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Autore: Selva oscura    07/05/2020    1 recensioni
La promessa della giovane Kagome, del clan dei Inuyokai, è stata udita da tutti: il fidanzamento con Sesshomaru del clan dei Dayokai è ufficiale. Ma quando, anni dopo il giovane demone bianco torna dalla guerra, l' alleanza tre le due famiglie è finita e il matrimonio non può più avvenire. La bella Kagome dovrà prendere la decisione più difficile della sua vita: scegliere tra la lealtà alla sua famiglia e l'amore per un nemico. Anche se... non tutto è come sembra.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Inuyasha/Kikyo, Kagome/Sesshoumaru
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Il tenue rosa tingeva ormai il cielo blu notte, la luna e lo splendore delle stelle cedevano il posto al loro fratello sole.
Un grido di battaglia squarciò quell’attimo incantato. Fuoco, zoccoli di cavalleria infuriavano in un piccolo villaggio ai confini della terra del nord.
****
Kagome stava sognando. Era circondata da un coro di voci maschili. Gli uomini stavano urlando, o almeno così le sembrava. Poi alle voci si unì il clangore metallico delle spade e delle armature. A ridestarla completamente dal suo sonno fu l'eco pesante degli stivali dei soldati che sbattevano sui pavimenti di pietra del maniero. Balzò di scatto giù dal letto, facendo scivolare a terra le candide lenzuola cucite da Sango e corse ad affacciarsi alla finestra.
Il cortile straripava di gente del suo clan. Persino da dove si trovava, a parecchi metri d’altezza dal suolo, riusciva a distinguere perfettamente il tono urgente e rabbioso delle loro voci. Fu assalita da un orribile presentimento. Continuando a guardare, vide Inuyasha, armato di tutto punto, montare a cavallo e lanciarsi al galoppo fuori dal castello, seguito da una trentina d’uomini.
“ Kami del ciel “ pensò “ La guerra è iniziata . “
A voce alta pregò : << Vi supplico, miei Dei, fate che non siano stati i No Taisho a cominciare. >>
Attraversò di corsa la stanza, prendendo immediatamente a tempestare di pugni la pesante porta di quercia. Continuò fino a farsi dolere le mani, ma nessuno rispose ai suoi richiami. Con un grido di frustrazione, tornò ad affacciarsi alla finestra, perlustrando la folla con lo sguardo alla ricerca di suo cugino Shippo; che agiva in veste di luogotenente di suo fratello Inuyasha, portava sempre con sé un mazzo di chiavi in grado di aprire tutte le porte del maniero.
Ricominciò a battere i pugni sull’uscio. Finalmente sentì girare la chiave nella toppa. Senza respiro per il sollievo, indietreggiò per permettere al suo liberatore di aprire la porta. Scioccata, si trovò di fronte il suo tutore Sinxay. << I No Taisho hanno attaccato uno dei villaggi, al confine con le loro terre! >> le annunciò tetramente << Quattro dei nostri soldati sono morti e altri dodici sono rimasti feriti. E pochi sopravvissuti. >>
<< Siete sicuro che siano stati i No Taisho? >> gli chiese lei. Ma si pentì immediatamente della domanda non appena vide il volto del suo tutore storcersi per la rabbia.
<< Si! La nostra gente ne è sicura. >> Le grandi mani di Sinxay erano scosse da un tremito violento, come se l’uomo stesse cercando di trattenersi dal colpire qualcosa. << Gli aggressori indossavano i plaid dei No Taisho. Una donna, inoltre , ha sentito uno di loro chiamare uno dei compagni di Sesshomaru mentre la stavano violentando. E pensare che ho cresciuto quel demonio come un figlio! E che vostro padre era arrivato addirittura al punto di… >> S'interruppe bruscamente, le mascelle rigidamente contratte. << Avresti dovuto sposare Naraku >> continuò. << Tutto questo non sarebbe accaduto se ci fossimo alleati con lui. I No Taisho non avrebbero mai osato attaccarci. >>
“ Non ci credo! “, avrebbe voluto gridare lei, ma sapeva già che il suo sarebbe stato fiato sprecato. Il suo tutore ormai era convinto che i colpevoli di quell’eccidio fossero gli uomini di Sesshomaru, e niente, fuorché delle solide prove, avrebbero potuto fargli cambiare idea. Ma non se la sentiva di condannarlo, non del tutto, almeno, visto che anche lei continuava a essere assillata dai dubbi. Non poteva, non “ voleva “ credere che il suo Sesshomaru si fosse macchiato di un crimine così orribile. Ma Inu? Di lui non era altrettanto sicura.
<< C’è bisogno di te. >> la informò rigidamente Sinxay.
Lei annuì. << Mi fermerò alle cucine strada facendo, a prendere le erbe che servono. I bambini… >>
<< Uno è ferito, gli altri dispersi. Il figlio di Myoga la pulce è stato ferito dallo zoccolo del cavallo. È vivo per miracolo. Spero che non perda l'uso delle gambe. >>
Kagome stentava a dominare la rabbia. Piccolo Myoga aveva solo sette anni. Portava lo stesso nome del padre, che da ragazzo , dopo aver vinto tutte le gare di velocità a cui aveva partecipato era stato soprannominato “ Myoga la Saetta “. In seguito era divenuto Il Messaggero del clan. Il fatto che il figlio sembrasse aver ereditato la sua stessa agilità, aveva portato naturalmente i demoni Dayokai a credere che avrebbe preso il posto del padre.
<< Milord. >> chiamò Kagome, Sinxay si arrestò in cima alle scale, ma non si voltò. << E Myoga? Lui sta bene? >> chiese la ragazza.
<< Manca anche lui all’appello. >> la informò voltandosi indietro a guardarla da sopra la spalla con occhi accusatori. Poi si girò di nuovo e se ne andò.
****
Ma che diavolo era successo? C’era qualcosa di strano, di molto strano. Era tutto diverso dall’ultima volta che Miroku era stato lì. Niente sorrisi, niente risate, niente saluti allegri da parte degli ubriachi, ma solo parole d’odio e di vendetta. Sul maniero gravava un’atmosfera tetra, pesante, che conosceva fin troppo bene.
Fece arrestare il cavallo davanti alle scuderie e smontò a terra. Si aspettava di essere riconosciuto. Anche se quel giorno indossava il plaid del suo clan, completamente diverso da quello dei No Taisho, sapeva che in genere bastavano le sue notevoli fattezze a renderlo indimenticabile. Comunque si sentiva tranquillo. Nessuno avrebbe potuto collegarlo alla scomparsa della sorella minore della signora del castello, e soprattutto nessuno si era accorto che si era infiltrato, il mese precedente.
Dato che i mozzi di stalla erano già tutti impegnati, decise di occuparsi personalmente del suo cavallo. Dopo avergli dato una bella strigliata, gli passò una generosa razione d’avena, rimanendo lì ad ascoltare i discorsi della gente che chiacchierava attorno a lui. Quando se ne andò, la sua stima nei confronti della ragazza di Sesshomaru era cresciuta. Imprigionata da quasi un mese in camera sua; irremovibile nel suo rifiuto di sposare Naraku, risoluta a non rivelare il nascondiglio della sorella. E adesso liberata esclusivamente per potersi prendere cura della sua gente, stava facendo un ottimo lavoro. Era una demonessa speciale.
Ma quelle non erano le uniche informazioni che Miroku era riuscito a raggranellare. Aveva sentito dire dell’altro, delle cose che gli avevano fatto ribollire il sangue nelle vene dalla rabbia. Che i No Taisho avevano razziato il bestiame di quella gente, bruciato le loro capanne, stuprato le loro donne, uccidendo e ferendo innocenti, compreso un bambino chiamato Piccolo Myoga. Che i cavalieri Dayokai si stavano preparando a dare la caccia “ a quella feccia immonda e vigliacca “.
Andò in cerca di Sango, sperando che almeno lei non si fosse lasciata contagiare dall’odio e dal rancore che si respiravano nelle scuderie e sui bastioni del castello. Muovendosi cautamente, fermò un ragazzino che stava portando dentro dell’acqua e gli chiese notizie della donna.
<< È con i feriti, assieme a Milady. >> rispose il ragazzo.
<< Potresti dirle che c’è qualcuno che desidera vederla? >> chiese Miroku cercando di darsi un contegno non degno di lui.
<< E chi sarebbe? >> rispose il ragazzo guardandolo rispettosamente.
<< Un ammiratore! >> gli spiegò Miroku .
Il ragazzo sbuffò << Allora potete anche andarvene subito! Sango non ha davvero tempo da perdere coi cascamorti. >>
<< Probabilmente hai ragione. Comunque le porterai lo stesso il messaggio? >> chiese ancora Miroku sentendo crescere in lui una sorta di speranza << Si, ma temo che ci metterà un po’ ad arrivare. Sapete, è molto occupata. Quei maledetti No Taisho… >>
<< Ho notato che state svelando i cavalli. >> osservò il guerriero con tono grave.
<< Si Lord Inuyasha se n’è andato ore fa, e gli altri si stanno prendendo a seguirlo. >> affermò il ragazzo pensoso prima di sparire all’interno della struttura.
Miroku dovette attendere per un’ora prima che Sango si decidesse a farsi vedere. Finalmente, la donna si affacciò sulla porta. Rimase lì ferma con le mani posate sui fianchi, a perlustrare il cortile con lo sguardo. Non appena lo ebbe individuato, corse da lui. Con un movimento elaborato del braccio, Miroku si tolse galantemente il berretto. Ufficialmente era dai Dayokai per avere notizie di Kagome, ma in realtà era solo una scusa.
Ma né lo sguardo di lei, né le parole che gli rivolse furono di benvenuto.
<< Andate via! >> gli disse malamente << Non farete che causare altri guai, restando. >>
<< Ho sentito dire che i No Taisho hanno bruciato uno dei vostri villaggi. Non è vero! >> esordì lui.
<< Però gli aggressori indossavano i loro plaid. >> insistette caparbiamente lei << E qualcuno li ha sentiti pronunciare il nome del vostro capo. >>
<< Sesshomaru non c’entra, ve lo giuro. Sta facendo il possibile per cercare di calmare suo padre, di riportarlo alla ragione. E vi assicuro che non è un compito facile, visto che l’attuale padrone non fa che calunniarlo. >> spiegò Miroku con enfasi.
Sango lo studiò per qualche istante con aria sospettosa. Alla fine, ammise quasi a malincuore: << Quel che dite è abbastanza vero. Il vecchio Sinxay non fa altro che ripetere a tutti che Inu No Taisho è un’assassino . >>
<< Sesshomaru mi ha mandato a chiedere come sta la sua Signora… >>
<< Bah… Non mangia a sufficienza, e poi si preoccupa troppo. Ha già subito molte pressioni, e immagino che adesso il suo tutore insisterà ancora di più affinché sposi Naraku. I Shikon non possono combattere i No Taisho da soli. >> rispose con un velo di preoccupazione.
<< Perché non scappa? >> chiese ancora, per lui le donne di questo clan erano un’assoluto mistero.
<< Non lo farebbe mai, nemmeno se potesse. È convinta che scoppierebbe una guerra, se lo facesse! >>
Miroku scosse la testa. << Temo che non ci sia più il modo di evitarla comunque, ormai. >>
<< Le parlerò, le dirò che siete venuto. Ma adesso andatevene. È troppo pericoloso. >> disse Sango incamminandosi verso la casa anonima.
<< Avete detto che la tengono rinchiusa? >> domandò come aver conferma delle parole dette poc’anzi << E chi ha le chiavi della sua stanza? >> continuò a domandare non appena Sango annuì con la testa.
<< Shippo, è il capitano della guardia. >> rispose la ragazza mordendosi le labbra.! << E adesso è meglio che ve ne andate, state mettendo in pericolo Lady Kagome e voi stesso. Andate prima che i cancelli vengano chiusi per la notte. >> lo pregò lei .
“ E così Sango si preoccupava per lui? “ pensò Miroku, era talmente felice che rispose senza riflettere: << Come volete, tesoro. >>
Vide gli occhi scuri di lei spalancarsi per la sorpresa. Lui stesso era sbalordito dall’audacia delle sue parole. Era sempre stato un libertino, ma mai era stato così audace con una donna, di solito preferiva chiedergli di farci un figlio. Ma con Sango era diverso… gli sembrava di conoscerla da sempre.

Note Autrice: Ormai è passato più di un anno che non scrivo. E questo capitolo era in revisione da chissà quanto tempo. Ho ricevuto moltissime richieste di continuare le storie che sto scrivendo, e ahimé non posso soddisfare tutti insieme, ma una storia per volta ci prometto che aggiornerò tutto. Un kiss da Selva oscura
   
 
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