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Autore: Apulia    11/05/2020    2 recensioni
Gilbert è innamorato di Feliciano, ma quando scopre che quest’ultimo è innamorato di suo fratello che ricambia i suoi sentimenti, decise di lasciar perdere. Fra tristezza immensa e tonnellate di birra, incontra per puro caso Lovino, un bizzarro fioraio con un linguaggio colorito, Gilbert si renderà conto che la birra e la pizza sono la coppia perfetta.
Contiene menzioni di PruHun e SpaMano passate, GerIta come coppia secondaria e PruMano come coppia primaria. Anche FrUk e SpaBel in quantità minore.
Scritta da me in inglese e postata su AO3, ho deciso di postare qui la versione originale scritta in italiano.
7 capitoli su 15
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Germania/Ludwig, Nord Italia/Feliciano Vargas, Prussia/Gilbert Beilschmidt, Spagna/Antonio Fernandez Carriedo, Sud Italia/Lovino Vargas
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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“È il fantastico GIlbert qui. Sì, essersi guadagnati con l’astuzia il tuo numero è ancora più soddisfacente”

Premette il tasto invio senza esitazione come era solito fare. Fissava lo schermo luminoso del piccolo cellulare che impugnava con entrambe le mani, in attesa di una risposta. Non gli passò minimamente per la mente di abbandonare il telefono in un punto come era solito fare, per poi rispondere quando ne aveva voglia o non rispondere affatto, ma rimase semplicemente ad aspettare fedelmente come un cane che aspetta il cibo dal padrone. Di solito era lui quello che si faceva aspettare, ma essere dall’altra parte era abbastanza divertente per lui.

“Bastardo, sono l’una di notte. Come cazzo ti viene in mente di scrivermi? Vai a dormire, o quelle brutte occhiaie che ti ritrovi rimarranno per sempre sulla tua ridicola faccia di cazzo”

Nonostante il tono poco gentile del messaggio ricevuto in risposta, il viso di GIlbert si illuminò più dello schermo del suo cellulare.

“Non riesco a dormire :( ho bevuto una tazza intera di caffè italiano, e ora il mio magnifico sonno sembra non voler arrivare” fu veloce a scrivere sulla tastiera.

“Sei veramente più stupido di quanto pensassi”

“Ma questo mi rende unico ai tuoi occhi, vero? ;D”

“Certo, in un’altra vita. E non la mia”

“Kesesese, so che morivi dalla voglia di ricevere un mio messaggio ;)”

“Ma che cazzo di risata è quella? E comunque no. Vado a dormire, addio”

“Aspetta! Pensavo mi saresti stato di compagnia sta notte D:”

“La tua povera mano destra ti terrà compagnia. Percepisco il suo dolore nel stare attaccata al corpo di uno come te. Addio ho detto”

Lovino abbassò la luminosità del cellulare e si rintanò sotto le coperte perfino con la testa, per evitare che la luce del telefono svegliasse suo fratello che dormiva al suo fianco. Non attese una risposta di Gilbert, ma spense immediatamente il cellulare per poi abbandonarlo sul comodino di legno con la gamba storta.

Diede un’occhiata alla finestra aperta, le cui tende bianche e sottili si muovevano guidate dal vento leggero ma fresco che si posava sulla pelle olivastra di Lovino, spettinando anche i suoi capelli sudati alle punte. Il viso pensieroso, le palpebre che sbattevano a ritmo sempre più lento.

Lovino aveva la testa sulla sua mano sul cuscino. Ripensò rapidamente alla serata, realizzando che si era davvero divertito e ciò gli aveva lasciato un’aura positiva a circondarlo. In particolare I sorrisi veri gli avevano riscaldato il cuore, e quel ragazzo non sembrava essere così male nonostante fosse abbastanza irritante nel 90% dei suoi atteggiamenti. A volte parlava come un narcisista e un so-tutto-io, ma a dire il vero aveva sentimenti contrastanti su di lui e uno strano desiderio di conoscerlo meglio. Chissà, in realtà era umano anche lui.

Gilbert Invece aspettava ancora una risposta al suo messaggio. In un momento, pensò addirittura di eliminarlo pensando di aver sbagliato qualcosa, e con un lieve sussulto al cuore si girò sul fianco destro cambiando posizione nel letto.

“Ehi fantastico, che ti prende? è solo un messaggio a un amico.” Disse a se stesso, pur continuando a tenere gli occhi fissi sul piccolo schermo che lo accecava. 

Si stese con il volto rivolto verso l’alto, cambiando posizione ancora una volta. Stringeva il telefono con la mano destra, lasciando libera l’altra mano sporca fin fuori dal letto. Ogni volta che il cellulare si illuminava a causa di una nuova notifica, sperava fosse lui e i suoi occhi si spalancavano ricchi di speranza. Ma puntualmente, era solo la notifica di qualche video su YouTube o la più temuta, quella che l’abbonamento su PornHub era scaduto.

Ma sapeva che in un modo o in un altro, avrebbe ricevuto la sua risposta.

///

“Oh, chi si rivede! Buongiorno Beilschmidt, alla buon ora. Cosa ti porta qui? Non è un po’ presto per la birra?” 

Gilbert fece ingresso nel locale, con un sorriso smagliante che si alternava a profondi sbadigli assonnati. Si avvicinò al bancone, posando una banconota da 5 euro e alcuni spiccioli.

“Buongiorno a te. Non devo bere, ma il fantastico uomo qui presente aveva dei soldi da restituirti.”

“Seriamente? Oh, in effetti mancano ancora un centinaio di euro però. Dove sono gli altri soldi?” Il barista scrutò la poca somma di denaro, spostando le monete con il dito in modo giocoso, avvicinandosi con uno sguardo piuttosto divertito. Anche se mancavano ancora tanti soldi per compensare tutti quelli che Gilbert doveva dargli ancora a causa di drink non pagati o pagati a metà, era comunque sorpreso dal fatto che avesse portato persino quella umile somma di denaro. 

“Ehi, Sadik! Non ho tutti quei soldi al momento, ho portato solo quello che dovevo ieri sera!” Gilbert lo fulminò con lo sguardo, ma si sentì leggermente umiliato quando vide che tutto ciò che il suo sguardo fece fu quello di provocare una risata chiassosa e calda all’altro uomo, che stava lacrimando dal ridere.

“Dai, non ridere! Ho altri soldi in realtà, ma devo ripagare alcuni danni al negozio del fioraio qui a fianco” disse contorcendo il labbro e indicando con il pollice alla sua sinistra, dove si trovava il negozio di Lovino.

“Oh, e quali danni? Anche psicologici suppongo” Sadik passò un panno all’interno di alcuni bicchieri per lucidarli, mentre si lasciava scappare una piccola risatina cristallina.

“Ehi!” Gli diede una pacca amichevole sulla spalla “anche, di regola. Pensavo fosse suo fratello e gli sono letteralmente saltato addosso. Che cosa poco fantastica! Oh, e poi ho maltrattato anche alcune sue rose, sempre se ricordo bene”

“Le rose di quel piccoletto sono abbastanza costose, ma sono le migliori della zona. Sono profumate al punto giusto, il colore rosso scintillante e la cura che ci mette nel rimuovere le spine e rendere perfetto lo stelo sono veramente stupefacenti e soddisfacenti. Mi chiedo quanto tempo ci impieghi” Sadik rispose e poi posò i bicchieri in fila in una composizione elegante per un bar che sembrava una topaia.

“Amico, sei serio? Non dirmi che sei andato mai da lui!”

“Naturalmente. Una volta condividevo la casa con uno studente greco, credo si chiamasse Herakles.” Si sforzò di ricordare, guardando verso l’alto e grattandosi il mento “Decisi di fargli un regalo al suo 18esimo compleanno. Cosa feci? Mi feci aiutare da Lovino e rendemmo le rose di un odore piuttosto sgradevole. Cercammo di far apparire alcune rose da buttare abbastanza nuove, ma spruzzammo una fragranza di uovo marcio e altra roba di cui non ricordo. È stato geniale!”

“Oh, questo è il Sadik che conosco! Non quello che mi caccia dai locali! Com’è andata a finire? Non me lo avevi mai raccontato questo fatto” Gilbert domandò leggermente stupito, per poi accomodarsi sullo sgabello traballante di fronte al bancone, poggiando i gomiti su di esso. Era davvero interessato alla storia, ed era curioso su come l’italiano avesse reagito.

“Sai che la notte devo apparire diversante per fronteggiare la folla e farmi rispettare, e sopratutto perché il capo è sempre in giro. Comunque, il ragazzo appariva sempre come uno zombie e sembrava perennemente addormentato. Quell’odorino sembrava averlo svegliato però! Alla fine si gettò in bagno vomitando e cambiò casa ospitante, ma sono dei ricordi che conservo con amore nel mio cuore” ridacchiò, facendo finta di asciugarsi una presunta lacrima.

“E Lovino ti ha seriamente lasciato usare le sue rose per questo scherzo? Cioè è sicuramente fantastico, ma non ti ha tipo dato la caccia per tutto il quartiere per aver sprecato i suoi prodotti?” GIlbert davvero non riusciva a spiegarselo. Era veramente interessato, ma più che nella storia di Sadik era interessato su come avesse convinto Lovino a fare qualcosa del genere. Era sicuro che se li avesse fatto lui, probabilmente l’italiano lo avrebbe privato dei suoi cinque metri.

“Come mai tutte queste domande, Beilschmidt? Comunque, credo mi disse che erano rose che un certo ragazzo spagnolo gli aveva regalato e a lui facevano schifo. Certo che però ci vuole davvero una spiccata intelligenza nel regalare dei fiori a un fioraio! si lamentava per tutta la preparazione dello scherzo ricordandomi di quanto fosse stupido e indecente, ma credo che alla fin fine anche lui si sia divertito nel prepararlo” Sadik sorrise alla memoria del piacevole ricordo, per poi allontanare il suo sguardo da GIlbert e rivolgerlo a un cliente appena entrato nel locale, salutando con un cenno.

Gilbert era divertito, ed emise un piccolo sbuffo felice mentre pensava alla scena. Non di Sadik che reggeva i capelli al greco che vomitava, ma di Lovino che lo aiutava con passione ma apparentemente riluttanza a realizzare quello scherzo infernale e stupido, ma abbastanza divertente. Rise ancora, per poi alzarsi e mettere al posto la sedia.

“Già via, giovanotto? Se vai dal nostro piccolo fioraio, salutamelo! A volte dovrei tornare a trovarlo, mi piace chiacchierarci”

“Sì, vado dal fantastico fioraio italiano! Devo proprio pagargli quella rosa”

“Come mai oggi tutto in vena di pagamenti? Io penso ci sia un secondo fine...” il ragazzo turco gli rivolse un mezzo sorriso e chiuse leggermente gli occhi, alzando e abbassando le sopracciglia a ritmo. Oh, quello sguardo! Erano anni che GIlbert non lo vedeva.

“Sì beh, voglio fare amicizia con lui! Sembrerà strano, ma credo di aver bisogno davvero di qualcuno come lui adesso e voglio conoscerlo meglio” GIlbert confessò, grattandosi la nuca. 

“Beh, vai allora! Buona fortuna, è davvero un bravo ragazzo anche se un po’ scontroso e brontolone”

“Non credo continuerà a comportarsi male sotto la mia presenza fantastica! Non resisterà e cederà sicuramente. Vediamo se riesco a fare una bella chiacchierata con la principessa” GIlbert si fregò le mani, in segno di determinazione, attestando quanto fosse pronto a quella sfida che nel profondo della sua anima sapeva fosse certamente quasi impossibile, ma non si dava per vinto.
Era sicuro che d’ora in poi, sarebbe stato lui quello a cui veniva chiesto di uscire o parlare e non viceversa. Era il momento di tornare alle vecchie abitudini! Era il tempo di giocare ancora, e questa volta avrebbe vinto sicuramente l’amicizia di Lovino.

Lasciò il bar, e gettò uno sguardo al negozio dell’italiano. Sorrise a bocca chiusa quando vide che il ragazzo era seduto sugli scalini del locale impegnato in qualche curiosa attività che fece storcere il naso a GIlbert, dato che non riusciva a veder bene in cosa si stava cimentando Lovino in modo così concentrato.

Si avvicinò lentamente, cercando di non farsi notare; più si avvicinava, più la sua vista metteva a fuoco il suo soggetto. Aveva un bizzarro giornale posato sulle ginocchia e stringeva una penna fra le mani, accompagnato da un’espressione concentrata, labbra corrugate e sopracciglia vicine. 

Gilbert sbuffò rassegnato ma divertito realizzando che nemmeno la concentrazione aveva potuto cancellare totalmente il cipiglio dalla sua faccia, ma ciò lo incuriosiva a conoscerlo meglio e lo rendeva speciale.

“Boo! Principessa, che stai facendo? Cosa scarabocchi, fumetti erotici?” 

Gilbert spuntò alle spalle di Lovino, scuotendolo in modo non violento ma facendolo sussultare dalla paura. Cavolo! Poteva sentire il suo cuore battere all’impazzata, eppure non lo aveva nemmeno spaventato così tanto.
Gli strappò dalle mani il giornale, eccitato nel pensare che avrebbe scoperto un suo oscuro segreto. Chissà, forse anche lui era un’appassionato di fumetti o libri erotici! Solo che gli sembrava un po’ strano gli piacesse scarabocchiarli, GIlbert li teneva come se fossero oro preziosissimo.

“Fumetti erotici un corno! È un fottuto cruciverba che stavo cercando di risolvere da giorni!” Lovino si riprese il giornale, strappandolo a sua volta dalle mani del tedesco che sembrava quasi scioccato.

“Quindi niente fumetti porno? Un cruciverba? Non è fantastico!” Incrociò le braccia, sbuffando deluso.

“Ma chi leggerebbe quella roba sul posto di lavoro? Sì, un cruciverba. Che c’è, non sai cos’è?” Lovino ruggì, dilatando le narici e cercando di mantenere la calma. Era contento però di vedere GIlbert: lo avrebbe fatto innervosire, però almeno avrebbe risollevato una noiosa giornata lavorativa.

“Certo che so cos’è un cruciverba, ma non ne ho mai fatto uno. E i fumetti porno sono fantastici! Ne hai tanti? Dove li leggi? Dai, prestamene qualcuno!” Cominciò a scuotere Lovino delicatamente, mentre rideva ad occhi chiusi perché i raggi del sole lo colpivano proprio in faccia.

“Non ne ho, e non li leggo!”

“Ti ripeto che sono fantastici, piccoletto”

“Sì, per i segaioli come te. Ora lasciami risolvere L’enigma in pace”

“Il fantastico ti aiuterà! Sono estremamente intelligente e capisco che per chi non parla tedesco deve essere difficile completare questo tipo di giochi” Gilbert sfoderò un paio di occhiali rettangolari rosso brillante dalla sua tasca, che avevano lenti arancioni. Gli indossò, ma  dovette aggiustarli parecchie volte prima di trovare la posizione esatta perché una stecca era leggermente storta.

“Ma io parlo tedesco, coglione! In che lingua stiamo comunicando adesso, in quella dei marziani?”

“Beh, ma il tuo accento è poco fantastico” Gilbert si stiracchiò, sbadigliando “Bene! Allora dimmi cosa ti serve, principessa” gli fece un occhiolino e un sorriso.

“Mi serve che tu te ne vada” rispose frettolosamente Lovino, ruggendo, alzando fiero il suo bel dito medio.

“Non fare il difficile, su! Allora, vediamo la prima domanda...” si sedette accanto a Lovino sugli scalini avvicinandosi sempre di più per leggere. afferrò il cruciverba con le mani, avvicinandolo frettolosamente al suo volto, per poi abbassare leggermente le palpebre cominciando a studiare l’enigma e a rileggersi in mente la domanda per cercare di macchinare la risposta corretta.

“Dunque dunque... -il confine naturale fra Francia e Germania- mmh...oh, è semplice, si tratta del fiume reno!” Afferrò la penna dalla mano di Lovino la cui presa si era leggermente allentata, e scrisse in modo abbastanza disordinato e traballante la parola mancante.

“Oh, allora non sei così stupido” Lovino si riprese il giornale, confrontando la risposta con la soluzione notando che coincideva perfettamente. “Anche se la tua scrittura lascia pensare che ti abbiano messo sulla sedia elettrica” 

alzò un sopracciglio e guardò Gilbert attraverso le ciglia, notando come giocava con i suoi capelli scompigliandoli furiosamente. 

“Da quanto sono secchi quei peli di gatto che ti ritrovi in testa, sono sicuro che ti cadranno uno ad uno. Dovresti smetterla con le decolorazioni” disse Lovino, distogliendo l’attenzione dall’albino e riportandola sul cruciverba. Prese indietro la sua penna, e con un bianchetto che teneva nell’altra mano, cancellò accuratamente la risposta scritta con la calligrafia confusa e storta del tedesco per poi riscrivere la parola con la sua scrittura più ordinata e meno spigolosa.

“Non faccio decolorazioni! Questo che i tuoi bei occhi vedono, è il mio fantastico e naturale colore di capelli! Puro e bianco come la mia anima” Gilbert si portò i capelli indietro, cercando di aggiustare l’aggiustabile. Lovino ignorò il complimento che gli fu rivolto, ma rimase sorpreso nello scoprire che quello era il suo colore naturale. 

Si avvicinò alla sua capigliatura, cominciando ad esplorare le radici con le punte delle sue dita abbronzate, cercando però di non irritare la cute delicata dell’altro uomo. In effetti, era vero: non c’era la minima traccia di ricrescita, e il colore dei suoi capelli sembrava quasi per certo dato dall’assenza di alcun pigmento. Sapeva che i tedeschi, o i nordici più precisamente, avevano a volte capelli molto chiari, ma non aveva mai visto nessuno con una quasi certa assenza totale di melanina.
Al tatto i suoi capelli risultavano secchi, ma era una secchezza data dall’eccesso di gelatina per capelli e non una secchezza propria e naturale del capello.

Rimosse la mani dal capo di Gilbert, e si imbatté nella sua faccia su cui era stampata un’espressione dal fare seducente. 

Gilbert Abbassò gli occhiali, facendo in modo che i suoi occhi cremisi e dal taglio a mandorla caratterizzati da ciglia corte e bianche ma folte, incrociassero quelli verdi, sensuali ed espressivi di Lovino.

“Che cavolo mi guardi così?”

“Io? Oh, sembra che io abbia già fatto colpo. E pensare che volevo solo essere tuo amico, ma se vuoi invece-“

“Ma cosa cazzo stai dicendo, ritardato?” Lovino spiaccicò la mano destra sul volto di Gilbert che si era sostanzialmente avvicinato al suo, allontanandolo.  

“Ehi, basta farne un dramma! Esageri così tanto perché fai questi giochi da vecchi! Divertiamoci un po’!” Il tedesco si alzò di scatto, sbadigliando ancora.

“La finirai di sbadigliare, per l’amore del cristo redentore? E divertirci cosa, sto lavorando!” Anche Lovino si alzò, e con delle leggere pacche sul sedere si scostò di dosso quel poco sporco che si era accumulato sui suoi pantaloni marroni.

“A me non sembra tu stia lavorando, e poi è una così fantastica giornata! Mostrami il tuo negozio, dato che Sadik mi ha detto che sei il re delle rose!” Gilbert non attese una risposta, ma si gettò a capofitto nel locale guardando attentamente prima a destra e poi a sinistra, alla ricerca di qualche attività interessante da svolgere.
Con la mano che grattava il suo mento, la sua attenzione venne attirata da una piccola cassa di fiori che sembravano appena arrivati. Gilbert potè sentire Il loro odore inebriante bene dirgli le narici e avvolgerlo in un abbraccio profumato.

“Io non ti ho dato il permesso di entrare!” Lovino lo seguì sbattendo passi pesanti sul pavimento di legno, per poi bloccarsi vedendo il tedesco studiare ad uno ad uno i fiori.

“Hey, lasciali stare!” Gli spostò la mano, afferrando il fiore dalla stretta presa di Gilbert “non rovinare altri fiori! Fra te e mio fratello non so chi sia peggio” emise un sospiro pensieroso, incrociando le braccia e guardando al cielo.

“A dire il vero, sono un esperto del giardinaggio! E chissà, sarò quasi sicuramente migliore di te nel prendermi cura di questi fantastici fiori colorati” disse, lanciando a Lovino uno sguardo di sfida. I suoi occhi taglienti incrociarono quelli di Lovino che sembravano non voler dargli pietà.

“Si come no, e io sono una principessa! Ora sposta il tuo brutto culo dalla mia sedia e lasciami lavorare in pace, puoi solo guardare ma sarebbe meglio te ne andassi!” Prese Gilbert per le spalle, quasi accartocciando con le mani la sua maglietta nera, cercando di spostarlo dalla sedia; ma l’uomo oltre a essere più alto di lui era anche più pesante, e ciò rendeva impossibile per Lovino riuscire a spostarlo da quel posto.

“Ti stai dicendo da solo che sei una principessa senza che te lo dica io? Woah, grazie tesorino! Mi risparmi il fiato. Ora chiudi gli occhi e lasciami fare!” 

“No, scordatelo!” Lovino si sporse in avanti, regalando a Gilbert uno sguardo minaccioso ma che lo fece solo ridere.

“Non sai fare facce minacciose, sei troppo carino. Ora chiudi i tuoi bei occhi e preparati a quando gli riaprirai, perché vedrai il fiore più bello della tua vita”

“Ti ho già detto che non chiuderò i miei occhi!”

“Vuoi che lo faccia io, posando la mia bella mano tedesca sul tuo dolce viso?” 

“E va bene, ma fai in fretta! Non sopporto il buio” dopo aver pronunciato tali parole, piazzò le sue mani su entrambi gli occhi, dolcemente e facendo in modo che la sua vista non fosse completamente penalizzata. Voleva ovviamente vedere cosa stava facendo quel buono a nulla, ma sapeva che avrebbe dovuto fingere di vedere le tenebre per evitare di scoppiare a ridere ‘senza un apparente motivo’. Magari quel bastardo presuntuoso si sarebbe persino tagliato un dito ma avrebbe detto con fermezza di star bene pur di mantenere saldo il suo orgoglio.

Un ampio sorriso comparve sul volto di Gilbert, che guardò il grande tavolo allungando il braccio sulla parte più lontana per riuscire a prendere un paio di pinze verdi.
Toccò con delicatezza lo stelo, prendendolo fra le mani e tagliando con un colpo netto e deciso alcune foglie di troppo e accorciando lo stelo del fiore, rendendolo leggermente appuntito alla fine per un semplice fattore estetico.

Lovino, con le dita leggermente aperte, vide che evidentemente il ragazzo doveva avere già esperienza con i fiori. I suoi movimenti erano precisi, degni di qualcuno che sapeva assolutamente cosa stava facendo e non era sicuramente alle prime armi. Questa volta stava semplicemente dimostrando a Lovino che era bravo in fare qualcosa di diverso dal farlo impazzire o innervosire.

“Principessa, avevo detto che avresti dovuto tenere gli occhi chiusi e non sbirciare attraverso gli spazi delle dita” Lovino sussultò sentendosi beccato in pieno da Gilbert, che alzò lo sguardo lentamente guardando l’italiano negli occhi, che in breve si coprì con entrambe le mani.

“Era ovvio guardassi, bastardo! E se ti fossi tagliato?” 

“Oh, sei preoccupato per me? Adorabile!” Gli diede un leggero pizzicotto alla guancia, tirandogliela.

“Non mi toccare con quelle mani sporche di terra! E no, non sono preoccupato! Ma se tu avessi rischiato ancora una volta di morire sul mio posto di lavoro, sarei stato io a subirne le conseguenze!” Lovino spostò ancora una volta la mano di Gilbert dalla sua guancia, per poi sporgersi in avanti e picchiettare insistentemente sul petto del ragazzo, che rideva divertito.

“Cosa diavolo hai da ridere, stupido! Quel brutto livido che hai ancora sulla tua faccia di cazzo non ti basta a capire?” indicò il livido, e Gilbert storse il naso toccandosi il punto indicato.

“Intendi questo magnifico livido? Oh! Me lo sono fatto per salvarti, principessa. E così che mi ringrazi?” fece finta di piagnucolare, Incrociando le braccia e girandosi dal lato opposto con un passo deciso, fingendo di essere offeso.

“Non chiamarmi così! E poi, quel livido te lo sei fatto perché ti sei fatto tirare quattro cazzotti nel bar di Sadik! Non hai salvato nessuno, idiota” Lovino passò dall’essere arrabbiato all’essere rassegnato, trasformando il suo ringhio rabbioso in un’espressione apparentemente docile e frustrata.

“Oh, capisco...” un’ombra di delusione prese possesso del viso del tedesco “ma ora che ne dici di continuare ad aggiustare le rose? Possiamo divertirci!” Il suo sorriso ebete tornò più forte che mai quando porse a Lovino la rosa bianca a cui aveva appena tagliato lo stelo.

Il colore candido dei petali morbidi del fiore, formava un contrasto bellissimo con il volto di Lovino abbronzato e arrossato per un motivo non preciso, caratterizzato da piccole gocce di sudore che scivolavano elegantemente dalla sua fronte. Se solo anche il cipiglio fosse stato cancellato via dal sudore!
Lovino non rispose, ma prese gli occhiali che aveva sul tavolo per poi indossarli e accomodarsi vicino a Gilbert, concentrando tutta la sua forza e la sua attenzione nel lavorare.

Gilbert notava che Lovino, a differenza sua, non prendeva il tutto come una sfida. Stava semplicemente svolgendo il suo lavoro senza preoccuparsi di lui o di cosa avrebbe detto: era semplicemente lì, con la testa chinata sui suoi fiori e gli occhiali leggermente abbassati e le sopracciglia corrugate e le labbra increspate, mentre con destrezza donava ai fiori un’aspetto più fine.

Il silenzio riempiva la stanza. Gilbert continuava il suo lavoro con cura, ogni tanto veniva distratto da quanto lo circondava. Il locale non era molto grande, ma molto accogliente e luminoso, caratterizzato da pareti chiare e un bizzarro orologio ingiallito che glorioso giaceva su di esse, e che inoltre catturò la completa attenzione del tedesco.

“Cosa diavolo stai guardando così attentamente?” Lovino guardò Gilbert attraverso gli occhiali, incrociando il suo sguardo imbambolato con la bocca semi-aperta.

“Oh? Nulla! Stavo guardando quell’orologio li. Mi sembra di averlo già visto da qualche parte” il ragazzo indicò l’orologio, e la testa di Lovino si mosse nella direzione indicata. Poi, tornò a guardare Gilbert e alzò un sopracciglio con fare perplesso.

“È impossibile. Lo comprò anni fa mio nonno quando era ancora vivo. È un pezzo di antiquariato piuttosto vecchio” la voce di Lovino si era addolcita, ma in poco tempo tornò alla sua mansione.

“Oh, mi dispiace”

“Va bene. Il vecchio è morto quasi due anni fa”

“Sai, anche io padre è morto. Forse però, un po’ prima di tuo nonno” un sorriso triste e nostalgico apparse sul suo viso, catturando l’attenzione di Lovino, che vide gli occhi del ragazzo diventare lucidi.

“Non parlare di questo tipo di merda se ti rende triste, hai gli occhi che sembrano pronti ad esplodere” 

“Oh? No, non sto per piangere! Noi albini abbiamo la vista molto sensibile, e la luce del sole ci penalizza. Per questo indosso questi magnifici occhiali che hanno lenti speciali!” Forzò un sorriso, indicando con il pollice gli occhiali da vista.

“Certo, come no.”

“Possiamo cambiare argomento? Questo mi fa sentire così poco fantastico.” 

“Va bene, anche se sei stato tu a tirar fuori il discorso” Lovino scrollò le spalle, rispettando la decisione di Gilbert.

“Cavolo, il tempo è volato! Devo andare, principessa!” Sorrise scompigliando i capelli a Lovino, luminosi e mossi, che apparivano morbidi al tatto.

“Cosa c’è, hai appena potuto constatare quanto facciano schifo i tuoi capelli al mio confronto?” 

“Ehi! Mi offendi così, sai!”

“È proprio la mia intenzione, sai com’è”

“Comunque, che ne dici dei fiori?” Gilbert gli indicò. Erano posati sul tavolo in fila, e gli aveva ordinati in base al colore, i più chiari cominciavano a sinistra e man mano che si andava verso destra si potavano trovare colori più scuri e vivaci.

“Questo è buono. Penso mi pagheranno bene per questi” Lovino gettò un’occhiata generale ai fiori, che erano stati tagliati tutti in modo perfetto. “Non fai così schifo, bastardo”

“Aw, principessa! Mi imbarazzi così!” Rispose l’altro, posando indice e medio sulle labbra e lanciando un bacio volante a Lovino, accompagnandolo ad un occhiolino affrettato. L’italiano rispose con l’ennesimo dito medio, che fece ridere ancora una volta il tedesco.

“Oh, parlando di pagare! Devo pagarti quella rosa che ti ho fatto buttare...eheh, che gesto poco fantastico” avvicinò alcune monete davanti al viso stupito di Lovino, che mutò gradualmente in un’ espressione incazzata.

“Hey! Cosa fai quella faccia?”

“Pensi che abbia bisogno dei tuoi fottuti soldi per una fottuta rosa? Vai via prima che ti sgozzi!” Disse, indicando la porta del locale.

“Vacci piano! Cosa è successo al Lovino tranquillo di prima?”

“L’ho mandato a fanculo”

“Oh, mi spiace per lui. Allora dammi quella rosa bianca, quella lì. Tieni i soldi” 

Lovino confuso diede quanto richiesto, e titubante prese la somma di denaro che gli era stata ceduta: Il viso di Gilbert si illuminò e lui sorrise sornione.

“Tieni, è per te. Visto che non va lui denaro, ti regalo un fiore. Quello che ho aggiustato io con il mio tocco fantastico come il petalo di questa rosa” emise uno sbuffo allegro, passando il dito indice su tutta la corolla del fiore. Il profumo di quel fiore era sensazionale e delicato, come l’abbraccio di un bambino.

Gilbert poggiò la mano stretta in un pugno sul suo petto, abbassando leggermente il busto e avvicinando il braccio con la rosa a Lovino, porgendogliela.

“Accetterai questo dono, se te lo porgo così?” Gilbert sorrise quasi dolcemente, e il viso di lovino si coprì di chiazze rosate. Tuttavia, poteva sentire che l’albino stava tramando qualcosa.

“Oh, Gilbert...ti ringrazio. Sei dolcissimo.” Gli occhi di Lovino scintillarono, e corse dietro il tavolo frugando dentro un cassetto.

Gilbert alzò la testa e lo sguardo, mettendosi in punta di piedi cercando di guardare dietro il tavolo per capire cosa stava succedendo li dietro.

“Eccomi, Gilbert...sai, sei un ragazzo così dolce...credo proprio di essermi innamorato di te” Lovino si avvicinò considerevolmente al ragazzo, che sussultò sorpreso. Era proprio il suo giorno fortunato! Si sarebbe divertito, e pensare che voleva solo un’amico! 

Lovino si mosse ancora con fare seducente, incantando Gilbert con la sua camminata femminile. Posava in modo aggraziato un piede davanti all’altro, muovendo il bacino dolcemente e passandosi una mano fra i capelli per poi emettere una piccola risatina imbarazzata, posando un indice sulle labbra per nasconderla.

“Oh Lovi, beh non immaginavo di piacerti...in quel senso...” Gilbert si grattò la nuca e arricciò il naso.

“Beh, vieni, voglio dirti un segreto...” Lovino mosse l’indice, indicando a Gilbert di avvicinarsi. Lui annuì anche se un po’ titubante, cercando di dare aria al suo viso candido ora rosso fiammante, allargandosi continuamente il colletto della maglia e schiarendosi la voce.
Lovino posò una mano sulla clavicola del ragazzo, avvicinandosi al suo orecchio che sfiorò con le labbra soffici e delicate, che fecero per un’attimo al ragazzo che si trattasse di un fiore.

Si faceva sempre più vicino, e alcune parole vennero sussurrate al suo interno.

“FUORI DAL MIO FOTTUTO LOCALE, ADESSO! TI HO DETTO CHE NON VOGLIO I TUOI CAZZO DI SOLDI!” Gilbert si sentì stordito, il suo orecchio fischiava e per un momento temeva sarebbe morto di infarto. Le parole dolci che si immaginava, vennero sostituite da un urlo barbarico colmo di rabbia che mandò alcune gocce di saliva sul suo orecchio. 

“Ehi, ho capito!” Istintivamente, si coprì l’orecchio con entrambe le mani, allontanandosi da Lovino e temendo di diventare sordo. 

“E che razza di idiota poi regala un fottuto fiore a un fottuto fioraio?” Lovino disse, sentendo una forte sensazione di deja-vu.

“Perché questa frase mi risulta familiare?”

“Perché scommetto che da quanto sei rincoglionito, lo avrai fatto anche altre volte!” L’italiano tuonò, dando un potente schiaffo alla chiappa sinistra del tedesco, spingendolo e facendolo balzare fuori dal locale.

“Ahia! Dai, mi hai fregato...però principessa, sei furbo” ridacchiò scuotendo il capo, girandosi per notare la porta chiusa. “Che strano, questa volta non l’ha sbattuta...” pensò. Forse lo aveva irritato meno del solito?

Rimase qualche minuto a fissare il locale, notando Lovino che lo guardava minaccioso attraverso la porta di vetro. Occhi che sembravano iniettati di sangue, e il suo cipiglio aveva un tocco più incazzato del solito. Oh, quello era il re dei cipigli.
Fece segno a Lovino di chiamarlo, ma rimase abbastanza deluso e si sentì sconfitto quando l’altro non si limitò nemmeno rispondergli ma semplicemente ad abbassare la saracinesca a metà.

Con le mani in tasca, Gilbert cambiò rotta prendendo la via per tornare a casa. Era un po’ faticoso camminare, il sedere sembrava gli andasse a fuoco.
Guardava a terra, preoccupandosi di calciare ogni sasso che incontrava nella sua strada. Era stata una mattinata abbastanza piacevole, e con Lovino le ore sembravano volare. Gli sembrava di non poter far a meno di lui.
Mentre camminava a passo svelto, si accorse di sentire un rumore strano proveniente dalle sua tasche.

“Da quando faccio così tanto rumore quando cammino?” Aveva un viso perplesso, cominciando a grattarsi il mento per poi frugare nelle tasche con l’altra mano. Si ritrovò con le stesse monete che aveva dato a Lovino, accompagnate da un biglietto curioso:

“Non pensare di essere l’unico che usa la seduzione come arma o che è in grado di sfilare le cose dalle tasche degli altri, bastardo” 
Oh, sì. Quel piccoletto ci sapeva davvero fare, e ciò dichiarava ufficialmente aperte le danze. Questa volta ci sarebbe riuscito ad uscire con lui. Prese il telefono per scrivere un messaggio:

“Lovi, non crederai a osa ho scoperto! 0-0 Ludwig e Feliciano hanno organizzato un appuntamento in un posto molto particolare, e in camera di Ludwig ho trovato dei giochi molto strani. Dobbiamo scoprire di cosa si tratta!”  

Premette invio, e la risposta non attese ad arrivare. Cavolo, tirare in ballo suo fratello e Feliciano aveva funzionato!

“Bastardo, sei serio?! Quel coglione non toccherà mio fratello con i suoi aggeggi da pervertito, se sai altri dettagli fammelo sapere e correrò a spaccargli il culo”

Oh. Lovino ci aveva creduto. Gilbert era sbigottito, ma un sorriso di sfida si levò sul suo volto. C’è l’aveva fatta! Aveva la scusa perfetta per organizzare un’altra uscita.

“Ok, fantastico Gilbert...ora devi solo fare una cosa: rendere l’incontro fra Ludwig e Feliciano reale”.

   
 
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