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Autore: Roxar    08/05/2020    2 recensioni
Moriranno entrambi di quella morte.
Moriranno entrambi con lo stesso veleno.
Uno morirà nell’agonia della lucidità, l’altra nel tormento della pazzia.
Moriranno tra i resti e le macerie delle loro vite, nella miseria della sopravvivenza.

[Questa storia partecipa al contest “Be our Guest” indetto dal forum Piume d'Ottone]
Genere: Angst, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Potter, Lily Evans | Coppie: James/Lily
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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Fandom: Harry Potter
Genere: Drammatico
Personaggi): James Potter, Lily Evans
Rating: Giallo / PG13 / Teen And Up Audiences
Warning: What If?, Angst, Hurt, Implied Suicide, Major Character Death, Canon Divergence
Menù scelto e prompt scelti : Menu latino-americano / Raccolta: Trauma; Capitoli: Mani sporche; Serpente; Smalto per unghie; Un prendisole bianco
Note tecniche: Questa fanfiction - strutturata in quattro parti - parte dall'assunto che Voldemort non abbia mai creato gli Horcrux e che, quella fatidica notte del 31 ottobre, sia lui che Harry siano morti. Prima di uccidere Harry, Voldemort ha torturato Lily affinché si facesse da parte, esercitando su di lei la Maledizione Cruciatus. La storia parte dalle estreme conseguenze della tortura. 
Altre info: La storia partecipa al contest "Be our guest" indetto dal forum Piume d'Ottone.




 
1. Mani sporche (pure flashfic, 500 parole)




 

Inginocchiata sul prato, con la camicia da notte che è salita a scoprirle le gambe e una ciabatta abbandonata sotto il portico, scava nella terra a mani nude, con i capelli incollati al viso bagnato di sudore. Scava con foga, come un segugio che ha trovato il pregiato tartufo, e continua a ripetere le stesse tre parole come una litania, come una preghiera, come un sortilegio.

“Il mio bambino,” sussurra con foga, “il mio bambino, il mio bambino, il mio bambino, il mio bambino.”

“Lily.”

Con la cautela di un cacciatore, James Potter le si inginocchia accanto. Intreccia le dita alle sue, i granelli di terra umida che creano frizione fastidiosa tra la loro pelle. 

“Lily,” ripete con dolcezza e le scosta i lunghi capelli annodati dal viso.

“Il nostro bambino,” mormora con voce strozzata, “il nostro bambino è qui. Devo trovarlo. Lasciami!” urla con occhi da folle. Un vaso alle loro spalle esplode. E James continua a sembrare la persona più calma del mondo.

“No, tesoro, non è qui.” Le parla piano, con delicatezza e il suo cuore va in frantumi - ancora e ancora e ancora

“Stai mentendo,” lo accusa, ma non scalpita più. All’improvviso, sembra molto stanca.

“No, te lo giuro. Ti aiuto io a trovarlo. Vieni, andiamo in casa.”

Lily si lascia guidare come una bambina, la camicia da notte che danza lungo i suoi fianchi e si gonfia al vento, quasi ad esibire il candore immacolato sporco di terra, erba e follia. James rivive un copione che conosce a memoria e si domanda se è quello il martirio, se è quello che deve sopportare per raggiungere una pace che, adesso, mentre fa sedere Lily sul divano, gli pare solo una un’orrenda farsa, una presa in giro, uno scherzo cosmico che non fa ridere.

Se ne sta raggomitolata contro il bracciolo, come un gattino, a torcersi le mani sporche di terra. Le sue labbra si stanno muovendo, ma James non coglie alcun suono. E i suoi occhi… I suoi occhi sono persi in un mondo che non può vedere; hanno il colore verde del veleno che le hanno trasfuso nell’anima.

Lily non è qui. Lily è rimasta nella cameretta di Harry, a cercare strenuamente un modo per salvarlo anche e soprattutto mentre la Maledizione Cruciatus l’avvicinava all’orlo della pazzia. 

Lily non sarà mai più qui. 

E quello, quello è il suo corpo, certo, e quelli, nel profondo, sono ancora i suoi occhi, ma dietro la facciata tanto amata e cara restano solo le macerie sparse della persona che è stata. A volte fa qualche timida comparsa, nei rari sprazzi di lucidità, ma James la sa più lunga e ha imparato sulla sua pelle cosa succede a non dare il giusto valore alle cose. A illudersi che non siano poi così effimere, a nutrire la speranza che forse un giorno Lily tornerà e resterà.

“Bevi,” la esorta con garbo, offrendole la pozione. Il suo cuore si spezza ancora un po’ quando, con la remissività di una brava bambina, Lily obbedisce e beve.

 
 

 
   
 
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