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Autore: Nihal07    10/05/2020    0 recensioni
“Hai davvero dimenticato ciò che abbiamo vissuto in questi due anni?” Si voltò verso di lui aspettando una risposta.
Kakashi guardò Sakura negli occhi perché con lei funzionava così: voleva certezze, voleva prima scrutarti l’anima, ma lui era il grande Hatake Kakashi, a pochi era concesso farlo. “Si.”
[...] Kakashi le sfiorò la mano ma lei la ritrasse subito, voltandosi e andandosene. Il jonin la guardò per qualche secondo prima di sussurrare: “No”.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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“Io non riesco davvero a capire come tu possa far finta di niente!” Sakura stava alzando la voce contro Kakashi. Camminava avanti e indietro davanti a lui, gesticolava e ogni tanto si fermava a guardarlo come se si aspettasse una risposta che potesse calmarla ma che puntualmente non arrivava. “Riesci a fingere così bene davanti a tutti gli altri, ai nostri amici, tanto che a volte mi chiedo davvero se siamo qualcosa di vero.”
Lo guardò negli occhi con sguardo interrogativo: “Non senti il bisogno di dirlo a Gai, di camminare per strada di fianco a me, abbracciarmi, tenermi per mano?”
Kakashi abbassò lo sguardo: “Non è così semplice.”
“Si, lo è.”
“Sakura, la gente parla, giudica. Non voglio che quello che c’è tra di noi diventi loro argomento di conversazione.”
La ragazza rise ironicamente: “Hai affrontato milioni di battaglie e davvero ti fai spaventare da questo? Di cosa hai paura? Che possano darmi dell’arrampicatrice sociale? Sarò per loro una ragazza inopportuna e superficiale che si porta a letto da due anni un suo collega più vecchio? Penso di essere abbastanza rispettata e conosciuta qui a Konoha per non meritarmi un trattamento simile, ma comunque non mi interesserebbe. Io sono innamorata di te, il resto non conta.”
Kakashi sentiva le parole morirgli in gola. Si avvicinò alla credenza in cucina e prese un bicchiere. Lo riempì di acqua. “Non sempre basta.”
La rosa rimane per qualche secondo in silenzio: “O forse sei preoccupato per te stesso... Credi che potrei rovinare la tua reputazione?”
L’uomo negò in modo deciso con la testa: “No, non mi interessa.” Appoggiò il bicchiere d’acqua sul tavolo e si avvicinò a Sakura appoggiandole le mani sulle spalle: “Tu sei una delle cose più belle che mi siano capitate, non pensarlo nemmeno per un attimo.”
Gli occhi della ragazza di inumidirono ma non capiva se per la tenerezza mossa da ciò che il jonin le aveva appena detto o se per la rabbia che ribolliva dentro di lei ogni volta che discutevano della stessa identica questione. Si staccò da lui: “Io domani lo dirò a Ino e Naruto, che la cosa ti piaccia oppure no.”
“Ottimo, così mezzo villaggio lo saprà nel giro di qualche giorno.” Kakashi sospirò: “Dammi ancora un po' di tempo.”
Sakura negò: “Ho aspettato fino ad ora e non continuerò a farlo. Vivo con te da un paio di settimane e ci vorrà poco perché la gente pian piano lo scopra da sola. Non ti serve a niente più tempo e non capisco perché tu ne voglia ancora. Se mi ami, accetterai la mia decisione.”
L’uomo rimase in silenzio e spostò lo sguardo da quello della ragazza. Quel silenzio si prolungò per qualche secondo e Sakura iniziò a perdere le sue certezze. Cercò un contatto con Kakashi ma non lo trovò e un pensiero dentro di lei iniziò a delinearsi in modo sempre più chiaro, portando con sé il gusto della sofferenza.
Kakashi prese una delle decisioni più difficili della sua vita: rimase in silenzio.
“Non puoi farmi questo... Non così... Non ora...” Gli occhi di Sakura si riempirono di lacrime.
Il jonin non riusciva a guardarla: “Volevo più tempo per capire.” Sentì di nuovo le parole morirgli in gola. Stava per dirglielo, stava per ferirla, stava per abusare di quel fiore che gli aveva sconvolto la vita. “Non voglio che la gente sappia di qualcosa di cui non sono nemmeno sicuro. Io...”
La ragazza non poteva crederci, non aveva senso. Le cose non stavano andando male, viveva con lui, non potevano andare male. “Guardami.”
Kakashi alzò lo sguardo e lo fissò nei bellissimi occhi verdi di lei: “Io non ti amo più.”
“Cosa?”
 
Sakura entrò in una grande stanza, illuminata dalla luce del sole che entrava dalle enormi finestre che ne ricoprivano i muri. Era una bella giornata, il che era molto raro nel Villaggio della Pioggia. Era stata chiamata per dare supporto nell’addestramento dei nuovi ninja medici. Konoha era molto all’avanguardia e lei una dei migliori medici a disposizione. Alzò lo sguardo verso il capo villaggio e vide che Kakashi era solo ad un paio di metri da lei. Lui era stato convocato lì due mesi fa. Era partito il giorno dopo della loro discussione, quando lei aveva preso le chiavi di casa sua promettendogli che, quando sarebbe tornato, non avrebbe più trovato nulla di suo. Non lo vedeva quindi, da due mesi. Fino ad ora, Kakashi aveva dato vari tipi di aiuto e probabilmente, avendo visto le carenze mediche del villaggio, aveva richiesto il supporto di un ninja medico. Ovviamente non poteva sapere che gli sarebbe capitata proprio lei.
Non appena le furono date qualche coordinata di orientamento e la programmazione degli interventi, Sakura uscì velocemente dall’edificio. Respirò profondamente e chiuse gli occhi; fortunatamente sarebbe stata lì solo qualche giorno, giusto per dare il via alla riforma.
Sentì dietro di lei dei passi e li riconobbe subito: “Non voglio parlarti.”
Kakashi sospirò: “Mi dispiace, se avessi saputo che avrebbero scelto te, io...”
La ragazza si girò a guardarlo: “Avresti accettato comunque. Sono una delle migliori e ho imparato dalla migliore. La presunzione non mi si addice.”
L’uomo si avvicinò di più: “Mi dispiace per quello che è successo.” D’istinto provò ad accarezzarle il braccio ma Sakura si scostò: “Non è vero. Vorrei ci incontrassimo il meno possibile durante questi giorni, solo se strettamente necessario.”
Il jonin annuì debolmente e la ragazza fece per voltarsi e andarsene ma qualcosa la fermò. Doveva saperlo: “Hai davvero dimenticato ciò che abbiamo vissuto in questi due anni?” Si voltò verso di lui aspettando una risposta.
Kakashi guardò Sakura negli occhi perché con lei funzionava così: voleva certezze, voleva prima scrutarti l’anima, ma lui era il grande Hatake Kakashi, a pochi era concesso farlo. “Si.”
Rabbia, mista a sconforto si fece strada nella testa di Sakura che d’istinto alzò un braccio e aprì la mano avvicinandola violentemente al viso di Kakashi per tirargli uno schiaffo ma il suo cuore la fermò a pochi centimetri quando ormai, il jonin si era preparato ad accettare quel dolore che però non arrivò mai.
La ragazza abbassò la mano e la pose sul petto di lui ricordando quando in passato lo faceva con quella tenerezza di chi vorrebbe accompagnarti ovunque ma non può ma che ti ricorda che nonostante la distanza fisica, comunque si ritorna a casa insieme. Sempre. Ma stavolta non sarebbe stato possibile.
Kakashi le sfiorò la mano ma lei la ritrasse subito, voltandosi e andandosene. Il jonin la guardò per qualche secondo prima di sussurrare: “No”.
 
Per i restanti giorni in cui Sakura rimase al villaggio, i due si videro raramente. Ogni tanto Kakashi faceva un giro per vedere come se la passava ma sempre stando a debita distanza o senza interferire in prima persona. L’aveva vista decisa nel fare certe scelte, dolce e paziente nell’insegnare ciò che conosceva, forte ma delicata nell’imporre ciò che secondo lei era giusto. E ora, era arrivato il momento di consegnare il rapporto di quei pochi giorni passati al villaggio.
Sakura uscì dall’ufficio del capo del villaggio e iniziò ad incamminarsi per tornare alla sua camera dove aveva soggiornato fino ad ora. In poco tempo il clima era cambiato ed aveva iniziato a piovere. Sempre più forte. La ragazza odiava quel posto e il suo clima. Troppo imprevedibile e piovoso. Ad un tratto la pioggia si fece sempre più fitta e le bagnò tutti i vestiti e i capelli. Iniziò a correre ma dopo qualche minuto fu distratta da qualcosa e si fermò. Qualche piccolo raggio di luce filtrava tra le nuvole grigie e tristi, donando al cielo un aspetto diverso, quasi spettacolare.
Ad un tratto sentì che la pioggia aveva smesso di bagnarla, nonostante continuava a vederla cadere.
“Quando vivi qui per due mesi inizi a capire come funziona il tempo.”
Sakura si girò verso Kakashi che la stava coprendo con un ombrello. Abbassò lo sguardo: “Puoi risparmiartelo. Sono quasi arrivata.”
L’uomo sorrise: “Lascia che ti accompagni, per favore...”
Per favore. La ragazza accettò, disarmata, di nuovo, da lui.
Iniziarono a passeggiare per le strade deserte.
Kakashi fu il primo a rompere il silenzio: “Domani torni a casa...”
Sakura annuì: “Tu invece?”
“Tra tre giorni.”
Sakura si fermò di colpo: “Pensavo dovessi rimanere qui molto di più.”
Il jonin abbassò lo sguardo: “Ho chiesto di tornare. Domani arriverà qualcuno a sostituirmi.”
“Perché?” Infondo non le sarebbe dovuto interessare, lo sapeva, ma c’è una grande differenza tra conoscere e sentire. Ed è il sentire qualcosa, che conta davvero.
“Ho delle cose importanti da fare.”
La ragazza distolse lo sguardò e riiniziò a camminare. Ad un tratto sentì la mano di Kakashi afferrare la sua e dovette voltarsi verso di lui: “So che ti ho ferita e non ho il diritto di parlartene.”
Sakura negò con la testa: “Non abbiamo altro da dirci.”
“Io si e se mi ascoltassi, renderesti tutto più semplice.”
La rosa incrociò le braccia al petto e aspettò mentre Kakashi, imbarazzato ed estremamente a disagio cercava di guardare da qualche altra parte. “Non ti ho dimenticata, non l’ho mai fatto. E mentivo quando ti ho detto che non ti amavo più. Non ho mai smesso, nemmeno in questi due mesi, nemmeno per un attimo.”
“E allora perché lo hai fatto?”
“Mio padre è stato ucciso dal giudizio della gente e non volevo che tu soffrissi per colpa loro quando avrebbero iniziato ad inquinare ciò che c’è tra noi.”
Sakura ci pensò un attimo: “Non ho mai avuto paura di questo.”
Kakashi le sorrise debolmente: “Ma io si e ho sbagliato a decidere da solo. Ti ho allontanata e ti ho fatto del male ed è vero quando ti dico che mi dispiace.”
La ragazza cercò il suo sguardo: “Quindi non te ne andrai di nuovo, vero?”
“Dove vuoi che vada senza di te?” Kakashi le portò un ciuffo di capelli bagnati dietro l’orecchio: “Non è giusto che io te lo chieda, ma... Se tu volessi tornare, ecco... Pensaci. Io aspetterò tutto il tempo che ti serve.”
Sakura si avvicinò e appoggiò la fronte contro il suo petto: “Non ho portato via nulla da quando ci eravamo visti l’ultima volta. Volevo obbligarti a raccogliere tutto e portarmelo indietro.”
Kakashi le accarezzò la testa e la sentì piangere: “Sakura...”
La rosa lo abbracciò: “Sono felice... N-Non preoccuparti.”
Il jonin si staccò leggermente da lei cercando il suo viso, poi la sua bocca e, dopo essersi abbassato la maschera, la baciò. Infondo bastò poco per ritornare la coppia che erano, anche se con una maturità diversa. Kakashi accompagnò Sakura nell’ostello dove alloggiava e lì... Bhè... Fecero ciò che un uomo e una donna fanno quando sono innamorati l’uno dell’altra.
 
Infondo, quando due anime si toccano veramente, è facile sentire la forza del loro silenzio.
 
 
  
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