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Autore: Star_of_vespers    18/05/2020    1 recensioni
(Crossover Il Signore degli Anelli/Death Note)
(Cenni Legolas/Nuovo personaggio, Matt/Mello)
Steffy, ha avuto a modo suo un viaggio speciale nella Terra di Mezzo.
Dal testo:
“-Stamattina ci trovavamo di guardia e…- l’elfo dai capelli scuri guardò intimorito un suo compagno, alla ricerca di parole per esporre a Gandalf l’accaduto.
-Un uomo tutto vestito di nero, in sella ad uno strano cavallo di metallo che rilasciava fumo e produceva un rumore simile al suono di un grosso calabrone… ci ha accerchiati e poi legati!- continuò l’elfo biondo alzandosi da terra.
-Un cavallo di metallo dici?- Gandalf incredulo lisciò la sua barba arruffata, ascoltando le parole dei soldati...
-Non so cosa gli è preso, ma appena gli ho detto di essere Nehar, capitano delle guardie, lui mi ha detto che ovunque va “il nanerottolo bianco lo perseguita” ma io non sono un nano, sono un elfo!- affermò oltraggiato”
Genere: Avventura, Azione, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Gandalf, Legolas, Merry, Nuovo personaggio, Pipino
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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 Un sogno fin troppo reale

 

Steffy aprì lentamente le palpebre. La luce proveniente dalla finestra era troppo accecante e la giornata troppo calda per i suoi gusti. Allontanò malamente le lenzuola bianche con un piede, appoggiandosi su un fianco al materasso. I suoi capelli le ricaddero davanti al volto, ma lei, disinteressata, allungò il braccio verso il comodino per afferrare il suo telefono come di consuetudine, quasi fosse un rito giornaliero prima di lanciarsi in una nuova giornata, ovviamente chiusa in casa. 

Non aprì bene gli occhi, e tastando la superficie del comodino, mugugnò qualcosa di impreciso contro suo fratello. Il telefono non si trovava dove lei l’aveva lasciato la sera scorsa.

-Me l’ha fottuto di nuovo, che cazzo!-  non volendosi sforzare più di tanto, ritirò il braccio. Sarebbe stato meglio prendere un caffè zuccherato per addolcire quell’amaro risveglio.

Sospirò spazientita sfregando le palpebre, in modo da potersi completamente svegliare e, dopo una serie di sbadigli e una buona dose di film mentali, Steffy aprì finalmente gli occhi…

-Se ti muovi ti lascio secca!-

Anche se le sembrò alquanto improbabile, sopra di sé, seduto scomposto sulla testiera del suo letto, Steffy vide un ragazzo biondo, con in mano uno scintillante revolver puntato ad un millimetro dal suo naso. Rimase paralizzata, immobile sul suo cuscino bianco, a fissare con gli occhi completamente sgranati  lo scintillante riflesso della pistola. Impaurita strinse in una mano le federe sotto di sé. Cos’altro avrebbe potuto fare di fronte ad una simile minaccia?

-Qua sono. Calmo amico!- ricercò tutto il coraggio che possedeva in corpo, alzò lo sguardo  per incrociare timorosamente due occhi color del ghiaccio,  belli e allo stesso tempo intimidatori, tanto da catturarla completamente, quasi fossero l’unica luce presente in quella stanza.

Sul viso, l’uomo aveva una profonda cicatrice, incorniciata da dei lisci capelli color del grano. Indossava abiti succinti di pelle. In una mano, come se fosse una fedele compagna, impugnava minacciosamente il revolver, mentre nell’altra, una tavoletta di cioccolata.

-Non ho intenzione di stare ad ascoltare le tue storie, o addirittura delle fottutissime scuse. Dimmi come cazzo mi hai trascinato in questo posto?- per rafforzare le parole minacciose, l’uomo sfiorò con la canna della pistola il naso di Steffy, tanto da farla terrorizzare . 

Sentendosi improvvisamente preda del panico, la ragazza tentò di dare ascolto alla sua coscienza, ma non riuscì ad ottenere alcun risultato ugualmente. Tremava come una bambina, persa a guardare gli occhi ridotti a fessura del ragazzo e le sue labbra tirate.

-Io non so chi…- sfiorò impaurita la sua fronte, attenta a non urtare la gamba dell’uomo. Guardandolo bene, tra i suoi occhi azzurri e i suoi capelli biondi, Steffy ricordò qualcosa, o meglio qualcuno.

Nello sbigottimento inquadrò bene il volto del suo interlocutore, anche se, essendo lui seduto sopra la testiera, e lei distesa sotto nel letto, con una pistola puntata al volto, Steffy non riuscì a rispondere, impietrita, come se si trovasse dinanzi ad una drago sputa fuoco.

Si morse un labbro, incredula del pensiero che stava formulando. Le sembrò quasi di riconoscerlo adesso che lo guardava bene, ma una parte dentro di lei bloccò l’idea sul nascere, anche se, la cicatrice in volto del ragazzo parlava chiaro, riportando a Steffy l’immagine di Mello, il personaggio che più amava di Death Note, il suo anime preferito.

Si diede della stupida, ma di certo, non le si poteva dar torto. Lui era l’esatta copia di Mello, solo che, a differenza di quando aveva letto il manga, Mello non era disegnato su carta ma era lì, in carne ed ossa davanti a lei.  

-Non mi muovo promesso, ma è assurdo! allontana la pistola dal mio viso, non hai motivo di minacciarmi in questo modo. Io non ho fatto un bel niente, sono semplicemente sul mio letto, a casa mia e…-

-A casa tua eh?- avvicinò l’arma maggiormente, stizzito dall’affermazione di Steffy. Nei suoi occhi si accese come una vampa di fuoco e, profondamente irritato, appoggiò la sua mano sul ginocchio, chinandosi sul viso della ragazza.

-Sì, a casa mia!- per un attimo si ritrovò a sostenere quell’occhiata glaciale, fino a che, il ragazzo staccò un pezzo di cioccolata con i denti, indifferente a ciò che stava facendo, lasciando che dei piccoli pezzettini ricadessero sul letto bianco.

-Beh, non so se casa tua è Gran Burrone o Imladris. Chiamala come cazzo vuoi…- infastidito, continuò a mangiare la sua cioccolata, stringendo la pistola tra le sue mani -Ma spiegami perché io sono qua!- sfiorò il grilletto dell’arma, i guanti di pelle che indossava a contatto con il metallo, produssero un fastidioso stridio.

-Io abito in Nuova Zelanda carissimo. Mi sa che tu oggi ti sei ubriacato di brutto, allontana da me questo affare, ed esci dalla mia stanza, razza di cosplay di Mello che non sei altro,o giuro di chiamare immediatamente la polizia!- sbuffò infastidita Steffy, ed essendo intenzionata a cacciare quel ladruncolo da casa sua, spostò la pistola dal suo viso, per poi rialzarsi dal letto.

-Cosplay di Mello?!- gli occhi del ragazzo fulminarono con un solo sguardo Steffy. Stanco di ascoltare le lamentele della tizia, Mello, appoggiò un piede sul materasso e si alzò, incurante dell’espressione indignata di Steffy. 

-Togli i piedi dal mio letto- ordinò la ragazza -Non accetterò più di assistere ad un altro tuo gesto o ascoltare le tue parole- spostò con la mano i suoi capelli da un lato, lasciandoli cadere lungo il petto -Io non so chi tu sia, ma se ti trovi qui, di certo non è per colpa mia, credimi!- incrociò irritata le braccia, osservando il profilo perfetto di quel filibustiere, che di prima mattina, aveva deciso di importunarla con le sue parole e, il suo maledettissimo revolver.

-E allora perché hai il mio rosario al collo?- domandò serio scostando con un dito la collana che indossava Steffy, completamente concentrato a guardare la pelle bianca di lei, in forte contrasto con il crocifisso rosso.

-Io…- abbassò il collo e tastò le perline del rosario, rimanendo stupita. Alzò le ciglia scure, incrociando gli occhi impassibili di Mello. Non le uscì parola dalla bocca, come se ogni commento si fosse congelato alla vista del volto di lui e, anche se poteva sembrare assurdo e del tutto privo di ogni significato, adesso che l’uomo in piedi sul letto la guardava, Steffy considerò reale l’idea che quel tizio fosse realmente un cosplay ben riuscito di Mello, e che l’intera situazione architettata, era opera di una mente geniale. Uno scherzo di cattivo gusto.

-Smettila di prendermi per il culo e cerca di spiegarmi cosa significa questo!- Steffy si sfilò la collana porgendogliela.

-Senti, io mi sono alzato stamattina e mi sono trovato in mezzo a degli elfi. Indagando, ho scoperto che eri in possesso del mio rosario, quindi suppongo che tu sia l’artefice di quanto avvenuto-

-Ah si? e dimmi, Mello…- pronunciò il suo nome con tono sprezzante appoggiando le mani ai fianchi -Non dirmi che, nel tuo rosario, Matt, ci ha ficcato una cimice o un GPS! perché sai, potresti avere un nobel per questo scherzo!-

-Come fai a sapere che Matt ci ha messo una cimice?! -alzò nuovamente l’arma come scottato dalle parole appena ascoltate. Lei alzò le mani sospirando pesantemente, chiuse le palpebre e si avvicinò di poco.

-Conosco Matt… ma tranquillo, non ho intenzione di metterti i bastoni tra le ruote!- essendo minacciata costantemente da una pistola, fin troppo vera per un cosplay, Steffy decise di assecondare l’uomo, fino a che lui le indicò, infondo alla stanza, un oggetto che, a causa di quel rocambolesco risveglio, Steffy aveva completamente ignorato.

-E va bene- abbassò l’arma, mentre i raggi del sole provenienti dalla finestra aperta riflettevano sul gilet aderente di pelle di Mello -Dove l’hai preso?- 

Steffy aveva seguito la mano di Mello prima ancora che lui le nominasse l’arco. Spostandosi catturata alla vista dell’arma, lasciò in piedi Mello sul letto, avvicinandosi all’angolo della stanza. Si piegò sulle ginocchia e prese un arco di legno scuro appoggiato alla parete azzurrina.

Impressionata, osservò bene ogni centimetro della stanza, come se qualcuno vi avesse lanciato un oscuro incantesimo: l’armadio dalle ante scorrevoli era identico a come l’aveva lasciato aperto la sera precedente, con appeso alla maniglia il pupazzetto di Yoda che tanto amava. La sua scrivania, piena di appunti e smalti, non sembrava contenere alcun oggetto strano. Era tutto identico a come lei ricordava. Anche il largo tappeto blu si trovava ancora ai piedi del letto, con le sue pantofole rosa sopra. Gli unici elementi nuovi che Steffy quella mattina aveva trovato erano il rosario, Mello e la sua pistola, e l’arco appoggiato al muro.

Si rialzò in piedi sostenendosi con una mano alla sua scrivania, ignorando completamente lo sguardo dubbioso di Mello. Mosse il collo e si massaggiò le tempie, cercando di capire il motivo per cui lui si trovava a casa sua, e soprattutto, perché lei si ritrovava con il suo rosario al collo ed un arco nell’angolo della sua stanza.

-Facciamo un resoconto, parlando da persone mature, va bene? - alzò la mano e piegò il viso in direzione del ragazzo che, comodamente seduto, appoggiato sulla sua stessa gamba, continuava a staccare pezzi di cioccolata.

La situazione era alquanto bizzarra anche per lui e, da quel poco che aveva parlato, comprese che Steffy non sapeva cosa stesse accadendo, quindi potevano considerarsi entrambi sulla stessa barca, naufraghi in un mare di guai. 

-Va bene- appoggiata la pistola alle lenzuola, Mello alzò il viso verso Steffy, attento a comprendere cosa lei avrebbe detto.

-Tu sei Mello?- chiese tirando i lembi del suo pigiama a pois.

-Si- 

-Benissimo, io mi chiamo Steffy. Prima, hai detto che ci troviamo a Gran Burrone, ma com’è possibile? E come sei riuscito a trovarmi?-

-Grazie al localizzatore sul rosario. È stato un gioco da ragazzi, ma adesso devi assolutamente riportarmi nel mio mondo!- scartò una seconda tavoletta di cioccolata, arrotolando la carta della precedente per poi buttarla a terra.

-Ma io non so cosa sia accaduto! Mi sono svegliata e tu sei spuntato all’improvviso con la tua pistola. Non ci capisco un cavolo!- tirò in alto i suoi capelli ramati, in una specie di coda, agitando più volte la mano per concedersi un po’ di aria fresca.

-Ci troviamo in un posto strano. Ho capito che tu non hai idea di come ci siamo finiti, ma credo sia colpa tua!- si alzò dal materasso -Adesso tu mi aiuterai ad andarmene, altrimenti… - senza aggiungere altro puntò la sua pistola in direzione del petto di Steffy. Sapeva che sarebbe stato molto più d’impatto.

-D’accordo, d'accordo! ti aiuterò, ma per favore, non puntarmi più quell’affare addosso!- gli promise la ragazza esasperata. Era realmente curiosa di capire dove si trovavano, lui le aveva parlato di Gran Burrone e di elfi. Possibile fosse tutto vero?


Gandalf, dopo aver discusso con sire Elrond, si recò di gran fretta nel piazzale per ritrovare Frodo. Camminava spedito, oltrepassando gli elfi che si erano riuniti in piccoli gruppi per dialogare.

Con un gesto abituale, passò il suo lungo bastone da una mano all’altra e sistemò con cura sul capo il suo cappello grigio, in modo da sfuggire ai caldi raggi solari. Era una giornata particolarmente afosa, gli uccellini cantavano gioiosamente volando per l’aria limpida per poi posarsi sugli alti rami degli alberi intorno. 

Lieto di godere della bellezza di Gran Burrone, come ogni giorno, sorrise felice e, prima di raggiungere Frodo, lasciò che i suoi occhi contemplassero lo splendido panorama: le cascate in lontananza parevano degli specchi lucenti che risplendevano nella valle, illuminando le case e i larghi ponticelli della città, mentre si infrangevano contro le rocce appuntite creando un piacevole e rilassante brusio di sottofondo. Che pace!

Respirò l’aria proveniente dalle montagne, inebriato dal fresco profumo di rose. Camminando ora adagio, Gandalf si fermò vicino a un alberello nei pressi del palazzo di re Elrond, attirato da degli stranissimi mugugni senza senso. Alzò le sopracciglia dubbioso, sollevando i lembi della sua lunga tunica sgualcita. Si chiese se, quel rumore che aveva sentito fosse soltanto frutto della sua immaginazione ma, mentre ritornava sui suoi passi, avvertì nuovamente lo stesso lamento.

-Che strano!- intenzionato a scoprire cosa stava accadendo, Gandalf spostò con la punta del suo bastone una grossa foglia di felce scura, scorgendo dietro l’alberello qualcosa che lo lasciò di stucco: tre soldati del re legati ad un albero con delle spesse corde bianche. 

Questi si dimenavano impauriti, legati con forza al tronco, dei fazzoletti in bocca, delle bende sugli occhi e le braccia immobilizzate lungo i fianchi.

-Per la mia barba!-  Gandalf si tolse incredulo il suo lungo cappello scuro abbassandosi al suolo, tra le foglie essiccate e i ramoscelli caduti.

-Cos’è successo?- slegò velocemente dalla testa di un soldato la benda e lo liberò dalla stoffa che gli impediva di parlare, guardando attonito il volto provato dell’elfo, impaziente di avere spiegazioni.

-Gandalf!- felice di vedere lo stregone, l’elfo indicò con lo sguardo i suoi amici legati al tronco. 

-Aiutami a slegare gli altri ti prego, dopo ti racconteremo tutto!

-Si, ma certo!- confuso, lo stregone vestito di grigio sciolse il nodo alle corde, gettandole a terra. Insieme al primo soldato aiutò gli altri a liberarsi e, dopo aver atteso qualche istante per dare ai tre modo di riprendersi, chiese:- Mi spiegate perché eravate legati a quest’albero?-  

-Stamattina ci trovavamo di guardia e…- l’elfo dai capelli scuri guardò intimorito un suo compagno, alla ricerca di parole per esporre a Gandalf l’accaduto.

-Un uomo tutto vestito di nero, in sella ad uno strano cavallo di metallo che rilasciava fumo e produceva un rumore simile al suono di un grosso calabrone… ci ha accerchiati e poi legati!- continuò l’elfo biondo alzandosi da terra. 

-Un cavallo di metallo dici?- Gandalf incredulo lisciò la sua barba arruffata, ascoltando le parole dei soldati.

-Si! Era tenebroso, e aveva il volto sfregiato!- aggiunse il terzo soldato affiancando gli altri -Abbiamo chiesto il suo nome e lui si è anche dichiarato “Mellon” pensa un po’!- 

 -Mellon!- ripeté Gandalf stupito -Di certo se fosse stato un amico non vi avrebbe legati in questo modo!- 

-Infatti, è quello che abbiamo detto noi!- il capitano addolorato guardò i suoi soldati, poi il suo sguardo passò dal volto di Gandalf ai segni che aveva sui polsi, ricordando il viso del viandante che li aveva aggrediti.

-E’ uno straniero. Non volendo esser presuntuoso, gli ho detto che poteva chiedere informazioni. Quando mi sono avvicinato mi ha fulminato con i suoi occhi. Non gli stavo simpatico, questo è certo, ma non doveva coinvolgere i miei soldati!- notando che l’elfo rammaricato aveva lo sguardo perso sul suolo, Gandalf osò chiedergli maggiori informazioni per il bene degli elfi, di Gran Burrone e del consiglio che si sarebbe tenuto a breve. Non poteva ignorare la minaccia, ma doveva comprendere a pieno ogni cosa.

-Per quale motivo non gli stavi simpatico? La cortesia degli elfi è rinomata- chiese Gandalf appoggiandosi ad un albero.

-Non so cosa gli è preso, ma appena gli ho detto di essere Nehar, capitano delle guardie, lui mi ha detto che ovunque va “il nanerottolo bianco lo perseguita” ma io non sono un nano, sono un elfo!- affermò oltraggiato -Mi ha superato in velocità, ha lanciato su di noi un incantesimo rilasciando una grande nuvola di fumo poi, se ne andato e ha deriso il mio nome ghignando. Ma cosa gli ho fatto io?- alzò la voce Nehar, ignaro che Mello, proveniente da tutt’altro universo, non l’aveva deriso perché ce l’aveva con lui ma, per la rivalità che nutriva verso un suo odiato compagno di orfanotrofio.

-Dobbiamo assolutamente informare re Elrond che un uomo che si fa chiamare “Mellon” altro non è che un farabutto. Non ti preoccupare mastro elfo, me ne occuperò personalmente!- le parole sagge e sicure di Gandalf ebbero un effetto calmante sui soldati che, ringraziandolo, lo osservarono allontanarsi.

Ripensando a ciò che aveva appena visto e ascoltato, Gandalf, stringendo tra le mani il suo capello, si incamminò nuovamente alla ricerca di Frodo, ma nel mezzo del cammino, lontano dalla foresta e dalle cascate che aveva ammirato in precedenza, vide gli hobbit Meriadoc Brandibuck e Peregrino Tuc, alle prese con uno strano marchingegno. Aggrottando le sopracciglia e storcendo il naso lo stregone gli si avvicinò. Frodo avrebbe dovuto aspettare ancora un po’.

-Dammene ancora Merry dai!-

-Ne hai presa una intera prima, lascia questa a me-

-Ma è ottima, dammi solo un morso-

-No Pipino, lasciami stare!- 

 Merry e Pipino, ignari che Gandalf li stesse guardando, litigavano per le tavolette di cioccolata che avevano trovato all’interno del sedile della moto. Gli hobbit, non sapevano cosa fosse quello strano affare, né a cosa servisse, ma curiosi com’erano, avevano trovato un modo per aprire il sedile, scoprendo all’interno un ghiotto bottino: sette tavolette di cioccolata al latte.

-E voi due cosa fate?- meravigliato lo stregone esaminò bene il curioso mezzo di trasporto, ripensando alle parole di Nehar. In effetti, adesso che vedeva quel bizzarro destriero con i suoi occhi, non poteva che credere agli elfi. Doveva ammettere che sembrava realmente un cavallo di ferro. 

-Niente Gandalf, stavamo soltanto consumando la colazione- rispose Pipino nascondendo dietro le spalle la cioccolata.

-La colazione?- curioso lo stregone afferrò dalle mani dello Hobbit la tavoletta che stringeva, guardandola con curiosità.

-E questa da dove spunta?-

-L’abbiamo trovata e la rivorrei… è una mia ricompensa!- Pipino si alzò da terra per afferrare il dolciume ma, Gandalf gli diede un piccolo colpo con il suo bastone, facendolo ritrarre.  

-Stupido che non sei altro!- lo rimproverò, strappando dalle mani di Merry l’altra cioccolata -Stupidi entrambi!- li guardò arrabbiato, i suoi occhi severi si posarono sullo sguardo deluso dei due che, sentendosi rimproverati, incrociarono le braccia e abbassarono il volto mortificati.

-Mangiate qualsiasi cosa, non avete paura di nulla!- si piegò per attirare la loro attenzione -E se fossero avvelenate?- indicò il cibo che aveva in mano.

-Anche se ha un colore particolare e può sembrarti un’altra cosa...- Merry guardò la cioccolata sciolta ai lati della carta bianca, mangiandola con gli occhi -ti assicuro che è deliziosa e noi stiamo benissimo, vero Pipino?- con la mano diede una pacca al compagno che si era fatto silenzioso.

-Pipino?- Merry si voltò verso di lui, i suoi riccioli si spostarono sulla fronte, mentre il vento soffiava tra le vie di Gran Burrone.

-Ahi la mia pancia!- Pipino strinse gli occhi e, con un'espressione addolorata si piegò in due, portandosi la mano allo stomaco. Il suo viso era divenuto completamente rosso, il suo stomaco produsse un rumore poco rassicurante, tanto da far preoccupare persino Gandalf.

-Peregrino Tuck?!-  lo stregone gli porse una mano, ma Pipino la spostò agitando la testa, completamente sudato.

-Spostati… io non ce la faccio più!-

-Cosa sta succedendo? Spiegami i sintomi, io chiederò a Elrond consiglio- Gandalf sicuro che Pipino si sentisse male a causa di quello strano cibo, tranquillizzò con gli occhi Merry che agitato guardava il compagno contorcersi per via dei dolori.

-Non c’è nulla da chiedere Gandalf- la voce rotta di Pipino non li rasserenò, veloce Gandalf lo afferrò dalle spalle.

-Elrond ti darà qualsiasi cosa tu abbia bisogno Pipino, fidati!-

Tra l’agitazione generale, ed i forti rumori provenienti dallo stomaco dello Hobbit, si udirono delle flebili parole:-Il gabbinetto… ho bisogno urgentemente di un gabinetto!- 

Ogni volta che assaggiava qualcosa di buono, Pipino ne abusava e, ignaro che la cioccolata provocasse quegli effetti, ne mangiò in quantità, tanto da sentirsi male. Gandalf, non sapendo cosa stava accadendo allo hobbit, preoccupato più che mai lasciò perdere il colloquio con Frodo.

Sarebbe stato meglio ritornare da  Elrond. Una minaccia si avvicinava.

-Mellon sei estremamente pericoloso!-

 

 

 

Steffy e Mello, decisi a scoprire di più su ciò che stava capitando quella mattina, lasciarono presto la stanza, giusto il tempo di far mettere qualcosa di decente addosso a Steffy, che di certo non avrebbe potuto andare in giro con il suo pigiama a pois rosa shocking.

Infilati i jeans skinny, le sneakers bianche e una felpa rossa, Steffy seguì Mello, impugnando tra le mani l’arco che aveva trovato nell’angolo della sua cameretta. Mentre si lanciavano a vicenda occhiate curiose, lasciarono la stanza insieme, ma una volta richiusa la porta dietro le loro spalle, notarono che questa era scomparsa: la parete era colma di affreschi e di simboli elfici, non vi era più nemmeno l’ombra della porta, quasi fosse stata inghiottita dalle mura del palazzo.

-Oddio ma che è successo?!- la ragazza sgranò gli occhi dalla sorpresa, alzando le mani. Mello le lanciò uno sguardo colmo di collera, quasi fosse lei la causa di quella sparizione.

-Io non so proprio come cazzo è scomparsa, ma ho le palle piene di questa situazione!- la afferrò da un polso. Gli occhi nocciola di Steffy si scontrarono contro quelli azzurri e determinati di Mello. Rabbrividì. Era così vicino che poteva contare i segni della cicatrice che deturpavano il suo volto, facendolo apparire ancora più misterioso ed affascinante, e le sue iridi splendevano sotto la luce del sole di Gran Burrone.

Mello rimase qualche istante a fissare le labbra piene della ragazza, gli occhi grandi e profondi come due pozzi neri. Era bravo a capire le persone e nel volto di Steffy lesse tanta incertezza. La affiancò, mentre lei lo guardava come se avesse dinanzi un modello uscito dalla copertina di Vanity Fair. Era troppo bello, anche quando si incazzava, anzi, se doveva dirla tutta, quando si incazzava e la guardava male era ancora più affascinante.

-Sei bello!- le sfuggì. Non poteva che ammirarlo. I suoi vestiti gli calzavano bene addosso, scoprendo in parte gli addominali poco scolpiti e i muscoli delle braccia.

-Siamo nella merda e tu mi dici che sono bello?- alzò un sopracciglio mentre mangiava la cioccolata, quasi a smorzare lo stress che provava.

-E che devo dire? Non so che fare, ma a guardarti devo ammettere che non mi dispiace stare con te. Sei un figo da spavento, cavolo l’ho sempre pensato!-

-L’hai sempre pensato?- erano soli in quel lungo corridoio, a far loro compagnia solo delle statue grigie e dei dipinti.

-Si… da quando ho letto il manga!-

-Il manga?-

-Il manga!-  con naturalezza alzò le mani gesticolando, per enfatizzare le sue parole. 

-Spiegati bene!- incuriosito, Mello attese di ascoltare Steffy. Non capiva perché la porta era scomparsa all’improvviso, ci aveva messo tanto tempo a trovarla, e in più, oltre allo scompiglio generale, lei non lo aiutava concentrarsi. Aveva bisogno di silenzio, per risolvere il problema.

Steffy gli parlò di Death note, di L, di Kira, di tutto ciò che aveva visto e letto, spiegando a Mello che, nel suo mondo lui era un personaggio di una storia.  Il detective, ascoltando ogni parola era rimasto sorpreso della conoscenza che lei aveva del suo mondo, sapeva ogni cosa, anche di Near e dei suoi piani. Gli sembrò una spettatrice che in silenzio aveva osservato tutto il suo percorso. 

-Mi sorprendi. Ma adesso dobbiamo pensare a come uscire da qua!- si appoggiò sulla ringhiera del corridoio a braccia conserte, distaccato, mentre pensava al legame tra loro due e il mondo in cui si trovavano.

A carte svelate, Mello, non avendo più nulla da nascondere alla ragazza, decise di ricercare insieme a lei il motivo per cui entrambi si trovavano nell’universo di Tolkien. Infondo una connessione tra i tre mondi doveva pur esserci, no? 

-Io non so che fare, vorrei che mi credessi!- amisse la ragazza curvando la testa. 

-Va bene, ho capito tutto, ti credo rilassati!- Chiuse le palpebre sospirando. 

Il continuare a guardarlo riportò in mente a Steffy la canzone strafiga di Justin Timberlake Sexy Back. Era troppo figo Mello. Ogni qual volta si muoveva, anche se solo per lanciarle uno sguardo di sbieco, Steffy rimaneva incantata.

-Bene!- imbambolata si passò una mano tra i lisci capelli rossi e si avvicinò a Mello percorrendo la distanza che li separava -Ti sei fatto un’idea di come siamo finiti qua, e il motivo per cui la porta è scomparsa?-

-Più o meno. Non so perché la porta è scomparsa, ma ascoltando ciò che mi hai detto credo che siamo finiti in questo modo per dei pensieri in comune: sembra quasi che siamo stati trascinati da un legame, o meglio tre-

-Tre?- sorpresa Steffy aggrottò le sopracciglia, sistemando dietro le spalle l’arco che precedentemente aveva appoggiato al suolo.

-Si- si voltò di poco lui, squadrò dalla testa ai piedi la donna -Oltre ad avere il mio rosario, hai anche un arco, quindi implica che c’è un’altra persona coinvolta oltre a noi due. Io ti ho trovato dentro la tua camera, che può considerarsi un pezzo di te disperso in questo mondo, ma non so proprio dov’è finita la porta- il suo sguardo era perso nel vuoto, a Steffy sembrava che lui stesse ragionando tra sé e sé, perso a scrutare un punto indefinito nel corridoio, quasi come se stesse osservando le sue idee riflesse nella parete.

-Si, ha senso. Se devo seguire “l’idea del pensiero in comune”, effettivamente io ieri pensavo sia a te…- contemplò la collana che aveva restituito a Mello, per poi osservare l’arco da sottecchi- che a Legolas. Ma non credo che-…-

-Ti dico di sì, invece. Lo sapevo che c’entravi tu...- tenebroso e affascinante come un angelo dannato, Mello alzò gli occhi e la intrappolò in uno sguardo che lasciò Steffy impietrita, come trafitta da cento lance invisibili. 

-Perché?- chiese la ragazza

-Ieri sera… ho letto il capitolo del consiglio di Elrond. Tanto per staccare- confessò senza freni il detective. Infondo Steffy conosceva tutto e, venendo da un altro universo non avrebbe potuto rovinare i suoi piani. 

-Oh wow, hai letto anche tu “Il Signore degli Anelli”? Che figata! E come mai? Ohhh aspetta! ieri sera pensavo ad una fan fiction da scrivere, ma indecisa se dedicarla a te o a Legolas, ho pensato di dormire. La notte mi avrebbe portato consiglio e…-  

-Zitta un attimo!- la bloccò dal polso smorzando completamente il suo entusiasmo, come se nelle parole appena dette da Steffy si nascondesse la chiave di ogni segreto.

-Ieri volevi scrivere di me, ma eri indecisa, giusto?-

-Beh si, mi piacete entrambi, non saprei chi scegliere sinceramente!- 

-Tu sai che forse è per questo noi ci troviamo qui ora?- Mello le mostrò con un cenno di capo i frammenti di Narsil, la spada che aveva staccato l’anello del potere dal dito di Sauron.

-Pensi che ci troviamo qui a causa del mio pensiero rivolto a voi due e per il fatto che tu ieri stessi leggendo “Il Signore degli Anelli”?-

Mello annuì, accorgendosi immediatamente che negli occhi di Steffy si era appena accesa una scintilla, come se fosse stata illuminata dall’idea che lui le aveva esposto.

-Oddio. Cazzo. Hai ragione Mels! Sei fottutamente geniale… ma come la risolviamo sta cosa?- approfittando del momento, la giovane strinse le mani di Mello, che ignorando il gesto, con un ghigno dipinto in volto le disse:-Oh stai a vedere!-

Il suo sguardo, anche se bello come la luce delle stelle, preoccupò Steffy non poco. Cosa aveva in mente Mello? come avrebbero risolto quella situazione e soprattutto, sarebbero tornati ognuno nelle proprie case?

 

 

 

 

Gandalf dopo aver raccontato a Elrond  tutto ciò che aveva visto quella mattina, rassicurato dalle parole del saggio signore di Imladris, cercò Frodo. Rimase con lui fino all’inizio del consiglio. Era agitato, anche se in cuor suo sapeva che ogni cosa si sarebbe svolta per il verso giusto. Doveva solo stare più attento allo hobbit e all’anello. Non avrebbe mai e poi mai consentito a “Mellon” di appropriarsene qualora quella fosse l’intenzione dello straniero, ma essendo a Gran Burrone, lo stregone poteva tirare un sospiro di sollievo. I suoi confini erano ben sorvegliati, e anche se lo sconosciuto viandante aveva legato ad un albero tre soldati e avvelenato Pipino con la sua cioccolata, non l’avrebbe fatta franca.

Riuniti attorno ad un ampio piazzale, elfi, nani e uomini attendevano per discutere della sorte dell’unico anello. Il sole illuminava le statue ai lati del palazzo e le foglie si staccavano dai rami degli alberi danzando in aria, incorniciando quel magico paesaggio. 

Re Elrond prese parola e parlò solennemente.

-Stranieri di remoti paesi ed amici di vecchia data siamo riuniti per…- 

In lontananza, tra il perpetuo cinguettio degli uccellini e il delicato rumore del vento,  i presenti udirono una canzone alquanto particolare, cantata dalla voce di una ragazza e il re si interruppe. 

Elrond, ascoltata la melodia osservò incerto Gandalf, poi guardò Aragorn che seduto sulla sua sedia aveva lanciato uno sguardo a Legolas. Nessuno osò parlare, tutti attenti ad ascoltare le parole della canzone, avvertendo il rumore farsi  sempre più attiguo.

-Taken the long way dark realms i went through…- il volume della voce aumentò -I ARRIVED MY VISION’S SO CLEAR...  OF FILTH EXISTS, A LAKE IT WAS OF CRYSTAL BEAUTY BUT ARDA’S SPRING WENT BY…- 

Mello e Steffy, in sella alla moto stavano facendo il giro di Gran Burrone. L'idea era venuta a Mello, giusto per smorzare il nervosismo legato alle indagini del caso Kira. Prima di Steffy aveva perlustrato il palazzo e, apprezzando anche lui la Terra di Mezzo quanto la donna, le propose di fare un giro prima di salutare per sempre Gran Burrone, anche se, pensava di lasciare un suo segno in quell’universo, per sbattere in faccia a Near la prova che lui era veramente il numero uno.

 

Aveva dovuto aspettare molto prima di parlare con la bibliotecaria, poiché stavano spostando gli scaffali e riorganizzando la biblioteca, in modo da creare un piccolo spazio per gli studenti intenti a leggere.

Aveva studiato Tolkien e le sue opere e apprezzava i libri del professore più di ogni altro studente lì alla Wammy’s House. 

Dopo aver atteso per ore sotto il sole, Mello con un sorriso soddisfatto aveva chiesto all’anziana donna di trovargli il libro de “Il Silmarillion”. Non aveva intenzione di rovistare lui, era una scocciatura, soprattutto durante i lavori. La bibliotecaria, dispiaciuta aveva comunicato a Mello che Near aveva preso un’ora prima di lui quel volume, e tra la sorpresa e l’incazzatura, Mello aveva protestato sbattendo le mani al bancone.

-Oh cielo ragazzo, non è mica colpa mia se Near me l‘ha chiesto prima di te!-

-Near è inferiore. INFERIORE. Non conosce nulla della Terra di Mezzo, perché ha preso il libro che voglio leggere io? Per provocarmi?-

-Calma, calma- aveva alzato le mani la donna per tranquillizzare il ragazzino, guardando i suoi bellissimi occhi azzurri come il mare -appena lo finisce il libro sarà tuo!-

-Io lo voglio adesso!- nervoso aveva agitato la testa da una parte all’altra facendo ondeggiare i capelli biondi.

-Non è possibile, per favore non alzare la voce caro, anche se stiamo facendo dei lavori, siamo in una biblioteca, devi rimanere in silenzio! - Solitamente era vietato parlare in biblioteca, ma visti i lavori, Mello aveva approfittato per liberare la sua frustrazione nei confronti di Near.

-Va bene!- aveva respirato profondamente, scartando la cioccolata che aveva in mano -Mi dia allora “La compagnia dell’anello”-

-L’ha presa Near!-

-E allora “I racconti incompiuti”-

-Mi sa che Near ha preso anche quel libro-

-Ed allora voglio la storia di “Turin Turambar”-

-L’ha presa Near-

-E allora dammi la spada di Narsil che gli stacco la testa come Isildur ha staccato l’anello dal dito di Sauron, e lo maledirò quel nanetto, come Fëanor è stato maledetto da Mandos! Poi invocherò anche l’aiutò di Melkor e Ungoliant e di tutti i servi di Morgoth… vediamo che cazzo prende poi Near. Non gli è mai piaciuto Tolkien. L’ha fatto apposta per farmi innervosire! Ma io mi vendicherò, prenderò un giorno anch’io qualcosa che farà salire il nervoso anche a quel musone di Near, stanne certa.- aveva appoggiato la cioccolata al bancone avvicinandosi sempre di più al viso dell’anziana, tanto da lasciarla a bocca aperta.

-Ora vado via, appena Near tornerà con i libri, digli di andare a fanculo, grazie.-  sentenziò lasciando la bibliotecaria a bocca aperta.       

Era uscito dalla sala per poi dirigersi incazzato più che mai in camera sua, impaziente di raccontare tutto a Matt. Di sera, in seguito, non era riuscito a prendere sonno, così, cercando di distrarsi, era uscito fuori dalla sua camera per passeggiare un po’, mentre gli altri ragazzi dormivano. 

Fu allora che la bibliotecaria, sorpresa dalla profonda delusione di Mello, l’aveva  raggiunto, e sorridendogli gli aveva regalato un piccolissimo lego del “re stregone”. Era fatto veramente bene quel piccolo e prezioso giocattolino e, anche se a dirla tutta Mello odiava i lego, aveva apprezzato il gesto della donna e aveva custodito il regalo per anni, finché un giorno lasciò la Wammy’s House, abbandonando il piccolo re stregone al suo destino.

Anni e anni dopo, nella sede dell’SPK, Mello era entrato grazie all’aiuto di Halle Lidner. Si era fatto condurre lì dentro per discutere con Near riguardo le indagini del caso Kira. Erano passati anni e, dopo tanto tempo, Mello, tra i trenini  del compagno e i pezzi di lego sparsi a terra, aveva notato proprio l’elmo spigoloso del re stregone che gli aveva regalato la donna anziana.

Non diede a vedere che era incazzato con Near per il furto, non poteva ammettere che gli aveva rubato il regalo, l’aveva sempre criticato per la sua assurda mania, ritenendolo infantile, ma anche se non aveva detto nulla, si promise che un giorno avrebbe fatto rimpiangere quel gesto al nanerottolo, sentendosi in quell’istante proprio come Fëanor, quando aveva perso i silmaril per via di Melkor.

Near un giorno sarebbe morto d’invidia.

 

-Mello a che pensi?- Steffy stringendosi a lui osservò da dietro le spalle il volto del detective. Il vento mosse i loro capelli e il paesaggio parve loro come un ritratto sfumato, mentre procedevano in moto, con la canzone allo stereo.

-Chiederemo consiglio agli elfi per tornare ognuno nei nostri mondi, ma dopo il giro turistico per Gran Burrone, devo fare un’ultima cosa!-

-Cosa?- domandò curiosa Steffy stringendosi alle spalle del ragazzo. Mello inclinandosi indietro lasciò che la moto continuasse a viaggiare su un’unica ruota. Alzò il volume della musica ed ascoltò soddisfatto le urla della ragazza dietro di lui, impennando come un vero fuoriclasse.

Gli elfi si erano girati attratti dal suono della musica e dal rumore della moto, seguendo in lontananza i due ragazzi con gli occhi, fino a che essi si presentarono davanti a loro, lasciando alle spalle una lunga scia di fumo, ed a terra i segni delle ruote della moto.

Gandalf strinse la mano di Frodo che, impaurito e stupito, toccò  l’anello che portava al collo in una catenella argentata.

Elrond osservò dubbioso i due sul quello strano mezzo e, tra i mormorii che si erano appena alzati, si avvicinò ai forestieri, con sguardo perplesso.

-E voi siete?- chiese alzando un sopracciglio.

Mello mostrò il suo ghigno, non curandosi della sorpresa che aveva causato. Si voltò completamente, i suoi capelli scompigliati ricaddero dietro le spalle. Si alzò dal sedile intimorendo tutti, puntando il suo sguardo in direzione di Elrond. Steffy dietro di lui, abbassò la felpa che si era alzata a causa delle piroette che Mello aveva fatto con la moto, stordita si massaggiò la testa, e sistemò bene i capelli.

-Mello!- si presentò fiero il detective, staccando con i denti la cioccolata che aveva in mano, lasciando Steffy dietro le sue spalle. Non l’aveva persa di vista un momento, né lei, né coloro che lo stavano fissando, quasi come se fosse la reincarnazione dello stesso Sauron.

-Mellon.. sei tu dunque!- Gandalf che per tutto il tempo era rimasto seduto ad osservare la scena, puntò il suo bastone contro il ragazzo, ma lui, rimanendo impassibile alla reazione dello stregone, estrasse dal suo gilet di pelle un quaderno molto particolare, lasciando a bocca aperta Steffy dietro le sue spalle che, avendo notato la copertina nera e le incisioni su di essa, si era avvicinata al detective, scuotendolo da un braccio.

-Che intenzioni hai?-  sapeva che il quaderno serviva ad uccidere le persone, e non aveva intenzione di vedere nessuno morto nella Terra di Mezzo, l’avrebbe impedito, impuntandosi contro il ragazzo, con tutta sé stessa.

-Gandalf, siediti e ascoltami bene!- Mello guardò Gandalf ignorando Steffy. Si avvicinò fiero e sicuro di sé, verso la colonna in mezzo al piazzale -Anzi ascoltatemi bene tutti…- girò gli occhi verso Steffy e la fulminò con un’occhiata fugace -Anche tu Steffy-

-Ma Mello ti prego spiegami cosa… cosa…- percorse la breve distanza che la separava dal biondo, per trovare su di sé due occhi color del cielo, dei lunghi capelli biondi e delle labbra bellissime, sottili e ben definite -Cosa vedono i miei occhi!- esclamò felice guardando l’elfo dinanzi a sé: non l’aveva considerato prima per via della confusione, ma seduto di fronte a Mello c’era Legolas, in tutto il suo splendore elfico. Dal vivo era ancora più bello e affascinante. Rimase colpita dallo sguardo dell’elfo e lo esaminò dalla testa ai piedi, percorrendo con gli occhi il mantello in cui era avvolto. 

-Oggi è il mio giorno fortunato. Decisamente!- lanciò un’occhiata a Mello, per poi ritornare su Legolas che confuso, dall’alto della sua ingenuità fissava Steffy, concentrandosi sull’arco appeso dietro le sue spalle.

-Siediti Steffy!- con voce sprezzante Mello smorzò ancora una volta l’entusiasmo della donna che, ricomponendosi si avvicinò fischiettando verso Legolas, lanciandogli volutamente un lungo e seducente sguardo.  

-Mi chiedevo se…- la ragazza giocherellando con una sua ciocca di capelli scrutò Legolas, -Posso sedermi vicino a te?- domandò all’elfo che sorpreso non aveva allontanato i suoi occhi dal volto chiaro della sconosciuta.

-Ma non c’è posto accanto a me- 

-Non ti preoccupare. Posso stare anche benissimo in braccio a te- sorrise maliziosa, scostando con una certa dose di fascino i suoi capelli dal petto, per farli scivolare dietro le spalle. Quella giornata era iniziata col piede sbagliato ma, a pensarci bene, quando mai avrebbe potuto abbracciare sia Mello in sella alla sua moto, che Legolas seduto al consiglio di re Elrond?

L’elfo non disse nulla e lasciò che Steffy si accomodasse in braccio a lui. Era confuso, stupito, ma essendo gentile, soprattutto con le fanciulle, non avrebbe mai allontanato la ragazza. Divaricò di poco le sue gambe, consentendo a Steffy di appoggiarsi comodamente, avvolgendo delicatamente con le mani la vita sottile della donna. Profumava di un’essenza dolciastra, mai sentita fin ad ora. Le sue labbra erano rosse, di un colore acceso, simile alle ciliegie mature e le sue ciglia lunghe, avvolte da uno strato di mascara, incorniciavano due occhi scuri.

-Posso rimanere io in piedi e far sedere te al mio posto- spiegò dolcemente, osservando i capelli ramati di lei, per poi sfiorare con le dita il tessuto della felpa rossa. Sbigottito non capiva se alzarsi o lasciarla seduta su di sé, infondo se doveva dirla tutta, a lui la presenza di Steffy non dispiaceva affatto, anzi.

-Ma no, in braccio a te va più che bene. Non mi lasciare sola!- sbatté le ciglia, contemplando gli occhi di Legolas come se dovesse dipingerli su una tela, e lo fissò tanto intensamente che, una volta girato lo sguardo, quegli occhi erano impressi nella sua mente.

-Mai!- preoccupato per Steffy la guardò. Osservò anche Mello in seguito, non si fidava di lui, forse la ragazza era sua prigioniera, ma anche se lo fosse stata, Legolas, esaminando bene l’arco che portava con sé, le chiese gentilmente:-Dove l’hai preso questo?-

-Oh… beh io l’ho trovato in camera mia stamattina- spiegò intimorita alla domanda. Non era colpa sua se si era alzata ed aveva trovato con sé il rosario di Mello e l’arco di Legolas. Sperò che quest’ultimo le credesse. Lo guardò, rimanendo intrappolata ancora una volta nelle sfumature azzurre come il cielo all’interno dei suoi occhi, perdendosi  in quel bellissimo sguardo dal sapore di mare.

-L’avevo perso, è mio!- spiegò sereno. Se si fosse trattato di un uomo o addirittura di un nano, sicuramente il tono della sua voce non sarebbe stato così delicato, ma come poteva non essere dolce con una fanciulla come Steffy? Lui era principe di Bosco Atro e lo era profondamente, non solo per via del suo regno: Legolas era nato principe nel cuore.

-Scusami! credimi io non te l’ho preso. Devi sapere che stamattina mi sono alzata ed ho trovato sia il tuo arco che il rosario di Mello. Ma giuro che non ho rubato nessuno dei due.- Steffy per rafforzare le sue parole rimosse l’arco dalle spalle, lo porse a Legolas con delicatezza, abbassando gli occhi intimidita.

-Non temere, ti credo ragazza- Legolas sfiorò per sbaglio le dita affusolate di lei, che gioendo per quel contatto, sollevò le palpebre arrossendo vistosamente dinanzi all’elfo.

-Oh ma quanto sei bello quando mi guardi così!- non riuscì proprio a trattenere quel commento, proprio come era accaduto poco prima con Mello. Congiunse le mani e con uno sguardo mieloso, contemplò il volto sorpreso dell’elfo che la teneva gentilmente sulle sue ginocchia.

Mello che per tutto il tempo aveva assistito alla scena senza dir nulla, per interrompere Steffy e prendere la parola, finse un colpo di tosse, avvicinando la sua mano chiusa in un pugno alla bocca.

-Ricordi che dovevo parlare io?- le domandò infastidito appoggiandosi alla colonna. Con le braccia e i piedi incrociati Mello sembrò un vero bad boy, era semplicemente stupendo e cazzuto fino al midollo. Steffy nel guardarlo sorrise e felice di trovarsi in braccio a Legolas, spostò più e più volte gli occhi per ammirare tutte e due, indecisa su chi posare definitivamente lo sguardo.

-Vai biondo!- gli schiacciò l’occhio, appoggiandosi al petto forzuto di Legolas che non aveva mai smesso di sostenerla.

-Elrond mi dispiace interromperti, ma stammi a sentire bene!- si rivolse al signore di Gran Burrone vicino a lui- Io ho in mio possesso un’arma dieci volte maggiore a quella che volete eliminare voi- guardò gli occhi incuriositi di tutti, posando infine lo sguardo su Frodo e Gandalf che erano seduti dietro in silenzio, attenti ad ogni parola che usciva dalla bocca di Mello -È questo, lo vedete?- alzò il quaderno appoggiando una mano alla colonna di pietra chiara.

-Cos’è?- domandò Boromir sporgendosi in avanti.

-Viene chiamato”quaderno della morte”. La persona il cui nome viene scritto su questo quaderno morirà, a mio piacimento- sorrise soddisfatto pronunciate le ultime parole -Ed oggi io voglio aiutarvi, ma voglio anche qualcosa in cambio da voi, ovviamente. Non me ne andrò a mani vuote da qui, sia chiaro!- sprezzante come non mai, nelle sue vesti scure Mello alzò le palpebre e si fermò su sire Elrond.

-E cosa vorresti tu da noi? Cosa mai possono offrire gli elfi a te? Io non credo che tu voglia aiutarci. No. Hai legato i miei soldati ad un albero ed hai quasi avvelenato gli hobbit. Pensi che noi ci fidiamo di te?- sentenziò Elrond alzando il capo regalmente.

-Tsz. Non è di certo colpa mia se hai dei soldati incompetenti, ma in fin dei conti, il capitano si chiamava Near. Si preannunciava già scarso dal principio! - lanciò un’occhiata ai cespugli alti e verdi, sorridendo in modo malizioso, tanto da lasciare Steffy con gli occhi sgranati dalla sorpresa.

-E riguardo agli hobbit…- le foglie iniziarono a muoversi, e delle voci si alzarono da dietro il cespuglio, attirando curiose occhiate -Io non ho mica detto loro di consumare tutta la mia cioccolata!- chiuse gli occhi sicuro di sé Mello, poi proseguì:-O mi sbaglio?-

-Ma era così buona!- dal cespuglio, Pipino, non riuscendo a star zitto parlò. Lui e Merry si erano nascosti per assistere segretamente al consiglio di Elrond, ma dopo l’intervento di Mello erano stati scoperti e, non avendo più motivo di rimanere dietro le foglie scure, si alzarono, salutando tutti allegramente.

-Ma torniamo a noi: per curiosità e utilità, io voglio vedere i poteri che il quaderno della morte ha su questo mondo, in modo da sondare le sue capacità. Sarà un vero piacere uccidere per te l’anello Elrond, ma non so se riuscirò. La mia è una prova!- Mello con quelle parole sorprese letteralmente tutti, persino Aragorn che non aveva parlato, perso ad ascoltare i discorsi del detective biondo.

-Se riuscissi veramente a sconfiggere l’anello, dimostreresti  grande forza- intervenne Aragorn dal suo seggio.

-Ma non è possibile. L’anello deve essere gettato nel baratro infuocato da dov’è venuto- sire Elrond, smorzando la gioia che si era accesa persino negli occhi azzurri di Frodo, si avvicinò a Mello, guardando il suo ghigno.

-Si può sempre provare no?- indifferente allo sguardo del sovrano, Mello aprì il Death note le cui pagine bianche incantarono gli elfi e gli uomini, come se avesse mostrato loro i Silmaril creati di Fëanor.

-Tu per curiosità vorresti scrivere il nome dell’anello?- chiese Elrond.

-Esattamente-

-Non funzionerà!- Elrond ricercò tra le gente Gandalf, chiedendogli consiglio attraverso uno sguardo dubbioso.

-Lasciamolo provare- acconsentì lo stregone stringendosi al suo bastone -Non abbiamo niente da perdere infondo-

-Siete tutti d’accordo?- il signore elfico si voltò per osservare i nani e gli uomini, fino a giungere con lo sguardo agli elfi.

-Si potrebbe fare- 

-Lasciatelo provare!-

-I nani ti danno fiducia- sentenziò Gimli sorridendogli con gli occhi.

-E sia, hai l’approvazione del consiglio, ma dimmi Mello, in cambio cosa vuoi?- chiese curioso Elrond. A guardarlo bene non ci si poteva fidare di lui, sembrava più una spia di Sauron che un alleato. 

-Lode! Voglio che voi cantiate di me… io sono il numero uno e Near lo deve sapere, quel ladruncolo da quattro soldi!- asserì incollerito.

Steffy, che sorpresa guardava Mello, rise dinanzi a quelle parole, seduta in braccio a Legolas. L’elfo non capì la reazione della ragazza, ma la osservò curioso.

-Ce l’hai proprio con lui eh Mello?- chiese la donna interrompendolo nuovamente. Per tutto il tempo era rimasta in silenzio ammirando Mello a pochi centimetri di distanza, se avesse avuto delle patatine o dei pop corn, avrebbe decisamente gustato al meglio la scena, ma ritenendosi ugualmente soddisfatta tra le braccia del più figo dei principi elfici, rimase in silenzio, godendo del contatto con Legolas e Mello.

-Quel nanetto dai capelli bianchi, mi ha fottuto il re stregone!- confessò guardandola. Gli elfi a quella affermazione sorrisero “sotto i baffi” lanciando sguardi divertiti ai nani. Non conoscevano Mello, ma loro prima di lui avevano usato quel nome nei confronti del popolo “avversario” e ritrovare l’insulto nel consiglio di Elrond fu una sorpresa elettrizzante.

-Parla bene, giovanotto!-  Gimli aggrottò le sopracciglia, guardando i suoi compagni.

-Gimli non devi sentirti toccato. Rientri nelle mie grazie credimi!- rispose Mello.

-Near l’ha fatta grossa. So cosa significa Mello, se solo potessi ti regalerei il re stregone. Lo dico di cuore!- Steffy strinse i pugni di fronte a quella confessione, concedendo completamente le sue attenzioni a Mello. Si era leggermente allontanata da Legolas, e quest’ultimo, quasi ingelosito dalle parole della ragazza, l’attirò nuovamente a sé.

-E a me cosa daresti?- chiese curioso.

-Io a te regalerei la collana della “Stella del Vespro” che ho comprato su Amazon. Ha la pietra blu sai, come i tuoi bellissimi occhi!- lo guardò amorevolmente, facendo scorrere tra le dita i capelli biondi di Legolas, che soddisfatto le sorrise.

-Torniamo a noi. Proverò a scrivere il nome dell’anello sul quaderno!- e così fece, ma non accadde nulla, poiché l’anello era solo un oggetto, anche se rappresentava la malvagità di Sauron. Mello sorrise, se lo aspettava ma non disse nulla. 

Frodo per tutto il tempo studiò l’anello dorato, ma notando che non si era minimamente scalfito, lanciò un'occhiata a Mello -Ma non è stato distrutto!-

-E ci credo, mica è una persona!- Steffy portò le mani sul viso stanco, sbadigliando seccata -Mello ho un’idea!- illuminata da un lampo di genio si alzò immediatamente dalle gambe di Legolas, sollevando l’indice al cielo -Potresti prendere l’anello Mello, metterlo in un razzo e spararlo a Mordor- gesticolò con le mani, simulando il movimento di un missile, ricordando bene l’uso che ne aveva fatto Mello.

-Mi piace! Si vede che mi conosci bene!- soddisfatto Mello le sorrise, poi guardò Gandalf che da dietro chiedeva di lui.

-Ragazzo, vedo che hai buone intenzioni, e se quel che dici è vero, lascia a noi una pagina di quel quaderno ed avrai la tua ricompensa. Giusto sire Elrond?- 

-Si potrebbe anche fare- sentenziò il sovrano di Gran Burrone pensando alla proposta di Mello.

-E sia- Mello acconsentì, strappando una pagina del Death note, per poi porgerla a re Elrond, ma quando l’elfo aprì la sua mano, Mello ritirò la sua di poco -Che sia chiaro, dovete dedicare un canto a me, perché sono il numero uno!- 

-Va bene- 

Steffy elettrizzata osservò la scena. Doveva assolutamente fare qualcosa, non poteva starsene impalata senza dir la sua.

-Vorrei chiedere qualcosa anch’io!- guardò i due ragazzi, stringendo la mano di Legolas appoggiata al bracciolo della sedia -Io vi adoro entrambi! so che non appartengo a nessuno dei vostri mondi, ma vorrei che voi non mi lasciaste mai. Sono sempre stata una vostra grandissima fan, vi ho sempre amati. Siete importanti per me!-

-Ti darò modo di ricordarmi al risveglio- l’elfo le sfiorò gentilmente le dita sorridendole.

-Ed anch’io- asserì Mello guardandola per la prima volta in modo dolce -Infondo se abbiamo fatto questo viaggio è stato grazie a te!-

-Grazie a me?- chiese stupita.

-Ricordi il pensiero comune: io volevo arrivare nella terra di mezzo e partecipare al consiglio di Elrond. Alla faccia di Near!-

-Anch’io lo desideravo, infatti avrei voluto scriverci una fan fiction!- Steffy guardò Legolas e Mello -Ero indecisa, perché volevo dedicarla ad entrambi ma…- 

-Ed io volevo incontrare una bella ragazza al consiglio. Credevo fosse impossibile, ma eccoti!- accarezzò la mano di Steffy il principe, riscaldandole il petto con quel dolce gesto.

-Il pensiero in comune!- stupita, ricordando le parole di Mello alzò il volto. Lui dal principio aveva sempre sostenuto che si trovassero lì per un’idea comune, e così era- Sei geniale!-

-Lo so. Ma adesso svegliati Steffy e ricorda tutto quello che è accaduto!- Mello si avvicinò a lei, camminando con le mani dentro le tasche.

-Cosa significa?-

-Esatto, svegliati e quando tornerai nel tuo mondo, scrivi questa storia. Me lo devi promettere!- Legolas le strinse le mani, consapevole che presto si sarebbero lasciati.

-Ma io non voglio lasciarvi, non voglio più tornare nel mio mondo!- era la fine di quell’avventura, durata poco, una notte per l’esattezza e Steffy timorosa di non rivedere più i ragazzi biondi che tanto amava, si rattristò di colpo. 

Avvertendo in cuor suo che mancava poco alla fine, decisa, Steffy chiuse le palpebre e si chinò sulle labbra di Legolas. Lo guardò intensamente e gli accarezzò con le dita gli zigomi alti, lasciandolo sorpreso. Non poteva non baciarlo prima di tornare indietro, così sfiorò la sua bocca e l’elfo felice contraccambiò. Si baciarono per dei lunghi istanti, felici entrambi di essere vicini.

Mello la tirò dal polso allontanandola dal principe di Bosco Atro, ed anche lui la salutò, accarezzandole i capelli scompigliati. 

-Eccoti accontentata- sorrise malizioso- Ah un’ultima cosa Steffy! Prima di lasciarci, devi sapere che ho controllato il tuo telefono stamattina, per questo non lo trovavi sul comodino!- Mello tirò fuori dalle tasche il cellulare della ragazza, soddisfatto dell’espressione sorpresa di lei.

-Ed io che pensavo già male di mio fratello!-

-Devi sapere che ho dato un’occhiata prima che tu ti svegliassi. Altrimenti non mi sarei mai fidato di te, sai come sono fatto, no?-

-Tu che hai fatto? Ma…-

-Ascoltami. Ho notato che avete formato un gruppo tu e le tue amiche, si chiama “Le guerriere di Mello”. Dì loro, quando sarai sveglia, che siete le mie preferite- sorrise per l’ultima volta alla ragazza.

Era giunta la fine di quell’avventura, per questo una lacrima solitaria rigò una guancia di Steffy.

-Va e ricordati di noi- Legolas le baciò il palmo della mano, indicando dietro lei una porta di legno chiaro. Steffy rimase senza parole, mentre il mondo intorno a lei si sfumava, proprio come accadeva di solito nelle favole che amava leggere da piccola.

-La porta scomparsa!- esclamò sorpresa contemplando la maniglia dorata.

-Si. Adesso aprila e torna nel tuo mondo. Svegliati Steffy- 

Le immagini chiare e nitide che aveva scorto in precedenza si trasformarono, divenendo sfocate. Steffy guardò Mello e Legolas, e notò subito che anche loro stavano scomparendo come ogni cosa: gli alberi erano divenuti grigi, il sole non era più azzurro. Gandalf non si vedeva più e i due ragazzi piano stavano svanendo alla sua vista.

Steffy senza volerlo abbassò  la maniglia della porta, lasciando alle sue spalle Mello e Legolas per sempre.

-Non voglio tornare indietro...-


 

 

-Svegliati Steffy… sveglia, sono le 13:00! Non vorrai mica rimanere tutto il giorno a dormire?- una voce a lei familiare la disturbò, proprio  come un secchio d’acqua ghiacciata.

 

Steffy aprì lentamente le palpebre. La luce proveniente dalla finestra era troppo accecante e la giornata troppo calda per i suoi gusti. Allontanò malamente le lenzuola bianche con un piede, appoggiandosi su un fianco al materasso e aprì gli occhi, ma non vide Mello, né la sua pistola, né Legolas, né il rosaio che aveva al collo, né l’arco in fondo alla stanza.

-Era un sogno!- esclamò delusa, constatando che, il suo cellulare si trovava sul comodino.

-Sei una dormigliona lo sai?- la madre di Steffy le sfilò le coperte in modo che la ragazza si alzasse dal letto.

Lei delusa osservò il letto, rimanendo qualche istante in silenzio.

-Io devo uscire. Ho preparato il pranzo, ma devi lavare i piatti, tocca a te oggi!- la nuda e cruda realtà si presentò rovinando ogni cosa. Steffy stanca si girò dall’altra parte del materasso, mugugnando imprecise parole, mentre sua madre lasciava la camera.

-Avrei preferito Mello, ma vabbè!- si alzò dal letto, indossando le pantofole rosa, incamminandosi verso la cucina. Aprendo la porta di camera sua, trovò nella mensola del corridoio due cose che colpirono immediatamente la sua attenzione, strappandole un dolce sorriso: una tavoletta di cioccolata al latte ed freccia accanto. 

-Mello, Legolas!-

Non poteva crederci. Afferrò tra le mani i due oggetti e li strinse a sé, come se fossero un segno, o meglio, il ricordo di ciò che aveva sognato. Un sogno fin troppo vero per essere un sogno.

-Devo dire assolutamente a Grace del mio sogno!- pensando alla sua amica, Steffy ricercò il telefono entrando nella chat “Le Guerriere di Mello”. 

Lesse dei messaggi in cui c’era scritto:

“-Oi tesoro, ti sei decisa su chi scrivere poi? chi ha vinto, Mello o Legolas?-”

 

 

 

 

Mello si alzò dal letto. Era sudato, le coperte completamente aggrovigliate intorno alle gambe, intrise del suo profumo di cioccolata. Si passò una mano sul viso, scostandosi in malo modo le lenzuola dal torace.

Aveva dormito troppo. Sbadigliò, guardando il suo Matty addormentato dolcemente accanto a lui e sorrise felice. Gli accarezzò piano i morbidi capelli castani e poggiò le labbra lievi sulle sue, in un bacio delicato come un soffio, attento a non svegliarlo. Si alzò e si stropicciò gli occhi, ricordando il sogno che aveva fatto quella notte.

-Che stranezza!- aprì il frigo cercando una tavoletta di cioccolata, ma non trovandone nemmeno una, si spostò, ricercando negli scaffali la scorta che aveva acquistato il giorno prima. Aprì e richiuse gli sportelli, non c’erano più le sue tavolette sembrava che qualcuno le avesse mangiate. E in effetti era così! nel suo sogno gli hobbit avevano rubato la sua cioccolata...

-Ma cosa vado a pensare, era solo un fottutissimo sogn…- alzò distrattamente lo sguardo su uno scaffale aperto, rimase sorpreso, poiché, all’interno c’era il lego del “re stregone”. Lo afferrò immediatamente. Lo rigirò tra le mani stupito, non poteva crederci!

-Ma cazzo!- gli vennero in mente le parole di quella strana ragazza che aveva conosciuto quella notte dormendo: “Near l’ha fatta grossa. So cosa significa Mello, se solo potessi ti regalerei il re stregone. Lo dico di cuore!”

-Ma devo credere che esisti davvero Steffy?- conservò quel prezioso oggetto, come se fosse un dono. Ma in realtà non seppe mai da dove spuntasse.  

 

 

Legolas si era addormentato a causa della stanchezza. Aprì gli occhi ritrovandosi nel suo giaciglio immacolato, con le lenzuola di lino stese sul suo corpo. Si alzò velocemente, doveva assolutamente sistemarsi, lo attendeva una lunga giornata.

Ricercò il suo arco e lo trovò stranamente in un angolo nella camera. Si avvicinò per prenderlo, ma mentre camminava i suoi occhi scorsero uno strano scintillio in lontananza. Attirato come una falena alla luce voltò il collo, per ritrovare sul tappeto blu damascato, un ciondolo molto speciale.

Si abbassò per prendere la collana a terra.

-La “Stella del Vespro”... ha una gemma blu- la osservò guardandola brillare tra le sue dita. Ricordò, come trafitto da un fiume in piena, il sogno che aveva fatto quella notte. Sorrise stringendo il gioiello a sé.

“Io a te regalerei la collana della “stella del vespro” che ho comprato su Amazon. Ha la pietra blu sai, come i tuoi bellissimi occhi!“

 -E’ stato un sogno…- si rialzò da terra, stringendo la sua collana tra le dita, anche se non seppe mai cosa significasse la parola “Amazon”.

 

 

Steffy emozionata aveva inviato alla sua amica già cinque audio. Aprì la cioccolata trovata sulla mensola e ne staccò un pezzo, continuando a registrare messaggi vocali.

-E’ stato un sogno fin troppo…-

 

 

Mello sotto la doccia, alzò il viso, massaggiando il sapone sulla pelle. Sorrise guardando il suo riflesso allo specchio di fronte. Gli occhi di Steffy sembravano vicino a lui, ma era ridicolo, lei non esisteva.

-E’ stato un sogno fin troppo reale!-

 

 

Fine

 

 

N.D.A. 

Salve a tutti!

Finalmente ho pubblicato, è stato un lavoraccio ma ce l’ho fatta. Non credevo di completare questa storia, mi bloccavo continuamente, confesso che ho impiegato una settimana intera, perché ero sempre indecisa e per trascrivere bene la mia idea ho dovuto eliminare e riscrivere molti pezzi, inoltre per raccogliere tutto in questa O.S. ho tralasciato anche altre idee, racchiudendo le parti più importanti.

E’ una O.S. particolarmente lunghina, lo so XD ma io amo leggere e scrivere capitoli così lunghi, spero anche voi!

Era realmente indecisa se scrivere su Legolas o su Mello, così ho scritto di entrambi, trasportando Mello e Steffy nella Terra di Mezzo. Forse mi sbaglio, ma penso che sia il primo crossover che parla di “Death Note” e “Il Signore degli anelli” se devo essere sincera ho tante idee in testa per questi due mondi, ma voglio vedere se piace la storia!

La revisione è stata anche abbastanza ostica t.t ho avuto l’aiuto di Golden locks e la ringrazio tantissimo per essersi fatta in quattro quanto me. Scrivere non è un compito facile, impiega tempo e tanta pazienza. Io ci ho perso la testa e se non fosse stato per la mia amica, credetemi non avrei pubblicato! inoltre voglio informarvi che, ho voluto far aggiungere a lei questa frase “ Sbadigliò, guardando il suo Matty addormentato dolcemente accanto a lui e sorrise felice. Gli accarezzò piano i morbidi capelli castani e poggiò le labbra lievi sulle sue, in un bacio delicato come un soffio, attento a non svegliarlo.” questa frase è opera sua, essendo una grandissima fan della ship Matt/Mello ho voluto che il suo grande amore per loro due ci fosse anche nella mia O. S. Lascio la parola a te Golden:

“Ciao a tutti, sono Golden Locks! qui sul fandom de ISDA sono un po' in terra straniera, ma volevo dire solo che ringrazio tantissimo Star per avermi lasciato carta bianca nell'inserire anche in questa sua one shot una frase da cui trapelasse l'amore di Matt e Mello, i miei dolci amori, anzi, date le circostanze, i miei tessssori <3 “ 

Io spero di ricevere recensioni, so che quasi nessuno recensisce più t.t ma vista la fatica e tutto l’impegno che ci ho messo gradirei davvero ricevere i vostri commenti, perchè è un modo per comunicare con chi ha letto e a me fa piacere, perchè ogni cosa che io scrivo è parte di me, ed è prezioso, ci metto realmente il cuore (sono aperta alle critiche, ai confronti, alle domande, ai dubbi, a tutto ciò che voi vogliate lasciarmi) 

Vi saluto tutti e vi ringrazio per aver letto! 

PS: vorrei ritornare a revisionare la mia long “Hope” e aggiornare ovviamente, non so se può interessare a qualcuno, ma la riprenderò!

 
   
 
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