Raccontami
cose che non so
Immaginare
come possa essere successo era difficile. Sola, senza memoria e con lui
come
unico punto di riferimento. Come era potuto succedere? Lei che lo
criticava in
continuazione per quelle sue battutine e quelle sue moine da
cascamorto. Lei
che era innamorata follemente del suo compagno di classe, lei che aveva
la
salvezza di Parigi come più grande
responsabilità...
Come aveva
potuto dimenticare tutto e abbandonarsi tra le sue braccia? Eppure le
foto
parlavano chiaro, lei ricambiava il bacio, le sue mani erano strette a
quelle
di lui.
Nemmeno il
suo kwami aveva saputo darle una risposta o, forse, non aveva potuto.
Sapeva
bene che la piccola Tikki conoscesse la verità dietro la
maschera di Chat noir
e proprio per questo non avrebbe potuto dirle nulla.
Aveva
già
sacrificato il suo primo bacio, dandolo a Chat noir, per salvare Parigi
ma
questo, questo era diverso. Una se stessa senza ricordi aveva voluto
baciare
Chat noir e lo aveva fatto senza esitazione. Come aveva potuto quel
gattaccio,
in così poche ore, farla arrivare a quel punto? Come aveva
potuto lei
concedersi in così poco tempo?
C’era
qualcosa che non le tornava in tutta quella faccenda e
l’unica persona con la
quale avrebbe capito qualcosa in più era anche
l’ultima che avrebbe voluto
incontrare.
-Forse
dovresti dargli una possibilità- le parlò piano
Tikki avvicinandosi a lei
-Come
faccio, Tikki? Io amo Adrien, non posso di punto in bianco cambiare i
miei
sentimenti solo perché lo decido io- rispose rassegnata
-Lo so, ma
prova a parlarci seriamente, con lui non hai mai avuto un confronto
vero e
proprio-
-si, hai
ragione, su questo non posso darti torto- sbuffò
-E cosa
aspetti allora?!- le sorrise la piccola pronta
-Tikki
trasformami!- il kwami venne risucchiato negli orecchini della ragazza
che
avvolta da una luce si ritrovò a vestire i panni
dell’eroina di Parigi. Prese
subito il suo yo-yo e fece partire una chiamata.
-Chat noir,
ti aspetto in cima alla Torre Eiffel, vieni appena vedi il messaggio-
Saltò
dal
balcone di casa sua in direzione della Torre. Il vento sui capelli e
quella
sensazione di adrenalina le avrebbe fatto risvegliare i neuroni
addormentati
per il troppo pensare. Quella sensazione era una delle cose
più belle di essere
un supereroe e forse anche l’unica. Troppe volte si era
ritrovata a pensare di
desiderare una vita normale come tutte le sue amiche di scuola, invece
su di
lei pesava il compito di proteggere tutti i cittadini di quella
città dal suo
acerrimo nemico.
Arrivò
sulla
torre in poco tempo e si mise ad ammirare il paesaggio e le persone
che, sotto di
lei, passeggiavano allegramente.
-Se solo
fossi una persona normale- sospirò tra se
-Siamo
depresse My Lady?- la voce alle sue spalle la fece sobbalzare ma ne
riconobbe
subito il proprietario
-Potresti
evitare di ascoltare le conversazioni altrui?- gli rispose seccata
-Non era mia
intenzione, comunque cosa succede?- Chiese il micio sistemandosi vicino
a lei
intento ad individuare il nemico
-In
realtà
niente…- lo guardò divertita
-Nessun
cattivo all’orizzonte? Devo considerarlo forse un
appuntamento romantico?-
ammiccò il gatto
-Chat
noir…-
sospirò per l’ennesima battuta del ragazzo
–Ti ho chiamato qui per parlare
seriamente, sei in grado di farlo o devo andare via?-
incrociò le braccia al
petto seria, non aveva voglia di scherzare ne di stare alle battute del
collega, non quella sera.
-Sai che
puoi contare su di me- rispose fiero lui
-Bene…-
raccolse il fiato –Ti ho chiamato qui per discutere di
ciò che è successo
qualche giorno fa con Oblivio- alla ragazza sembrò vedere
uno strano scintillio
negli occhi del collega ma decise di non dargli importanza e continuare
–è probabile
ma non certo che adesso Papillon sappia le nostre rispettive
identità- disse
guardandolo seria
-Se mi
permetti My Lady, io non credo ci siano questi rischi- sorrise
tranquillo
-e
perché?-
-Perché
conoscendoti,
anche senza memoria avrai subito intuito quello che stava succedendo,
in fondo
abbiamo sconfitto Oblivio tranquillamente e senza che uno di noi ci
rimettesse
la coda-
-Si, questo
è vero ma non possiamo esserne sicuri- sospirò
pensierosa
-Nemmeno io
posso essere sicuro che se ci provassimo tu non ti innamoreresti di
nuovo di me
– disse avvicinandosi maggiormente a lei
-Chat noir
smettila, non è il momento- gli portò le mani sul
petto per fermarlo
-Non
è mai
il momento My Lady, quando ti deciderai a darmi
un’opportunità?-
-Non posso
darti un’opportunità perché sono
innamorata di un altro- dissi guardandolo
seria
-Questo lo
so, ma in un mondo dove lui non c’era tu mi hai amato
quindi… provaci- le prese
il polso con una mano e la tirò verso di se.
-Non
chiedermelo Chat, non posso cancellare quello che provo- gli disse
dispiaciuta
-è
per colpa
di queste stupide maschere- disse abbassando lo sguardo –hai
paura di
conoscermi, hai paura di amarmi e tutto perché non sai chi
sono- la guardò
serio
-No Chat, ti
ho già detto che…-
-BASTA
COSì- la
interruppe –Ora tu guarderai
chi sono realmente come ti guardo io, perché ti amerei con e
senza maschera
Ladybug-
-CHAT
FERMO!- -Plagg ritrasformami-
Il gatto
nero, sotto gli occhi di Ladybug, venne avvolto da una luce che
sparendo lasciò
posto al ragazzo che si nascondeva dietro la sua maschera.
Ladybug
teneva gli occhi serrati per non vedere chi fosse. Il polso saldamente
tenuto
fermo da lui che non sembrava volerla lasciare andare
-Guardami-
-Non lo
farò-
-Guardami ti
prego- la supplicò il ragazzo
-Non posso-
sentì la presa sul polso allentarsi mentre
percepì una mano che le accarezzava
il volto. Irrigidì il corpo d’impulso.
-Non voglio
farti del male per cui tranquillizzati- quella voce da sempre familiare
le fece
tremare il corpo che subito dopo si rilassò. Il contatto
della sua mano sulla
sua guancia la stava facendo bruciare, come se nelle mani lui avesse
fuoco.
Percepì dei brividi su tutto il corpo quando il suo respiro
si fece più vicino
e mille farfalle nello stomaco iniziarono a volare in gruppo quando
toccò le
sue labbra. Era una bacio leggero, dato quasi per voler ricordare
qualcosa che
non c’era più e subito lei avvertì un
senso di nostalgia. Immagini sfocate di
lei e Adrien iniziarono a correre nella sua mente, immagini di sogni,
forse,
perché lei non ricordava di averle vissute nella
realtà.
La mano che
prima teneva il suo polso scese ad intrecciarsi alle sue dita mentre
lei
inebriata da quelle sensazioni mai vissute, o forse, non riusciva ad
opporre
resistenza. Quando le labbra del ragazzo si staccarono dalle sue
provò un senso
di vuoto e desiderio di averne ancora.
-Dovresti
fidarti un po’ più di me, Marinette-
A quelle
parole Ladybug sgranò gli occhi e cadde col sedere per terra
nel ritrovarselo
davanti
-A…Adrien?!-
disse portandosi una mano alla bocca
-Era ora-
sorrise lui porgendole una mano per rialzarsi
-Io…
io non
sono … Ma.. Marinette- cercò di dire balbettando
e tirandosi su
-A me sembra
proprio di si, se prima avevo dei dubbi dopo questo ne sono certo-
sorrise
soddisfatto
-Come..
come..-
-Aspetta un
attimo- disse fermandola con la mano –Plagg trasformami- e di
nuovo davanti ai
suoi occhi comparve la figura di Chat noir
-Come hai
fatto a scoprirlo?- disse lei non capendo il perché della
trasformazione
-Frammenti
di ricordi di oblivio-
-Io non ho
visto niente, forse qualcosa poco fa e perché ti sei
ritrasformato?- chiese con
un evidente confusione in testa
-Perché
la
Marinette che conosco io balbetta sempre quando parla ad Adrien- La
ragazza
divenne più rossa della tuta
-Aspetta un
attimo…- iniziò a guardarla con sguardo
indagatore
-Ma
tu… sei…-
stava iniziando a dire ma le mani di Ladybug gli bloccarono la bocca
-Non
è così
che deve andare, non così- disse seria –Tikki
trasformami e scusami per non
aver mantenuto la parola data-
-Non
aspettavo altro Marinette- le sorrise Tikki volandole al fianco
-Già…
e ora
so il perché- ricambiò il sorriso
-Ciao Chat
noir-
-Ciao Tikki-
ricambiò il saluto il ragazzo prima di vederla sparire nella
borsetta della
ragazza
-Ci sono
cose che vanno dette per bene e non immaginate quindi, visto che siamo
qui,
giochiamo-
Il ragazzo
di ritrasformò di nuovo intuendo che lei volesse parlare
senza maschere con il
diretto interessato
-Io voglio
il mio Camembert!! Oh, ciao Marinette- sbucò subito fuori
Tikki e si trascinò
nella borsetta il piccolo animaletto nero.
-Ciao Plagg-
lo salutò la bruna da dentro la borsa. Adrien gli
passò rassegnato una fetta di
formaggio che la ragazza mise nella borsa a disposizione del kwami.
La ragazza
non aveva avuto il coraggio di guardarlo negli occhi un po’
perché non voleva
ricominciare a balbettare e un po’ perché era
tremendamente spaventata dalla
piega che aveva preso quella giornata
-Ricordi
ancora il giorno in cui mi prestasti l’ombrello?- gli chiese
guardandosi le
scarpe
-certo-
-All’inizio
ti avevo giudicato male ma, con il passare del tempo, ho capito che
splendido
ragazzo tu fossi e oggi ho avuto la conferma che quello che pensavo di
te fosse
vero, insomma sei il supereroe di Parigi- disse quell’ultima
frase sorridendo
-Gia…
un
supereroe che non riesce a far innamorare di se la sua bella-
-Non avrei
mai potuto ricambiare i sentimenti di Chat noir, anche se mi faceva uno
strano
effetto, perché io sono innamorata di Adrien- disse
guardandolo seria negli
occhi –cioè… di… te-
sembrava avesse di nuovo indossato la maschera da Ladybug
per quanto era rossa
-Ah…
quindi ero il
rivale di me stesso?- le
chiese stupito
-si, ma
scusa… non lo avevi capito? Poco fa stavi
dicendo…-
-Stavo per
dire che tu sei sempre imbarazzata quando parli con me
perché sono famoso- ammise
quello che voleva dire prima e per tutta risposta Marinette si
accasciò per
terra nascondendo la faccia dietro le mani.
-Non ci
credo!-
-Anche io ti
amo Marinette- si accomodò per terra davanti a lei e le
tolse le mani dalla
faccia per guardarla
-No, tu sei
innamorato di Ladybug- sorrise tristemente
-Io sono
innamorato ti tutte le sfumature di Ladybug- gli sorrise lui sincero
–Quando ho
capito che eri tu il cuore stava per scoppiarmi dal petto
perché non avrei mai
potuto sperare di meglio, perché tu sei Marinette e sei
anche Ladybug e io amo
entrambe le persone che ho di fronte- le cinse il collo con le braccia
e le fece
appoggiare la testa sul suo petto dove lei potè ascoltare il
battito frenetico
del suo cuore che al passo con il suo stavano suonando una dolce
melodia solo
per loro
-My Lady, mi
faresti l’onore di essere solo mia da ora e per sempre?-
-Come potrei
rifiutare una richiesta del genere micetto?-
Si staccarono
solo per potersi guardare negli occhi e finalmente unire le loro labbra
che per
troppo tempo erano state separate.
Il compito
di proteggere Parigi gravava sulle loro spalle ma adesso potevano
contare l’uno
sulla forza e sull’amore dell’altra e avrebbero
sconfitto papillon una volta
per tutte per vivere quella felicità che apparteneva solo a
loro
…
THE
END
Salve a tutti, questa è una one shot scritta di getto. E ambientata, come avrete capito, nelle puntate post Oblivio. Questo cartone mi è piaciuto talmente tanto da essere disperatamente alla ricerca di ff sulla coppia e in attesa delle prossime stagioni ci fantastico sopra e scrivo qualche riga su loro due che sono due scemi ma io li amo! La mia coppia preferita è la MariChat ma cambiare fa bene e quindi ecco qui un miscuglio!
Fatemi sapere cosa ne pensate. A presto ; )