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Autore: mrsstilinski__    10/05/2020    1 recensioni
«La verità è che non ne posso più di matrimoni, fiori d’arancio e abiti bianchi» esordì Lily «finisce un matrimonio e ne inizia subito un altro ed è tutto un “Lily, dobbiamo preparare i tableau!” “Lily, dobbiamo scegliere i menu!” “Lily, quella location è troppo piccola per tutti gli invitati!”» sbuffò, seccata «è da quando ho finito Hogwarts che sto appresso alle mie cugine e alle loro nozze – solo perché i miei cugini e i miei fratelli sono troppo pigri per pensare a sposarsi, grazie a Godric!»
Genere: Commedia, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Lily Luna Potter, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione, Contesto generale/vago
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La cugina della sposa
Diagon Alley,
17 giugno 2032
Philip O’Connor era un giovane venticinquenne irlandese, ex Tassorosso, dalla parlantina facile, i capelli nerissimi, gli occhi di un azzurro vivo e il sorriso smagliante.
Specializzato in diritto dell’Unione Magica Mondiale, lavorava presso il Dipartimento di Cooperazione Magica Internazionale: si occupava di organizzare incontri tra i Ministeri della Magia Europei, risolvere questioni diplomatiche ed evitare catastrofi che avrebbero potuto sfociare in una III Guerra Magica; era il lavoro dei suoi sogni.
Ma la sua parte preferita della giornata era sicuramente la pausa pranzo, un’oretta libera che dedicava, di solito, a passeggiare per Diagon Alley, fermarsi al Ghirigoro a leggere un buon libro e mangiare al volo il tramezzino al pollo, lattuga, formaggio e salsa alle cipolle che sua mamma si premurava di inviargli ogni mattina, da quando si era trasferito a vivere da solo.
Da qualche settimana, doveva ammettere, la sua pausa pranzo era ancora più interessante: la sua storica cotta dei tempi di Hogwarts, l’ex Grifondoro Lily Luna Potter, ultimamente frequentava quasi ogni giorno la sua stessa zona nei suoi stessi orari, la vedeva mangiare spesso al ristorante “L’unicorno bianco”, a volte sola, a volte in compagnia di uno dei suoi innumerevoli parenti, prendeva sempre primo, secondo e dolce, poi insisteva per pagare e chiacchierava per tutta la durata del pranzo, mentre quando era sola stava tutto il tempo a mangiare e annotare chissà cosa su un taccuino in cuoio, sfogliare riviste e passarsi le mani tra i capelli rossi.
Lily Potter lo divertiva, aveva sempre suscitato in lui una simpatia sconfinata, disinteressata ma sincera.
Certo, dopo il diploma era stato facile lasciarsi alle spalle il suo primo amore per Lily, d’altronde lei era ancora a scuola e lui si era in poco tempo perdutamente innamorato di Fèlicie, una stagista francese conosciuta durante il tirocinio presso l’ufficio di Cooperazione Magica Internazionale, che l’aveva piantato all’altare appena un anno prima, dopo aver speso fior di galeoni per una cerimonia nelle campagne della Provenza.
Si era ripreso da quella situazione, gettandosi a capofitto sul lavoro – che era sempre di più – e decidendo di accantonare l’amore in attesa di tempi migliori.
Ma rivedere Lily aveva riportato Philip ai tempi di quell’amore platonico, infantile, dolce, vissuto tra le mura del castello di Hogwarts, quando la osservava dagli spalti durante le partite di quidditch, o quando tentava di farsi coraggio per invitarla a Hogsmeade.
Se ai tempi avesse avuto la giusta maturità e il carattere rafforzatosi crescendo, era sicuro che sarebbe riuscito a conquistarla, piuttosto che atteggiarsi da ragazzino innamorato che non aveva mai il coraggio di farsi avanti.
Beh, in effetti non è mai troppo tardi, sarebbe il coronamento del mio sogno adolescenziale. Si disse, quando la vide sola su una panchina proprio di fronte il solito ristorante, che sbuffava infastidita. E se sta aspettando qualcuno, un ragazzo… magari?
La spavalderia non era mai stata il suo forte, doveva ammetterlo. Ma non ho niente da perdere, rifletté. Nella peggiore delle ipotesi avrebbe cambiato zona e non l’avrebbe più rivista, come fino a quel momento.
Prima che cambi idea. Pensò un’ultima volta, dirigendosi poi a passo spedito verso la panchina occupata da una ventiquattrenne Lily Potter, con gli stessi capelli ramati di sempre e gli stessi occhi castani e vispi, era sempre la stessa, se non per il fatto che aveva i tratti più maturi, e gli sembrava anche cresciuta in altezza.
Come nei migliori cliché dei film babbani che tanto sua sorella amava, le si rivolse con un classico – ma infallibile: «scusa, è libero accanto a te?»
Lily alzò lo sguardo, sorridendogli e spostando la borsa «certo, accomodati.»
Metti da parte il quindicenne brufoloso che è dentro di te e non perdere questa occasione d’oro. Pensò ancora, in un estremo tentativo di reprimere la timidezza che aveva tanto caratterizzato i suoi anni di scuola. È qui accanto a te, è il destino. O solo i vostri orari che combaciano. Ma è comunque una nuova opportunità.
«Dubito che tu ti ricordi di me» esordì, morendosi la lingua subito dopo per la troppa spavalderia «eravamo ad Hogwarts nello stesso periodo, sono Philip O’Connor.»
Lei lo guardò con un sopracciglio inarcato, non faceva nulla per nascondere il fatto che non aveva idea di chi fosse. «Eri Grifondoro?»
«Tassorosso» scosse la testa, sorridendole «ma non importa, sono passati tanti anni.»
Lily annuì, sorridendogli di rimando «vorrai perdonarmi, ma ho una pessima memoria!» gli rispose «comunque piacere, Lily Potter» concluse, porgendogli la mano.
«Sì, sì lo so» disse ancora, a prescindere da tutto, era impossibile non conoscere i figli del salvatore del Mondo Magico «lavori da queste parti?»
«Sono una guaritrice al San Mungo» rispose «ma ultimamente sono più una wedding planner che altro» rise.
Philip la guardò interrogativo. Che diavolo è una wedding planner? Deve essere un nuovo dipartimento dell’ospedale. «Deve essere… interessante» rispose, sperando che lei stessa spiegasse meglio cosa realmente facesse di lavoro.
«Non hai idea di cosa sia una wedding planner» constatò, ridacchiando «è normale, qui nel mondo magico ancora siamo un po’ arretrati per certe cose. Comunque, non è il mio mestiere» continuò «oh Godric! Non potrei mai reggere tutto quello stress, stare appresso alle mie cugine è già così complicato!»
«Temo… temo di non seguirti» le rispose ancora Philip, sempre più confuso da quell’insolita conversazione.
«Organizzo matrimoni» disse infine «o meglio, aiuto le mie cugine ad organizzare i loro matrimoni, ma alla fine mi occupo io di quasi tutto. È divertente, ma temo mi verranno i capelli bianchi prima del tempo.»
Philip annuì «e tu non sei sposata?» le chiese, sinceramente incuriosito. Così capisco subito se mettermi l’animo in pace. Mi ha servito la domanda su un piatto d’argento. Spero solo non pensi che io abbia un secondo fine.
«Oh, no» rispose. Se era infastidita da quella domanda, non lo diede a vedere. «Al momento il mio compito è quello di damigella, testimone, organizzatrice, ce ne sarà di tempo, suppongo, per assumere il ruolo della sposa.»
«Spero di non esserti sembrato invadente» azzardò, perché in fondo l’adolescente timido e timoroso perfino della sua ombra non lo avrebbe mai abbandonato del tutto, e andava bene così.
Lily, contro ogni previsione, sorrise di nuovo «Stai sereno» lo tranquillizzò «mi piace chiacchierare, poi mio fratello Al non si sta facendo vedere, mi stai tenendo compagnia.»
Albus Severus Potter, come dimenticarlo; era un anno più grande di lui, ex Serpeverde, lo ricordava come un ragazzo simpatico, ma non molto appariscente, non quanto l’altro fratello, James, se non altro.
«Tu, invece, dove lavori?» gli chiese, interrompendo il flusso di pensieri.
«Al Ministero, dipartimento Cooperazione Magica Internazionale.»
Poi, come colta da un’improvvisa illuminazione, Lily parve ricordarsi di lui. «Ma certo!» esclamò «Tu assieme ad un gruppo di studenti volevate organizzare le elezioni a scuola, eleggere un rappresentante per gli studenti, o sbaglio?»
Philip rise di gusto, quella parentesi della sua vita era stata unica e indimenticabile, eppure era da anni che non ci pensava e proprio Lily Potter gliel’aveva ricordato. «Colpevole» rispose «wow, non ci pensavo più da anni ormai!»
«Che belli, i tempi di Hogwarts» rifletté lei ad alta voce «almeno il mio problema principale era andare bene a scuola e vincere le partite di quidditch» ridacchiò infine.
Philip annuì, sorridendo di rimando, ma un’occhiata al suo orologio bastò affinché si rendesse conto di dover tornare in ufficio entro pochi minuti.
«Devo rientrare a lavoro» le disse. Invitala ad uscire, ora o mai più. «Ma se vuoi possiamo pranzare insieme, uno di questi giorni… almeno ti distrarrai dai fiori» concluse, accennando ai fogli che la ragazza teneva in mano, con dei disegni delle più disparate piante tipiche da matrimonio.
Lily gli sorrise, annuendo «lasciami il tuo indirizzo, ti mando un gufo in questi giorni.»
«Allora a presto, Lily!» e si smaterializzò.
*
Devonshire, Casa Potter-Weasley
03 settembre 2032
Lily si guardò allo specchio, sistemandosi un’ultima volta i capelli con la pozione aggiusta-ciuffo, progettata dai migliori magi-parrucchieri italiani. «Philip dovrebbe arrivare a momenti» rifletté ad alta voce, scendendo poi le scale che portavano al salotto di casa.
Usciva con Philip ormai da qualche settimana e le piaceva. Nonostante fosse più timido di quanto in realtà volesse dare a vedere, era bello stare con lui, parlare, scherzare senza filtri. Certo, ancora non c’era niente di ufficiale, ma a lei andava bene non accelerare il corso naturale delle cose, tutti quelli che dopo una settimana di frequentazione si erano professati suoi fidanzati erano durati altre poche settimane.
Non c’è necessità di correre, godiamoci questi momenti insieme, è la parte più bella. E ne era assolutamente convinta. Prima che mi ritrovi ad organizzare il mio matrimonio.
Per fortuna, al momento poteva considerarsi libera da sposine irascibili, sposi ansiosi e parenti impazziti, l’ultimo matrimonio da lei organizzato, l’ultima settimana di agosto – quello di sua cugina Molly e della sua compagna Yvonne – era andato alla grande, era stato emozionante e vivace e perfino l’inflessibile zio Percy si era scatenato sulla pista da ballo, grazie a qualche acquaviola corretta di troppo, probabilmente a causa di James e Fred.
In effetti a dicembre ci sarebbe il matrimonio da favola di Rose e Scorpius. Rifletté. Ma conoscendo le rispettive famiglie sarà difficile che una terza persona abbia voce in capitolo al di fuori di zia Hermione e Lady Astoria, e va bene così.
Philip fece capolino nel caminetto, distraendola dai ricordi di quella giornata e dai pensieri per il prossimo matrimonio di famiglia. «Ehilà!» lo salutò, allegra «temevo avessi sbagliato camino!»
Il ragazzo si scotolò via la cenere dalla giacca, sorridendole «scusa il ritardo, al Ministero sono tutti in fermento per la questione di alcuni tappeti volanti imbizzarriti dall’India» scrollò le spalle «pane per i miei denti, ma mettere assieme tanti maghi di diversi continenti non è affatto facile. A te com’è andata al lavoro?» chiese, dandole un bacio sulla guancia.
«Oggi abbiamo dovuto operare una nonna rimasta ferita dalle prime magie accidentali del nipotino di tre anni, che le ha fatto cadere un vaso di ceramica in testa» mimò una smorfia dolorosa «pare che lei non volesse comprargli il gelato da Fortebraccio.»
«Beh, non mi sento di condannarlo» ridacchiò di rimando, sedendosi sul divano «il matrimonio di tua cugina com’è stato?»
Lily aveva convenuto, dopo un’attenta consultazione con suo fratello Albus, con le spose, e con sua madre – sempre saggia, Ginny Weasley – che in effetti sarebbe stato prematuro invitarlo, dopo solo poche settimane che si conoscevano. Sarebbe stato troppo impegnativo, avrei rischiato che scappasse via a gambe levate pensando che fossimo i prossimi. No grazie, cedo volentieri l’abito bianco.
«È stato meraviglioso!» trillò, felice «probabilmente il matrimonio più bello che abbia mai organizzato! C’era questa villa vittoriana con un giardino enorme ed eravamo tutti vestiti a tema, come delle dame e dei lord inglesi – sai, amano queste cose Molly e Yvonne» raccontò «io avevo quest’abito color lillà col il cappellino abbinato, una favola! È stato come un viaggio indietro nel tempo!»
«Sono felice che vi siate divertiti, il tuo lavoro ha dato i suoi frutti.»
«E menomale!» esclamò l’altra «sono una perfezionista, lo ammetto. E poi avevo il triplo dello stress addosso, mia cugina Molly detesta ammetterlo ma è una rompi palle tale e quale a suo papà, mio zio Percy, è stata dura averla col fiato sul collo. Menomale che Yvonne la placava, ogni tanto.»
Philip annuì, prendendo ad accarezzarle i capelli «finalmente hai del tempo per me, allora. Potremmo andare a cena dall’Unicorno Bianco, se ti va.»
«Oh, sì ti prego! So che hanno iniziato a cucinare italiano e fremo per mangiare un piatto di spaghetti come Godric comanda!»
Lily si entusiasmava per qualsiasi cosa, era un lato del suo carattere che Philip amava; ormai stava imparando a conoscerla, nei suoi pregi e nei suoi difetti: era una ragazza allegra, piena di vita, ma anche concentrata nei suoi doveri, permalosa – sembrava fosse un tratto tipicamente Weasley, molto cocciuta, spesso, aveva di gran lunga superato le aspettative che si era costruito ai tempi della scuola.
Se avesse potuto parlare con il sé stesso di otto anni prima, il Tassorosso sedicenne, probabilmente non ci avrebbe creduto che da adulto sarebbe uscito con Lily Potter, tenendole la mano mentre passeggiavano, coccolandola davanti ai film babbani.
Era una bella sensazione, che lo faceva sentire vivo, felice, di nuovo un adolescente infatuato, solo che stavolta Lily era reale e non solo il suo giovane amore platonico.
Lily arrivò, interrompendo i suoi pensieri, con due grandi coppe di gelato menta e vaniglia «in effetti, lo capisco anche io quel bimbo» esordì, assaggiando una prima cucchiaiata «il gelato di Florian è il migliore al mondo. Cerchiamo di finirlo prima che tornino mamma e papà, chi li sente se scoprono che ho finito il gelato!» ridacchiò, continuando a mangiare.
«Lungi da me causare l’ira di Harry Potter e Ginny Weasley» rise Philip di rimando. «Sai, ho una bella notizia» indugiò all’improvviso, suscitando la curiosità della ragazza, che lo invitò a continuare. «Mi hanno proposto di andare in Spagna per uno stage, la prossima primavera. A Valencia c’è un ottimo programma di diritto dell’Unione Magica Mondiale, per la mia carriera sarebbe un bel salto di qualità.»
«Oh», rispose, spiazzata. Per la prima volta stava con un ragazzo garbato, dolce, che non voleva andare di corsa, che rispettava i suoi tempi. E lui doveva partire. «È una notizia meravigliosa, Philip» gli sorrise, abbracciandolo «sono così orgogliosa di te!»
Provava un orgoglio sincero, perché Philip era buono, amava il suo lavoro più di ogni altra cosa e metteva impegno in tutto ciò che faceva, incluso dedicarsi a lei. Era il motivo per cui, passo dopo passo, si stava innamorando di lui.
Durante il suo infinito flusso di pensieri, Philip aveva ricominciato a parlare «… e così mi chiedevo se ti andasse di venire con me.»
Lily batté le palpebre, confusa. «Temo… temo di non seguirti. Non puoi chiedermi di trasferirmi in Spagna con te, Philip! Io qui ho il mio lavoro, la mia famiglia e poi ci frequentiamo solo da poco più di due mesi e -»
«Frena, frena» ridacchiò lui «chi ha parlato di trasferirsi? È uno stage di dieci giorni.»
Che cretina. Ha ragione Al quando dice che mi estraneo e non capisco nulla di cosa mi succede intorno. Sono una tonta.
«Lily, è vero che sono molto preso da te» iniziò lui «ma non ti chiederei mai, adesso, di fare dei progetti così impegnativi. Certo, una vacanza è un’altra cosa» proseguì, sperando di ottenere la sua approvazione. «E poi, confido che in primavera staremo ancora insieme» concluse, arrossendo.
Lily si intenerì, provando un moto di affetto infinito per quel ragazzo così dolce che il destino aveva messo sulla sua strada. Si sentiva fortunata.
«Vedo che siamo sulla stessa lunghezza d’onda, allora» ridacchiò Lily, sdrammatizzando «sarei molto felice di accompagnarti in Spagna. Non ci sono mai stata! Il clima mediterraneo deve essere bellissimo, non vedo l’ora!»
*
Valencia,
22 maggio 2033
«Relax, finalmente!» esclamò Philip, dando un bacio sulla fronte a Lily e stendendosi sul lettino da spiaggia di fianco a lei, che leggeva uno dei suoi romanzi gialli. «Accio occhiali da sole» sussurrò agitando poco la bacchetta, appellandoli. «Temevo che la riunione non finisse più! I maghi polacchi sono davvero prolissi. Tu che hai fatto?»
«Ho fatto una lunga nuotata, mangiato una deliziosa paella, ballato il flamenco in piazza e ora mi sto rilassando» rispose, facendo la piega alla pagina del libro e riponendolo lì accanto sul tavolino. «Ho ricevuto una cartolina da Rose e Scorpius, sono in viaggio di nozze in Islanda. Ti mandano i loro saluti.»
Il matrimonio di Lily e Scorpius era stato, dopo quello di Molly e Yvonne, il suo lavoro migliore. Mettere assieme le idee e le teste dei Weasley da un lato e dei Malfoy dall’altro era stato difficile, per fortuna con il suo spirito intrinseco da wedding planner e la tenacia di Rose avevano vinto su tutti ed era stato un matrimonio stupendo, nonché il primo a cui Philip aveva partecipato come suo ragazzo ufficiale.
E mi ha sostenuto, supportato e sopportato per tutta la durata dei preparativi. Non deve essere stato facile per lui, se non è amore questo.
Philip ridacchiò «Weasley e Malfoy… quando ci ripenso mi viene da ridere. Nessuno avrebbe dato loro un galeone, ai tempi di Hogwarts.»
«Ora che mi ci fai pensare» iniziò, pensierosa «su di loro c’era un giro di scommesse inaugurato da Fred. Penso abbiamo perso tutti, considerando che temevamo che lei lo cruciasse nella foresta proibita o che lui le avesse rifilato un filtro d’amore» rise infine «e sono abbastanza sicura del fatto che siano iniziate le scommesse anche per un futuro bambino, sai – rosso Weasley o biondo Malfoy? Maschio o femmina? Futuro Grifondoro o futuro Serpeverde? Per non parlare del nome! Qui spero che Rosie si faccia sentire, i Malfoy non sono molto avvezzi ai nomi… normali
«Amo la tua famiglia!» esclamò il ragazzo «bagno? C’è un’acqua splendida!»
Lily annuì «sai, potrei abituarmi alla Spagna. Mi piace» disse, mentre si dirigevano verso il mare «mi piacciono i colori, il clima… è bello qui.»
«Già, è vero» concordò. Non poteva negare di aver fatto progetti a lungo termine, con Lily. E la Spagna era un’opzione che stava considerando. Gli piaceva come lavoravano lì, il posto era stupendo, cambiare aria poteva essere una bella sfida.
Si tuffarono in acqua, beandosi del mare cristallino e del cocente sole mediterraneo di maggio.
«È paradisiaco» esordì Lily, portandosi i capelli bagnati all’indietro. «Dopo questa vacanza, fare il bagno nel laghetto vicino alla Tana sarà come stare in una vasca da bagno!»
Philip ridacchiò, avvistando poi un folto gruppo di persone in un punto più isolato della spiaggia. «Ehi, un matrimonio!» indicò «nel tuo curriculum manca il matrimonio al mare.»
Lily annuì, assottigliando gli occhi per vedere meglio. «Si, è vero» convenne, concludendo poi con un sonoro sbuffo, reimmergendo la testa sott’acqua sotto lo sguardo interrogativo dell’altro. Riemerse poco dopo, ancora con l’aria corrucciata.
«La verità è che non ne posso più di matrimoni, fiori d’arancio e abiti bianchi» esordì Lily «finisce un matrimonio e ne inizia subito un altro ed è tutto un “Lily, dobbiamo preparare i tableau!” “Lily, dobbiamo scegliere i menu!” “Lily, quella location è troppo piccola per tutti gli invitati!”» sbuffò, seccata «è da quando ho finito Hogwarts che sto appresso alle mie cugine e alle loro nozze – solo perché i miei cugini e i miei fratelli sono troppo pigri per pensare a sposarsi, grazie a Godric!»
Philip ridacchiò, portandole una ciocca ribelle di capelli dietro l’orecchio «ma lo hai sempre fatto con amore, è questo che ti contraddistingue» disse «io me lo ricordo, i primi tempi che ci frequentavamo, ho capito subito quanto ti diverte avere un ruolo così importante. Sei solo stanca. Le tue cugine sono difficili da accontentare, ma sanno di potersi fidare di te, le rendi felici. Non tolleri più le aspettative.»
Lily annuì «hai colto nel segno» rispose «e poi c’è quella vecchia megera di zia Muriel che ad ogni evento deve trovare mille difetti e mi tormenta chiedendomi quando sarò io a convolare a nozze! “Organizzi i matrimoni di tutti, quando sarà il tuo turno Lilian?” E non vuole neanche capire che non mi chiamo Lilian, ma Lily! Quella donna bicentenaria!» concluse, in una perfetta imitazione della celebre quanto temibile prozia.
Philip, che ormai conosceva bene la sua ragazza, sapeva che la cosa migliore da fare in quei casi era lasciarla sfogare, parlare a macchinetta fino a che non si fosse stancata. Lei non era neanche tipo da volere o accettare consigli, arrivava sempre autonomamente alla soluzione del problema.
Lily strabuzzò gli occhi improvvisamente, puntandogli il dito contro «non pensare che questa sia una velata richiesta! Non mi voglio sposare!» Non ancora, almeno. Aggiunse nei suoi pensieri.
«Non l’ho mai pensato» disse, ridendo «Lily, io ti amo. Ma ti conosco bene e conosco me, so che non siamo ancora tipi da matrimonio. E va benissimo così.»
Lily lo abbracciò stretto «anche io ti amo, tanto» sussurrò «devi essere proprio quello giusto se non sei scappato davanti alla mia famiglia e davanti alle mie pazzie da wedding planner» ridacchiò infine, più rilassata.
*
Spiaggia della Cornovaglia,
26 luglio 2035
Lily si guardò allo specchio, carezzando la treccia lunga e sistemandosi – ancora una volta – la corona di fiori sulla testa. L’abito bianco in lino scendeva morbido fino alle caviglie, interamente ricamato a mano con dei ricami floreali di vari colori pastello.
Si affacciò dalla finestra del suo bungalow, scorgendo le sedie bianche disposte in cerchio sulla spiaggia proprio di fronte al mare, l’arco impreziosito da margherite bianche davanti alla battigia, gli invitati arrivavano a gruppi e a mano a mano prendevano posto.
Philip era lì, che chiacchierava con i suoi testimoni e si arrotolava le maniche della camicia in lino, bello, allegro e solare come il primo giorno in cui si erano conosciuti, quando le si era seduto accanto per scambiare due chiacchiere, a Diagon Alley; erano passati ormai tre anni da quel giorno, in mezzo c’erano stati altri matrimoni, nascite, un trasferimento in Spagna, litigate, tanti eventi che avevano caratterizzato le loro vite.
Lei era stata assunta come guaritrice all’Ospedale Magico di Valencia, aveva fatto un grande salto di qualità per la sua carriera ed era sempre più entusiasta di aver preso quella decisione, mentre Philip continuava a lavorare nell’ambito della diplomazia. La Spagna li aveva accolti e amavano quella nuova sistemazione, sul Mediterraneo, col mare e la musica spagnoleggiante ad ogni angolo, ma casa era sempre casa.
Lily, dal canto suo, non aveva smesso, nonostante la distanza dalla famiglia Weasley, di organizzare matrimoni e seguire passo dopo passo i preparativi, la sua presenza era imprescindibile e importante, e aveva ritrovato la passione per quel “secondo lavoro”.
Ma l’organizzazione del suo matrimonio era stata completamente diversa, Philip le aveva chiesto di sposarlo appena due settimane prima, progettando una fuga sulla spiaggia, sposarsi col sottofondo delle onde del mare e il profumo della brezza marina era un sogno che avevano scoperto di avere in comune, senza averne mai discusso apertamente.
Il matrimonio le era sempre sembrato una realtà lontana, che non le sarebbe appartenuta se non per il ruolo di damigella, testimone o organizzatrice.
Ma aveva scoperto che il ruolo della sposa le piaceva, così avevano organizzato quella festa sulla spiaggia della Cornovaglia: tutti vestiti di lino e colorati, tanti fiori, un banchetto e una torta, niente di più semplice, niente di più lontano dall’idea di matrimonio che si era fatta da piccola e nel corso degli anni aiutando le cugine.
Ma quello era il loro matrimonio, suo e di Philip. Che non l’avevano progettato, ma che l’avevano solo deciso all’improvviso, senza grandi preamboli. Ed era speciale.
Ormai è quasi arrivato il momento. Rifletté, osservando gli invitati nelle loro azioni più disparate: Rose e Scorpius in un angolo a fare castelli di sabbia con il piccolo Alexander, nonna Molly sistemava la camicia sgualcita a nonno Arthur con un colpo di bacchetta, Yvonne e Molly cullavano le loro gemelle appena nate, Albus e James, alla loro postazione di testimoni della sposa, chiacchieravano – probabilmente della finale della Coppa del Mondo del Quidditch che si sarebbero persi per via della festa.
È tutto perfetto: sa di amore, famiglia, semplicità. Tutto quello che ho sempre sognato si sta realizzando.
«Lily?» una voce dolce, affettuosa, che lei conosceva fin troppo bene arrivò al di là della porta. Suo padre era lì che la aspettava, con sua mamma al seguito «sono arrivati tutti. Andiamo, bimba?»
Lily sorrise, aggrappandosi da un lato al braccio di Ginny Weasley e dall’altro lato al braccio di Harry Potter.
L’arrivo all’altare lo aveva vissuto tante volte, di solito in un angolo a nascondere la commozione, stavolta si dirigeva verso il suo Philip, stringendo sua mamma e suo papà, felice come non lo era mai stata.
«Finalmente il tuo matrimonio» le sussurrò Philip, facendola ridacchiare.
«Il nostro» lo corresse «sono passata ufficialmente dall’essere la cugina della sposa ad essere la sposa. È stata lunga, ma ce l’ho fatta.»
Philip le sorrise, stringendole la mano: decisamente si, il ruolo della sposa le piaceva, e le calzava a pennello.


 
La mia prima one-shot con protagonista Lily Potter, di solito scrivo di Rose e Scorpius (che ovviamente non potevano che essere almeno menzionati ahahah), ma ho guardato il film "27 volte in bianco" e mi è venuta l'ispirazione, così eccoci qua.
Se siete arrivati fino a qui a leggere vi ringrazio e, se vi va, mi fa piacere sentire la vostra opinione!
Sul mio profilo ci sono altre on shot pubblicate di recente, se volete dar loro un'occhiata!
Un abbraccio:)
  
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