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Autore: Ucha    05/05/2020    1 recensioni
Unima non è al sicuro. Una nuova minaccia appare all'orizzonte, una minaccia oscura e all'apparenza ineluttabile. Ma la regione non è sola. Pronte a combattere ci sono otto eroine pronte a tutto per la salvezza del loro mondo. In loro aiuto ci saranno personaggi storici, personaggi nuovi e forse anche dei nemici.
La missione è una: vincere!
{Nuovi personaggi} {Un po' tutti i personaggi} {Shoujo-ai} {Het} {Cross-over} {Possible OOC}
Genere: Avventura, Azione, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
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La stanza sarebbe stata buia se non fosse stato per i tanti monitor accesi che proiettavano la luce dei dati impressi nella scheda madre dei computer. Il vociare era costante, così come il battito frenetico delle dita sui tasti.

- È tutto pronto? - chiese una voce bassa e profonda, caratterizzata da un certo tono severo.

- I parametri sono regolari, professor Rowan.- rispose un ragazzo dai capelli viola scuro e arruffati in una zazzera scomposta. Si sistemò gli occhiali. - Anche se in realtà uno di questi non è compatibile al cento percento... -

- Qual è il livello di sincronizzazione? -

- Sessantotto percento. -

- È più che sufficiente, procedete. -

- Ma professore... -

- Non abbiamo tempo da perdere. Procedete. -

Il ragazzo abbassò le spalle, definitivamente arreso a quell'ordine irremovibile. Si riprese un istante dopo, dando le direttive a tutti gli scienziati presenti nel laboratorio.

- Signori, il lavoro su cui abbiamo investito anni di ricerche potrà dare finalmente i suoi frutti. - esordì il professor Rowan con solennità. - Si dia inizio al progetto Mew! -

 

 

 

Le giornate ad Alisopoli non erano mai particolarmente calde. La città, infatti, era caratterizzata da un venticello perenne che rendeva le estati meno torride ma in compenso l'inverno gelido.

Sally sospirò, arricciandosi con le dita una ciocca dei suoi folti capelli rosa e guardando annoiata fuori dalla finestra della classe dove si stava tenendo la lezione di anatomia dei basculin, pokémon marini carnivori che si aggiravano per le acque dei laghetti di Alisopoli, rendendola pressoché inaccessibile data la natura aggressiva di queste piccole creature.

Sally sbuffò, controllando l'orologio appeso alla parete. Mancavano ancora venticinque minuti e sarebbe dovuta correre alla lezione di scherma, che praticava da quando aveva quattro anni. In quattordici anni di esercitazione aveva sviluppato una bravura non indifferente, qualificandosi anche ai campionati nazionali, avendo avuto così modo di poter visitare la capitale, Austropoli, insieme alla sua famiglia.

- Selene, quindi qual è la differenza fra i linea rossa e i linea azzurra? - chiese l'insegnante a tradimento, destandola dai suoi pensieri. Sally si alzò di scatto boccheggiando, sapendo di essere stata colta in flagrante e che non ne sarebbe uscita facilmente.

- La differenza è che... - balbettò, ma non riuscì a finire la frase. Il terreno cominciò a tremare, inizialmente piano e poi sempre più forte. Un terremoto? A Unima non era una cosa che succedeva regolarmente. La ragazza fu presa dal panico, così come il resto della classe che, ignorando le indicazioni dell'insegnante, si precipitò fuori dall'aula diretta all'esterno. I ragazzi incontrarono i colleghi che facevano lo stesso e una massa informe di persone si lanciò nel cortile della scuola.

Sally corse come una forsennata, facendosi largo fra una spallata e un'altra, quando all'improvviso una luce abbagliante investì la zona circostante. Quando essa sparì, la ragazza era rimasta sola nel corridoio e si era appoggiata sulla parete tremante. La testa le girava e non si reggeva in piedi. Un attimo e svenne per terra.

Quando si risvegliò, era in un ambiente a lei sconosciuto. Tanto per cominciare non trovava punti di riferimento a lei noti. Era immersa in uno spazio scintillante di rosa, dove fluttuavano indisturbate delle bolle di sapone e lei galleggiava con loro.

- Dove sono? - si chiese spaventata, cercando una qualunque via di fuga che potesse riportarla a scuola. Non si sarebbe mai detta che le sarebbe mancato il contesto scolastico.

Poi qualcosa di inaspettato catturò la sua attenzione. In un fascio di luce comparve un sylveon, evoluzione del raro eevee. Non ne aveva mai visto uno, e la sua visione la lasciò imbambolata. Era una creatura incantevole e la guardava immobile standosene seduto senza batter ciglio.

- Ehm... - fece lei, incerta. - Ciao, piccolino...! Vieni qui... non ti faccio niente, sai? -

Se doveva rimanere in quello spazio ignoto in eterno, tanto valeva farsi delle nuove amicizie.

Con sua grande sorpresa, il sylveon le si avvicinò, permettendole addirittura di prenderlo in braccio. La ragazza sorrise e avvicinò il viso al musetto della creatura bianca e rosa, ma prima che potesse avere qualche tipo di contatto, questa con un balzo le entrò nel corpo, accompagnata da una scia di stelle che svanirono in un attimo.

Sally lanciò un gridolino indietreggiando per poi rasserenarsi quando cominciò a percepire uno strano tepore diffondersi per il corpo. Si toccò il petto e chiuse gli occhi, quasi fosse rincuorata da quella sensazione.

Sally...

Sally, svegliati!

Sally, non farci spaventare! -

Una voce conosciuta la riportò nel presente, facendola sobbalzare. Si tirò su di scatto guardandosi intorno. Era nell'infermeria della scuola e dalla finestra proveniva la luce del primo pomeriggio.

È stato solo un sogno? si chiese, passandosi una mano sulla fronte.

- Sally! - le voci conosciute la richiamarono. - Sally, come stai? -

La ragazza mise a fuoco i due volti che apparivano alla sua vista. Serena e Gloria, le sue migliori amiche e compagne di classe erano al suo capezzale e la guardavano con aria preoccupata.

Lei sembrava confusa, ancora stava cercando di connettersi al mondo reale.

- Io... - provò a dire, per poi realizzare in quale momento della giornata si trovava. Cacciò un urlo e si rivolse a Serena, con aria preoccupata. - Che ore sono?! -

- Sono le cinque... - balbettò la ragazza di risposta. - Hai dormito per quattro ore, dopo il terremoto. -

Sally si lasciò sfuggire un mugolio di sconforto. Aveva perso la lezione di scherma. E tutto questo per via di uno stupido sogno che l'aveva tenuta incollata nel mondo dei sogni per ore. Si ricordò dell'esistenza del cellulare. Lo tirò fuori dalla borsa e accese lo schermo. Dieci chiamate perse.

- Devo andare a casa. - sentenziò balzando giù dal letto.

- Sally, aspetta! -

 

 

 

Il pomeriggio era ormai inoltrato quando raggiunse l'edificio che collegava casa sua alla pasticceria di famiglia, la Red Ribbon Patisserie, ormai chiusa al pubblico.

- Sono a casa! - annunciò alla famiglia, che l'accolse con un sorriso. Ricambiò l'espressione con un abbraccio ai suoi genitori, Deborah e Miles, che la strinsero preoccupati e rimproverandola per non aver risposto al cellulare.

- Scusate, sono stata... così presa dal terremoto che non ho badato al telefono. - mentì, vagando con lo sguardo alla ricerca di un altro volto sorridente, che non trovò.

- Dov'è Boo? - chiese, in cerca dell'adorata sorella minore. Deborah sembrò impensierirsi.

- Tua sorella ha la febbre. È tornata a casa che era calda e le ho detto di andare a riposarsi. - rispose picchiettandosi il mento con una mano.

- Sono avanzate delle ciambelle da oggi. - esordì poi Miles con un vassoio di prelibatezze in mano. - Vuoi portargliele insieme a una cioccolata calda? -

Sally sorrise. Sapevano tutti quanto Mabel, la piccola di casa, fosse una buona forchetta e, febbre o meno, non avrebbe mai rinunciato ad uno spuntino.

Salì le scale per poi andare davanti alla porta della camera della sorella e bussare. Una vocetta allegra non tardò a rispondere.

- Avanti! -

La ragazza dai capelli rosa entrò. Seduta sul letto, in pigiama e accompagnata dal purugly di famiglia, Ganache, Mabel era riversa sui libri di scuola, come se nulla fosse. Era strano per una febbricitante. Ma se conosceva sua sorella, sapeva che nessuna malattia o convalescenza avrebbe mai fermato lo spirito ardente che la portava a non stare ferma. Mabel, o Boo come la chiamavano tutti visto che la sua prima parola era stata, appunto, “boo!”, era un vulcano in piena eruzione. Le potevi chiedere di fare qualsiasi cosa e lei avrebbe obbedito, portando a termine il suo compito con diligenza. Ma se le chiedevi di stare seduta in un punto, ecco che dopo un paio di minuti scarsi avrebbe cominciato a battere il piede, a strofinarsi le mani, a giocare con i capelli pur di non stare ferma.

Sally strabuzzò gli occhi.

- Cosa stai facendo? - chiese stralunata.

- Oh, i compiti! - rispose candidamente quell'anima pura che era Boo. - Se non li faccio la professoressa mi sgriderà! -

La maggiore delle due corse al capezzale dell'altra, poggiando il vassoio sul comò posto lì vicino e toccando la fronte della convalescente non tanto convalescente. Scottava. O per meglio dire, era rovente.

Eh no, carissima, tu a scuola domani non ci vai. - sentenziò la diciottenne dai capelli rosa, mettendo le mani sui fianchi e guardandola preoccupata. - Persino l'inferno è più fresco di te. -

- Ma io sto bene! - piagnucolò la sorella minore, mettendo su un piccolo broncio adorabile. Sally sciolse la propria espressione semi-severa in una intenerita, per poi abbracciare Boo.

Erano davvero unite, eppure in pochi le avevano prese realmente per parenti. Sarà stato perché Selene aveva i capelli rosa e Mabel arancioni, perché la diciottenne era leggermente più alta e più magra, mentre Boo aveva una morbida figura a clessidra con curve accentuate. Eppure qualcosa in comune l'avevano. Gli occhi felini ed azzurri ad esempio, oppure le lentiggini, benché Sally ne avesse solo una piccola quantità sul naso mentre a Mabel decoravano quasi interamente tutto il corpo.

- L'hai sentito il terremoto oggi? - chiese Boo.

Già, il terremoto.

- Mhh sì, insolito, vero? - rispose distrattamente la sorella, per poi ripensare al sogno che aveva fatto. Quell'ambiente ignoto, il sylveon che entrava nel suo corpo, il tepore... Cosa voleva significare?

Mabel notò lo sguardo perso della ragazza dai capelli rosa e inclinò la testa.

- Qualcosa non va, Sally? -

La sorella maggiore sembrò riscuotersi dal suo stato catatonico.

- No... Niente. - le sorrise, non troppo convinta. - Ora mangiamo le ciambelle, altrimenti si buttano. -

 

 

 

Il buio calò come avveniva ogni giorno, ricoprendo ogni cosa con la sua coltre. Sally era in camera sua, poggiata sul davanzale della finestra, intenta a osservare la luna.

Le sembrava stupido, eppure continuava a pensare a quello strano sogno. Non si dava pace, le aveva lasciato una sensazione strana. Continuava a percepire quello strano calore, come se un flusso insolito di energia le stesse circolando nelle vene in quel momento.

- Forse mi sto stressando troppo. - si disse per poi buttarsi sul letto con un tonfo. Si passò una mano sul volto, emanando un sospiro sconsolato. Fra la scuola, gli allenamenti, i compiti pomeridiani pensò di aver bisogno di una vacanza.

Anche Mabel era pensierosa nella sua camera da letto. Anche lei pensava al terremoto e a cosa ne era conseguito dopo. Ricordava di essere svenuta e poi quella temperatura elevata del proprio corpo, che lei percepiva a malapena. Perché se a detta degli altri risultava rovente, Boo non sentiva minimamente la differenza.

Si rannicchiò nel letto e chiuse gli occhi.

 

 

 

 

Quella mattina c'era un vento forte. Le fronde degli alberi venivano scosse energicamente da impetuose raffiche e dei grandi nuvoloni si avvicinavano dall'orizzonte. Ma quel tempo incerto non servì per guastare il buonumore sempre presente della ragazza dai capelli rosa. Infatti balzò giù dal letto stiracchiandosi con un sorriso già stampato sul volto. Decisamente una persona mattiniera.

Erano passate due settimane dal terremoto e nessuno ci aveva fatto più caso. Anche lei sembrava aver dimenticato lo strano sogno che aveva fatto.

Scese le scale già preparata di tutto punto e con sua grande sorpresa trovò Boo, anche lei nella sua divisa scolastica, che cercava di convincere i suoi genitori a mandarla a scuola, mentre questi erano intenti a servire la prima clientela della pasticceria.

- Mamma, ti dico che sto bene! - quasi piangeva la piccola Mabel.

- Non se ne parla signorinella, sei ancora caldissima. - rispose Deborah. - Fila a letto senza storie. Anzi, dobbiamo anche chiamare il medico, questa febbre sta andando avanti da troppo tempo. -

La ragazzina dai capelli infuocati provò a ribattere con energia, ma un'occhiata del padre la zittì del tutto e lei, mogia, si girò diretta alle scale che l'avrebbero portata in camera sua. Sulla sua via incrociò sua sorella che constatò come Mabel avesse una smorfia corrucciata e gli occhi lucidi. Boo evitò lo sguardo di Sally e corse via.

Deborah sospirò.

- Non ho mai visto una ragazzina così desiderosa di andare a scuola. - borbottò, per poi rivolgere un'occhiatina sarcastica alla figlia maggiore. - Di certo in questo non vi assomigliate. -

- Tempo! - esclamò Sally, facendo segno con la mano. - Battuta non richiesta! -

Prese il sacchetto con dentro i profiteroles al cioccolato (i suoi preferiti!) e si dileguò, salutando con una mano i genitori che, presi dal troppo lavoro, non ricambiarono.

Controllò l'ora al polso e si rese conto di essere incredibilmente in anticipo. Con soddisfazione decise di fare una passeggiata per Alisopoli, spiluccando la sua colazione. C'era qualcosa di strano. Tanto per cominciare, era deserta. Non una macchina, non un passante. Era completamente vuota. E per quanto non ci fossero i rumori tipici di una cittadina come quella, ogni minimo rumore le sembrava ingigantito, dal fruscio delle foglie al rumore dell'aria. Alzò le spalle, non facendoci troppo caso lì per lì.

Camminò ciondolando sulla riva del laghetto, circoscrisse il parchetto, il tutto mentre quell'incredibile ventaccio continuava a sferzare la cittadina deserta. I capelli le finirono in bocca e cominciò a sputacchiare.

- Maledizione! - borbottò, per poi decidere di legarli in una coda alta.

Si accorse solo allora che davanti a lei c'era un minccino. Li conosceva bene. Piccoli pokémon grigi dal pelo folto e lo sguardo vispo, tanto affettuosi quanto dispettosi. E perlopiù incredibilmente carini. Quell'esemplare in particolare portava un sacchetto giallo appeso a tracolla e la osservava con i grandi occhi scuri.

Sally si chinò su di lui e gli fece una carezzina dietro l'orecchio, intenerita.

- E tu chi sei? Ti sei perso? - cinguettò con una voce stupida.

- Sei tu Selene? - le chiese il minccino.

Sally rimase intontita per una frazione di secondo. Quel pokémon aveva parlato. Quel pokémon aveva parlato. Fece uno scatto all'indietro lanciando un gridolino stridulo e isterico. Poi seguirono dei respiri profondi, con i quali la ragazza cercava vanamente di calmarsi. Quella era la prova, era definitivamente uscita di senno.

Il minccino piegò la testa da un lato, osservando quel bizzarro comportamento. Poi piegò l'orecchio sinistro, come se avesse captato dei rumori. Annusò l'aria, preoccupato.

In quel momento dal terreno si librò in aria un butterfree dalle dimensioni impressionanti. Le sue ali riflettevano mille colori e sbattevano lentamente liberando forti correnti d'aria. Era quello il motivo del clima insolito.

Sally boccheggiò. Non aveva mai visto un pokémon così grande. Urlò sconvolta, attirando l'attenzione del grande butterfree che per risposta concentrò una raffica di vento verso di lei, sbalzandola di qualche metro.

La ragazza e il minccino volarono via ma, con sua grande sorpresa, per istinto riuscì a girarsi e atterrò in piedi, afferrando il pokémon che le cadde in braccio.

- Tu sei Selene, vero?! - ripeté la creatura grigia. - Non c'è tempo, rispondi! -

- Sono io, perché?! - gridò Sally, incredula. Non badava nemmeno più al fatto che una di quelle creature riuscisse a parlare, concentrata com'era sul coleottero gigante. - Cos'è quel coso?! -

Il minccino prese la sacchetta che aveva con sé e l'aprì, tirando fuori un oggetto e lanciandolo alla ragazza, che l'afferrò al volo. Era un ciondolo dorato dalla forma ovale, con sopra inciso un simbolo a lei ben noto. Era il simbolo del tipo folletto.

- Ora sbrigati, trasformati! - le intimò il piccolo pokémon. Sally lo guardò ancora più esterrefatta, sgranando gli occhi azzurri.

- Aspetta, che? - ma non fece in tempo a continuare che un potente ronzio infernale invase l'ambiente circostante, stonandola. Istintivamente si coprì le orecchie, sentendosi ugualmente la testa scoppiare. Se avesse proseguito ulteriormente le sarebbero esplosi i timpani. Improvvisamente il ronzio cessò e alla ragazza la quiete sembrò ancora più assordante del rumore udito fino a quel momento.

Il minccino la scosse debolmente per una gamba e il suo muso aveva un'aria seria.

- Ho detto di trasformarti! - ripeté arrabbiato. - Ti è stato conferito il DNA di sylveon, quindi ora puoi trasformarti e combattere! -

Sally era sempre più confusa. Ripensò al sogno che aveva fatto.

Ti è stato conferito il DNA di Sylveon.

Guardò il ciondolo in mano, poi guardò il minccino e scappò. Cominciò a correre con tutte le sue forze, più lontano che poté.

Il pokémon era allibito, non poteva crederci. Eppure era una cosa facile da fare! Emise uno sbuffo sonoro e la inseguì, così come il butterfree gigante.

Sally pensò di dirigersi a casa, buttarsi sotto le coperte e non uscire fino a quando la polizia locale non avrebbe fatto qualcosa.

Sì, mi sembra una buona idea.

Però non vedeva nessuno. Dov'erano tutti?

Era quasi arrivata alla pasticceria quando si trovò costretta ad arrestarsi perché il minccino le aveva sbarrato la strada.

- Dove pensi di andare? -

- A casa! - rispose lei, convinta.

- E mettere in pericolo la tua famiglia? -

Quel pensiero non l'aveva sfiorata minimamente, prima. Un pokémon di quelle dimensioni poteva facilmente distruggere la palazzina. La sua mente corse velocemente all'immagine dei suoi genitori e di sua sorella.

Serrò i pugni e guardò la creaturina davanti a lei, poco convinta.

- Cosa devo fare? -

Il piccolo pokémon sembrò sorridere soddisfatto.

- Impugna quel ciondolo e grida le parole “Mew Sylveon, Metamorphosis”! - le disse, spalancando gli occhi alla vista del butterfree che si avvicinava rapidamente.

Sally deglutì confusa, osservando nuovamente il gioiello che le era stato dato in precedenza. Tutta quella situazione le sembrava paradossale. Si diede un pizzicotto per confermare la realtà dei fatti.

- Trasformati! - insistette il minccino, nascondendosi dietro la sua gamba. Quella frase le mise fretta. Perché dubitare quando tutto le stava accadendo sotto gli occhi?

Mew... Mew Sylveon, Metamorphosis! -

Una luce abbagliante invase le strade, accecando la vista del gigantesco butterfree che, preso alla sprovvista, cominciò a sbattere le ali freneticamente cercando di riguadagnare l'equilibrio perso.

Quando il bagliore si estinse, Sally aveva cambiato aspetto. I capelli erano legati in due mezze code, indossava un abito bianco corto fino a metà coscia con dei volant rosa e azzurri sulla gonna, inoltre calzava dei guanti e degli stivaletti rosa. Al suo collo pendeva il ciondolo fornito dal minccino. Ma la cosa più strana era che aveva delle orecchie e una coda rosa. Le orecchie e la coda di un sylveon.

Si guardò sbalordita, osservando ogni centimetro del suo corpo, lanciando gridolini sconvolti ogni qual volta che notava un particolare nuovo.

La sua attenzione fu catturata dal butterfree che si rilanciò all'attacco, agitando le sue grandi ali nella sua direzione, pronto a colpire. Di riflesso la ragazza fece un balzo di una gittata incredibilmente lunga, evitando le folate taglienti di vento.

- Wow! - si lasciò sfuggire, per poi venir colpita da una nuova ondata di raffiche.

- Non ti distrarre! - la ammonì il minccino che nel frattempo si era arrampicato su un albero lì vicino, al quale si teneva ben saldo.

La ragazza si concentrò, evitando ogni folata nemica che le veniva indirizzata fra un balzo e un altro. Poi si decise e si lanciò contro l'insetto gigante, sferrandogli un pugno. La creatura indietreggiò sorpresa, ma quell'attacco non gli fece granché.

La ragazza atterrò sul tetto di un palazzo lì vicino e riprovò con un secondo destro, andando anche questa volta a segno. Cominciò quindi a tempestare di ganci il pokémon, non permettendogli così di contraccambiare, almeno fino a quando il butterfree non la colpì con l'ala, sbalzandola di parecchi metri. Sally rotolò sul cemento, colpendo di testa il marciapiede. Si alzò barcollante tenendosi la fronte sanguinante.

- Mi ricevi? - la piccola voce del minccino risuonò dal ciondolo.

- Min...ccino? - rispose lei flebilmente, mentre il mondo le girava intorno.

- Non sono “minccino”, mi chiamo Masha! - ribatté lui stizzito. - Cosa diavolo stai facendo?! Sei un tipo folletto, no? Usa mosse di tipo folletto! -

Fu come un lampo di genio. Si ricordò di come avessero studiato il tipo folletto a scuola, apprendendone le varie mosse conosciute e... di come lei avesse preso un voto basso perché poco attenta allo studio. Digrignò i denti mentre avvertiva il nemico avvicinarsi.

Pensa, pensa, pensa.

Una mossa, una mossa, una mossa! Una qualunque!

Il butterfree si alzò in cielo per poi buttarsi in picchiata contro di lei. Scese a una velocità impressionante e quando fu prossimo a schiacciarla con la sua mole, la ragazza istintivamente protese una mano aperta contro la creatura, come se quel gesto potesse effettivamente proteggerla.

Con sua grande sorpresa, dal palmo si liberò una luce bianca folgorante, che investì in pieno il bersaglio.

- Magibrillio, ottimo! - commentò Masha soddisfatto.

Il butterfree gigante cadde per terra mezzo bruciato dall'attacco appena subito.

- Ora finiscilo! -

La voce del piccolo minccino lasciò spiazzata Sally.

- Non posso ucciderlo! - rispose sconvolta.

Dal ciondolo si udì un grugnito spazientito.

- Non devi ucciderlo, devi solo farlo tornare com'era prima, un innocuo butterfree! -

La ragazza riprese vigore e sembrò convincersi.

- Ok! - esclamò. - Cosa devo fare? -

- Devo proprio spiegarti tutto? - borbottò il suo interlocutore, decisamente poco propenso agli insegnamenti. -Il software dovrebbe aver sviluppato un'arma consona a te! Premi il simbolo presente sul ciondolo e fai in fretta, prima che quel coso si riprenda!-

Sally obbedì, schiacciando con il dito lo strano glifo, ricevendo una strana scarica nel cervello. Sapeva cosa dire.

Shining Fleuret. -

In un istante si materializzò un fioretto bianco dalle decorazione che ricordavano parecchio il vestito. All'attaccatura della lama era presente un gioiello a forma di cuore che presentava lo stesso simbolo del collare.

- Quella è la tua arma, ora puntala al nemico e colpiscilo! -

Il subconscio di Selene le suggerì le parole da pronunciare, quasi fosse un atto del tutto naturale e che lei già conoscesse da tempo. La ragazza assottigliò lo sguardo e si lanciò sul pokémon, puntandogli la punta della lama al petto.

Ribbon... - sentenziò, fiera. - Twinkle Tackle! -

Come la spada colpì il butterfree si liberò un'esplosione luminosa il cui boato riscosse il vicinato. Quando le stelle si dileguarono, un piccolo insetto sbatté furiosamente le piccole ali e scappò spaventato. Del pokémon gigante non c'era più traccia.

Sally si accasciò sul fioretto, esausta. Sentiva i muscoli fremere e bruciare allo stesso tempo. Sospirò rumorosamente e guardò Masha, che nel frattempo le si era avvicinato con le zampe sui fianchi.

- Bella conclusione! - esclamò convinto. - Tutto il resto faceva schifo, ma bella conclusione! -

- Oh, ma insomma...! - provò a ribattere la ragazza, ma il roditore la zittì.

- Scommetto che avrai un sacco di domande, ma non è questo il posto. L'ipnosi sta per terminare. Torna normale e vieni con me. -

Detto questo fece per mettersi in marcia, quando Sally lo fermò tirandolo per la coda, con grande disappunto del pokémon.

- E come faccio? -

- Basta volerlo. -

In un istante, Selene tornò nei suoi abiti civili. Non c'era più traccia dell'abito bianco o delle orecchie da sylveon.

Era così facile?

Sally si rese conto di essere in ritardo per la scuola ma le domande che le affollavano la testa erano troppe e quindi seguì la piccola creatura docilmente.

Dalla finestra della sua camera, Mabel aveva sentito e visto tutto.













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Ciao a tutti e benvenuti a questa nuova storia! Se siete arrivati fin qui non posso che ringraziarvi!
Come vendete in basso, questa è Sally! Accompagnerò un'immagine di riferimento (da me creata quindi pls non prendete senza permesso) per rendervi ben note le fattezze di queste Mew Mew di Unima!
Giacché lascio anche qualche generalità su Sally!
Età: 18
Data di nascita: 30 Giugno
Segno Zodiacale: Cancro
Misure: 168 cm x 59 Kg
Che dire, la prima l'abbiamo presentata! Chi saranno le altre?
Spero di avervi incuriosito e che continuerete a seguirmi!

c h a


PS.
 Alcuni nomi verranno portati nella versione inglese, ad esempio la mossa Z "Astroimpatto fatato" che qui è l'attacco "speciale" "Twinkle Tackle". Perché? Perché è più  ganzo, ovvio.

   
 
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