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Autore: Black Swan    10/08/2009    6 recensioni
La vita di Aoi sta per cambiare radicalmente.
Tutte le sue certezze, tutti i suoi pilastri sono destinati ad essere scossi dalle fondamenta.
Reita lo ha già capito... e si è impegnato per farlo sapere anche all'interessato... ovviamente senza mezze misure.
E ci è riuscito così bene da togliergli il sonno...
Genere: Generale, Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Aoi, Reita
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un Nuovo Inizio

I personaggi di cui scrivo non mi appartengono e non ho contatti con loro. Non pretendo di descriverli come sono in realtà, né di descrivere situazioni realmente vissute da loro.

Quanto scrivo non è a scopo di lucro.

Le mie sono opere di fantasia e rivendico i miei diritti su esse solo in quanto sono state partorite dalla mia immaginazione.

Questo scritto contiene scene di sesso e/o erotiche, omosessuali. Se certi contenuti ti possono offendere, fammi e fatti un favore: non leggerli.

In ogni caso non perdere tempo a scrivermi lamentandoti perché ho altri problemi che meritano la mia attenzione. Arigatou!

 

 

 

 

 

Legenda:

Scritto in nero = Aoi’s PoV

Scritto in viola = Reita’s PoV

 

 

 

 

 

 

 

Un Nuovo Inizio

 

 

 

 

 

 

 

 

Mi sveglio di soprassalto in un bagno di sudore e senza fiato.

Scatto a sedere come se mi avessero preso a calci e mi porto una mano alla gola, mi aspetto di vedere rotolare il mio cuore fra le coperte da un momento all’altro e l’unica via d’uscita è quella.

Niente.

Sembra volermi scoppiare nel petto ma non si muove da lì.

Meglio.

Mi guardo intorno.

Camera di albergo a cinque stelle.

Mi scopro.

Adesso oltre che a scoppiarmi il cuore sto anche scoppiando di caldo.

Raccolgo le gambe al petto con la sola innocente intenzione di mettermi le mani nei capelli avendo un appoggio per il mento… e mi accorgo di essere eccitato.

In piena erezione.

Stendo di nuovo le gambe di scatto e rimango immobile.

Incredulo.

Con chi me la riprendo?

Ti ho sognato di nuovo.

Ho di nuovo sognato di fare l’amore con te.

E amore è una parolona.

Sono passati quattro giorni dalla più grossa cazzata della mia vita e da due mi sveglio eccitato.

A causa tua.

Mi alzo di scatto e decido per una terapia d’urto.

Mi fiondo in bagno e senza accendere neanche una luce mi infilo dentro la doccia.

Non mi tolgo i boxer, non ho il coraggio di toccarmi.

Ci manca solo che mi masturbi pensando a te, poi posso davvero scavalcare il davanzale più vicino.

L’acqua fredda mi colpisce come una mazza.

Il fiato si comprime nei polmoni e esce di botto.

Però ottengo l’effetto desiderato.

Chiudo l’acqua.

Adesso me li posso togliere.

Li getto fuori e riapro l’acqua… per farmi la doccia stavolta, tanto di dormire non se ne parla.

Io vorrei solo sapere cosa dannazione avevo in testa quando ti ho detto di sì.

Avevo puntato quella donna da un po’, come l’ho avvicinata sei apparso tu.

Ci siamo messi a giocare fra di noi come spesso accade, il fan service ci ha sempre divertito.

Io e Uruha poi ci baciamo anche sul palco!

Improvvisamente ti sei avvicinato a me e… se la vuoi, ne prendi due… questa non te la lascio Aoi-chan.

Oh, ricordo bene che ho pensato di cosa si è fatto?

Peccato che tu non ti droghi.

Cioè, anche tu? ti ho chiesto sbalordito.

Hai annuito.

D’accordo.

Non so chi dei due si è stupito per primo, se tu o io… fatto sta che hai sorriso come il peggior figlio di puttana di questo pianeta, ti sei rivolto alla donna e hai detto che ne dici di due al prezzo di uno?

Ha accettato ancora prima che tu finissi la frase.

Sgualdrina da due Yen, accidenti a lei.

Sei stato tu ad aprire le danze… non avevo mai partecipato ad un ménage à trois e mi sono subito accorto di essere in imbarazzo.

Cazzo, ci conosciamo da anni, Reita… siamo in confidenza… ma quella era intimità vera e propria.

Ho scoperto due cose essenziali quella notte: che con un bisbiglio e un’occhiata sei in grado di sciogliere anche il granito… e che nudo sei la fine del mondo.

Fatto sta che mi sono trovato a scoparmi quella donna sotto i tuoi occhi.

Divertente.

Davvero.

Il problema non è mica quello ora.

Il problema è che non riesco a togliermi dalla testa le urla di piacere di quella donna mentre era sotto di te.

I tuoi occhi fissi su di me mentre la cavalcavi.

Quel sorriso che ti ha piegato le labbra mentre lei veniva… pochi secondi prima di venire tu stesso.

Il problema è che ho desiderato essere lei.

Il problema è che mi sveglio la notte eccitato come un adolescente.

Il problema è che ti vorrei qui adesso.

 

Scendi per colazione in uno stato prossimo al coma.

Eppure ti ho visto salire da solo in camera, cosa abbastanza strana, visto che è la terza sera di seguito.

Non è merito di una notte di sesso.

Aoi, cosa dannazione hai?

E’ da quando abbiamo condiviso quella donna che non mi guardi in faccia.

Maledizione.

Ti ho proposto quella follia in un momento di… non lo so neanche io… per metterti alla prova, forse. Tanto mi dice di no, mi sono detto… invece mi hai detto di sì, e senza pensarci due volte.

E’ un piacere essere contraddetti da te.

Per la tizia è stata la nottata della sua vita, ma io sono stato con lei pensando a te… che eri lì, e non credo di averlo nascosto.

Tant’è vero che mica ho guardato lei.

Sono bisessuale da cinque anni ormai, in pochi lo sanno e chi lo sa se lo tiene gelosamente per sé.

Non ho assolutamente problemi con ciò che sono… diciamo che non mi precludo a priori nessuna strada, ma per ciò che mi riguarda sono riservato e chi mi conosce a tal punto da sapere il mio orientamento sessuale, lo sa.

Come sa che se ci vuole tutta una vita per conquistarsi la mia fiducia, un battito di ciglia è un lasso di tempo più che sufficiente per perderla.

Neanche tu, Kai e Ruki sapete della mia bisessualità ancora.

Non che non mi fidi di voi… ancora non c’è stata occasione di parlarne. E non è una battuta, è la verità: ci conosciamo da molto tempo e quando ci siamo conosciuti ero decisamente eterosessuale… non mi avete mai visto con un uomo, quindi è ragionevole la vostra convinzione che lo sia ancora.

Come già accennato, sono riservato… un po’ meno con le donne, lo riconosco.

Da qualche mese ti sto studiando.

Tu ancora non lo sai… ma ho colto dei segnali molto chiari in te.

Segnali che tu neanche immagini di inviare… e non sto parlando del fan service con Uruha.

La sessualità è una cosa buffa. Non hai nessun controllo su di lei.

Puoi anche non accorgerti subito che qualcosa è cambiato se non ti capita il giusto stimolo.

Forse non sei gay Aoi, ma sicuro sei bisessuale.

E io ho deciso di essere il tuo giusto stimolo.

Mi alzo dalla poltroncina.

 

Sarebbe bello sparire dalla faccia della Terra.

Puff! E ciao problemi.

Invece la prima cosa che vedo appena entro nella saletta sei proprio tu.

Che fra l’altro mi stai guardando perplesso.

Ci sono attimi di… non so, credo che il tempo si sia fermato. Sei lì, a guardarmi e io sono qui, in piedi, e non riesco a toglierti gli occhi di dosso.

Ti alzi dalla poltroncina dove stavi leggendo una rivista e ti avvicini.

Continuo a fissarti immobile.

Mi chiedo: c’è il rischio reale che ti salti addosso davanti a tutti?

Il pensiero mi atterrisce.

L’immagine di quel corpo che si contorce sotto di te è un flash.

Non riesco ad impedire ai miei occhi di guardarti, mentre ti avvicini.

Il modo fluido in cui metti un passo dietro l’altro, quasi sembra che non tocchi il terreno, l’oscillare delle braccia intorno al tuo corpo…

Ieri mi sono accorto che hai delle bellissime mani. Sono rimasto ipnotizzato a guardarle mentre studiavi la nuova catenina di Uruha rigirandola dolcemente fra le dita.

Perché mi accorgo solo ora di quanto tu sia realmente bello?

Perché mi manca il respiro quando ti penso?

Sei ormai a meno di mezzo metro da me e indietreggio, o se non altro ci provo, perché tu sei un fulmine ad afferrarmi un braccio e a tirarmi verso di te, «Aoi, che hai?» chiedi preoccupato.

Sto per mettermi a piangere, lo so lo sento.

Non dormo da due giorni e ho fantasie erotiche su uno dei miei migliori amici.

Sono allo stremo.

Ho lo strano impulso suicida di appoggiarmi a te, nascondere il viso contro il tuo collo e… e…

«Niente» risponde la mia voce.

Spaventa anche me.

E’ roca.

Per tutti gli dei E’ ROCA!!!!

Mi guardi. Mi stai fissando come se volessi farmi una radiografia.

Ti volti verso Kai che, giustamente povero leader mio, ci sta guardando con due punti interrogativi al posto degli occhi.

«Lo riporto in camera sua, ha la febbre» dici tranquillo. «Oggi non abbiamo impegni, vero?»

Kai scuote la testa, «Solo una visita guidata della città.»

«Bene, io e Aoi-chan la evitiamo. Spargi la voce. A stasera.»

Kai annuisce e si avvia al tavolo.

La tua stretta al mio braccio si serra e mi guidi verso l’ascensore.

Restare solo con te????

… In camera???????

Mi guardo intorno alla disperata ricerca di una via d’uscita che mi si presenta sottoforma di Ruki.

«Dove andate??» chiede allegro come sempre.

Quanto gli voglio bene!!! Nanerottolo del mio cuore!!!

Apro bocca per dirgli di seguirci, magari!

Sicuramente questa città è orrenda, gli conviene rimanere con noi… per come si sono messe le cose si divertirà come un matto mentre io esco definitivamente di testa!!

«Riporto Aoi in camera, ha la febbre. Io e lui restiamo in albergo Rukun» dici tu. «Avverti anche Urupon per favore?»

Resto con la bocca aperta mentre Ruki annuisce raggiante e mi fa ciao ciao con la manina. «Riguardati Aoi-chan, ormai hai una certa età, domani partiamo per la prossima tappa e ci servi tutto d’un pezzo!!»

Neanche riesco ad incazzarmi per l’infima battuta sui miei splendidi trent’anni.

Sei un incantatore di serpenti, accidenti a te.

Possibile che nessuno si accorga che NON HO LA FEBBRE?????

Arriviamo all’ascensore e mi ci ficchi dentro quasi facendomi inciampare sui miei stessi piedi, seguendomi a ruota. «A che piano stai?» chiedi cordiale.

«Quindic…» comincio in un bisbiglio strozzato. «Quindicesimo» ripeto più deciso.

E che cazzo, sono il chitarrista dei The GazettE, non un timido liceale davanti al professore!!!

 

Dovrei prenderti a mazzate… e non è escluso che lo faccia davvero.

Dopo.

Ma dovrei dartene tante eh…

Se i trent’anni rincoglioniscono così, per favore sparatemi il 26 maggio del 2011 e risparmiatemi questa fine indegna!

Faccio fuori anche Ruki.

Spero per Uruha che non incroci la mia strada adesso, gli voglio bene, è il mio migliore amico, ma potrei uccidere.

Ti lancio dentro l’ascensore facendoti quasi finire disteso in terra ed entro anche io chiudendo subito le porte, «A che piano stai?» ti chiedo con una cordialità che è ben lungi dall’essere mia.

Lo so benissimo.

Devo avere la prova del nove, Aoi, la certezza di aver letto bene nei tuoi occhi la risposta al mio Aoi, che hai? dopo di che, appena arrivati in camera tua…

«Quindic…» cominci in un pigolio, poi ti devi ricordare che sei il chitarrista dei The GazettE non un liceale qualsiasi, quindi diventi deciso, sollevi il mento quasi con sfida e… stabilisci di aver dormito al quindicesimo piano.

… ti prendo e ti appiccico al muro.

Adesso devo solo arrivare in quella camera, Aoi.

Saliamo in silenzio.

Non sai dove guardare.

Che grandissimo imbecille sono stato.

Come ho fatto a non arrivarci?

Sono riuscito esattamente nell’intento… anche troppo bene.

Ti sei reso conto di essere attratto da me, ma la cosa ti ha mandato in tilt.

Più che prenderti a mazzate dovrei chiederti scusa, tesoro.

Ancora non ho deciso.

Lancio un’occhiata al pannello dell’ascensore… ho circa quattro piani per decidermi.

Per prima cosa, ti appiccico al muro… poi vedremo.

Anzi no… posso fare di meglio.

 

Ti seguo come in trance.

Mi hai preso per mano ancora prima di uscire dall’ascensore e mi stai trascinando verso la porta di camera mia.

C’è qualcosa che non mi quadra.

Non sapevi il piano ma sai il numero della camera?

Arrivi alla porta e la apri… ma la scheda magnetica dove l’hai trovata??

La mano libera arriva alla tasca dove l’avevo messa e… è vuota!!!

Per la miseria, hai un futuro come borseggiatore!!!

Poi sento una vampata di calore al pensiero che la tua mano sia arrivata così vicina a… a… cazzo!

Ecco, appunto.

Ci vuole stile nella vita.

Apri la porta, mi spingi dentro, ti vedo prendere il cartoncino Non Disturbare dalla maniglia e spostarlo in quella esterna.

Co-cosa significa esattamente? Ti dava fastidio da questa parte?

«Rei… io… io non ho la febbre…»

Oh ma che frase intelligente.

Chiudi la porta con un tonfo secco.

Ti volti verso di me, lanci alla cieca la scheda magnetica sopra il mobiletto… e lo centri in pieno.

Rimango a fissarla senza parole.

Io neanche se do appuntamento al mobiletto riuscirei a fare una cosa sim…

E’ un attimo.

Sento la tua mano sulla mia guancia.

E’ calda.

Cerchi di spostare il mio viso verso di te… resisto… no, ti prego… no… no…

Le mani diventano due e coprono tutte e due le guance di cui dispongo in questa vita… che diventano incandescenti.

Mi stai toccando.

Mi trovo a guardare nei tuoi occhi.

«Ti ripeto la domanda Aoi…» soffi a pochi centimetri dal mio viso «che hai?»

Eh, ciao.

Credo che sto per avere un infarto.

«Se… se te lo dico non ci credi…»

«E tu provaci.»

Deglutisco più rumorosamente del dovuto.

Apro bocca e la richiudo.

Ok, ricominciamo tutto da capo.

Adesso capisco quelle povere disgraziate della produzione che quando lo vedono cominciano a balbettare come delle dementi.

Mi lasci andare.

«A quanto pare mi sono sbagliato… non sei pronto.»

«Pro-pronto?»

Mi fissi per qualche secondo con gli occhi ridotti a due fessure.

Sbuffi e ti giri verso la porta, «Sì, mi sono decisamente sbagliato. Meglio la visita guidata.»

Non so come va esattamente, so solo che il mio corpo, le mie mani e la mia bocca non sono affatto d’accordo che tu partecipi a quella dannata visita guidata.

So solo che ti ho praticamente preso di peso e ti ho appiccicato al muro.

So che ti ho baciato.

So… che mi sono innamorato di te, Reita.

E questo pensiero non mi fa più paura della prospettiva di vederti andare via… quindi lasciarti andare adesso è molto più grave dell’essermi innamorato di uno dei miei migliori amici.

Che bella scoperta da fare a trent’anni.

 

Sono seriamente incazzato con te.

Seriamente.

Sto facendo una fatica mostruosa per trattenermi dal baciarti.

«Se… se te lo dico non ci credi…» mormori.

Buon inizio. Se lo dici comincerai a crederci anche tu.

«E tu provaci.»

Deglutisci, apri la bocca e la richiudi.

Tutto qui.

Ti lascio andare.

«A quanto pare mi sono sbagliato… non sei pronto.»

Mi guardi confuso. «Pro-pronto?»

Ti guardo. Non riesco a credere che debba davvero rinunciare a te.

Possibile che mi sia sbagliato fino a questo punto?

Maledizione.

Sbuffo non so neanche io perché e decido che è meglio che me ne vada.

Mi giro verso la porta che ho appena chiuso e… «Sì, mi sono decisamente sbagliato. Meglio la visita guidata.»

Devo aver finalmente toccato il nervo giusto.

Sei tu che appiccichi me al muro e mi baci.

Serro la stretta intorno a te facendoti aderire a me.

Benché il tuo sapore mi dia alla testa, io sono pronto. Da mesi.

Prendo le redini della situazione e inverto le posizioni appoggiandoti contro il muro.

La tua bocca non accenna a staccarsi dalla mia, le tue mani sono diligentemente appoggiate sui miei fianchi.

Ti ostini a fare il timido.

Sono io a forzare la tua bocca, ma il fatto che il tuo bacino prema contro il mio mi suggerisce che non è stata una mossa azzardata.

Ci stacchiamo per prendere aria.

Mi fissi sbalordito. «Non… non posso credere che l’ho fatto davvero…» bisbigli.

«Ti vuoi fermare?»

Ti passi la lingua sulle labbra.

Mi stai fissando… sembri scavare dentro i miei occhi alla ricerca di qualcosa.

«Lo… lo hai fatto apposta, vero?»

«Cosa? Riportarti qui?»

Scuoti la testa, «Coinvolgermi in quel ménage à trois quattro giorni fa.»

Sei dannatamente indifeso adesso.

Com’è che mi accorgo solo adesso che hai gli occhi di un bambino?

Dei del cielo, quanto sei bello…

Ti sposto i capelli dal viso con un gesto della mano.

«Non sono stato con quella donna, quattro giorni fa.»

Sospiri.

Chiudi gli occhi e ti appoggi a me, il tuo viso si incunea contro il mio collo e mi abbracci.

Stretto.

Mi prendi alla sprovvista, Aoi… si contano sulle dita di una mano le persone in grado di farlo, e avanza spazio.

Cominci a tempestarmi il collo di piccoli baci.

Sussulto.

Non me lo aspettavo.

«Non voglio fermarmi… ma ho paura. Sono gay, Rei?»

Affondo una mano fra i tuoi capelli e li accarezzo.

«Questo dovrai scoprirlo tu. Io sono bisessuale.»

«Non mi sono accorto di niente…»

«Che ne dica la gente, non siamo fosforescenti, sai?»

Ridi.

«Non mi farai male, vero?» chiedi improvvisamente.

Aoi, stai cercando di far volare un asino di ferro…

 

«E’ la prima volta che stai con un uomo, vero?»

E lo chiedi anche?

«Sì…»

«Sentirai male, Aoi. E’ inevitabile. Posso solo prometterti che farò il più piano possibile.»

Ci si sta proprio comodi su questo collo.

Sto per aprire bocca, voglio solo ringraziarti per essere totalmente onesto con me, quando…

«Possiamo fare il contrario, se ti fa sentire più tranquillo.»

Se mi avessi preso a calci non avrei avuto la stessa reazione.

Ho l’impressione che una scossa elettrica mi attraversi il corpo e mi stacco di riflesso da te.

«No!!» esplodo «Ti farei troppo male! Non so neanche da dove cominciare, figurati se sarei delicato!!»

Sento le guance diventare incandescenti.

«Ne stiamo veramente parlando?» chiedo senza crederci… voglio tornare esattamente dov’ero prima.

Lì, sulla curva del tuo collo che si poggia sulla spalla.

Ci provo, ma tu mi blocchi e la tua bocca torna sulla mia.

Stavolta è diverso…

Mi stai baciando… sul serio.

Mi abbandono fra le tue braccia.

Ti voglio.

Ti voglio.

Il solo pensiero che eri pronto a… a metterti nelle mie mani mi esalta e mi… mi…

La tua mano sotto la maglietta mi blocca il respiro.

«Toccami Aoi…» bisbigli.

Le mie mani ti danno retta e in pochi attimi la mia maglietta non c’è più.

Magia.

Goffamente ti sfilo la tua.

Ok, ci prenderò la mano d’accordo?

Cazzo, si tratta di ricominciare tutto da capo a trent’anni suonati, mica scherzi.

«A cosa stai pensando con quel broncio?» ti informi divertito.

«Niente.»

«Aoi-chan, non mentirmi. E peggio che mai non cercare di nascondermi qualcosa in momenti come questi. A cosa stai pensando?»

Sai essere molto convincente…

Sei bisessuale.

Come cazzo ho fatto a non accorgermi di qualcosa prima?

«Che sono goffo. Mi sento goffo… ed è una sensazione nuova per me, senza falsa modestia, ok? Ma ci prenderò la mano. In fondo sto ricominciando tutto da capo a trent’anni suonati.»

 

Lo so che non stai parlando con falsa modestia, Aoi. Sono sette anni che ti ho sotto il naso.

Riesci ad essere elegante anche quando fai il deficiente.

Sorrido.

Te lo dico. Omettendo la parte del deficiente.

Arrossisci e abbassi lo sguardo. «Grazie per essertene accorto…» bisbigli.

Per certe cose sei peggio di una donna.

Aggiungo anche la parte del deficiente e i tuoi occhi mandano lampi, «Stronzo!» mi apostrofi da vero signore.

Ti separo dal muro e ti trascino verso il letto.

Mi lasci fare, le tue braccia scivolano intorno al mio collo.

Le nostre bocche si cercano e si trovano.

Ti stai sciogliendo, lo sento.

Ti poso sul letto e ti seguo.

Le tue mani scivolano dietro la mia testa e sento che stai sciogliendo la fascetta.

Me la togli e la getti lontano.

Mi prendi il viso fra le mani e mi tiri verso di te per baciarmi.

«Una seconda prima volta…» mormori.

«Un nuovo inizio…» bisbiglio in risposta.

Sorridi, poi torni serio. «Rei… e se mi innamorassi di te?»

Hai deciso di prenderla da lontano.

«Beh, credo che almeno a Kai, Ruki e Uruha saremmo costretti a dire tutto. Se non altro per evitare di nasconderci per un semplice bacio.»

Le nostre bocche sono a pochi centimetri, ma tu mi fissi negli occhi. «Siamo… amici?» chiedi.

«Da adesso siamo molto di più.»

«Io mi sono innamorato di te, Reita.»

Oh, finalmente.

«Pensi davvero che sarei arrivato a dividerti con quella lì se non lo fossi anche io? Dovevi capirlo vivendolo.»

Sbuffi infastidito, «Non credo mi sia piaciuto vederti fare l’amore con lei.»

«Non ho fatto l’amore con lei.»

Mi guardi imbronciato, che considerando la situazione è a dir poco esilarante.

Non riesci a portarmi dove vuoi, vero piccolo?

Sei a caccia di sicurezze, ma per averle devi farmi le domande giuste.

«Non sei geloso? Io lo sono» metti in chiaro.

«Non eri il mio ragazzo quando sei stato con quella lì... e comunque, se ti fosse sfuggito, ti ho tenuto sotto stretto controllo.»

Sorridi malizioso, «E’ un sì?»

Ci metti poco a recuperare la tua proverbiale sicurezza…

«Sì, sono geloso…»

«Posso continuare a fare fan service con Uruha?»

Fingo di pensarci su per qualche secondo.

«Non ti azzardare ad usare la lingua con lui.»

Sorridi raggiante, «Affare fatto. Quindi siamo d’accordo anche su quell’altro aspetto della situazione…»

«Quale aspetto?»

«Fino a quando stiamo insieme, non ci sarà nessun altro.»

Sorrido divertito, «La fedeltà funziona così anche nelle coppie omosessuali» asserisco.

Ti sforzi di rimanere serio, ma scoppi a ridere.

Sei bellissimo…

Finalmente portiamo a termine questo bacio il cui avvicinamento è iniziato dieci minuti fa.

Ti sento arrenderti completamente sotto di me… ti ho tranquillizzato.

Comincio a spogliarti e tu mi rendi il favore.

So che questo è davvero un nuovo inizio.

E non solo per noi.

Kai, Ruki e Uruha domani avranno una bella sorpresa…

 

 

 

______________________________________________

 

NOTE:

 

Aaaahhhhh direi che ormai ho preso il via… fra shonen-ai e yaoi chi mi ferma più?

 

Ho avuto l’idea e l’ho sviluppata, ovviamente con il solito ferreo controllo che contraddistingue i miei scritti… zero.

   
 
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