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Autore: Quebello    12/05/2005    3 recensioni
L'idea mi è venuta perchè a tutti è piaciuto che parlassi della guerra tra Wu Tai e la ShinRa EPC... ho pensato di "reinterpretarla" in modo del tutto diverso, coinvolgendo FFVII, FFVIII, FFIX e FFX / X-2.. Come al solito cerco anzitutto di restare fedele ai personaggi. Grazie in anticipo a tutti!
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Passa, Vid! No, non così- NO!"

In tre anni Vidinu era diventato quel che si dice un autentico campione. Non che riuscisse a tirare, calciare, o trattenere la palla, ma sapeva prendere un passaggio, ed era più di quanto un qualsiasi altro bambino di tre anni fosse mai riuscito a fare, in materia di Blitzball. Neanche Beclem, quando veniva a trovarli, trovava da ridire sul figlio di "Quello smidollato di Wakka".

Ma a differenza di Wakka, Tidus non perdeva un attimo a compiacersi per la precocità di Vidinu, anzi lo spronava, seppur col sorriso sulle labbra, con fare quasi marziale. Yuna aveva detto che stava iniziando a somigliare a suo padre, Jecht della Città dei Sogni, di cui lei aveva visto solo il lato migliore.

Stranamente, la cosa non lo aveva offeso.

Un Tidus di quasi venti anni aveva ormai problemi più seri del conflitto adolescenziale con il padre. E persino più seri di crescere Vidinu, che oltre ad essere figlio di Lulu e Wakka era diventato anche, un pò, figlio di Tidus e Yuna. Il suo problema più serio, quando guardava la spiaggia tropicale di Besaid, era quanto quella pace sarebbe durata. Era certo che lo stesso pensiero affannava anche Yuna.

Yuna....

Di Yuna, Tidus ne era convinto, non si sarebbe stancato mai. Quando l'aveva conosciuta si era immediatamente innamorato della sua diversità. Lei era qualcosa di mai visto per l'Asso degli Zanarkand Abes, un idolo dello sport che già a quindici anni riceveva quotidianamente proposte sessuali... lei era proprio come l'aveva descritta, cinque anni prima, l'uomo che gli aveva fatto da padre al posto del suo: "E' semplice, seria e non chiede aiuto a nessuno."

Sì, Auron aveva ragione. Ecco come Yuna affrontava il fatto di essere grande invocatrice, destinata ad una grande battaglia che aveva portato via la vita al padre di lei e che avrebbe preso anche la sua: era semplice e seria, e non chiedeva il suo aiuto a nessuno. Fiera, orgogliosa e responsabile, come nè lui nè nessuno della sua famiglia era stato, ma anche femminile, indifesa, e... bella.

E poi... era cambiata. La felicità di non doversi sacrificare gli aveva fatto un grande effetto, nei due anni in cui non si erano visti... era diventata scalmanata, romantica e ribelle, come se volesse urlare al mondo che lei era soltanto se stessa, non la Grande Invocatrice Yuna figlia di Braska. Qualcosa di sorprendente... poi, quando si era stancata, era tornata quella di prima, e si era ritrasferita a Besaid con lui come se nulla fosse accaduto. Era tornata silenziosa, e aggraziata del tutto inaspettatamente, qualche volta capitava addirittura di rivederla in kimono.

Essendo stata popstar per qualche mese, aveva aperto una piccola scuola di canto per bambini e Tidus aveva assistito ad una ulteriore metamorfosi: con i bambini era decisa, ferma e autorevole, una vera leader.

E poi, il suo lato più nascosto, quando facevano l'amore. Una passionalità ed una sensualità tali che Tidus, se non fosse stato trattenuto dal solito, patetico orgoglio maschile, l'avrebbe in più occasioni pregata di smettere, di farlo respirare perchè non ce la faceva più, e poi di ricominciare perchè era troppo bello... e cosa più incredibile, lei rideva. Rideva! Mentre lo facevano, le ammiratrici che Tidus aveva nella Città dei Sogni avevano una faccia terribilmente seria, come se quello fosse, e forse lo era, il momento più significativo che potessero concepire. Yuna, invece, rideva. Rideva come se fare l'amore equivalesse a prendersi tutto il piacere che in altri momenti si negava.

Da ragazzo irresponsabile, sregolato, privo di guida qual era stato Tidus, non aveva mai creduto nei rapporti duraturi. Era convinto che si sarebbe annoiato. Ora il solo pensiero gli sembrava delirante.

E infatti il suo pensiero più opprimente non era affatto che si sarebbe presto annoiato, anzi; era che il tempo per godersi tutto questo stava rapidamente finendo. Tutti lo avvertivano.

Le visite di Beclem erano sempre interrotte bruscamente da dispacci urgenti della Lega della Gioventù. E quando c'era, non si soffermava più a sgridare tutti con aria autocompiaciuta: era mesto, preoccupato.

Wakka stava spesso immobile a guardare il mare della piccola Besaid, e Tidus avrebbe giurato che controllava se il mare fosse ancora altrettanto azzurro, se le palme fossero ancora verdi e forti. O almeno, avrebbe dovuto farlo: tutti sapevano che, presto o tardi, le piante di Besaid avrebbero iniziato ad appassire.

Lulu era la cosa più incredibile. Quando Tidus l'aveva conosciuta, praticava magia nera: era una donna che non avrebbe temuto di scendere fino all'inferno per ciò in cui credeva, e qugli sguardi così severi trasformavano il suo corpo formoso da oggetto del desiderio a statua rigida e minacciosa, che ispirava riverenza. E non si faceva certo problemi a sfruttare quell'apparenza: sempre pronta a piantare gli occhi in faccia a tutti e a dire la cosa più spiacevole, con il tono più marziale... adesso, invece, Tidus vedeva in lei solo una madre preoccupata per il futuro di suo figlio, che addirittura aveva paura di esternare le sue preoccupazioni.

E Yuna... se c'era una cosa che non andava nel loro rapporto, era che Tidus si era sentito spesso sminuito da quello che era lei, anche se lei non ne aveva la benchè minima coscienza. Ma adesso, Tidus non riusciva ad immaginare quanta tristezza lei nascondesse. La sua terra stava per rovinarsi e lei non poteva farci nulla. Era stata una Invocatrice, una donna di fede e quindi una salvatrice; ma non era una politica, non lo era mai stata. E adesso non poteva fare nulla.

L'unico uomo che sembrava poter fare qualcosa era stato rinchiuso nel sotteraneo più oscuro di Bevelle, la città rossa, città più grande del continente e sede del Partito politico-religioso di NeoYevon. Tutti sapevano cosa significava essere rinchiusi laggiù: non morire, ma peggio, sparire. Tutti ne erano certi, non avrebbero mai più sentito parlare dell'ex Pretore Baralai.

La fine di Auron era stata dolorosa, e comunque aveva segnato la fine di un'era: l'ultimo del grande trio. L'Invocatore Braska, l'Asso Jecht e il Samurai Auron non erano più di questo mondo. Ma Tidus rifletteva solo adesso su cosa significava essere totalmente privi di una guida, anche precaria come quella di Auron. Anzi, proprio riguardo alla politica Auron ne aveva sempre masticata più di tutti loro, e avrebbe certamente avuto qualcosa da dire se l'unico uomo che poteva fermare la guerra fosse stato destituito e rinchiuso. Probabilmente avrebbe avuto un piano per liberarlo, ardito e sottile al contempo come spesso era stato il samurai leggendario.

Ma Auron era morto, Tidus e Yuna erano ormai una coppia stabile di due ragazzi di venti anni che ne avevano passate tante, e che adesso si occupavano di un bambino, anche se non il loro bambino, per metà della giornata. E la guerra si avvicinava.

Una pallonata dritta sulla sua faccia, priva di qualunque forza, interruppe i suoi pensieri. Sorrise radiosamente a Vidinu.

"Bravo, Vid! Questo è il tuo primo passaggio!"

  
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