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Autore: FalbaLove    11/05/2020    1 recensioni
Raccolta di One shots con protagonista Shiho Myano e i vari personaggi della serie in un ipotetico futuro in cui l'Organizzazione è stata finalmente sconfitta.
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[Dalla prima storia]
Due mani ghiacciate e pallide sfiorarono con bramosia la sua pelle del collo per poi stringere con forza: Shiho deglutì a fatica sentendo il fiato venirle meno mentre la vita pian piano si allontanava sempre di più dal suo corpo. Un strano rantolio uscì dalla sua bocca carnosa e due occhi color ghiaccio si iniettarono di eccitazione aumentando sempre di più la stretta sul suo collo.
-No!- l’urlo straziante di Shiho rimbombò forte per tutta la residenza squarciando un silenzio malato. La scienziata si guardò impaurita intorno mentre percepiva chiaramente il sangue pompare forte nelle tempie.
-Era solo un incubo- sibilò la scienziata lasciando che i suoi occhi scrutassero il suo stravolto riflesso allo specchio. La sua pelle candida aveva fatto posto a un pallore malsano mentre i suoi occhi ,stanchi e ancora impauriti, erano contornati da profonde occhiaie violacee che le regalavano un aspetto quasi cadaverico. Ma a Shiho tutto questo non importava, il solo sapere che questa era la realtà la faceva sentire incredibilmente leggera e viva.
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ai Haibara/Shiho Miyano, Rei Furuya, Shinichi Kudo/Conan Edogawa, Tooru Amuro
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Shiho si appoggiò distrutta ad una delle tante transenne: sospirò passandosi le dita sulle tempie sudate. I suoi occhi grigi osservarono in lontananza i tre piccoli Detective Boys che correvano per di fiato per le piccole stradine di quel parco divertimenti. Un piccolo sorriso comparì sul suo volto chiedendosi come facessero, nonostante l’intera giornata passata a spostarsi da una giostra all’altra, ad avere ancora così tante energie. Piegò un angolo delle labbra chiedendosi se quei bambini avrebbero mai smesso di sorprenderla. Osservò intenerita i grandi occhi di Ayumi levarsi verso il cielo sempre più buio e che stava abbandonando le sfumature calde e aranciate.
Era oramai passato un anno da quando si era impossessata del suo vero corpo, della sua vera identità e della sua vera e nuova vita eppure non era riuscita a staccarsi dalle esistenze di quei piccoli esseri. Nei loro tre piccoli cuoricini percepiva ancora una ferita non pienamente rimarginata per la scomparsa quasi improvvisa di Ai Haibara, ma con il tempo era riuscita a guadagnarsi nuovamente la loro fiducia promettendo a loro, ma soprattutto a se stessa, che non li avrebbe mai più abbandonati.
Una leggera brezza serale accarezzò dolcemente le gote rosee e accaldate della ragazza provocandole un leggere brivido che scosse le sue membra stanche. Lentamente scostò una manica del suo maglione scrutando le lente lancette del suo orologio. Nonostante si fosse fatto decisamente tardi i tre bambini l’avevano pregata di rimanere per osservare lo spettacolo di fuochi d’artificio che si sarebbe svolto a minuti.
Lei, irremovibile, non aveva accettato, ma per sua sfortuna non era venuta da sola. Il suo sguardo ricadde sulla snella ragazza che, abbandonato il braccio del giovane accanto a lei, incurvò la schiena accarezzando dolcemente la capigliatura castana e sbarazzina di Ayumi.  La bambina sorrise contenta di fronte a quel gesto mentre dal suo viso trasparì la completa fiducia che riservava per la Mouri. Shiho percepì chiaramente i muscoli irrigidirsi, ma non riuscì a capire se fosse a causa del freddo.
-Shiho- una voce squillante e acuta venne accompagnata da una mano che si posò sulla sua spalla.
-Andiamo? Gli altri ci stanno aspettando- commentò la castana non riuscendo a reprimere un fanciullesco entusiasmo. Gli occhi di Shiho si assottigliarono davanti alla Toyama mentre istintivamente si portò una mano tra i mossi capelli ramati.
-Mi riposo un attimo e poi vi raggiungo- sibilò lasciando che le sue parole fossero udite dalla sua interlocutrice solo come un sussurro. L’altra per un attimo la scrutò con attenzione prima di sorridere nuovamente allegramente. Le labbra carnose della ramata si incurvarono domandosi perché sorridesse sempre.
-Va bene, ma cerca di non perderti l’inizio dei fuochi- la ammonì accelerando il passo e dirigendosi verso il gruppetto poco lontano da loro. Shiho schioccò le labbra senza neanche farci troppo caso alle parole di Kazuha: il suo sguardo invece pareva molto più interessato. La vide chiaramente passare un pacco di popcorn a Genta che iniziò a saltellare felice per poi limitarsi, a bocca piena, a sedersi sul prato. Kazuha di fronte a quel ragazzino così buffo non riuscì a reprimere una piccola risatina alla quale si aggiunse anche quella della Mouri. Poi un ragazzo, che fino a quel momento era rimasto leggermente in disparte, si avvicinò alla ragazza di Osaka sussurrandole qualcosa nell’orecchio. Quella, in un primo momento sorpresa dalla sua richiesta, rivolse il suo dito verso di lei.
Shiho roteò gli occhi mentre le prime luci serale si riflessero sulla sua candida carnagione. Shinichi fece un passò indietro allontanandosi da Kazuha mantenendo il suo sguardo fissò sulla figura della scienziata. Poi, con un rapido gesto, le fece segno di raggiungerli lasciandosi sfuggire una smorfia allegra e contagiosa. La ramata si morse nervosamente un labbro alzando un braccio, ma questo suo gesto venne bloccato dalla figura della Mouri che si affiancò a quella del detective. Lui percepì immediatamente la sua presenza e la avvolse con un braccio lasciandosi sfuggire una espressione di pura felicità: velocemente la mano di Shiho si fece talmente pesante da costringerla ad abbassarla. Poi, cercando di non mostrare inquietudine su quel viso che Shinichi sapeva leggere alla perfezione, indicò il suo cellulare sperando che questa scusa, decisamente poco plausibile e improvvisata, le bastasse per guadagnare altro tempo da spendere in disparte. Ran ingenuamente intuì il suo presunto impegno al telefono e annuì gentilmente ritornando a regalare la sua più completa attenzione ai Detective Boys, ma Shinichi invece indugiò troppo sulla figura alta e formosa della amica corrucciando la fronte. Shiho immediatamente allontanò il suo sguardo lasciando che il display del suo cellulare illuminasse le sue iridi. Aspettò un paio di secondi fissando con finta concentrazione l’oggetto che teneva tra le mani e quando finalmente alzò gli occhi osservò che anche il Detective liceale aveva desistito dal raggiungerla e che stava parlando animatamente con le due castane.
Una piccola smorfia si dipinse sul volto contrito della scienziata che si stiracchiò non capendo quel gesto involontario: dopotutto non voleva che la raggiungesse, giusto?
Un botto di inizio spaventò Shiho mentre la gente attorno a lei si lasciò sfuggire un sussulto eccitato.
-Cosa ci fai qui? - quella domanda non la scompose affatto, ma creò solo una espressione infastidita sul suo volto.
-Ho ricevuto una chiamata importante- mentì appoggiando entrambi i gomiti sulla transenna dietro di lei. Rabbrividì di fronte a quel contatto gelato, ma non lo diede a vedere.
Heiji dal canto suo, non pienamente soddisfatto di questa sua risposta, si portò una manciata di popcorn alla bocca masticando con bramosia. Shiho alzò indispettita un sopracciglio mentre nuovamente il silenzio era calato tra i presenti.
-Potresti masticare un po’ più piano? - lo ammonì guardandolo di sbieco. Lui sbuffò sonoramente come era solito fare quando parlava con lei.
-Se non ti conoscessi penserei che hai appena concluso una telefonata con il tuo peggior nemico- la ramata si limitò ad alzare un sopracciglio non capendo a cosa quel detective di Osaka volesse alludere.
-Ma per fortuna so che l’acidità è un tratto distintivo del tuo carattere- borbottò portandosi un’altra mangiata di popcorn in bocca e stando attento a fare ancora più rumore del previsto. Shiho iniziò a tambureggiare nervosamente sulle fredde transenne chiedendosi perché non si decidesse ad andarsene.
-Allora immagino che tu non abbia voglia di tornare dagli altri- disse Heiji accartocciando il cartone che precedentemente conteneva lo snack e lanciandolo, con successo, in un cestino poco lontano.
-Esatto quindi perché non te ne vai? - rispose con tono neutrale fissandolo con insistenza. Il ragazzo di Osaka deglutì a fatica visto che quello sguardo indagatore e glaciale non lo faceva mai sentire a suo agio.
-Non posso fare compagnia alla mia amica Shiho? - domandò lui con voce divertita conoscendo perfettamente che questo avrebbe disturbato la sua interlocutrice.
-Io non sono tua amica- impassibile osservò il ragazzo accanto a lei accigliarsi.
-Io sono amica di Kudo e anche tu lo sei. L’amicizia è priva della proprietà intrinseca- specificò incrociando le braccia solo al petto. Al detective di Osaka non rimase che sospirare sonoramente domandandosi se lo faceva apposta a usare quei termini in sua presenza.
-Beh, sappi che io ti considero mia amica-
-Fai come ti pare- mormorò lei tagliente facendo per un attimo desistere il ragazzo dal rimanere, da solo e privo di difese, con lei.
-Posso dirti una cosa?- quella domanda parve prendere in contropiede la ragazza che lasciò perdere la sua espressione seccata per incurvare le labbra.
-Cambierebbe qualcosa se ti dicessi di no?- ribatté lei scrutando la pelle abbronzata di Heiji. Lui alzò le spalle mantenendo la sua aria concentrata e ignorando deliberatamente le sue ultime parole.
-Non pensavo che avresti preso l’antidoto- il suo discorso era talmente improvviso e fuori tema che lasciò per alcuni secondi interdetta la ramata.
-Avevo ipotizzato che saresti rimasta Ai Haibara- ci tenne a precisare Heiji incrociando le braccia dietro la testa. Poi, volutamente, si prese alcuni istanti per rimuginare.
-Ho sempre pensato che non avessi fatto questa scelta per te stessa, ma per qualcun altro- Shiho incurvò le labbra osservando lo sguardo di Heiji dirigersi verso il gruppetto poco lontano da loro. I muscoli si irrigidirono sapendo perfettamente a chi quello strambo ragazzo stesse alludendo.
-Ti sbagli, la mia decisione non ha avuto niente a che fare con lui- disse velocemente osservando di sbieco il cielo tappezzato di  stelle. Stava mentendo, lo sapeva benissimo, ma il suo unico obiettivo era di convincere lui, per quanto riguardava il suo cuore ci avrebbe pensato un’altra volta.
-Voglio crederti davvero, Shiho- il suo tono era calmo e sereno, privo di qualsiasi giudizio, e la ramata capì che qualsiasi cosa lei gli avesse risposto il ragazzo le avrebbe creduto, o almeno ci avrebbe provato.
-Io non so cosa tu abbia passato e non sono tenuto a saperlo: in quella terribile vicenda ho fatto solo da comparsa, ma se c’è una cosa che so è che ti meriti finalmente di vivere per te stessa- quelle parole furono accompagnate da un secondo botto che rianimò nuovamente gli spettatori accanto a loro. Shiho sorrise lasciando che dal suo sguardo sfuggisse un po’ di ammirazione per quel ragazzo. Heiji leggermente imbarazzato per questo suo gesto si grattò nervosamente la testa.
-E poi- ci tenne a precisare mentre un terzo e ultimo botto a vuoto scandì l’inizio dello spettacolo dei fuochi d’artificio.
-Sei una ragazza troppo bella e intelligente per correre dietro a un citrullo come quello- precisò non reprimendo un sorriso scaltro e sornione. Shiho, che non si aspettava decisamente quelle parole, rimase per un attimo interdetta, ma per fortuna ogni suo dubbio venne spazzato via da un primo fuoco d’artificio il cui rosso scarlatto venne riflesso nelle iridi della giovane.
I due trascorsero i restanti cinque minuti nel più completo silenzio con il capo all’insù e lasciandosi trasportare da quel meraviglioso spettacolo. Poi un ultimo botto, accompagnato da brusii di lamentale e delusione, decretò la fine di quell’evento.
-Io proporrei di tornare dagli altri, dopotutto Kazuha si starà domandando che fine io abbia fatto- mormorò Heiji con timore mentre, poco lontano da loro, la sua ragazza fissava irritata e accigliata la folla gremita di gente. Shiho annuì in silenzio mentre i meravigliosi colori dei fuochi ancora non si decidevano a lasciare la sua mente.
-Tu vai pure, io vi raggiungo subito- decretò continuando a mantenere gli occhi chiusi e permettendo al debole vento di scompigliarle leggermente la chioma. Lui alzò le spalle arrendevole prima di accelerare il passo.
-Heiji?- il suo nome, pronunciato dalla sua bocca carnosa, fece fermare la corsa del ragazzo che però non si voltò.
-Si?-
-Sei un buon amico- concluse osservandolo raggiungere gli altri.
Divertita vide la ragazza di Osaka schiumare di rabbia iniziando a tartassarlo di domande su dove fosse stato per tutto lo spettacolo e soprattutto con chi mentre Shinichi e Ran, inutilmente, tentavano di placarla. Poi la scienziata, sicura del fatto che non aveva alcuna intenzione di mettersi in mezzo all’inutile discussione, si incamminò verso il gruppetto dal quale delle scuse petulanti si levavano sempre più forti.
Forse, pensò, quel giorno aveva guadagnato un amico.
   
 
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