco di fortuna avremo origliato una conversazione che ci avrebbe avvicinato al nostro obbiettivo. Francis mi prese la mano ed iniziò a ballare sorridendomi. Non sapevo come comportarmi - Dai Arthur, sciogliti un po', sembra quasi che qualcuno ti abbia infilato un palo nel culo - Lo guardai con espressione torva - Sei tu quello troppo libertino qua, io sono semplicemente me stesso -. Lui scosse la testa, allargando il sorriso - E' esattamente questo il problema - - Come prego? Io sarei un problema? - - Non sto dicendo che lo sei, ma che queste feste sono fatte per liberarsi. Sfoga i tuoi più reconditi istinti, concediti alla follia e al vino per una sera -. Si avvicinò al mio orecchio, parlando in modo che potessi sentire bene ogni sua parola, anche sopra l'assordante musica  - Tu sei fantastico così come sei. Senza il tuo cervello e il tuo intuito probabilmente saremo morti tutti e tre neanche a cinquecento metri di distanza dal campo - Sentii le mie guance farsi più calde, non sapevo se per il caldo, l'alcool, o il velato compimento . Mi sentivo leggero. Inebriato dai fumi dell'alcol. La mia mente si stava piano piano offuscando e l'unica cosa che ancora riuscivo a mettere a fuoco era il viso di Francis. Odiavo quel dannato francese. Lo odiavo da morire. Era l'unica persona sulla faccia della terra a riuscire con poche e semplici parole a farmi imbestialire tanto. Era un ipocrita, uno scansa fatiche, un ubriacone e un pervertito. Un cretino che godeva nel vedermi in difficoltà e nel lanciarmi frecciatine. Ma se lo odiavo tanto, perché avevo una sfrenata voglia di baciarlo? Come se lui mi stesse leggendo nel pensiero si avvicinò a me e premette le sue labbra contro le mie. Era un bacio forte, passionale. Non c'era nulla di dolce o gentile tra quelle labbra. Misi le mani tra i suoi capelli, trovandoli morbidi al tatto. In quel momento mi resi conto di quanto avessi sempre voluto toccarglieli, scoprire la loro consistenza, giocarci con le dita. Era un'emozione da mozzare il fiato. Il suo bacio trasudava sensualità e follia, tutto in lui sembrava gridare bellezza. Un bagliore nella mia tasca mi risvegliò dall'incanto del bacio. Mi scostai da Francis ancora intontito. Non capivo cosa ci facevo in mezzo alla pista, non ricordavo bene neanche come ci ero effettivamente arrivato a ballare, ma soprattutto, perché stavo baciando quella rana francese davanti a me?!

Lo discostai con uno strattone senza che lui facesse il minimo commento. Che stava succedendo? Mi allontanai dalla folla per andare in un angolo della stanza. Antonio mi raggiunse subito dopo. - Cos'è successo? - - Non lo so - - Perché tu e Francis vi stavate baciando? - - Non lo so - - Arthur come fai a non sapere una cosa del genere? - - NON LO SO ANTONIO - Lo spagnolo mi guardò preoccupato. Posò lo sguardo sui miei pantaloni, passando dal preoccupato allo stranito - Arthur ti sta brillando la tasca -. Abbassai lo sguardo verso di essa non capendo di cosa stesse parlano. Una soffusa luce rossastra filtrava dal tessuto nero del mio completo. Misi la mano in tasca tirando fuori poi una fredda pietra. Un ciondolo a forma di cuore stava emettendo una flebile luce. - Non ricordavo di averlo - Antonio si sporse maggiormente per vedere meglio il piccolo oggetto. Almeno adesso aveva smesso di fare domande stupide a cui non sapevo rispondere - Come lo hai avuto? - Distolsi l'attenzione dal ciondolo, rivolgendola verso lo spagnolo. - Me l'ha dato tua madre, il giorno prima che partissimo in missione. Blaterava cose sul fatto che mi affidassi troppo alla ragione e che questo ciondolo mi avrebbe indicato la vera via del cuore e altre cose smielate del genere. Non ricordavo di averlo messo in tasca quando ci siamo cambiati, anzi, non ricordavo neanche di averlo portato in missione.-  Antonio annuì alla fine del mio discorso. - E' un ciondolo della buona sorte. Appare solo quando il tuo cuore è in tumulto e il suo portatore è in pericolo. Se mia madre deve avertelo dato vuol dire che gli stai davvero simpatico - - Apetta, hai appena detto pericolo? - - Credo che dentro al vino che avete bevuto tu e Francis ci sia un qualche potente afrodisiaco che spinge chi lo assuma ad atteggiamenti di follia ed erotismo. Infondo lo scopo principale di questa festa è proprio quella di risvegliare la pazzia dentro di noi. Il ciondolo deve aver visto in ciò un pericolo per te e deve, in qualche modo, aver rotto l'effetto della bevanda - Ripensai al bacio che poco prima mi ero scambiato con il francese. Era davvero tutta una farsa allora, uno stupido scherzo giocato da un sortilegio. - Come hai fatto a non sapere cosa fosse un oggetto così potente?- . - Oh, scusa se sono stato più occupato a tentare di salvare la mia e le vostre insulse vite, e allo stesso tempo cercare un dio rapito. Ammetto che la storia del ciondolo magico che si illumina come le scarpine della lelli kelly è passata in sordina nel mio cervello.- Antonio mise le mani avanti - E' strano però - continuò Antonio - quel cuore può sprigionare i suoi poteri solo a chi ha già ricevuto il bacio del vero amore -

   
 
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