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Autore: lucketta    16/05/2020    3 recensioni
La prima notte a Grommauld Place.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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All I ask is…If this is my last night with you
Hold me like I’m more than just a friend
Give me a memory I can use
Take me by the hand while we do what lovers do
It matters how this ends
'Cause what if I never love again?

“ All i ask” Adele

Ron aveva insistito che lei dormisse sui cuscini del divano, nonostante le sue proteste.
Non voleva essere trattata diversamente solo perché era una ragazza, ma il tono definitivo di Ron la costrinse a capitolare e lasciare correre quel battibecco.
Aveva chiesto ai due amici se per quella sera avessero potuto dormire insieme. L’idea di dormire da sola le attorcigliava le viscere. E per la prima volta aveva paura, aveva seriamente paura dell’ignoto, del buio e della solitudine.
L’avevano scampata grossa poche ore prima e i dubbi e le preoccupazioni le avevano affollato la mente rendendola un po’ isterica.
Aveva così deciso di andare in bagno per prendersi un momento per sè mentre i ragazzi si sistemavano per la notte.
Aveva decisamente bisogno di rilassarsi, una doccia calda era quello che le serviva.
Si spogliò e ammassò i vestiti in un angolo, appellò un accappatoio dalla borsetta di perline ed entrò nella doccia.
L’acqua era bollente e piano piano lavava via quello stato di spiacevole nervosismo. Cominciò ad insaponarsi le gambe, la pancia, il collo e il viso, con fermezza.
Rimase immobile sotto la doccia con il getto che con forza sciacquava via il sapone e la tristezza.
Restò così per minuti fino a quando non si ritenne soddisfatta e uscì dal vano doccia.
Afferrò l’accappatoio e lo indossò, se lo strinse forte in vita e si abbracciò strofinandosi i palmi delle mani sulle braccia nel tentativo di riscaldarsi.
Con flemmatici movimenti cercò lo spazzolino da denti nel suo beauty. Era stanca ed assonnata, e quando si trovava in quello stato, odiava lavarsi i denti. Era tremendamente noioso, ma nonostante ciò era giusto e lei ci teneva alla sua igiene orale. Ogni volta che guardava uno spazzolino o un dentifricio non poteva fare a meno di pensare ai suoi genitori dentisti e le loro voci le echeggiarono nella mente.
Ripensava a quante lotte aveva fatto da piccola per evitare quella pratica così noiosa e quante volte la sua mamma e il suo papà le avevano vietato dolci e cioccolattini dopo cena per evitare il rischio di carie. Pensava a quanto il loro mondo fosse semplice, con un lavoro senza rischi e una casa senza pericoli. Di certo non come il suo mondo in quel momento. Tutto ciò in cui credeva si stava sgretolando, non aveva concluso gli studi e forse non avrebbe mai potuto trovare un lavoro con il suo futuro incerto, ed in più si trovava in una casa ostile, piena di pericoli e di minacce.
Cercò di distrarsi per non tormentarsi con quei pensieri che la angosciavano, riposò lo spazzolino nel beauty e si rese conto che non aveva portato con sé i suoi tampax. Cavolo doveva necessariamente trovare una soluzione, da lì a qualche giorno , con una precisione estenuante, le sarebbe venuto il ciclo e sarebbe stato alquanto imbarazzante non avere gli assorbenti.
Non ci aveva riflettuto mai, ma, in effetti, ritrovarsi da sola con due ragazzi, inevitabilmente, in qualche occasione sarebbe stato imbarazzante. Soprattutto quando durante il primo giorno di ciclo il dolore all’addome era acuto e i suoi nervi erano tesissimi.
“Vabbè, mi abituerò” pensò tra un sospiro e uno sbuffo.
Indossò una tuta di cotone spessa e si passò le mani sul viso, massaggiandosi leggermente.
Tra le tante cose che aveva preparato per partire, aveva dimenticato le creme che solitamente metteva prima di mettersi a letto, un’abitudine anche questa, che le aveva insegnato sua madre.
Era giusto curare il proprio corpo.
Sua madre le ripeteva spesso che il suo corpo era il suo migliore amico, con il quale doveva convivere per tutta la vita, e un amico deve essere curato e amato. Lei, quindi, doveva prendersi cura del suo corpo e trattarlo con devozione.
Di nuovo cercò di pensare a qualcosa altro che non fosse sua madre e tentò di sistemare i capelli in una crocchia, quando finalmente decise che era pronta per dormire.
Si diresse a piedi scalzi nel salone cupo, e si avvicinò alla grande finestra che affacciava sulla strada. Ancora una volta si perse nei suoi pensieri immaginando i suoi genitori felici sulle spiagge australiane. La luce della luna e d eri lampione filtrava dalla finestra e lei distolse lo sguardo cercando di allontanare l’immagine dei suoi genitori, che le provocava una dolorosa morsa allo stomaco.
Decise che era arrivato il momento di dormire e lentamente si avvicinò al suo giaciglio, preparato con cura da Ron.

Ron ed Harry erano già nei loro sacchi a pelo. Sembravano completamente assopiti, il respiro pesante di Harry ne era la prova.
Ron aveva deciso di dormire accanto a lei, con suo sommo piacere. Indossava una t-shirt bianca ed un pantaloncino arancione. Si era addormentato a pancia sotto con il viso rivolto ai cuscini che aveva preparato per lei, forse, pensò Hermione, nella speranza di guardarla prima di addormentarsi. E sorrise dolcemente a quel pensiero.
Ron aveva le palpebre socchiuse e gli occhi si muovevano energicamente, segno che stava nel pieno di un sogno agitato. Ma la sua bocca era bellissima. Le sue labbra carnose e rosse erano aperte e quella posizione del viso sul cuscino lo accentuava.
Hermione aveva sempre desiderato guardarlo dormire e spesso si era chiesta cosa avrebbe provato se si fosse addormentata con il suo viso a pochi centimetri da lei.
Ma quell’immagine era davvero troppo... avrebbe voluto accarezzargli le labbra, tormentarle con le dita prima di baciarle delicatamente e poi con passione leccarle e mordicchiarle.
Mentre lo osservava così addormentato il suo cuore perse un battito e si diede della stupida, non doveva pensare quelle cose, non adesso, non con Harry lì accanto.

Ma non poteva fare a meno di pensare che tutto quello che desiderava essere abbracciata da lui. Perdersi nel suo profumo.
Per una volta, per una sola volta avrebbe voluto essere stretta dalle sue braccia, non come un’amica, non per essere consolata, ma come un’amante, un’amante in cerca d’amore. Voleva essere stretta con desiderio come se la sua vita dipendesse dalla sue braccia. Come se fosse la sua unica ancora di salvezza.
Desidera un ricordo che la facesse sognare ad occhi aperti. Voleva un bacio da ricordare quando sarebbe stato troppo difficile andare avanti. Per non smettere di sperare, per coltivare quella stupida malsana idea di loro due insieme, come coppia, una normale coppia adolescente innamorata.
Lo amava... un amore tenero e allo stesso tempo passionale.
Un amore che le faceva battere il cuore, che la faceva sentire viva ogni volta che si trovavano vicini. Un amore che la rendeva schiava e padrona. Un amore che la faceva arrabbiare e che la faceva ridere a crepapelle. Che la alimentava e che l’affamava. Un amore che le dava forza di superare le difficoltà ma che la rendeva debole, perché le faceva rendere conto di quanto avesse da perdere e di come lui rappresentasse il suo punto debole.
Si Ron la indeboliva perché le faceva capire che non avrebbe potuto vivere senza di lui.
E in cuor suo sapeva che anche lui l’amava.
Non era del tutto consapevole ma sapeva che non gli era indifferente o almeno ne nutriva la speranza.
Aveva avuto una piccola certezza quella sera, mentre ballavano perché Ron, mentre la stringeva a sé, tremava.
Le aveva detto in un sussurro, con le orecchie scarlatte, quanto fosse bella e quanto desiderava ballare con lei ormai da tempo immemore.
Sentiva il cuore del ragazzo pulsare sul suo petto mentre le sue mani grandi le accarezzavano teneramente la schiena scoperta.
Si Ron l’amava ma non era il momento giusto. Il loro amore non poteva sbocciare in quel momento. Avevano cose più complicate da affrontare, la sua unica magra consolazione era che avrebbero affrontato tutti insieme.

Hermione si sistemò accanto a lui cercando di essere più delicata possibile per evitare di svegliarlo. Ma mentre si stendeva il suo braccio urtò piano quello del ragazzo e Ron sussultò ridestandosi.

-Ehi... pensavo non uscissi più dal bagno- disse in un sospiro.
-avevo bisogno di una doccia calda e ho perso la cognizione del tempo- rispose lei con dolcezza
-profumi di vaniglia- disse Ron nel dormiveglia allungando una mano verso i suoi capelli e accarezzandoli
-ehm...grazie- rispose Hermione con un sorriso imbarazzato.
Rimase immobile, non voleva che Ron si rendesse conto del gesto fatto e ritirasse la mano. Desiderava, quella sera, più di qualsiasi cosa il suo tocco.
Ron non era solito dirle cose romantiche o sdolcinate, ma forse perché non avevano mai chiarito bene la loro situazione.
Spesso si accarezzavano “accidentalmente”, lasciavano esprimere al loro corpo quello che con le parole non riuscivano a dire. Si osservavano. Qualche volta si prendevano per mano.
Soprattutto quell’estate. In più di un’occasione si erano lasciati andare a gesti non proprio da loro. Ed era eccitante e allo stesso tempo spaventoso. Perché non potevano essere liberi? Perché non potevano confidarsi quanto si amavano? E cadere nella tentazione di baci passionali e carezze indolenti?
-Hermione?-
-Sì?- rispose lei in un sussurro
-mi racconti qualcosa?- disse lui aprendo gli occhi ma senza smettere di giocare con un suo boccolo.
Ron si girò su un fianco per guardarla negli occhi, ormai completamente sveglio.
Aveva un sorriso tenero che le conferiva l’aria di un bambino.
Hermione sapeva che quella serata fosse stata davvero difficile per lui.
Ron poteva mostrarsi distaccato e schivo, ma lei percepiva quanto fosse sofferta la decisione di lasciare la sua famiglia senza una spiegazione.
Quanto fosse grande il terrore di non riuscire più a rivedere i suoi cari. E di quanto sforzo gli era costato non rimanere alla Tana mentre venivano attaccati dai Mangiamorte, soprattutto con il pensiero che durante la loro fuga sarebbe potuto accadere qualcosa alle persone che amava di più al mondo.
I suoi nervi erano a pezzi. Le sue mani che si contorcevano quando arrivarono a Grimmauld Place erano la prova.
Hermione avrebbe fatto qualsiasi cosa per tirarlo un po’ su. Lo avrebbe rassicurato, anche se neanche lei sapeva come.

-cosa dovrei raccontarti?- disse Hermione con gli occhi socchiusi mentre si sistemava più comodamente sui cuscini allungando una mano verso l’orlo della manica di Ron, sfiorando con proposito il suo braccio.
Ron tremò appena a quel contatto ma non distolse lo sguardo da lei.
-oh qualunque cosa... spiegami un incantesimo difficile, raccontami del CREPA, qualsiasi cosa...mi rilassa la tua voce- chiese con il suo solito sorriso sghembo
-Ron è C.R.E.P.A. Non CREPA, quante altre volte devo ripetertelo?- gli disse con il suo solito tono saccente tradito da un sorriso. Si divertiva a correggerlo e indispettirlo.
-o fa lo stesso... dai..- rispose Ron bruscamente con impazienza cercando di cambiare argomento. Adorava quando lo rispondeva così, anche se all’apparenza si mostrava scontroso.
-davvero ti rilassa la mia voce? Credevo la trovassi fastidiosa- disse Hermione cercando di nascondere la curiosità
-oh... ehm si, è strano ma nonostante il tuo tono saccente beh la trovo rilassante...- rispose mascherando con sarcasmo la dolcezza di quelle parole
-perché vuoi parlare proprio di incantesimi? Non ne hai abbastanza dell’Hermione “so-tutto-io”?- chiese Hermione facendogli il verso
-oh ne ho abbastanza solo quando costringi me a dover studiare, ma tu..tu sei così carina quando spieghi le cose e poi..beh sentirti spiegare qualcosa mi fa credere che siamo ad Hogwarts e che, beh nulla è cambiato... che la nostra unica preoccupazione sono gli esami di fine anno- disse con un leggero sospiro chiudendo gli occhi
-ma Ron le nostre uniche preoccupazioni non sono mai state gli esami di fine anno- disse ridendo piano -abbiamo sempre affrontato cose più grandi di noi- continuò Hermione con un velo di tristezza.
-oh va bene.. quindi ci rinuncio, non mi racconterai nulla- disse Ron facendo un piccolo broncio fingendosi arrabbiato.
-davvero sono carina mentre spiego?- disse Hermione senza nemmeno volerlo.
Era curiosa e lusingata.

“Ma cosa ti è preso perché hai fatto questa domanda? Oh Hermione sei davvero una sciocca, sciocca ragazza” pensò subito dopo.
Ma Ron rimase in silenzio, un po’ spiazzato da quel cambio repentino di argomento.
“Cavolo.. perché le hai detto che è carina, non potevi chiudere il becco?” Si maledì Ron fra sè e sè
-sì- rispose semplicemente distogliendo lo sguardo dai suoi occhi mentre le sue orecchie diventavano scarlatte
-perché?- incalzò Hermione
“Ma perché cosa Hermione? La smetti di comportarti da sciocca” pensò la ragazza, ma la curiosità era troppa.
Si erano ritrovati spesso soli in quegli anni ma non erano soliti parlare di loro, di cosa piaceva dell’altro.
A parte qualche battuta, si limitavano a prendersi in giro, flirtando timidamente per nascondere i loro veri sentimenti.
Ma quella sera l’ego di Hermione voleva essere soddisfatto. Quella sera voleva sentirsi più che un’amica. Voleva flirtare, sì, voleva sentirsi speciale.
-beh...- Prese fiato Ron -sai.. quando, quando arricci il naso e gesticoli con le tue piccole mani, sei così... così appassionata, beh sei carina tutto qui.- terminò Ron in un solo fiato.
Desiderava non averle mai detto questo, desiderava fosse il suo segreto. Non poteva dirle quanto tempo passava ad osservarla, quanto amasse tutte le sue piccole smorfie e i suoi gesti. Ron era letteralmente rapito ogni volta che la guardava.
-oh- disse Hermione cominciando a ridacchiare e nascondendosi il viso dall’imbarazzo
-tu sei tenero quando metti il broncio- disse ancora scossa da qualche risatina
-proprio come hai fatto prima- continuò la ragazza torturando una ciocca di capelli con le mani
-io non voglio essere tenero... io voglio essere sexy- rispose Ron dandole un piccolo buffetto sul braccio e facendo quel suo sorriso, quel sorriso sghembo e sensuale che Hermione amava, che le provocava uno sfarfallio allo stomaco.
Hermione rise più forte e si mise una mano sulla bocca per evitare di fare rumore. Stavano sussurrando cercando di non svegliare Harry. Ma le risatine avevano quasi rischiato di svegliarlo, il ragazzo infatti brontolò nel sonno e diede loro le spalle.
-beh in effetti- sussurrò Hermione ridacchiando questa volta in maniera più silenziosa
-in effetti cosa?Non sono abbastanza sexy?- chiese Ron con aria di sfida e con il suo sorriso sghembo.
-oddio, non posso credere tu me lo stia chiedendo..- disse Hermione mettendosi le mani sul volto per nascondere l’imbarazzo e soprattutto per nascondere ai suoi occhi quel sorriso sexy e irriverente. Non riusciva mai a sostenere il suo sguardo quando lui la guardava con quella espressione. Aveva sempre paura che il ragazzo potesse captare qualcosa.

-Perché? Dai voglio saperlo... io te l’ho detto perché beh... perché ti trovo carina- disse con un piccolo sbuffo frustrato.
-oh ok, va bene.... oh no... non posso dirtelo. Mi prenderesti in giro.- disse lei ancora nascosta dalle sue mani
-aah, allora è vero.. sono super sexy- disse con aria trionfante - allora quando? Quando sono un figo da paura? - la strattonò un po’ con impazienza e curiosità
-ok ok te lo dico- disse lei contenta che la penombra le nascondesse il viso ormai completamente in fiamme
-quando fai quel sorriso..- disse velocemente Hermione
-quale sorriso?- disse lui cercando di catturare con lo sguardo gli occhi di lei nascosti tra le dita
-lo sai.. Ronald - disse lei cercando di sembrare composta
-no non lo so...dai dimmelo- incalzò Ron ormai del tutto incuriosito. Continuava a cercare i suoi occhi e con una mano delicatamente allontanò le dita di lei dai suoi occhi.
-quel tuo sorriso storto, quello che fai quando vuoi essere sarcastico, o quando mi prendi in giro. Il sorriso alla Ron, il tuo sorriso attraente -disse lei con un filo di voce e guardando in basso per non scontrarsi con i suoi occhi blu.
Ron rise di cuore mentre la guardava con incredulità.
-il sorriso alla Ron? Ma io non so nemmeno di cosa parli... non me ne rendo conto! - rispose lui ridacchiando ancora.
Strinse le dita di Hermione che era riuscito ad allontanare dagli occhi della ragazza e le portò sul suo viso lasciando che lei delicatamente gli sfiorasse il mento.
-si è così che lo chiamo io, non prendermi in giro dai- disse Hermione cominciando anche lei a ridere.
Il suo cuore batteva forte mentre Ron le chiedeva silenziosamente di accarezzarlo.
La mano di Hermione tremava mentre dolcemente appoggiava il suo palmo sul mento del ragazzo lasciando che le dita sfiorassero delicatamente le labbra morbide e piene.
-non ti prendo in giro, sono solo divertito. In effetti anche Lavanda me lo ripeteva spesso- disse Ron come se fosse la cosa più giusta da dire in quel momento.
Hermione ritrasse la mano e lo guardò indispettita.
-oh no no, mi sono espresso male- disse cercando di riparare al danno e le riprese la mano questa volta stringendola forte nella sua.
-mi diceva che non le sorridevo mai così, come hai detto tu, e sai perché lo diceva?-
Hermione negò delicatamente con il capo e lasciò che lui proseguisse
-perché... perché era gelosa... perché mi diceva che quel sorriso io lo facevo solo quando c’eri tu nei paraggi, diceva che non riuscivo a toglierti gli occhi di dosso. Si arrabbiava soprattutto perchè io rivolgevo a te quel sorriso, solo a te. È assurdo, non ho mai capito di cosa parlasse ma adesso... - disse piano in un sussurro.
Hermione sorrise e gli rivolse uno sguardo penetrante che fece battere il cuore di Ron più forte. Era felice, mentre il mondo crollava intorno a lei, mentre non avevano certezze, mentre la vita le scivolava tra le dita, lei era felice.
Lui rivolgeva a lei quel sorriso, solo a lei. Il suo amato e odiato sorriso sghembo era solo per lei.

-adesso è il mio turno- disse Hermione cercando di stemperare la tensione che si era creata. Si riportò le mani al viso per nascondersi dall’imbarazzo
-io sono... sono mai si insomma se-sexy?- chiese ridendo
-siamo in cerca di complimenti stasera vero signorina Granger? - scherzò Ron -Beh dovresti saperlo, quando ti ho invitato a ballare pensavo di essere stato piuttosto chiaro.... eri bellissima e-e certo assolutamente sexy- disse Ron distogliendo lo sguardo. Le sue orecchie erano avvampate e il suo collo era scarlatto.
-si sei stato piuttosto chiaro- disse lei sorridendo
-ma beh, io voglio sapere se c’è qualcosa che faccio inconsapevolmente e che beh è-è..- disse Hermione senza riuscire a terminare la domanda
-sexy?- la aiutò Ron
Il ragazzo preso alla sprovvista distolse lo sguardo e per sembrare disinvolto cambiò posizione. Si mese sulla schiena e mise un braccio dietro la testa.
Aveva un’espressione pensierosa.
-se devi pensarci troppo non importa-disse Hermione offesa.
Ron rise più forte del necessario e Harry accanto a lui grugnì leggermente.
-siamo un po’ permalosette? - chiese Ron con l’intento di infastidirla ancora di più
-sei uno sciocco Ronald... Forse è ora di dormire- disse Hermione cercando di cambiare posizione e così allontanarsi da lui.
Ma Ron le afferrò velocemente una mano e la costrinse a girarsi di nuovo incatenando i suoi occhi blu a quelli nocciola della ragazza.
Quanto amava quei suoi occhi grandi, così profondi e brillanti. Riusciva a leggere ogni sua emozione. E Ron soprattutto amava più di ogni altra cosa quando lei incatenava i suoi occhi ai suoi.
-ci sono così tanti gesti che fai inconsapevolmente che... che... ma il mio preferito è senza dubbio... si quando ti mordi il labbro. È quello che preferisco in assoluto- disse Ron serio.
Il cuore di Hermione perse un battito. Non credeva che Ron notasse i suoi movimenti, le sue espressioni. Quella confidenza la fece ardere di desiderio. Avrebbe voluto baciarlo lì, saltargli addosso e lasciarsi andare ai gesti più istintivi, ma si limitò a guardarlo. Inconsapevolmente si morse il labbro.
-oh per favore, allora lo fai apposta- disse lui accarezzandole le labbra con ardore senza smettere di guardare nei suoi occhi.

Hermione impazzì a quel contatto ma decise di non far trapelare i suoi sentimenti e di prendersi una piccola rivincita.
-anche Victor me lo diceva - disse con sguardo accattivante
Ron la guardò in cagnesco e quella tenera carezza si trasformò in un leggero pizzicotto stizzito al labbro inferiore.
Hermione rise a crepapelle ma appoggiò una mano su quella di Ron con l’intento di calmare la sua rabbia e il ragazzo si rilassò istantaneamente.
Si conoscevano, l’uno sapeva come calmare l’altro. Avevano imparato a flirtare e sapevano fino a dove spingere per suscitare una reazione.
Erano diventati più maturi, più consapevoli dei loro corpi, certo sempre imbarazzati ma meno impacciati. Quella conversazione ne era un esempio.
-cosa c’è da ridere?- disse stizzito Ron
Hermione si calmò e lo guardò con tenerezza
-stavo scherzando... non abbiamo mai parlato di queste cose...- gli confidò con sincerità
Ron lasciò correre l’argomento, non voleva rovinare un momento così tenero tra di loro litigando di cose passate, non era il momento adatto e così si limitò ad annuire infastidito.
-e quali sono le altre cose che faccio?Hai detto che faccio tante cose sexy?- continuò Hermione riportando l’argomento a quello che in realtà le interessava ormai senza più imbarazzo.
-oh nono, non ti dirò più nulla... per questa volta. - rispose Ron dedicandole il suo sorriso, ormai conosciuto come il sorriso alla Ron.
Hermione fece un piccolo broncio e lo guardò con gli occhi da cucciolo.
-oh nono, non mi comprerai con quello sguardo, non ci provare- disse Ron ridendo e solleticandole il fianco.
Hermione rise e lui la guardava con un sorriso stampato sul viso, innamorato di quella immagine.
Quando entrambi si calmarono, ritornarono seri e lasciarono che i loro occhi vagassero sul corpo dell’altro, fino a quando non si ritrovarono di nuovo occhi negli occhi.
Restarono così per un tempo indefinito, lui con il suo sorriso sghembo e lei mordicchiandosi il labbro. Torturandosi a vicenda. Il desiderio e la tensione sessuale tra i due ragazzi era palpabile.
Le loro mani si intrecciarono e giocavano a mezz’aria. Entrambi rapiti dall’altro. Erano come ipnotizzati, si studiavano, si parlavano, si baciavano, facevano l’amore tutto attraverso gli occhi.
Ron lasciò andare la sua mano per accarezzarle il viso e con gesti delicati le accarezzava la guancia, il collo, il naso e la bocca. Hermione chiuse gli occhi mentre lentamente appoggiò la sua mano sul suo petto.
-mi piace- disse improvvisamente Ron
-cosa?- domandò in modo sensuale Hermione.
Ron stava impazzendo di piacere a quella vista. Non era mai stata così bella, così dolce, così sensuale.
-questo, noi... i battibecchi e le coccole, potrei farlo per sempre- disse in un sospiro.
-bastone e carota- disse Hermione con un sorriso
-cosa?- domandò incuriosito Ron
-è un modo di dire babbano... è una metafora. Indica due modi di persuasione.
Generalmente viene usato con gli animali da soma. Ma può anche essere utilizzato per gli individui, è un metodo utilizzato per persuadere le persone o per descrivere un rapporto.
Significa alternare comportamenti delicati, per l’appunto con la carota, e comportamenti duri, con il bastone, per raggiungere un risultato. La prima volta che è stato utilizzato questa metafora fu durante la seconda guerra mondiale da Winston Churchill-
Hermione spiegava animatamente arricciando il naso e gesticolando con la piccola mano.
Mentre parlava Ron si beava della sua voce e piano si rilassò, le sue palpebre divennero sempre più pesanti.
-è di questo che parlavo..- disse Ron con un sorriso dolce.
Hermione si bloccò imbarazzata
-scusami a volte sono così..- disse lasciando a metà la frase in cerca di un termine che la potesse descrivere.
-carina- concluse lui -mi piace... mi piace il nostro bastone e carota- continuò Ron sospirando.
Hermione divenne improvvisamente triste. Quella sua frase le aveva fatto ricordare quanto tutto fosse incerto, quanto tutto poteva cambiare da un momento all’altro e quanto poco tempo avevano avuto. Il loro rapporto era stato più bastone che carota e forse non ci sarebbe più stato un tempo per la carota.
-Ron?- chiamò con dolcezza
Ron che aveva chiuso leggermente gli occhi si limitò ad annuire in risposta.
-questa potrebbe essere la nostra ultima notte.. per quanto ne sappiamo...- disse con gli occhi che le bruciavano.
Ron di tutta risposta si ridestò e piano si avvicinò a lei.
Con dolcezza le cinse i fianchi con le braccia e inspirò il profumo della sua pelle.
Avvicinò pericolosamente le sue labbra al collo di lei.
E buttando all’aria tutte le sue remore e i limiti che si era imposto fino a quel momento, baciò con le labbra umide quel piccolo neo sotto il mento, quel neo che aveva imparato ad amare quando passava le ore ad osservarla studiare. Aveva sempre desiderato baciarlo e mordicchiare la tenera pelle intorno.
Così spinto dall’istinto e dalle parole di Hermione decise che quello era il momento adatto. Quello era il momento giusto per lasciarsi andare.. doveva usare la carota. Aveva bisogno di lei.. del suo calore, di stringerla a sé. Come se da quel contatto dipendesse la sua vita.
Strinse più forte i fianchi morbidi di Hermione mentre lei con fermezza incastrò una gamba tra le sue,come una morsa, per ampliare il contatto tra i loro corpi.
Ron con mani tremanti prese ad accarezzarle la schiena mentre la sua bocca lasciava scie di baci delicati sul collo.
Hermione si lasciò sfuggire un sospiro e Ron la strinse più forte a sè inspirando quell’inebriante profumo di vaniglia.
La baciò per minuti senza osare cambiare posizione, sapeva che se le avesse baciato le labbra non sarebbe riuscito a fermarsi. Hermione lo abbracciò più forte infilando le mani tra i capelli di lui e premendo la sua testa sempre più forte sul suo collo. Era inebriante. Era tutto ciò che entrambi desideravano. Tutto ciò che chiedevano.
Non si erano mai spinti così in là. Certo si erano scambiati abbracci, carezze, avevano spesso finto di sfiorarti distrattamente, si erano osservati e spogliati con gli occhi.
Soprattutto nell’ultimo periodo, quando entrambi erano ormai diventati consapevoli dell’amore che li legava. Ma non si erano mai scambiati baci così, così passionali, pregni di desiderio e di speranza.
Ron piano risalì lungo il collo, fino a baciarle il mento, la guancia e arrivando a mordicchiarle il lobo dell’orecchio. Si muoveva con lentezza, facendo aumentare lo spasmodico desiderio di entrambi. La sua erezione era ormai premuta contro la gamba di lei. Ed Hermione sentiva una scarica elettrica nel basso ventre. Voleva di più, entrambi volevano di più.
Hermione sentiva i respiri profondi di Ron e non riuscì a trattenere un gemito.
-sei così buona- le disse Ron senza pensarci
Hermione sorrise e ringraziò che il ragazzo non potesse vederla.
Nessuno dei due avrebbe mai immaginato di vivere quelle sensazioni, quel desiderio lì in quella casa. Era tutto così sbagliato ma allo stesso tempo tutto così giusto.
Accanto a loro Harry si dimenò leggermente borbottando.
I sogni del loro migliore amico erano sempre pieni di angoscia e terrore, e i due si staccarono bruscamente sentendosi improvvisamente in colpa. Il loro idillio si era definitivamente rotto.
Si guardarono negli occhi dedicandosi sorrisi tristi e imbarazzati per la situazione.
-scusa- disse Ron -non avrei mai voluto... così- disse mentre la vergogna si faceva largo sul suo viso.
Hermione aveva gli occhi bassi. Le lacrime minacciavano di scendere.
-nemmeno io, è tutto così... sbagliato e giusto- disse in un sussurro
Dopo qualche secondo che sembrò un’eternità si guardarono finalmente negli occhi.
-me lo prometti?- disse Ron quasi supplicando
-cosa?- rispose Hermione con un filo di voce non capendo a cosa si riferisse
-che avremo tempo? Che saremo sempre così... carota e pugnale? - chiese Ron soffiando sulle sue labbra.
Hermione rise leggermente spazzando via le lacrime dai suoi occhi.
-bastone e carota- disse correggendolo
Anche Ron rise e la tensione tra di loro si stemperò.
-si... come dici tu, me lo prometti?- disse poi esitante
-si- disse -e tu?- chiese Hermione fiduciosa
-si- disse semplicemente Ron sporgendosi verso di lei. Appoggiò delicatamente le labbra sul suo naso e le diede un tenero bacio sulla punta.
-te lo prometto- sussurrò con un filo di voce sulle sue labbra.
Hermione gli baciò il mento delicatamente e gli strinse la mano portandosela sul petto.
Ron si allontanò e si sistemò nel suo sacco a pelo finalmente pronto per abbracciare Morfeo.
Hermione ritirò le gambe ancora incastrate nelle sue e anche ella si sistemò mettendo la mano libera sotto la guancia
-buonanotte Ron- disse chiudendo gli occhi con il cuore che finalmente cominciava a battere regolare
-buonanotte Hermione- rispose Ron con un sorriso e con gli occhi chiusi cedendo finalmente alla stanchezza.
Si addormentarono mano nella mano entrambi su un fianco, l’uno verso l’altro, con il cuore in subbuglio.
Per quella sera non importava come sarebbe finita la loro storia, avevano avuto tutto ciò che chiedevano. Essere più di semplici amici. Per una notte. Forse la loro ultima notte.
 
 
  
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