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Autore: hirondelle_    05/05/2020    0 recensioni
[Post-Orion] [Accenni Shinjou/Bernard]
Bernard per la prima volta nella vita si gode una giornata in spiaggia.
He deserves better, Irina can FIGHT ME.
Genere: Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Shonen-ai | Personaggi: Altri
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Sunday is coming

Quando Froy aveva proposto al fratello di raggiungerli in spiaggia dopo la teleconferenza del mattino, Shinjou aveva avuto dei grossi dubbi al riguardo. Nonostante le sue velate pressioni, Bernard sembrava ancora restìo a concedersi quella vacanza che la sua terapista si era tanto raccomandata di organizzargli. E nonostante inizialmente gli fosse sembrato disposto ad accantonare il lavoro per qualche giorno, subito la pressione di non avere il totale controllo sull’azienda durante la sua assenza si era fatta sentire.
Shinjou non aveva mosso insistenze, con il disappunto di Froy e Asuto che speravano di passare più tempo insieme. Da quando erano arrivati sull’isola, Bernard non aveva preso una sola ora di sole.
Fu stupito infatti quando lo vide fare capolino tra gli alberi e avvicinarsi timidamente alla loro postazione con un sorriso. Era ancora vestito di tutto punto, come se ritenesse insopportabile l’idea di indossare altro che non fosse cravatta e camicia; ripiegata su un braccio portava addirittura la giacca, e Shinjou immaginò se la fosse tolta nel tragitto per via del caldo.
Non c’era nessuno al di fuori di loro, come se la spiaggia fosse stata riservata appositamente per loro: Shinjou si era sistemato all’ombra delle frasche che si affacciavano sulla sabbia fina, mentre Asuto e Froy giocavano sulla riva, poco distante, bagnandosi ad ogni calcio del pallone rattoppato di suo figlio. Froy, la pelle solitamente bianca e sensibile, aveva già iniziato ad assumere un colorito rosato nonostante la crema solare.
“Starà bene?” gli chiese perplesso Bernard avvicinandoglisi.
Shinjou spostò lo sguardo sul ragazzino e sospirò. “Gli ho fatto mettere la crema più volte e gli ho detto di non stare troppo al sole. Penso che per la sua carnagione sia normale”.
“Mh,” mormorò perplesso Bernard, non accennandosi minimamente a sedersi sul telo mare che aveva preparato accanto al proprio. Shinjou stava per dirgli qualcosa, quando la voce di Froy li interruppe in un gridolino entusiastico.
“Sei venuto alla fine!” esclamò il ragazzino correndo verso di loro.
Bernard gli sorrise caldo e tolse una mano dalla tasca per passargliela tra i capelli umidi. “Ti stai divertendo?”
Froy annuì contento, e si mise a tirargli la manica con le mani sporche di salsedine. “Vieni a giocare con noi? Ti prego!”
Shinjou studiò il volto di Bernard e vi lesse l’imbarazzo, ma decise di non intervenire per il momento. L’uomo scosse il capo e sul fratello si dipinse una punta di delusione. “Ma starai qui, vero?” gli chiese quasi apprensivo, e lo scosse piano, quasi petulante.
“Certo Froy. Sono contento di vedervi giocare a calcio,” rispose lui dolcemente. A Froy quella promessa sembrò bastare, perché tornò verso il lungomare con un sorriso radioso.
“Signor Bernard! È bello vederla!” lo salutò Asuto da lontano, sventolando il braccio. Bernard ricambiò con un cenno imbarazzato e composto della mano. Poi finalmente si accomodò sul telo mare, dopo aver chiesto timidamente il permesso. Ma ancora non accennò a togliersi la camicia.
“Lo sai Bernard, la tua professionalità mi mette in soggezione,” scherzò, indicando la semplice maglietta di cotone e i pantaloncini corti che aveva riesumato per l’occasione. L’uomo rise alla battuta, ma non rispose, e rimasero in silenzio per un po’.
Era una giornata limpida e radiosa, al punto da essere quasi troppo calda, ma le fronde degli alberi circostanti offrivano un po’ di riparo. Shinjou aveva giocato con i ragazzi per un po’, per poi limitarsi a osservarli da lontano, in mano una penna e un giornaletto di parole crociate: non aveva più il fisico per tenere testa a quel talento di suo figlio. Il pensiero l’aveva fatto un po’ sorridere e un po’ sospirare.
Bernard si mosse un po’ e Shinjou alzò gli occhi per vederlo sbottonarsi la camicia. Tornò a concentrarsi sul sudoku più per rispetto che per disinteresse: erano passati i giorni in cui l’unico pensiero di Bernard era stato accompagnare e assistere suo padre nei suoi viaggi di lavoro, gli stessi in cui il loro rapporto era sbocciato per poi affievolirsi di colpo alla morte del signor Girikanan. Shinjou non ne aveva fatto un dramma. Aveva accettato il rifiuto di Bernard, non sospettando minimamente che dietro ci fosse l’ombra di Irina.
Anche in quel momento, la sola immagine di quella strega gli suscitò disagio misto a rabbia: non poteva credere di essere stato così cieco da non poter proteggere una delle persone a cui teneva di più.
Quasi automaticamente spostò lo sguardo su Bernard, come avesse potuto indirizzargli un pensiero tanto profondo con il solo gesto della testa, e i suoi occhi si posarono subito sulla pelle bianca disseminata di lividi.
Era passato quasi un mese da quando Irina era stata arrestata, eppure la sua presenza permaneva negli anfratti più piccoli e nascosti del corpo di Bernard.
Le labbra di Shinjou si serrarono in una linea sottile mentre Bernard si slacciava la cravatta e si allentava la cintura, lasciando che la camicia scivolasse giù dalle sue braccia magrissime. Sciolse i capelli chiari senza staccare lo sguardo dall’orizzonte, come se in qualche modo sapesse di essere osservato.  Anche lui dopo un po’ distolse lo sguardo e tornò a osservare la serie di numeri che aveva disseminato sulla carta lucida.
Passarono diversi minuti senza che nessuno dicesse più niente. Le grida di Froy e Asuto non lo aiutarono a distoglierlo dai suoi pensieri. Eppure, quando li sentì avvicinarsi, Shinjou alzò la testa nella loro direzione, e scoprì che il sole stava lentamente calando all’orizzonte e il cielo aveva assunto un colore violaceo.
“Il fratellone dorme!” esclamò sorpreso Froy, il pallone sottobraccio e i piedi incrostati di sabbia. Asuto era al suo fianco e anche lui osservava Bernard con fare perplesso. Fu allora che Shinjou si accorse che effettivamente l’uomo aveva preso sonno e si era accoccolato sul telo con le gambe rannicchiate al petto. “Aveva bisogno di un po’ di riposo!”
Il ridacchiare sommesso del ragazzino scacciò in un attimo ogni sua insicurezza e sorrise.
“Lasciamolo tranquillo allora,” disse, poi sfilò dalla tasca posteriore il portafogli per poi porgerlo ad Asuto. “Che ne dite di andare dalla signora Yamada a prendere dei gelati per tutti?”
“La signora Yamada?” chiese perplesso Froy.
Shinjou non fece in tempo a rispondergli che Asuto lo tirò per un braccio: “Gestisce il bar all’entrata! Dai, andiamo!” esclamò eccitato, e l’amico lo seguì senza obiezioni.
Quando furono rimasti soli Shinjou passò teneramente una mano sui capelli chiari di Bernard.
Sarebbe andato tutto bene. Di questo, si sarebbe occupato personalmente.
 
Seduti sul patio di fronte al bar della signora Yamada, i due ragazzi lasciavano dondolare le gambe abbronzate gustando il loro ghiacciolo prima di tornare dentro con un altro ordine -Shinjou aveva parlato di gelati per tutti, ma non aveva mai specificato quanti.
Il sole iniziava a specchiarsi sul mare cristallino, dipingendolo di sfumature rossastre.
“Lo sai Asuto,” disse Froy ad un certo punto, “Tuo padre è una bella persona”.
“Uh?” chiese Asuto, distogliendo per un attimo l’attenzione dallo spettacolo di fronte ai loro occhi.
“Non solo perché ci ha ospitati sull’isola,” chiarì Froy, sventolando il gelato e facendolo scontrare scherzosamente con quello di Asuto. “Ma anche perché sta aiutando mio fratello a gestire Orion”.
Il ragazzino allora gli sorrise: “Sì, hai ragione. È bello che siano rimasti amici”.
Froy a quel punto alzò le sopracciglia in un’espressione buffa, e si volse verso di lui con fare sorpreso. “Asuto, tu…?”
“Che c’è?” chiese preoccupato l’altro, “Ho detto qualcosa che non va?”
Froy rimase in silenzio per un paio di secondi, poi scosse la testa e ridacchiò.
Asuto non avrebbe mai saputo per quale motivo.

angolino di hirondelle_
Come avrete capito questa fanfiction è mooooolto self indulgent. Mi manca l'estate, le giornate in spiaggia, il gelato, avere un rapporto normale con mia sorella, le coccole, eccetera. 
E soprattutto, ci tengo che Bernard abbia la giornata di relax che si merita. 
A proposito: ho notato che né Shinjou, né Bernard, né Froy, né Asuto sono ancora tra i personaggi selezionabili. VI TIRO LE ORECCHIE, grrrrr <3
Grazie per essere arrivati fin qui!
Au revoir, 
Fay

 
   
 
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