Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: RLandH    08/05/2020    2 recensioni
Il titolo in carattere gigante – era sempre stato così gigantesco? Sembrava enorme quel giorno – “L’Eroe del Mondo Magico si sposa!”.
Come da tradizione Harry e Ginny avevano pubblicato le partecipazioni sul giornale, più per rendere contenti i suoi futuri suoceri, che per reale interesse suo e della sposa. Avevano scelto Il Cavillo – per Luna – solo che quando il ministro Shacklebolt l’aveva scoperto aveva insistito – in realtà Hermione si era confidata nel dirgli che non era stata proprio un’idea del ministro ma di una serie di machiavellici funzionari – che le partecipazioni venissero pubblicate anche sulla Gazzetta del Profeta. Senza dimenticare che una serie di tortuose situazioni, non meglio identificate, avevano trasformato il piccolo matrimonio intimo che Harry aveva pensato di consumare con Ginny, in uno un po’ più grande.
Maestoso.

Una raccolta in ordine non sequenziale degli eventi che hanno portato al matrimonio più sospirato dell’intera comunità magica. Nonostante la sempre più vana speranza di Harry Potter di poter vivere quel così delicato momento in intimità.
Tra parenti, report e gruppi sovversivi, anche un matrimonio può essere una discreta avventura.
Genere: Commedia, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Angelina/George, Draco/Astoria, Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Più contesti
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Era una vita che volevo scrivere una fanfiction su Harry Potter, così mi sono detto: proviamoci. Solo che ho deciso, invece, di scrivere una storia standard, di organizzarla in maniera non-consequenziale dal punto di vista temporale (strettamente legato alla questione GRASSO GROSSO matrimonio).
Come inizio non ero molto convinta, ma alla fine, ho deciso ugualmente di cominciare così.
Comunque premessa necessaria: questa storia non include nel suo canone, almeno non completamente, le vicende della Maledizione dell’Erede (In realtà la questione è solo su Astoria Greengrass, sono stata molto contenta di come somigliasse agli HC che avevo su di lei) e potrebbe anche variare in qualche modo dal canone (come in realtà la presenza di un certo personaggio di cui nel canone, non sappiamo nulla e cui giustificare l’assenza è stato difficile).
Finite queste premesse, spero leggerete.
Un bacio
RLandH

 

The Ceremony

Una vecchia strega

Era una giornata tranquilla alla Tana, secondo Harry, ovviamente se si sforzava di evitare la Gazzetta del Profeta, qualcosa che proprio non riusciva a fare.
Era lì.
Proprio accanto a lui.
Anche il fascicolo che stava studiando del caso che gli era stato assegnato risultava meno interessante … rispetto la Gazzetta.
“Harry, caro, è domenica” aveva detto subito Molly, sbucando nel suo campo di vista per strappare letteralmente i fascicoli dalle sue mani, “Oggi non ci serve che lavori. Questa sera le cose saranno esattamente uguali” aveva cercato di ammorbidirlo.
“Adesso aiutami ad apparecchiare la tavola, tra poco saranno tutti qui” aveva detto la donna, prima di chiamare come una cornacchia tutti i figli in casa a raccolta.
L’unico che sarebbe mancato era Charlie, in Romania – e Fred.
Ginny era scivolata di corsa dalle scale, aveva i capelli rossi ancora umidi dalla doccia, ma cominciavano i primi caldi della stagione, che si sarebbero asciugati probabilmente alla luce del sole ed aveva un occhio pesto.
Sarebbe bastato un colpo di bacchetta, neanche di un guaritore o medimago, o un goccio di pozione corroborante, per far sparire l’ematoma, ma Ginny sembrava abbastanza contenta di averlo, nonostante l’occhio fosse un po’ gonfio.
Era colpa di un bolide che l’aveva presa in piena faccia nella partita che aveva giocato venerdì sera.
Harry si era alzato dal divano appena in tempo per beccare uno schiocco sulle labbra, “Magiomo fuori oggi, c’è il sole” aveva detto Fleur immediatamente, osservando il tempo fuori dalla finestra, nonostante fossero anni che viveva in Inghilterra non si era ancora abituata al clima. E ne il suo accento si era fatto meno marcato.
Suo marito era in giardino con Arthur e la piccola Victoire, stavano facendo qualcosa di vagamente illegale, come modificare un trenino babbano, ma nessuno ne avrebbe fatto parola al ministero.
“Si, si potrebbe fare” aveva valutato la signora Weasley, concordando con sua cognata.
Percy ed Hermione erano scesi dalle scale in quel momento, ancora intenti in una discussione a proposito di qualcosa legato al lavoro ministeriale, un comma ventidue in piena regola che stava facendo impazzire entrambi[1]. Però erano ambedue vestiti, lindi e pinti, sistemati per bene, come se avessero dovuto andare al ministero anche quella domenica, invece che il pranzo tipico di famiglia.
Ginny aveva spostato gli occhi dalla madre, per lanciarli sul divano, sulla gazzetta.
“Sono uscite?” aveva chiesto poi.
“Si” aveva ammesso Harry, sconfitto.
Molly aveva captato quello scambio di parole con orecchie drittissime, “Sono uscite?” aveva chiesto, rubando letteralmente il giornale dalle mani di sua figlia.
In prima pagina in due foto in bianco e nero, della stressa grandezza, erano affiancate due immagini di lui e Ginny.
Quella di Harry veniva da una conferenza a cui aveva dovuto parlare a proposito della Riforma dell’Insegnamento delle Arti Oscure – ed Harry non aveva ancora idea del perché lo avessero interpellato – in cui pareva un ragazzetto occhialuto e nervoso, visto che il suo se immortalato continuava ad aggiustarsi gli occhiali, come fosse un tic. Invece che il rispettato Auror di ventidue anni che era, o almeno che voleva apparire. La foto di Ginny invece era molto meglio riuscita, con il suo viso sorridente e sicuro verso l’obbiettivo, come nel suo caso era un mezzo busto, ed era possibile riconoscere l’uniforme delle Harpies.
Il titolo in carattere gigante – era sempre stato così gigantesco? Sembrava enorme quel giorno – “L’Eroe del Mondo Magico si sposa!”.
Come da tradizione Harry e Ginny avevano pubblicato le partecipazioni sul giornale, più per rendere contenti i suoi futuri suoceri, che per reale interesse suo e della sposa. Avevano scelto Il Cavillo – per Luna – solo che quando il ministro Shacklebolt l’aveva scoperto aveva insistito – in realtà Hermione si era confidata nel dirgli che non era stata proprio un’idea del ministro ma di una serie di machiavellici funzionari – che le partecipazioni venissero pubblicate anche sulla Gazzetta del Profeta. Senza dimenticare che una serie di tortuose situazioni, non meglio identificate, avevano trasformato il piccolo matrimonio intimo che Harry aveva pensato di consumare con Ginny, in uno un po’ più grande.
Maestoso.
Harry suo mal grado non era semplicemente un auror del Ministero che convogliava a nozze con una vecchia compagna di scuola – e giocatrice di quidditch professionista – no, Harry era un simbolo, era l’eroe del mondo magico, il Salvatore, che nonostante tutte i traumi della sua vita, trovava un equilibrio, sposandosi con una nota sedicente oppositrice del governo mangiamorte ad Hogwarts.
“Ufficialmente ci sposiamo” aveva detto Ginny con una mezza risata, recuperando il giornale dalle mani di sua madre.
“Oh non mi ricordo quando hanno scattato questa foto” aveva valutato Ginny invece, “In questa foto tu sei adorabile” aveva aggiunto la ragazza, strizzando l’occhio verso di lui. “Dovrete fare attenzione a chi invitate, l’Intera comunità magica smanierà per esserci” aveva detto subito Percy, gli occhi, dietro le orecchie a corno, erano scintillati in maniera forse un po’ maliziosa, se avesse avuto intenzione di dire altro, un esplosione verde lo aveva messo a tacere.
Con un’espressione leggermente nauseata, Andromeda Tonks aveva fatto il suo ingresso nel salotto dei Weasley, con i capelli scuri striati di grigio, raccolti in una crocchia. C’era voluto del tempo perché Harry vedendola non avesse l’impressione di guardare una versione più pulita e delicata di Bellatrix Lastrange. Andromeda, teneva per mano il suo attivissimo nipotino, con i capelli di un viola inteso, ritti sulla testa come un porcospino. Sistemato in un vestito come un marinaretto, molto babbano.
“Molly spero di non essere in ritardo ma qui qualcuno non voleva mettere le scarpe!” aveva detto subito la donna. Teddy non aveva badato per nulla a sua nonna o le sue parole, ma lasciate le mani di Andromeda, aveva sgambettato fino ad Harry per essere preso in braccio e strillato letteralmente il suo nome.
Quattro anni di puro caos e meraviglie.
Harry lo aveva baciato sulla fronte, “Guarda! Guarda!” aveva detto subito il bambino, l’attimo dopo aveva trasmutato la sua bocca nel becco di una papera.
“Ora che sta imparando a controllarlo sarà peggio di prima” aveva detto Andromeda, bonaria, mentre abbracciava Hermione, Molly e chiunque trovasse alla portata delle sue braccia e ringrazia per l’invito a pranzo.
“Tranquilla Dromeda” aveva detto subito la signora Weasley, “I ragazzi non sono tornati, sono ancora al negozio” aveva detto la donna, “Ma non mangeremo se nessuno apparecchia” aveva aggiunto poi con un certo cipiglio guardando i suoi figli.
La donna aveva recuperato dalla sua borsa quello che aveva tutta l’aria di essere una tortiera, “Spero non si sia rovinata” aveva detto, allungandola verso Molly.
Gli altri avevano tutti lanciato uno sguardo interessato al dolce, “Torta al limone” aveva riportato con onesta, un sorriso sul viso, che celava però qualcosa. Harry si chiese se nella sua memoria in relazione a quel dolce, ci fosse anche i visi di Tonks e suo marito. “Sembra buona” aveva commentato Fleur raggiungendoli, dando un occhio alla torta, se Molly avesse avuto l’intenzione di allungarla verso la nuora, le mani della giovane donna erano state presto piene di nuovo.
Fleur aveva raccolto Teddy direttamente dalle mani di Harry, “Come sta le plus bel enfant du monde[2]?” aveva chiesto, con le labbra piene piegate in un sorriso.
“Viky dove è?” aveva strillato invece Teddy, “È fuori, andiomo anche noi, così focciomo contenti Molly?” aveva domandato retorica la ragazza, portando via il bambino.
Mentre gli imitavano, Harry aveva chiaramente sentito Andromeda chiedere a Percy della ‘Famosissima-Audrey’ facendo diventare paonazzo il ragazzo sulle guance, mentre raccontava perché la ragazza non potesse essere lì.
Ginny aveva accompagnato la madre anche fuori, dopo aver guardato la sua faccia sul giornale si era accodata a sua madre, bacchetta alla mano, pronta a sistemare il tavolo in giardino.
Harry era rimasto in soggiorno con Hermione.
“Così tragico al Ministero?” aveva chiesto poi, “No. Nulla di irrisolvibile” aveva detto Hermione, con una punta di insicurezza.
“Hermione” aveva ripetuto Harry, “Sono gli Esposizionisti, danno un gran bel da fare, ecco tutto” aveva aggiunto, “Lo so” aveva commentato Harry, “Il mio ufficio non si occupa di loro, però ecco abbiamo idea che alcune frange Esposizioniste si sono avvicinate al movimento Benista[3]” aveva commentato.
Hermione si era morsa un labbro, “Spero siano poche” aveva commentato, “Nel senso io non sono in completo disaccordo con gli Esposizionisti, ma ecco, no, i Benisti no” aveva stabilito secca.
“Tu?” aveva chiesto Hermione a bruciapelo poi.
“Non lo so, non ci ho mai pensato ti confesso” aveva aggiunto.
“Comunque mercoledì mattino ho un incontro con Waynar Kowalski” aveva aggiunto Hermion, prima di prendere anche lei il giornale.
“Non finivi in copertina ormai da qualche settimana” aveva valutato con un accenno di sorriso, “Stava andando così bene” aveva esclamato Harry. Era stato a causa di un caso a Glasgow; Harry non voleva più pensarci.
Hermione aveva allungato una mano per scompigliarli i capelli, per quanto fossero già di loro intrecciati e spettinati. “Sarà un circo mediatico insopportabile sì, ma il mondo ne ha bisogno” aveva sussurrato poi, “Mi dispiace” aveva concesso.
“Spero che arriverà il giorno in cui il mondo non avrà più bisogno di me” aveva confidato Harry, “Di guardare alla mia vita con tutta questa morbosità”.
Tutto sommato però doveva dire di non avere nulla di cui lamentarsi, il mondo magico era in pace, nella maniera in cui il mondo poteva esserlo – le cose orribili continuavano a succedere, ma per quelle lui era solo l’Auror Harry Potter e non il Bambino-che-era-sopravvissuto –  la cicatrice non gli pizzicava più, aveva una famiglia che lo riempiva di gioia ed avrebbe sposato Ginny.
Andava tutto bene.
Poi il camino era letteralmente esploso in fumo e colpi di tosse.
“Quella non era metropolvere!” aveva sentito esclamare Ron, sbucare dal comignolo con i capelli rossi completamente rizzati sulla testa e la faccia coperta di fuliggine viola.
“Era un esperimento, brillantemente, fallito!” aveva aggiunto George spuntando dietro di lui, mentre batteva una mano sul moncherino dell’orecchio per … Harry non aveva capito esattamente cosa …
Ma era nelle stesse condizioni di suo fratello.
“Non voglio neanche sapere cosa volevi progettare” lo aveva rimbeccato Angelina Johnson, che negli ultimi tempi, quando non si allenava, era diventata un ospite piuttosto fisso della Tana. Anche il suo viso era impiastricciato.
“Era Metropolvere a Sorpresa, per fare un effetto più incisivo negli ingressi, ideale per le feste” si era difeso George.
Tutti e tre poi avevano occhieggiato Hermione ed Harry.
“Come è andata la mattinata in negozio?” aveva chiesto subito lei, scampando ad un bacio che Ron si era porto per darle, Harry l’aveva vista mimare con le labbra un ‘Sciacquati la faccia’, “Fantastica, abbiamo passato la giornata ad imballare pacchi ed affittare gufi” aveva detto Ron, spento, abbassando gli occhi. A quel punto Hermione si era tirata sulle punte dei piedi ed aveva schioccato un bacio sulle labbra del fidanzato, guadagnando un’ombra di viola anche lei sulle guance, ma il sorriso che era comparso sul viso di Ron era abbagliante.
“La Mansarda avrà bisogno di una pulita piuttosto netta, si” aveva concordato Angelina.
La domenica mattina il negozio era formalmente chiuso, ma i due proprietari – e Angelina, quando capitava – la passavano ad occuparsi di spedire gli ordini raccolti, quasi tutti destinati alla Scuole di Magie e Stregonerie di Hogwarts.
“Gli altri?” aveva chiesto George guardandoli, “In Giardino, ad apparecchiare la tavole, dovremmo andare anche noi o vostra madre si infurierà” aveva detto Harry, lanciando il giornale sul divano.
Ormai era in ballo.
L’avrebbero aspettato settimane di completa follia per organizzare il matrimonio più sospirato del mondo magico, lui che si sarebbe accontento di celebrarlo con dieci persone, nel giardino dei Weasley.
“Prima lavatevi la faccia tutti e tre” però gli aveva avvertiti Hermione, “Quattro” era stata la risposta di George.

“Ma potete crederci?” stava dicendo Molly, “Potete crederci che la mia ultima figlia si sposerà e non i miei più grandi” aveva detto occhieggiando i suoi ragazzi, “Con Charlie ormai ho perso le speranze, ma voi tre” stava dicendo.
Percy aveva cominciato a guardare con attenzione maniacale il suo bicchiere di succo di zucca, il viso allungato era rosso.
Lui ed Audrey erano in rapporto da almeno un paio d’anni, nonostante Percy avesse cercato di tenerlo nascosto, onestamente Harry era ignorante di come funzionava la loro relazione.
George aveva riso forzatamente, prima di lanciare uno sguardo ad Angelina Jonhnson, che di rimando si era ficcata in bocca una porzione d’arrosto. Secondo Ginny era palese che i due avessero una relazione, ma sembravano intenzionati a tenerlo sottobanco, per un po’ almeno.
Ron aveva strabuzzato gli occhi, ma era ad Hermione che era andata di traverso l’acqua.
La situazione tra i due, invece, Harry aveva le notizie di prima mano, da entrambi, in due versioni completamente diverse.
Ron si sentiva nervoso, inferiore, nonostante fosse finito sulle figurine delle Cioccorane – cosa che continuava a sbandierare a chiunque – si limitava ad essere un commesso nel negozio del fratello, con un passato da Auror, mentre Hermione era impiegata al ministero con una brillante carriera futura.
La sua amica d’altro canto aveva casualmente fatto notare ad Harry, con incremento da quando lui e a Ginny avevano deciso di sposarsi, che non le sarebbe dispiaciuto convolare a nozze, non era una sua priorità, la sua carriera al ministero lo era, la costruzione di un mondo magico più illuminato – e la liberazione degli elfi domestici – quindi sì non era una cosa senza cui non poteva morire, però non sarebbe stato qualcosa di negativo.
“Molly, non tormentare i ragazzi” aveva detto invece Arthur Weasley, venendo in soccorso dei suoi figli, posando poi una mano sulla spalla di sua moglie.
“Ma sì, Molly” aveva aggiunto poi Andromeda, “Sono giovani, non è più come hai nostri tempi” aveva dato manforte Andromeda, “Senza considerare che anche Ted si prese una vita per chiedermi la mano e pensare che vivevamo insieme da anni, in una mansarda a Nocturne Alley” aveva ridacchiato, il suo tono era gioviale, ma era carico di nostalgia “Avevo pure già avuto Nimphadora” lo aveva detto senza lacrimosità nel tono, ma gli occhi si erano velati di tristezza, “Dai ai ragazzi il tempo che serve loro” aveva aggiunto poi più morigerata.
Le parole della donna non avevano comunque alleviato la tensione dei tre fratelli.
“Arthur no” aveva ripreso a parlare Molly, “Sempre stato un uomo sicuro di se” aveva riferito prendendo la mano di suo marito. “Anche Bill” aveva cinguettato Fleur, posando la testa sulla spalla di suo marito con un sorriso zuccheroso, che l’uomo aveva ricambiato.
Ginny aveva ridacchiato, infilando i capelli rossi dietro l’orecchio, “Ad Harry, lo ho chiesto io” aveva ammesso senza un minimo di imbarazzo, strizzando l’occhio – sano – verso il fidanzato.
“Si, confermo mi sono quasi strozzata con l’anello nella torta” aveva scherzato Harry con estremo divertimento.
Il resto del pranzo si era svolto più o meno bene.
Almeno fino a che Percy non aveva mangiato per sbaglio uno dei dolcetti che George – spergiurando fossero sicuri – aveva finito per assumere una tintarella azzurro acceso, ma era comunque stato divertente, come quasi tutte le domeniche.
Harry viveva nella periferia della Londra babbana, con Ginny, con un bagno piccolo come una scatola da scarpe ed un divano-letto in soggiorno, un ficus in cucina e Kreacher, tra gli allenamenti di Ginny ed il lavoro come Auror non passavano molto tempo lì dentro e Harry preferiva di gran lunga le domeniche alla Tana.
Aveva sempre amato il tempo trascorso lì.
L’appartamento era solo momentaneo, sia Harry, sia Ginny guadagnavano abbastanza, oltre alla fortuna dei Potter su cui potevano contare, ma stavano mettendo da parte per il ‘futuro’, il matrimonio, sistemare Grimould Place e altre cose.

La calma scesa nel momento in cui Andromeda si era prodigata nel distribuire le varie fette di dolce, in piattini lievitanti, si era interrotta a causa di un rumore secco. Una smaterializzazzione, tutti gli occhi si erano voltati nell’angolo del giardino dove erano comparse un paio di figure, terrorizzando un paio di gnomi da giardino.
Un uomo con un paio di baffi a manubrio rosso fuoco e con la testa lucida rasata, vestito con un doppio petto, Harry lo aveva visto spesso ai grandi momenti della famiglia Weasley: matrimoni, funerali e battesimi. Durante le Nozze di Bill e Fleur, fortemente alticcio, aveva scambiato Harry sotto pozione polisucco per suo figlio.
Per il resto non ci aveva parlato molto.
L’uomo teneva il braccetto di una strega anziana, vestita di tutto punto, con un cappello appuntito come una freccia verde petrolio ed una mantella che la riparava dal freddo, nonostante il tempo primaverile aveva mitigato il clima.
 “Gawain! Non ti aspettavo!” aveva esclamato con gioia Arthur, “E mamma!” aveva esclamato poi, dirigendosi verso i due.
Gawain aveva abbracciato suo fratello, dando un paio di pacche sulle spalle al fratello; differentemente da Arthur che era alto e allampanato, Gawain era più basso di lui ma più robusto, come George e Charlie.
La madre di Arthur – ed Harry realizzava di non averla mai vista fino a quel momento – era una cosa piccola, bianca e farinosa, tutta curva.
“La mamma ci teneva a venire” aveva detto subito Gawain, mentre Arthur abbracciava la donna.
“Quella è la nonna” aveva sussurrato Ginny al suo orecchio, “Credo sia la prima volta che la vedo” aveva commentato Hermione, incerta.
“Ci credo, erano vent’anni che non usciva da casa sua” aveva detto invece George, “Praticamente da quando è morto il nonno” aveva considerato Percy, “Praticamente l’ultima volta che è venuta a trovarci Ginny era più piccola di Viky” aveva raccontato  Bill, lanciando uno sguardo alla sua bambina, che entro il mese prossimo avrebbe compiuto due anni, con il viso sporco di zucchero, mentre se ne stava al fianco di Teddy che si divertiva a cambiare le fattezze della sua faccia per farla ridacchiare ancora di più.
Anche Molly si era alzata per andare incontro ai nuovi venuti, salutando sua suocera con due baci frettolosi sulle guance, “Ella è bello vederti!” aveva detto, con una certa tensione.
Arthur aveva preso sottobraccio sua madre, imitando Gawain ed aveva aiutato la strega verso la tavola, dove Molly aveva fatto apparire due sedie in più.
Era difficile decifrare quanti anni avesse la signora, probabilmente era più giovane di quanto non avesse mai visto Silente, ma sembrava molto più anziana della McGonagall[4].

Molly si era prodigata subito nell’elencare i suoi figli, chiedendo ad ognuno di essi se la vecchia lì ricordava.
“Lui è Percy, lo ricordi Percy?” più o meno per ogni figlio a cui la vecchia rispondeva con un movimento tenue del capo, annuendo, alternato dalla presentazione degli altri commensali, “Lei è Angelina, la fidanza di George, ricordi George?” aveva chiesto poi.
La ragazza si era fatta paonazza sulle gote scure a quella presentazione, “Invece questa bambina adorabile è Victoire” aveva detto Molly, “La tua prima pronipote” aveva esclamato entusiasta Arthur, letteralmente sollevando dalla sedia la bambina, per portarla vicina alla donna, “L’abbiomo chiamota così in onore della vittoria della guerra” si era inserita immediatamente Fleur.
La madre di Arthur aveva guardato la bambina e la bocca rugosa si era arricciata in un sorriso, aveva mosso la mano, con lentezza, accarezzandone i capelli biondo-argentei.
“Non è rossa” aveva commentato, il suo tono era sembrato confuso.
“No, ha ripreso da Fleur” aveva detto Bill, con un sorriso pieno di vita, “La prima” aveva insistito la vecchia.
“Si, noi Weasley siamo rossi da generazioni” era intervenuto Gawain, “Tuo padre diceva sette-generazioni” aveva commentato la donna.
“Victoire è il simbolo di una nuova era” aveva esclamato Ginny.
Molly aveva ripreso a presentare gli ultimi ospiti come tra cui lui, Teddy ed Andromeda.
La vecchia signoria Weasley aveva incatenato lo sguardo verso Andromeda, “Sei stata fortunata” aveva detto poi lapidaria, “Somigli più a Druella rispetto a Cygnus” aveva detto.
La signora Tonks era rimasta in silenzio per qualche istante, sbattendo gli occhi scuri, “Si, me lo ha detto molte volte, da ragazzina” aveva ammesso con un certo imbarazzo.
“Del brandy?” aveva chiesto poi George, “Ho mai rifiutato del Brandy?” aveva chiesto Gawain con un sorriso bello contagioso, oltre i baffi a manubrio rossi, dei Weasley aveva anche la carnagione pallida, puntellata di lentiggini rosee.
Gli occhi però non erano azzurri, ma di un castano scuro, Harry poté indovinare non fosse un eredità materna. La vecchia aveva occhi chiari come suo figlio, anzi nel guardarli bene, anche se il colore era diverso Harry riconosceva la stessa forma di quelli di Ginny.
Ebbe l’impressione che da giovane la donna doveva somigliare a sua nipote in qualche maniera.
“Tu, mamma, vuoi del brandy?” aveva chiesto Arthur; Harry non era sicuro di aver mai visto così il signor Weasley, sembrava contento e nervoso allo stesso tempo. “Sono troppo vecchia” aveva risposto sterile la donna, sollevando una mano, guantata di verde brillante per rifiutare il bicchiere.

“Come stanno i ragazzi e Marna, Gawain?” aveva chiesto invece Molly.
“Stanno tutti bene, degli scalmanati” aveva detto subito l’uomo, “Artie si è trasferito in Congo, alleva Mokele mbembe[5] e in inglese oltre Ciao e Papà sa dire anche Scoiattolo, non so perché” aveva raccontato.
“Artie è il nostro primo cugino” aveva spiegato Bill, “Si ha vissuto tutta la vita con la mia ex moglie, Annika, in Russia”  aveva raccontato l’uomo, “Sandy si sta preparando per i G.U.F.O., come tutti i Weasley è diventato un prefetto” aveva detto con orgoglio.
George aveva tossicchiato, “Mi sento profondamente offeso” aveva detto pomposo, “Si, lui era al primo anno …” aveva mormorato Ginny, ricordando probabilmente l’anno in cui Hogwarts era stata in mano ai Carrow.
Gawain aveva annuito, “Si ed adora sua cugina” aveva detto l’uomo con un sorriso bello pieno “Ha il tuo poster in camera” le aveva raccontato. Ginny aveva riso in maniera frizzante e piena di vita, “Invece Bilius ha cominciato quest’anno. Marna è un po’ triste perché dice che è orribile rientrare la sera e non avere i bambini per casa”, aveva raccontato con una punta di divertimento, “In realtà mancano molto anche a me” aveva aggiunto.
“Grifondoro, vero?” aveva domandato invece George, “Ovviamente” aveva detto pieno di orgoglio l’uomo, “Come tutti in famiglia d’altronde” aveva riportato con un certo orgoglio.
Fleur aveva guardato suo marito con un cipiglio, giustamente lei veniva da un’altra scuola, c’erano state un paio di risate a tavola, interrotte solo dalla vecchia signora, che aveva sollevato una mano ed aveva tirato un buffetto a suo figlio, “Non è vero” aveva detto poi, sorridendo arcigna.
“Me ne dimentico sempre, avevamo il nemico in casa” aveva ridacchiato Gawain.
“Oh, lei non era grifondoro … signora Weasley” aveva detto un po’ incerta Angelina.
Tecnicamente a quel tavolo c’erano tre persone che potevano fregiarsi di quel titolo e di norma Angelina chiamava così solo Molly.
C’era volte in cui anche Harry la chiamava ancora così.
La vecchia con quegli occhi così chiari li aveva guardati, “Io sono un membro della nobilissima casa di Salazar Serpeverde” aveva la donna piena d’orgoglio, “E prima che qualcuno di voi dica qualcosa: Merlino è stato il più grande mago al mondo oltre che un fiero sostenitore dell’integrazione tra Maghi e Babbani” aveva stabilito la vecchia.
“Ricordo che una delle prime cose che mi hai detto è che tutti i maghi cattivi finivano a Serpeverde” aveva ricordato Harry a Ron, oltre che non avrebbe mai accettato di essere un serpeverde.
Ginny  aveva portato la mano davanti alla bocca, “Credo che mamma abbia citato molte volte la nonna come esempio per questo” aveva sussurrato lei.
“Nonna Weasley una serpeverde, inaspettato” aveva ridacchiato Angelina, strizzando l’occhio a George, “Segreti che non avresti mai voluto che venissero rivelati” aveva aggiunto.
“Ma anche molti maghi oscuri, Nonna” aveva valutato Percy, “L’Ambizione può guidare su strade tortuose” aveva cercato di limitare i danni la donna, dando uno sguardo piuttosto allusivo a suo nipote. Harry ebbe la sensazione che la donna sapesse bene del periodo di allentamento che Percy aveva avuto nei confronti della sua famiglia gli anni della guerra.
Notò che anche Percy, come tutti i presenti al tavolo – o quasi – aveva riconosciuto chiaramente il commento, così il ragazzo aveva deglutito un po’ forzatamente abbassando lo sguardo.
Molly era venuta in soccorso di suo figlio, “Ma come mai sei qui Ella?” aveva chiesto poi, passandole una fetta di dolce al limone, per quello la donna non si sentiva vecchia evidentemente.
“Ci vive la mia famiglia, pensavo di essere ben accetta” aveva risposto la donna con acredine.
“Certo!” aveva detto subito Molly, punta di vergogna, cosa che evidentemente Ella doveva aver saputo.
La donna aveva sorriso, “Ho letto sul giornale che la mia unica nipote si sposa” aveva detto poi, gettando uno sguardo a Ginny, “Di solito Artur mi scrive sempre” aveva aggiunto con una punta di risentimento.
“Ma lo avrei fatto. Oggi!” aveva cercato di giustificarsi il signor Weasley colmo di imbarazzo, “Nonna” aveva parlato Ginny, “È colpa mia” aveva detto, “Non ero sicura di quando sarebbe uscita la pubblicazione” aveva ammesso. Harry sapeva che non era del tutto vero, sapevano da giorni in che giorno sarebbe uscita la foto.
“Menti così bene che fingerò di crederti” aveva stabilito Ella; “Zio Bilius ci ha sempre detto che Ginny era uguale alla nonna” aveva sussurrato George ad Angelina, che aveva ridacchiato.
“Sono contenta che tu sia venuta, Ella” aveva detto poi Molly, “Solo che dopo aver mancato le nozze di Bill …”  aveva aggiunto poi, plateale.
“Ho avuto un intossicazione da Betulla Marciotta, Molly, ho una certa età” si era giustificata la signora anziana, “La nascita di Victoire” aveva insistito la signora Weasley, “Si. Quella è stata una mia mancanza” aveva ammesso, “Mi pare però di aver fatto recapitare un ottimo dono, però” aveva aggiunto.
Oui, era molto grazioso” aveva rivelato Fleur, con un sorriso zuccheroso sulle labbra, prima di spiegare fosse un vestito pieno di pizzi e merletti, fatto a mano. “Ma quindi una delle caratteristiche necessarie per essere una signora Weasley è saper lavorare a maglia?” aveva chiesto Angelina, “Inizi a prendere appunti?” l’aveva provocata Ginny con una risata.
“Io sto imporondo l’uncinetto” aveva ridacchiato Fleur, alcuni occhi si era arpionati sulla figura di Hermione, “Che c’è?” aveva domandato quella confusa.
Le orecchie e le guance di Ron avevano raggiunto la stessa tonalità dei suoi capelli, “Hermione si è messa avanti” si era inserito Harry, “Durante il nostro quarto anno era diventata un portento a fare cappellini” aveva raccontato, ricordando quanto tempo aveva passato ad osservare la sua amica sferruzzare. “Non somigliavano neanche a cappelli” aveva esclamato Hermione, “Oh, be, gli elfi domestici non erano del tuo stesso parare, visto che avevano smesso di pulire la torre per evitare di raccoglierli” aveva fatto notare Ron.
“L’unico che non si sta applicando dunque è il nostro Harry” aveva detto George, “Scherzi? Ricamo benissimo” aveva ridacchiato l’uomo, facendo ridere l’intera tavolata.

 

“Si” aveva detto Ella Weasley, incrociando le dita nodose sul ventre, “Si?” aveva chiesto Ginny, “Un Potter” aveva ripetuto la vecchia, “Sembrano fatti tutti uguali, quasi fatti con un incantesimo duplicante” aveva ridacchiato poi, aveva un sorriso arcigno.
“Ne ha conosciuti molti?” aveva chiesto Harry, che sedeva al fianco della sua fidanzata, mentre l’anziana signora sedeva di fronte loro, sul divano.
Ella era piccola di statura, aveva gli occhi chiari, ma la forma, così da vicino, non poteva che ricordare quella di sua nipote. La pelle era chiara, come la carta, tirata sulle ossa, come un teschio, i capelli erano bianchi come il nevischio, tirati in una crocchia severa.
“Si, mia cugina ne sposò uno, si chiamava Charlus” aveva stabilito, “Stessi capelli indisciplinati” aveva detto, “Solo notevolmente più brutto” aveva aggiunto onesta.
Ginny non era riuscita a trattenere una risata, “Quando Jasper Potter ha sposato Elizabeth Prince eravamo tutti molto stupiti” aveva raccontato, “O almeno così mi disse mia madre. Quando li ho conosciuti io erano entrambi due vecchi fiammagranchi” aveva detto.
“Comunque ho visto un paio di ritratti, lui era un uomo attraente e sua moglie era una vera bruttezza” disse la vecchia sfacciata, “Quando hanno avuto dei figli, Henry era bello come il sole e James era uno degli uomini più brutti che avessi mai visto, suo figlio Charlus tristemente era uguale[6]” aveva raccontato, “Naso adunco, giurerei anche un occhio pigro” aveva raccontato.
Harry era rimasto in silenzio, affascinato.
Non aveva avuto modo di conoscere molte persone che potessero parlargli de Potter, nonostante tutto, quando era rimasto morto, Harry non aveva più un solo parente in vita; non sapeva neanche quanto questi uomini di cui parlava Ella Weasley, fossero vicini a lui nel sangue.
“Però Charlus la faceva ridere, un sacco” aveva raccontato la donna con una punta di divertimento, “E nonostante tutto non aveva interesse nelle quisquiglie di purezza o meno” aveva raccontato Ella, “La mia famiglia non ha apprezzato molto le mie scelte matrimoniali, ma Drusilla e Charlus non hanno mai fatto finta che non esistessi” aveva raccontato. “Di rimando io ho sempre preferito essere Ella Weasley che Cedrella Black” aveva aggiunto.
Aveva fatto una pausa, gli occhi azzurri si erano distratti per un secondo, fissandosi sull’orologio della famiglia.
Dalla prima volta che Harry lo aveva visto, era cambiato, i posti segnate erano ingrossati, con le rispettive abitazioni, anche le lancette erano aumentate, come quella di Harry – ed una era caduta.
“Riguardo a Charlus e Dorea … adoravo loro figlio Jeremiah, per fortuna somigliava un sacco a mia cugina, sempre quei capelli ingestibili, ma occhietti grigi ed un nasino all’insù” aveva raccontato poi, “Un bel giovane troppo attratto dai vizi, per questo si è dedicato a troppe facezie e non ha mai pensato di sistemarsi. D’altronde era anche giovane” aveva detto, “Però ti avrebbe preso con sé, sicuramente, se avesse potuto” aveva affermato.
Purtroppo per Harry, anche se quella circostanza si fosse resa possibile, si sarebbe dovuto arrangiare a vivere ugualmente con i Durslay, anche in quel caso.
“Sfortunatamente è morto prima della tua nascita, credo fosse il mille-novecento-settantadue; aveva solo ventisei anni. La gente disse che fu un incidente, ma Jemmy era uno che tra i suoi molti vizi aveva anche la sincerità e non si era mai imbavagliato nel denunciare ciò che non riteneva giusto, è non erano poche le ingiustizie in quegli anni” aveva ammesso, senza nascondere l’amarezza.
“Mi sembra sia un tratto di famiglia” aveva commentato Ginny, allungando una mano per sfiorare la punta dei capelli irsuti di Harry.
“Lei … lei conosceva anche i miei parenti più stretti?” aveva chiesto poi con coraggio Harry, Ella stava sorridendo arcigna e sinistra verso la nipote.
“Non conoscevo tuo padre, no” aveva ammesso, “Tuo nonno Fleamont aveva, credo, dieci anni più di me” aveva detto, “Non abbiamo frequentato Hogwarts assieme, ma è capitato di incontrarlo in qualche salotto” aveva raccontato, “Prima che sposasse tua nonna Euphemia, era un gran partito, non adatto a me, certo” aveva ridacchiato, “Uno degli uomini più brillanti di quegli anni, prima di lui i Potter erano benestanti, poi … Oh be, diciamo che non avevano nulla da invidiare a famiglie più illustri” aveva raccontato.
“Pero tu gli somigli, proprio” aveva dichiarato Ella, con un sorriso criptico, “Trovo sempre che i nipoti somiglino ai nonni” aveva raccontato, prima di dare uno sguardo a Ginny.
“Ho visto una tua foto, in soffitta, da giovane” aveva raccontato proprio la sua promessa sposa, “Certo io non ho mai posseduto capelli così belli” aveva detto la vecchia, allungando una mano per raccogliere una ciocca di capelli rossi della nipote, “Erano la parte che preferivo di tuo nonno” aveva raccontato, “Io avevo questo biondo spento, come se un pittore si fosse dimenticato di rifornire il pennello nel colore” aveva detto.
“E come lo hai conosciuto, il nonno?” aveva chiesto Ginny, incuriosita. “Sull’Espresso per Hogwarts, al primo anno” aveva raccontato, “Non volevo sedermi né con mia sorella né con i miei cugini” aveva aggiunto, “Così mi ero infilata in uno scompartimento, Tim era lì, incastrato tra le tue prozie: Daisy e Ethel[7]” aveva ricordato, “L’undicenne più adorabile che avessi mai visto, aveva questi occhioni grandi e la zazzera rossa” aveva aggiunto, il tono duro si era macchiato di dolcezza.
“Tim?” aveva chiesto Ginny, “Tuo nonno non è mai stato molto contento del suo nome: Septimus” aveva risposto la donna.
Ella aveva ripreso a parlare poi, “Comunque non abbiamo avuto contatti fino a quella dannata lezione sugli Avvicini al terzo anno, difesa contro le arti oscure” aveva raccontato, “Quel birbone di Dumbledore si divertì un sacco a mischiare le case quell’anno” aveva aggiunto.
“Difesa? Pensavo insegnasse Trasfigurazione” si era lasciato sfuggire Harry, ripescando i ricordi del diario, “Si, ha cambiato cattedra dopo, penso proprio l’anno dopo il mio settimo” aveva raccontato Ella.
“Ma non sono venuta qui per parlare di vecchie cariatidi, ma per darti una cosa” aveva detto la signora, rivolgendosi a Ginny, poi aveva infilato una mano nella sua borsa, era datata, la pelle era completamente rovinata e le frange erano tutte arricciate e di lunghezza diversa. Aveva estratto da essa una scatolina di legno laccata di rosso, dandola poi a Ginny.
La ragazza l’aveva presa ed aperta, al suo interno c’era un bracciale rigido d’argento – o oro bianco – su cui era stata incastonata una pietra nera, dalla sfumatura violacea.
“Apparteneva a mia madre, Lysandra Yaxley” aveva raccontato Ella, Harry aveva avuto un leggero fremito nel ricordo del mangiamorte che aveva quello stesso nome, “Sarebbe dovuto andare a mia sorella Callidora, la maggiore di casa” aveva raccontato, “Ma lei me lo infilò di forza il giorno del mio matrimonio. Serviva qualcosa di antico” aveva aggiunto.
“Pensavo che la famiglia ti avesse scacciato” aveva notato Ginny, “Lo ha fatto. Un giorno sono uscita di casa e non ho più visto mia madre, la maggior parte dei miei cugini, mia sorella minore. Ho anche scoperto che zio Sirius aveva bruciato il mio nome dall’arazzo di famiglia” aveva detto.
“Callidora però aveva sposato Harfang Longbottom. Un matrimonio combinato, nessun amore, Harftag era un arrivista prima di ogni altra cosa ed aveva sposato una ragazza di una rispettabilissima famiglia per avere facile accesso alle conoscenze giuste, ma non aveva pregiudizi di sorta” aveva fatto una pausa “O meglio ne aveva solo sulla stupidità” aveva raccontato, “Sono venuti al matrimonio mio e di Tim” aveva detto, “Lei non mi ha detto mezza parola, tranne infilarmi di forza il braccialetto” aveva aggiunto, “Callidora non ha mai potuto soprassedere sulla purezza del sangue. Era intrinseco in lei” aveva detto, “Certo, Tim era un purosangue, nonostante le sue convinzioni” si era lasciata sfuggire.
“Comunque avrei voluto dare quell’affare alla mia prima figlia femmina, ma non ne ho avute” aveva detto, “Forse sarebbe stato più appropriato per il tuo battesimo, ma meglio tardi che mai” aveva dichiarato.
“Grazie nonna” aveva detto poi Ginny, osservando il bracciale.
“Sono felice che tu ti sia trovata un brav’uomo” aveva stabilito Ella sorridendo gentile, “Adesso devo parlare con tuo padre” aveva aggiunto poi, “C’è un avvenimento che ho mancato e non potrò mai fare ammenda” aveva detto agra.
Harry ebbe l’impressione di sapere a cosa si stesse riferendo[8].


 



[1] In realtà non so se Harry possa aver mai letto “Catch-22” però mi piace pensare che poi, con più calma, abbia recuperato libri, anche babbani.

[2] Il più bel bambino del mondo, fonte: google translate.

[3] Giuro più avanti darò una spiegazione legittima (e forse soddisfacente) su di loro.

[4] Ho deciso di lasciare i cognomi originali, mentre per le Case, Incantesimi, Piante (etc …) ho deciso di andare per il vecchio adattamento (Insomma: Grifondoro, Serpeverde, Fattura Orcovolante e compagnia. Mi tengo riserve sulla questione Salice-Schiaffeggiante/Platano-Picchiatore).

[5] Il Mokele Mbembe (“Colui che ostacola il corso dei fiumi” da lingua lingala) è una creatura la cui esistenza non è stata ancora dimostrata; vivrebbe in Congo.

[6] Il James a cui si fa riferimento è il nome che ho scelto per il padre del Charlus Potter che ha sposato Drusella Black, che ho impropriamente fatto divenire fratello di Henry Potter (nonno di James) che avrebbe poi avrebbe avuto come figlio Fleamont, che avrebbe avuto James, nominato così in onore del prozio (forse).

[7] Tecnicamente, se non ricordo male, Ginny era la prima femmina nata in generazioni nella famiglia Weasley, ho cambiato questa cosa per puro divertimento, Ginny è l’unica femmina della sua generazione. Ho deciso invece di fare di Septimus Weasley l’unico maschio con sei sorelle maggiori (per ‘rovesciare’ la situazione di Ginny) ma in realtà è più probabile che fosse il settimo di sette maschi e che lo abbiano chiamato così perché non avevano più fantasia ahah.

[8] Si, non so se serve specificarlo, però era il funerale di Fred.

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: RLandH