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Autore: The Cactus Incident    05/05/2020    3 recensioni
Sirius prese il suo secondo primo respiro su una scopa che puntava a schiantarsi al suolo. Cabrò violentemente, puntandola di nuovo verso l’alto e scampò lo schianto di una manciata di secondi.
Si guardò attorno e restò sconvolto: sopra di lui c’era una vera e propria battaglia.
E c’era Harry. No, era là. Aspetta, era più avanti.
Ma cosa…?
C’erano molti più Harry di quanti si sarebbe aspettato.
[Sirius Black torna dal mondo dei morti] - [eventualmente Wolfstar]
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Charlie Weasley, Harry Potter, Nimphadora Tonks, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: Remus/Ninfadora, Remus/Sirius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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Sirius si era svegliato dopo un po' sul divano di casa Tonks sotto gli occhi di sbarrati di Harry, Hagrid, Dromeda e Ted e con puntate addosso tre bacchette e un ombrello rosa. Qualcuno gli aveva anche levato la bacchetta dopo essere svenuto e provò a fare il bravo; Sirius aveva chiesto un bicchiere d’acqua mentre sua cugina faceva una serie di incantesimi e domande assurde per capire se fosse davvero lui.

“Cosa hai ricevuto per il tuo diciassettesimo compleanno dai tuoi genitori?” si sentì chiedere e rischiò che l’acqua che stava bevendo sbagliasse percorso.

“Ah! Addirittura le domande trabocchetto? Niente, mi pare ovvio. L’ultima volta che tu e io ci siamo visti è stato nel settantasei, dopo che sono scappato di casa prima di compiere diciassette anni, e tua figlia mi incollò un lecca lecca nei capelli. Fra l’altro l’ho conosciuta prima di morire ed era un Auror.  È ancora un Auror?”

“Da come straparla direi che è davvero lui” disse Ted sconvolto.

“Come hai fatto a tornare indietro?” gli chiese sua cugina, sconvolta.

“In verità credo di non essere mai andato avanti. Sono rimasto in una sorta di limbo. Quanto tempo è passato?”

“Sei morto più di un anno fa”

“Cos… davvero? Ma… Sarà passato qualche giorno, al massimo una settimana”

“Era il diciotto giugno 1996, oggi è il ventisette luglio 1997” disse Harry parlando per la prima volta. Il ragazzo teneva in mano la maschera con cui Sirius si era svegliato, aveva la forma della testa di un cane-lupo nero con le orecchie appuntite, molto somigliante a Padfoot. Era piuttosto sicuro che Harry non riuscisse a guardarlo in faccia, troppo sconvolto e restio a fidarsi. Tutti i presenti lo fissavano con occhi sgranati, ma non poteva biasimarli.

Era morto da un anno?

Godric, sarà successo di tutto” commentò sconvolto.

“Non ne hai idea” bofonchiò sarcastico il ragazzo.

“Mi… devo andare un attimo in bagno” disse guardando i padroni di casa e Ted gli fece segno di seguirlo.

Chiuse la porta del bagno e si guardò allo specchio. Aveva bisogno di un attimo per stare da solo e fare mente locale.

Erano nell’Ufficio Misteri, stava duellando con Bella; una maledizione lo aveva spinto nell’arco di pietra e si era trovato in una stanza esattamente identica a quella che aveva appena lasciato, ma completamente bianca, tanto bianca da poter accecare la vista.

Sembrava essere passata a malapena una settimana, era assurdo che fosse passato più di un anno.

Gli aveva detto che il tempo scorreva diversamente, ma non credeva…

Prima di avere un attacco di panico, fece dei respiri profondi e catalogò tutto quello che aveva con sé da quando si era svegliato.

L’oggetto più insolito era chiaramente la maschera da cane perché suo fratello aveva sempre avuto uno humor scadente, ma un chiaro invito a non far sapere in giro che era di nuovo vivo.

Gli abiti erano gli stessi di quando era morto, ma in tasca aveva la sua prima bacchetta magica, quella che avevano spezzato davanti ai suoi occhi quando lo avevano portato ad Akzaban. Cedro, corda di cuore di drago, dieci pollici, rigida. Al polso aveva l’orologio che i Potter gli avevano regalato per i suoi diciassette anni, quello che credeva perduto insieme alla bacchetta.

Si spogliò e anche i boxer erano gli stessi. I suoi abiti erano puliti, avevano solo i segni della battaglia appena finita, per loro non era passata né una settimana né un anno.

Iniziò a guardarsi nello specchio dietro la porta e aveva tutti i tatuaggi e le cicatrici che ricordava, ma il suo fisico era diverso: aveva più muscoli, non gli facevano più male le ossa e non aveva più quella macchia sull’orecchio sinistro dove non gli crescevano più i capelli, dovuta a un’infezione da zecche contratta ad Azkaban.

Sembrava ringiovanito, ma non tanto nell’età, era chiaramente visibile che avesse superato i trent’anni, ma i segni dei soprusi, i denti che non era più riuscito a rimettere del tutto in sesto dopo il carcere, le tumefazioni violacee attorno agli occhi dovute all’incapacità di dormire più di un paio d’ore a notte, le unghie rovinate e le ossa rotte guarite male, era tutto sparito o sistemato.

La morte aveva cancellato i soprusi dal suo corpo e Sirius non poteva che esserne grato.

Stava ancora osservando i suoi molari allo specchio (tutti al loro posto! Neanche uno marcio!), quando qualcuno bussò e lo fece trasalire.

“Sei morto di nuovo?” chiese sua cugina

“E abbandonarti dopo un’entrata in scena del genere?” le rispose mentre si rivestiva con un gesto della bacchetta prima di uscire dal bagno.

“Okay, adesso qual è il piano?”

“Sarebbe il caso di avvertire l’Ordine” propose la donna e Sirius dovette darle ragione.

 

Per viaggiare sulla moto in tre fino alla Tana, Sirius si trasformò in Padfoot e si mise in braccio a Harry nel sidecar.

“Ricordati l’incantesimo per frenarla o ci schianteremo” disse a Harry prima di trasformarsi. Come cane era appena più piccolo rispetto a quando era umano, ma al momento sembrava l’unica alternativa possibile. Il sidecar era messo talmente male che se avesse provato a ingrandirlo si sarebbe spaccato per protesta.

Ovviamente anche a casa Weasley tutti restarono estremamente sconvolti all’idea di vederlo vivo.

“Si, sono tornato, lo so è passato un anno, fatemi tutte le domande di sicurezza che vi pare. Serve una mano?” disse guardando i membri dell’Ordine in varie sfumature di ferite da guarire. Quello messo peggio era George, steso sul divano, tutto il lato sinistro della faccia coperto di sangue.

“Che incantesimo è stato?” chiese alla stanza mentre lo osservava.

Sectumsempra” gli rispose Fred.

“Dannato Mocciosus unto…” bofonchiò innervosito. Non gli bastava giocare al piccolo chimico, doveva anche inventare incantesimi che tutti i suoi vecchi amici Mangiamorte conoscevano perfettamente “L’opzione migliore è il Venera Sanenctum, ma non sono sicuro di quanto riusciremo a fare per recuperare l’orecchio. Molly, se permetti” disse alla donna che, ancora completamente sconvolta, si spostò mentre Sirius aveva già iniziato la cantilena.

Aveva appena finito e l’emorragia si era fermata lasciandosi dietro una grossa cicatrice, quando sentì una bacchetta puntata sul collo.

“Dimmi qualcosa che solo Sirius Black potrebbe sapere” si sentì chiedere da Remus e si voltò lentamente.

L’ultima cosa che voleva era farsi ammazzare così presto e per di più da lui.

Oh per Merlino, da dove comincio. Io e gli altri abbiamo capito che eri un lupo mannaro a metà del primo anno, ma ne abbiamo parlato con te solo al secondo, abbiamo iniziato il processo per diventare Animagus alla fine del terzo anno e siamo riusciti a finirlo al quinto, notevole, ma potevamo fare di meglio se io non fossi stato un idiota. Io sono un cane, James era un cervo e di quell’altro neanche ne voglio parlare. La maledizione Sectumsempra è un’invenzione di Snivellus che la usò su James a febbraio del ‘76. Per via di quell’attacco ho fatto la seconda idiozia più grande della mia vita per cui non sei mai riuscito davvero a perdonarmi, non del tutto, e me lo merito. Continuo? Continuo. Per il diploma andammo al concerto dei Black Sabbath e passammo tutta War Pigs a saltare perché era il nostro inno di guerra. Rubasti una delle magliette per me, e io ne fui particolarmente grato una volta tornati a casa. Hai perso la verginità con u-”

“Basta così!” gridò il mago e Sirius sorrise.

“Quella sarebbe stata una bella storia. Ciao Moony

“È passato un anno… com’è possibile?” sospirò l’uomo sconvolto, mentre gli sfiorava i capelli e poi una spalla, la bacchetta finalmente abbassata. Sirius gli prese la mano e fece per stringerla a sé, ma le sue dita incontrarono qualcosa al suo anulare. Un cerchietto di metallico, una cosa insignificante, ma abbastanza da mandare il sorriso di Sirius in frantumi.

Remus non portava mai accessori, solo l’orologio. Solo l’orologio.

Ci fu un attimo in cui i due si dissero con lo sguardo cose che Sirius non avrebbe mai voluto sentire e poi Remus tirò via la mano lentamente. La punta delle sue dita stava ancora sfiorando i lunghi capelli neri, quando Tonks, che era appena arrivata, s’infilò sotto il braccio di lui e iniziò a parlare, parlava anche con Sirius ma lui non sentiva una sola parola, gli occhi fissi sulla mano sinistra di lei su cui svettava un anello identico. Loro due erano…?

“Io torno da George” disse mentre lei ancora parlava, per poi voltarsi e andarsene.

La soluzione migliore per il ragazzo, se voleva nascondere l’orecchio martoriato, era farsi crescere i capelli, scelta che Sirius e Bill appoggiavano animatamente, quasi tanto quanto si era opposta Molly. Stavano ancora discutendo di capelli quando Arthur Weasley ammutolì qualsiasi discussione con la notizia che Alastor era morto in battaglia, peggiorando notevolmente il clima della serata.

“Chi sarà adesso il leader dell’Ordine?” chiese Bill

“Perché Alastor era il leader? Dov’è Silente?” chiese Sirius e tutti i presenti si guardarono a disagio, per poi votare con lo sguardo all’unanimità per Remus.

“Silente è morto” disse il mago in maniera sbrigativa.

Silente era morto? Il mago più potente del mondo magico era morto?

“C-cosa? Chi è stato?”

“Lo ha ucciso Piton” gli rispose Remus senza girarci intorno.

Sembravano tutti pronti all’impatto, pronti a vedere Sirius esplodere. Anche Sirius era pronto, in tutta onestà, ma la rabbia che sentì montare da sotto lo sterno era fredda, non c’era quella fiamma dirompente che lo aveva sempre divorato fino all’osso.

Frantumò comunque la tazza che teneva in mano, ma prima ancora che gli altri potessero reagire l’aveva già colpita con un Reparo e si era curato la mano.

“E quindi il pipistrello ci ha traditi. Ma che sorpresa!” bofonchiò il bruno mentre sbatteva la tazza sul tavolo rischiando di romperla nuovamente.

“È la tua vecchia bacchetta?” chiese Remus sorpreso. Ovvio che lui l’avrebbe riconosciuta, era l’unico dei Malandrini in grado di utilizzarla. Era una bacchetta piuttosto cocciuta e a Sirius era mancata come un arto.

“Ce l’avevo in tasca quando mi sono svegliato. Un dono della morte” disse sarcastico

“E per ogni dono una maledizione” bofonchiò Remus a bassa voce con sguardo vacuo per poi allontanarsi. I discorsi diventarono piuttosto tecnici molto rapidamente, spiegarono a Sirius con esattezza qual era la missione appena svolta, ma quando il discorso si spostò ai prossimi obbiettivi dell’Ordine, Molly insistette per mandare i ragazzi a dormire.

“Adesso sono tutti maggiorenni, che scusa hai?” commentò piccato Sirius e la donna s’irrigidì.

“La tua presenza”

“Ah, quindi adesso sono io il lupo cattivo,” Tonks, Bill e qualcun altro trattennero una risata “buono a sapersi” si alzò anche lui, dicendo che aveva già abbastanza da metabolizzare e che voleva parlare con Harry. Effettivamente non era una bugia.

Seguì il ragazzo fino in camera di Ron che gentilmente si dileguò.

“Come si senti?” gli chiese sedendosi sul bordo del letto vicino al suo figlioccio.

“Non ne ho idea. Tu sei qui che è assurdo, ma stasera sono morti Alastor ed Edvige ed è successo per colpa mia”

“No Harry, non è successo per colpa tua. Loro si sono sacrificati per qualcosa di molto importante, qualcosa che ti vede esattamente nel centro, ma non pensare mai che sia colpa tua. La colpa è dell’Oscuro Signore che ha iniziato questa guerra, noi stiamo solo facendo il nostro meglio per fermarla” disse stringendogli un braccio attorno alle spalle.

“Mi dispiace per Edvige, so quanto ci tenevi. Se sapessi come ho fatto a tornare indietro, ti restituirei tutti i cari che hai perso” Harry lo abbracciò, affondando la testa nella sua spalla e ispirando in maniera forzatamente controllata.

“Non riesco a spiegare quanto è importante che tu sia qui” disse dopo un po' contro la sua giacca di pelle.

“Ti voglio bene, Bambi” gli rispose poggiando la testa sulla sua. Erano quasi della stessa altezza ormai e sicuramente Harry era scomodo, ma poco importava.

“È davvero necessario che mi chiami così?” chiese il ragazzo con tono distratto.

“Ti chiamavo così quando eri un affarino grosso quanto un boccino nella pancia di tua madre. Perché? Non ti piace?”

“Non molto”

“Oh mi dispiace, proverò ad utilizzarlo quanto più possibile” riuscì a fargli fare un sorriso e Sirius la considerò una vittoria.

“Mi sei mancato, Snuffle

“Ah, vedo che ti sai difendere anche senza bacchetta”

Quando Ron infilò timidamente la testa in camera, Sirius augurò la buonanotte ad entrambi e si dileguò.

Al piano terra la maggior parte delle persone erano tornate a casa, compreso Hagrid in qualche modo, e Sirius si rese conto di non sapere dove andare a dormire.

“Sirius, ho appena parlato con mia madre e ha detto che se vuoi puoi dormire da lei” gli spiegò Tonks come se gli avesse letto il pensiero e Sirius dovette utilizzare tutto il suo arsenale da bugiardo per mantenere un’espressione neutra.

Non era colpa di Tonks non era colpa di Tonks non era colpa di Tonks.

“Effettivamente credo sia l’opzione migliore” riuscì a dire tranquillo avviandosi già alla porta. Aveva una motocicletta da convincere a ripartire, prima di sperare di poter andare a dormire.

“Sirius, prima che tu vada” iniziò Molly Weasley e Sirius si voltò sorpreso “Prima che morisse, Silente ha affidato una missione ai ragazzi. Si rifiutano di parlarne con chiunque, ma Arthur li ha sentiti parlare di qualcosa da trovare e distruggere”

Quindi erano già a quel punto?

“Lo so di non essere nelle condizioni di chiederti niente, ma se c’è un solo adulto con cui Harry potrebbe decidere di parlarne…” vide Molly ingoiare parecchio orgoglio per chiedergli una cosa del genere.

“Proverò a parlare con Harry al riguardo, promesso” la rincuorò con l’espressione più affabile che gli riuscisse. La donna sembrò soddisfatta e di certo Sirius non gli avrebbe spiegato che avevano due scopi piuttosto diversi.

 

Sirius tornò alla Tana il giorno seguente per provare a parlare con Harry. Non gli sembrava una grande idea saltare direttamente al sodo, soprattutto perché aveva una domanda da fargli, una domanda insignificante, soprattutto al confronto di tutto il resto, ma che lo aveva perseguitato tutta la notte.

“Harry da…. da quanto tempo Remus e Tonks sono sposati?” gli chiese dopo un po'. Stavano portando delle sedie da sistemare sotto la grande tenda viola sotto cui si sarebbe svolto il matrimonio di Bill e Fleur. Davvero non si aspettava un matrimonio in quel momento, ma chi era lui per giudicare?

“Settimane, non di più. Tonks me lo ha detto prima che lasciassimo Privet Drive. Non so con esattezza, hanno dovuto fare tutto in segreto per via delle leggi contro i licantropi” gli spiegò distrattamente.

Ah capisco. Invece tu hai niente di nuovo da raccontarmi?” meglio sviare, tanto il ragazzo non ne sapeva niente.

“Non mi sono sposato” rispose scrollando le spalle e Sirius rise di gusto.

“Ti avrei picchiato se così fosse stato” disse scherzando e poi si rese conto che girarci in torno proprio non era nel suo stile.

“So che ti è stato affidato un compito” ammise senza mezzi termini e Harry s’irrigidì.

“Te lo ha detto Molly?”

“È solo preoccupata, come sempre. Neanche fossimo in guerra” disse sarcastico.

Harry sbuffò e Sirius si sedette su un tavolo, guardando fuori.

“So che Silente vi ha dato una missione e di certo non cercherò di dissuaderti. Anzi, quello che ti sto offrendo è una mano” gli spiegò. Harry chiaramente non se lo aspettava, nemmeno da lui, l’adulto più infantile di tutto l’Ordine.

“E ti fideresti di seguirmi? Senza sapere cosa stiamo facendo?” gli chiese e Sirius annuì.

“Naturalmente”

Prima che Harry gli potesse rispondere, furono interrotti da Molly Weasley che, dopo che era tornato dai morti e aveva guarito il figlio, lo trattava marginalmente meglio. Non bene, ma meglio.

“Harry tesoro, mi chiedevo, che ti andrebbe di fare per il tuo compleanno?”

“Signora Weasley una normalissima cena andrà bene, è il giorno prima del matrimonio, non voglio creare problemi”

“Oh, sciocchezze, non capita tutti i giorni che uno compia diciassette anni!”

Lo sguardo di Sirius fu attirato dal proprio polso su cui svettava l’orologio ricevuto a diciassette anni. Era in ottime condizioni, soprattutto perché non lo vedeva dall’ottobre dell’81 e probabilmente non era l’originale, ma il grosso graffio sul quadrante che aveva provocato mentre lui e James scappavano in motocicletta dai Mangiamorte, era lì. Era possibile resuscitare un orologio?

Lasciò i due a discutere sotto la tenda e andò in cucina dove trovò George che aveva incantato i bicchieri perché si lucidassero e li guardava danzare ordinatamente.

“Ehi come va l’orecchio?” chiese al ragazzo.

“Sto sperando che il mio udito diventi ultrasonico, ma per il momento non mi sembra sia cambiato niente” disse scrollando le spalle.

“Fattelo dire da uno con le orecchie di un cane: non vuoi un udito ultrasonico. Piuttosto, c’è ancora della pozione Polisucco?” s’informò, ma il ragazzo scosse la testa.

“Quella senza i capelli di Harry ce l’hanno Remus e Tonks

“Ah, dannazione. Dovrò fare alla vecchia maniera allora” trasfigurò leggermente un piatto da portata fino a renderlo perfettamente riflettente e poi iniziò a trasfigurare i propri lineamenti. Si diede dei corti capelli marroni e un po' di barba, i suoi occhi di una tonalità nocciola e un naso più largo. Trasfigurò un cucchiaio in un paio di occhiali e si disse soddisfatto. George approvò con un pollice.

“Direi che è sufficiente. Se non torno fra tre ore non venite a cercarmi, non ne vale la pena”

 

-

 

Sirius dormiva da Andromeda, maggiormente perché era l’unica persona che gli aveva offerto un posto. Hagrid gli aveva ufficialmente restituito la moto e lui e Ted ci stavano lavorando insieme, rimettendola in condizioni ottimali. Il guardiacaccia aveva fatto del suo meglio, ma era chiaro che fosse molto più bravo ad occuparsi delle creature magiche piuttosto che di quelle meccaniche.

La complicata rete di incantesimi fatti sulla moto non era messa male, ma tutta la parte puramente meccanica era pronta al collasso.

“Congratulazioni” disse Sirius dopo un po' a Ted che al momento era in piedi vicino al tavolo del garage.

“Per cosa?” chiese l’uomo stranito.

“Il matrimonio” rispose lui ovvio e l’altro si accigliò.

“Va a farti fottere, Black” rispose piuttosto piccato. Non era stata quella l’intenzione di Sirius, lui e Ted un tempo erano andati d’accordo. La motocicletta era stata sua un tempo e quando se ne era voluto liberare l’aveva venduta a Sirius ad un prezzo quasi imbarazzante.

“E dai Ted, dico sul serio. Remus è una brava persona”

“Non è Remus il problema, è l’altro”

“C’è un altro?” Okay, questa era solo per vedere fino a dove riusciva a far arrivare l’ex Tassorosso prima di farsi maledire.                                                                     

“Non fare l’idiota Sirius, sei troppo intelligente” rispose, chiaramente disturbato.

“Senti, lo abbiamo gestito per anni ed eravamo una banda di adolescenti. Lo chiudi in cantina un giorno al mese e il gioco è fatto” provò a tranquillizzarlo per poi tornare alla motocicletta.

“Credo che lei sia incinta”

A Sirius cadde una chiave di mano, ma la recuperò al volo prima che non andasse a terra e continuò come se nulla fosse successo.

“Non hanno ancora detto niente, ma ho sempre avuto un sesto senso per queste cose… tu pensi che un bambino potrebbe-” iniziò Ted, ma Sirius lo interruppe.

Ted, sono quasi un esperto in materia: l’unico modo per diventare lupi mannari è essere morsi e solo se ciò accade durante la luna piena. Lupi non si nasce, si diventa”

“Con tutte le leggi contro i licantropi, se scoprissero che si sono sposati e che lei è incinta Dora finirebbe in guai seri e Remus verrebbe giustiziato. Me ne vergogno, ma è che quando uno fa dei figli vuole il meglio per loro e, ora come ora, Remus non lo è”

Sirius ebbe un moto di istinto protettivo nei confronti del licantropo, ma riuscì a trattenersi. La morte gli aveva fatto davvero bene.

“Io lo conosco da quando aveva undici anni e ti posso assicurare una cosa: non l’avrebbe mai sposata se non l’avesse amata più di ogni altra cosa. Riesci a vedere solo i lati negativi e posso capirlo, ma Remus farà di tutto per Dora e il bambino”

I due rimasero un po' in silenzio e Sirius credeva di avercela fatta. Assurdo. Vedi se gli toccava rincuorare il suocero del suo…

“Mi pare di ricordare che lo… conoscevi piuttosto bene qualche tempo fa” iniziò Ted, un sopracciglio pericolosamente inarcato. Chiaramente l’animagus aveva fallito alla grande.

“Di che parli?” chiese innocentemente

“Vivevate insieme, no? Dopo il diploma”

“Era per comodità. Eravamo nell’Ordine, passavamo talmente tanto tempo in giro per Silente che allontanarsi da Londra era stupido” si giustificò stringendosi nelle spalle.

“A me pare di ricordare diversamente”

Okay, era inutile dissimulare.

Ted, non fare domande di cui non vuoi una risposta. E passami il girabacchino” chiarì e l’uomo sbuffò per poi passargli l’attrezzo.

“Per le palle di Merlino…”

“Hip-Hip Hurrà” bofonchiò Sirius.

 

-

 

La sera del compleanno di Harry, Sirius raggiunse La Tana con la sua motocicletta da poco rimessa in sesto. L’aveva anche lavata e lucidata prima di pranzo, cosa che chiaramente non le succedeva da parecchio tempo e adesso sembrava tutta un’altra moto, anche il sidecar sembrava aver riacquistato la gioia di vivere.

Era arrivato piuttosto presto perché avrebbe voluto passare un po' di tempo con Harry da solo per spiegargli con calma il suo regalo.

“Ho qualcosa per te” esordì subito dopo avergli dato gli auguri. Fece segno alle scale e si rintanarono in camera di Ron per avere un po' di privacy.

Ne aveva già parlato con Molly visto che si era offerta di regalare ad Harry l’orologio di suo fratello Fabian e a Sirius si strinse lo stomaco ricordando i gemelli Prewett, di tre anni davanti a lui a Hogwarts, morti anche loro in nome dell’Ordine, ma aveva spiegato alla donna che ci avevano già pensato James e Lily.

“Questo è un regalo dei tuoi genitori per il tuo diciassettesimo anno” spiegò allungandogli la scatola e il ragazzo sgranò gli occhi.

La Gringott offriva un servizio di cassette di sicurezza di cui si poteva usufruire se si aveva una camera blindata con loro e durante la prima guerra James aveva organizzato una cassetta per Harry. Era una cosa che avevano fatto molte famiglie che avevano figli piccoli, non sapendo se avrebbero avuto la possibilità di vederli compiere diciassette anni. Non c’era niente di valore inestimabile all’interno, non era il mantello dell’invisibilità, ma c’erano delle lettere per lui, qualche foto, una ciocca di capelli rossi in un medaglione e il classico regalo dei diciassette anni. I neogenitori l’avevano messa insieme nella speranza che un giorno l’avrebbero ritirata loro stessi, ma così non era stato. Avevano fortunatamente aggiunto la firma magica di Sirius alle persone che potevano ritirarla ed era quello che aveva fatto.

Harry sembrava terrorizzato anche solo all’idea di sollevare il coperchio, ma Sirius lo incoraggiò con una mano su una spalla. All’interno dell’impersonale cassetta metallica, c’era una grossa scatola di legno con una “P” incisa sopra. Il ragazzo la estrasse dalla prima scatola e sfiorò la chiusura che si aprì magicamente, facendolo sobbalzare. Harry prese un respiro profondo e sollevò il coperchio, osservando il contenuto con attenzione.

“Le altre sono cose più personali, direi di cominciare dal pièce de résistance” disse indicandogli la scatola di velluto blu che era in cima.

L’orologio all’interno era esattamente come quello al polso di Sirius. Il cinturino era nero con i dettagli argento, il quadrante era di madreperla con quattro inserti di corallo a segnare i punti principali e delle barrette argentate per segnare gli altri mentre le tre lancette segnatempo erano dorate.

“Questo era di James, tuo nonno Fleamont li regalò uguali a me e tuo padre” disse mostrandogli il proprio polso “Sia lui che i Black andavano in giro con degli orologi da taschino, ma non credo sarebbero durati a lungo in mano a me o James, ad essere onesto”

Audax at fidelis” lesse Harry dal retro del quadrante.

“Audace ma fedele” tradusse Sirius, “È il motto dei Potter, ma anche una buona descrizione per entrambi i tuoi genitori” Sirius si tolse il proprio orologio, mostrando che anche il retro del suo portava la stessa incisione.

“Non sapevo nemmeno che i Potter avessero un motto” disse Harry quasi vergognandosi. Sirius non riusciva neanche a contare il numero di volte che James aveva urlato “Audax at fidelis!” prima di lanciarsi a fare qualche cazzata.

“Naturalmente. La tua famiglia discende direttamente da Ignotus Peverell, l’unico motivo per cui non è fra le ventotto famiglie purosangue è perché a i tuoi avi non è mai andato giù il modo in cui molti volevano discriminare i babbani e i natibabbani e hanno sempre combattuto per i loro diritti”

Harry lo guardò e poi tornò a guardare l’orologio.

“È davvero molto bello”

“Tuo nonno aveva buon gusto” disse scherzando e Harry accennò un sorriso mentre metteva l’orologio.

“Quando tutta questa situazione sarà finita, ci sono un sacco di cose che mi piacerebbe mostrarti. Un’intera casa di ricordi, di storia di cui potremmo parlare con calma. Questo è solo un assaggio”

Harry annuì energicamente, si asciugò gli occhi e poi guardò nella scatola.

“Ci sono parecchie altre cose qui dentro”

“Sono qui per questo”

La serata si concluse molto più rapidamente di quanto avrebbero voluto tutti, visto che l’improvvisa visita di Scrimgeour metteva a repentaglio la libertà di Tonks e Remus e Sirius era ancora legalmente morto. Aveva intravisto una bellissima torta a forma di boccino dorato che non avrebbe mai assaggiato, ma rimase giusto il tempo necessario ad essere invitato al matrimonio di Bill e Fleur il giorno dopo e andare vagamente panico perché non aveva un regalo da portargli. O un abito da mettere.

Andromeda lo avrebbe sicuramente aiutato ad inventarsi qualcosa.

 

-

 

Al matrimonio di Bill e Fleur Sirius era uno spettacolo, modestia (Ah!) a parte.

Come aveva già potuto constatare, la morte gli aveva fatto bene; qualcosa dell’aura da spettro che si trascinava dietro dalla sua fuga da Azkaban sembrava essersi alleggerita, aveva meno occhiaie, i suoi occhi brillavano e aveva una forma fisica diversa da quella di uno scheletro. Per distinguersi nella massa aveva rasato completamente la barba e aveva incantato capelli e sopracciglia dello stesso rosso dei Weasley, aggiungendo un’abbondante spruzzata di lentiggini su volto e mani.

Essendo stato invitato solo una manciata di ore prima, era stato impossibile far confezionare un abito di fattura magica e quindi aveva ripiegato su quella babbana. Il commesso aveva chiamato la giacca frac e aveva insistito per gilet e ascot grigi con una camicia bianca che Sirius, aveva dovuto concedere, gli stavano piuttosto bene. Aveva anche aggiunto un fazzoletto da taschino viola, visto che era il colore che avevano utilizzato per le decorazioni.

Alla festa aveva ballato con la maggior parte delle donne disponili e anche qualcuna meno, come ad esempio Molly Weasley che era fuggita dopo pochi passi. Aveva flirtato in francese con le dame della famiglia della sposa e le aveva abbandonate dopo il baciamano.

Aveva da poco scoperto che mentre lui era morto Bill era passato sotto gli artigli di Greyback, il souvenir chiaramente visibile a tutti, e che Molly sarebbe stata sicura che a quel punto Fleur avrebbe annullato il matrimonio. Solo a quel punto Molly aveva scoperto di che pasta era fatta la ragazza; non per nulla era stata fra i campioni del Torneo Tremaghi.

Era una bella serata, per essere nel bel mezzo di una guerra. Sperava solo che sarebbe durata.

Avevano mascherato Harry con della Pozione Polisucco rendendolo l’ennesimo pel di carota in giro e Sirius aveva quasi dimenticato che faccia gli avevano dato. Dopo l’ennesimo ballo, si era seduto a godersi la scena degli sposi che si guardavano come se non ci fosse nessun altro. Ah, essere giovani e innamorati nel bel mezzo di una guerra. Sirius non era stato molto bravo ad esserlo, al primo giro e al secondo era stato stroncato in partenza.

Prima di dare tempo ai suoi demoni di soffocarlo, gli passarono davanti i gemelli e si ritrovò a sorridere automaticamente.

“Ragazzi vedete di non sabotare la torta, intesi?” li avvisò

“Chi?” “Noi?” “Ma non faremmo mai una cosa del genere” “Già, per chi ci hai preso?”

“Non la torta, mi raccomando” insisté e i due sbuffarono.

“Sei noioso da quando sei resuscitato”

“Questa me la pagherete dopo, senza fretta”

Fu sorpreso dalla risata divertita di qualcuno alla sua destra. Era l’ennesima testa rossa, ma questa la riconobbe. Era il secondo della notevole prole dei Weasley, Charlie, che aveva fatto da testimone al fratello maggiore.

“Quei due ti ascoltano, è sorprendente” commentò con un’espressione piuttosto colpita.

“Gli ho dato fin troppi spunti su come fare danni. Mi ci rivedo più di quanto possa sembrare plausibile e poi riuscivo a distinguerli anche prima dell’orecchio, che è una cosa che fa sempre piacere, immagino” disse mentre giocherellava con un tovagliolo.

“Sono sempre stati questa unica entità…. Hanno aperto un negozio di scherzi e stanno andando bene, nel bel mezzo di una guerra, chi lo avrebbe detto” disse Charlie, dall’altro lato del tavolo.

“La gente ha bisogno di distrarsi, di alleggerire la tensione. Comunque credo che non siamo stati presentati, stasera sono Sirius Red, di solito il colore è un altro. Tu sei Charlie, giusto?” disse offrendogli la mano. Lo aveva intravisto la sera precedente, prima di dover fuggire a gambe levate.

“La tua fama ti precede, soprattutto con mia madre” commentò il rosso e Sirius ghignò.

“Ah Molly, si è raccomandata di tenersi a distanza? Quella donna mi odia, dice che sono una cattiva influenza. Ci crederesti?” disse scherzando e riuscendo a farlo sorridere.

“Non so quanto ancora negativamente possiamo essere influenzati, a dire il vero” ammise e Sirius dovette dargli ragione. Effettivamente nessuno dei fratelli che aveva conosciuto aveva intrapreso una carriera banale.

“A proposito, Harry mi ha detto che lavori con i draghi in Romania” Charlie sembrò pronto all’impatto, chiaramente abituato ai commenti negativi, ma Sirius sorrise “È la carriera più pazzesca che abbia mai sentito. Godric, perché non ci ho pensato?”

Iniziarono un’accesa discussione in cui Sirius si sorprese di ricordare molto più di quanto non immaginasse riguardo ai draghi e Charlie si sorprese del genuino interesse dell’altro accompagnato da domande pertinenti.

Dai draghi passarono alla musica e continuarono con altro, seduti sempre più vicini a parlare e ridere.

Ahahaha e lui che ha detto?” Sirius aveva le lacrime agli occhi da quanto aveva riso.

“A quel punto era talmente incazzato da non riuscire nemmeno a parlare. Semplicemente gridò ‘Punizione Weasley!’ mentre tutti gli altri ridevano. Era il suo primo anno e noi siamo stati pessimi, ma non ero nemmeno un suo alunno, Pozioni non mi era mai particolarmente interessata. I miei fratelli mi hanno detto che ha sempre avuto un odio spregiudicato per i Grifondoro e credo sia stato anche merito mio” concluse con un certo orgoglio grattandosi una tempia. Aveva degli occhi estremamente azzurri e Sirius non aveva fatto caso a quando il giovane aveva cambiato posto, andando a sedersi vicino a lui.

“Mi spiace, ma quello è merito mio” gli spiegò Sirius, altrettanto soddisfatto.

“Come?”

“Non solo mio, più che altro ho fatto la mia parte, ma eravamo a scuola insieme” rivelò per poi prendere un sorso di champagne. Era di quello buono, con gli omaggi della famiglia Delacour.

Godric” esclamò Charlie sconvolto.

“Oh sì, gliene abbiamo fatte passare di tutti colori e lui ha sempre abbondantemente contraccambiato”

“Non mi ha mai fatto una bella impressione, c’erano alcune mie compagne che gli morivano dietro, ma personalmente non ci ho mai visto niente di buono”

“E dai Charlie, non farmi vomitare, parliamo di altro” il giovane rise di gusto e poi si guardò attorno, come per darsi un attimo e raggruppare i pensieri.

“Quali sono i tuoi progetti?” gli chiese e Sirius restò sorpreso.

“I miei progetti?”

“Beh, sei vivo, ma il mondo magico ti crede ancora morto, io direi che hai un vantaggio non indifferente”

Sirius avrebbe voluto avere qualche grandiosa risposta, ma la realtà non era niente di speciale.

“Al momento non ho neanche un posto in cui vivere, sono sul divano di mia cugina. Effettivamente dovrei mettere insieme le idee e decidere cosa fare” soprattutto se Harry non lo avesse voluto con lui.

“Io fra un mese torno in Romania, sia per lavoro che per l’Ordine” il ragazzo prese un respiro profondo “Se vuoi vedere come vanno le cose lì, non mi darebbe fastidio un po' di compagnia”

Sirius rimase di sasso. Questa davvero non se la aspettava.

“Pensaci” aggiunse Charlie prima di alzarsi e andarsene.

Sirius stava ancora provando a capire se Charlie Weasley ci avesse appena provato con lui o no, quando il Patronus di Kingsley Shacklebolt si infilò dentro la tenda, arrestando tutti i festeggiamenti.

“Il Ministero è caduto. Scrimgeour è morto. Stanno arrivato”

In un attimo fu l’inferno. Sirius incrociò lo sguardo di Remus che non aveva guardato per tutta la serata, ma di cui aveva tenuto d’occhio ogni spostamento, e l’uomo gli indicò Harry e i suoi amici con un cenno della testa.

Bacchetta alla mano si tuffò verso di loro scansando invitati che scappavano. Lanciò uno sguardo a Remus e Tonks che restarono a combattere, ma continuò. Harry era più importante.

Grimmauld Place” urlò a Granger che aveva già afferrato Ron per mano, Sirius acchiappò Harry per le spalle e prima che il ragazzo capisse cosa stesse succedendo, si erano materializzati davanti alla porta di quell’antro malefico.

Entrarono senza perdere tempo e si sedettero in salotto facendo alzare una nuvola di polvere.

“Direi che da questo momento è guerra aperta. Voi siete già pronti, giusto?” disse lanciando uno sguardo a Hermione, una volta datogli tempo di riprendere fiato. La ragazza annuì, indicandogli una borsetta che cozzava col suo vestito.

“Hai deciso se mi vuoi con voi?” chiese a Harry. Gli aveva proposto il suo aiuto e poi lo aveva lasciato stare, dandogli un paio di giorni per pensare.

“Silente ha detto-” iniziò, ma Sirius lo interruppe.

“Silente è morto”

“Anche tu fino alla settimana scorsa” rispose Harry. Per qualche motivo quella frase fece male, ma lo ignorò.

“Ma adesso sono qui, per te. La decisione sta a te, ma voglio che ci pensi bene. Se decidessi di non farmi venire, sappi che ti aiuterò comunque in qualsiasi modo. Adesso, cosa sapete di questi horcrux?”

I tre si guardarono, provando a capire chi dei tre avesse parlato.

“Nessuno di voi tre vi ha tradito. Ho parlato con R.A.B., Regulus Arcturus Black”

Era una delle prime cose di cui avevano parlato lui e suo fratello quando era morto. Reg gli aveva spiegato come e perché era morto e Sirius lo aveva abbracciato.

Regulus?” chiese Harry sconvolto.

“Mio fratello”

“Ma non è…?” iniziò Ron, ma Sirius lo interruppe.

“Morto? Oh sì, ma come ha detto Harry, lo ero anche io fino a cinque giorni fa, quindi…” scrollò le spalle e si accomodò sulla poltrona alzando una nuvola di polvere. I pochi progressi fatti a quella casa erano chiaramente spariti del tutto.

“Quanti pensate ne abbia? Reg diceva che li aveva studiati e che è davvero assurdo che ne abbia molti” chiese.

“Per ora siamo a tre: l’anello, il diario e il medaglione. Due distrutti, il terzo ancora non sappiamo dove sia” spiegò Hermione che si era seduta su un puff.

“Immagino che voi abbiate la copia, giusto?”

Harry annuì e gli allungò il medaglione. Dentro c’era anche un messaggio di Regulus, sempre così altisonante. Gli provocò un soffio di malinconia.

“Ricordo qualcosa di simile a questo, quando ci siamo liberati di un po' di cianfrusaglie che erano in questa casa” provò a lisciarsi la barba, ma trovò solo le sue guance rasate. Si ricordò dei capelli rossi e li ritrasformò del loro colore naturale. Anche la faccia di Harry aveva preso a muoversi, tornando ad essere la sua.

C’era solo un essere vivente che poteva aiutarli a trovare il medaglione. Che nervi.

“Si sarà nascosto da qualche parte per spiarci” borbottò fra sé “Chissà se adesso è tuo o è di nuovo mio” Aveva anche promesso a Reg che non gli avrebbe fatto niente e se ne stava già pentendo.

Kreacher era ancora di Harry, ma l’elfo ebbe comunque un moto di terrore quando vide il suo vecchio padrone lì. Sirius non perse nemmeno tempo a insultarlo.

“Rispondi al tuo nuovo padrone e facciamo in fretta” disse sbrigativo.

Il medaglione l’aveva preso quel ladro da quattro soldi di Mundungus e con l’aiuto di Dobby, Kreacher riuscì a portarlo a Grimmauld Place. Gli ci vollero alcuni giorni per rintracciarlo, ma Sirius fu piuttosto sorpreso del lavoro dei due elfi.

L’uomo lo aveva guardato con il terrore negli occhi e Sirius aveva ghignato come solo i Black sapevano fare. Una volta finito il loro scambio di informazioni, l’animagus lo Obliviò.

“Non possiamo rischiare che parli con qualcuno, sia del medaglione che di me” Sirius riteneva che c’era un motivo se suo fratello gli aveva dato una maschera e per una volta, voleva seguire il consiglio datogli. Per di più, se la Umbridge avesse saputo che cercavano il medaglione in suo possesso, sarebbero stati guai seri. “Si meriterebbe la morte per quello che ha fatto ad Alastor, ma questo dovrà bastare” disse lasciandolo ai due elfi domestici che lo riportarono dove lo avevano trovato.

“Sei bravo con gli incantesimi di Obliviazione?” si sentì chiedere da Hermione.

“No”

 

-

 

“Infiltrarci nel ministero non sarà per niente facile” disse iniziando a ragionare, ma Harry lo interruppe.

“Andremo solo noi tre” annunciò Harry e Sirius fu pronto a controbattere, ma il ragazzo lo fermò “Silente ha affidato a noi tre questa missione e nessun altro e poi l’Ordine ha bisogno di tutte le persone disponibili” e Sirius si trattenne. Merlino quanto era diventato bravo a trattenersi, se ne sorprendeva ogni volta.

“Almeno prima decidiamo il da farsi insieme”

Parlarono a lungo tutti e quattro, provando a mettere insieme un piano che non finisse nello scatafascio completo, ma lo spazio di manovra era davvero molto poco.

Decisero che la cosa più intelligente da fare sarebbe stata decidere e monitorare attentamente chi utilizzare per infiltrarsi nel Ministero e si diedero tutto il tempo necessario per farlo.

Sirius odiava dover stare in quella casa, riusciva a dormirci solo come Padfoot e le grida di sua madre di certo non aiutavano. Per di più la casa era sorvegliata da Mangiamorte e come scherzo del destino, l’unico a poter lasciare Grimmauld Place era proprio lui.

Sottoforma di cane sgattaiolava dal retro e riappariva parecchie strade più in là. Faceva spesa nei negozi babbani, osservando con attenzione gli altri clienti e imitandoli in modo da non sembrare un coglione e poi faceva materializzare quello che comprava direttamente nella casa. Dopodiché utilizzava per entrare lo stesso modo che aveva utilizzato per uscire.

Era appena sgattaiolato dentro dalla finestra sul retro e si stava dirigendo in cucina, ma si arrestò quando sentì i ragazzi che parlavano con qualcuno.

“Giusto per essere chiari” sentì dire a Harry “Vuoi lasciare Tonks a casa dei suoi genitori e venire con noi?”

Buon Godric. Poteva essere un solo coglione.

“Sarà al sicuro, loro si prenderanno cura di lei” Il suo tono indifferente era una delle cose più patetiche che Sirius aveva sentito negli ultimi anni, ma ancora non aveva finito “Harry, sono sicuro che James avrebbe voluto che restassi con te” Addirittura?

“Beh, io no. Sono piuttosto sicuro che mio padre avrebbe voluto sapere perché non vuoi restare con tuo figlio”

Ci fu una pausa in cui Sirius pensò di intromettersi, ma voleva davvero un ultimo assaggio dell’idiozia di quell’uomo.

“Tu non capisci” cominciò

“Allora spiega” Ah, Harry gli dava davvero delle grandi soddisfazioni.

“Ho fatto un grosso errore a sposare Tonks. È stata una scelta affrettata e l’ho rimpianta molto da allora”

“Quindi il tuo piano è lasciare lei e il bambino e scappare con noi?”

A quel punto Moony si lanciò in un drammatico monologo che gli strinse il cuore, ma gli fece anche venire una gran voglia di spaccargli la faccia.

Harry intanto sembrava perfettamente in grado di gestire l’uomo e Sirius fu tentato dal lasciarlo continuare, ma i due iniziarono ad alterarsi e quando furono sul punto di tirare fuori le bacchette preferì intervenire.

“Prima di tutto, se fossi stato un Mangiamorte a questo punto sareste tutti molto morti, meno quaranta punti a Grifondoro” disse senza neanche un velo di ilarità.

Pads” iniziò Remus, ma Sirius lo inchiodò con lo sguardo prima che potesse continuare.

E secondo, hai davvero la faccia tosta di chiedere a un ragazzo i cui genitori si sono sacrificati per lui pur di tenerlo in vita, che non sa nemmeno quale sia la voce di suo padre, di giustificare l’abbandono di tua moglie e tuo figlio? Sei davvero caduto in basso” La sua voce fu un sibilo velenoso e il licantropo s’infervorò.

“Tu non capisci!” gli gridò contro e a quel punto anche lui perse le ultime briciole di pazienza. Non era così bravo.

“Io sono l’unico a poter davvero capire! E lo capisce anche una strega in gamba e intelligente che per qualche assurdo motivo si è innamorata di un imbecille codardo che si è sempre nascosto dietro un grosso sacco di pulci! Invece di ringraziare qualsiasi divinità conosciuta, hai intenzione di abbandonarla?!”

“Come puoi non capire?” gli chiese disperato con le lacrime agli occhi e Sirius dovette farsi violenza per non sciogliersi.  Strinse i denti e continuò.

“Io capisco che devi tornare da Tonks e implorare. Hai fatto una scelta, prenditene le responsabilità. Ha ragione Harry, sei un codardo”

Remus iniziò a sfoderare la bacchetta, ma Sirius gli fu addosso con tutte e quattro le zampe e gliela fece cadere di mano. Padfoot lo trascinò fuori dalla cucina affondandogli i denti nel braccio e ritrasformandosi a metà strada.

Remus se lo scansò di dosso violentemente, mandandolo contro il quadro di sua madre che iniziò a urlare insulti, chiamò a sé la bacchetta con un Accio e se ne andò.

“Avete esagerato” commentò Hermione, Ron sembrava pensarla come lei. Harry e Sirius si guardarono.

“I genitori non dovrebbero mai abbandonare i propri figli. A meno ché non siano obbligati” disse Harry e Sirius non trovò niente da aggiungere se non annuire.

Aveva l’impellente bisogno di lavarsi i denti.

 

Dopo che Sirius e Harry si furono calmati, i tre ragazzi gli spiegarono le cose utili che aveva detto Remus prima di iniziare a sparare stronzate e Sirius ebbe l’orribile sensazione che non era come la prima volta, era peggio. Al primo giro almeno non avevano mai toccato Hogwarts.

Il primo settembre la gazzetta annunciò che Severus Piton sarebbe stato il nuovo preside di Hogwarts, il giorno dopo i ragazzi si sarebbero infiltrati nel ministero.

Provò a convincere di nuovo Harry a farsi accompagnare da lui, ma fu inutile. Sirius sapeva che quella sarebbe stata l’ultima volta che li avrebbe visti per parecchio tempo. Uscito da lì sarebbe dovuto scappare, nascondersi, ma ormai era diventato un campione. Sperava solo che anche quei tre imparassero rapidamente come si faceva e senza un comodo travestimento da cane.

“Prendete questi” disse dando a Hermione un sacchetto di galeoni e un fascio di banconote babbane.

“Questa è la Polisucco. Non so dopo oggi quanta ve ne resterà, ma qui ci sono dei capelli più o meno della vostra taglia, per ogni evenienza” disse allungandole un astuccio di cuoio in cui erano contenute le restanti dosi e i capelli accuratamente catalogati.

Si voltò verso Harry.

“In caso di emergenza manda un Patronus, okay?”

Harry annuì e Sirius lo abbracciò, affondando il viso nella sua spalla.

“Sono fiero di te, Harry. Se hai bisogno di aiuto, dillo all’orologio. Ti troverò, te lo prometto”

Prima che i ragazzi potessero andare via, Sirius aggiunse delle protezioni alla casa inserendo le loro firme magiche fra quelle che potevano entrare. Abbracciò di nuovo Harry e diede una pacca sulle spalle degli altri due.

Sirius li capiva, alla loro età certamente non avrebbe voluto la McGranitt a fargli da babysitter in una missione affidatagli da Silente in persona, ma c’era comunque la puntura della delusione che gli infastidiva il fianco.

Si trovò da solo in quella casa, non sapendo cosa fare o dove andare.

Per un attimo i suoi pensieri andarono a Remus, ma poi ricordò la sua scenata patetica e si raggelò.

Era da solo.

Non mi darebbe fastidio un po' di compagnia, aveva detto Charlie.

Nemmeno a me, pensò mentre si lasciava la casa alle spalle.

 

 

Se siete arrivati fin qui, meritate un boccino d’oro ciascuno.

Approssimativamente, questa sarà la lunghezza di tutti i capitoli, rigo più rigo meno

Sono piuttosto lunghi, soprattutto per i miei standard, but that’s how we roll

“Audax at fidelis” è un motto vero, ma non è dei Potter. Ho cercato su internet “motti in latino” fino a quando non ne è venuto fuori uno che mi piaceva. Mi è parso azzeccato.

Il prossimo capitolo…. Romania!

Fate i bravi, e lavatevi le mani

The Cactus Incident

  
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