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Autore: Serperossa20    20/05/2020    2 recensioni
Vi siete mai chiesti come sarebbe andata a finire se quel giorno Jessica non avesse fatto quella scelta? Se ne avesse compiuta un'altra? Se avesse scelto di stare con lui e sacrificarsi e ingoiare tutto l'odio, il rancore e l'ostilità per rendere Kevin un uomo migliore? Vi siete mai coricati pensando, prima di addormentarvi, cosa sarebbe successo, come sarebbe finita SE? Beh, io sì e non sapete quanto, tanto che non ho potuto più stare ferma. Dovevo cambiare le cose in qualche modo quindi se volete, potete farmi compagnia mentre scopriamo insieme come sarebbe andata a finire SE. Buon lettura :)
Genere: Erotico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jessica Jones, Kilgrave
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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- Non te ne puoi far carico tu
- Ma sarebbe l'unico modo per cambiare le cose, non credi? - la guardò implorante, alla ricerca disperata di una certezza, di qualsiasi cosa le possa far cambiare idea, trovare un'altra soluzione che in quel momento non trovava.
Sapeva che era l'unico modo, l'unico per cambiare le cose, salvare tutti, cambiare il mondo ma ciò, e faticava ad ammetterlo, la spaventava. Passare la vita con la persona che l'ha torturata, violentata, l'ha resa un'assassina, che le ha cambiato la vita da quella stramaledetta notte. Quella notte di un anno fa quando ha salvato Malcolm da quegli stronzi e lì lui l'ha trovata. Da quella notte è cambiato tutto, da quella notte lei è cambiata irrimediabilmente e sapeva che non poteva più essere come prima. Era tremendamente stanca di fuggire, di cercarlo, di provare tutto quell'odio e quell'ansia di fare sempre la cosa giusta, di accontentare gli altri.
Voleva solo farla finita, fuggire da tutti i problemi e le responsabilità, dimenticare e mai più voltarsi indietro. E tutto ciò lesse Trish nei suoi occhi fattisi liquindi e disperati, in cerca di aiuto. 
- Jess - e le prese dolcemente il viso fra le mani - ti rendi conto che se sceglierai quell'opzione non riuscirai più a guardarti allo specchio, vero? 
- Non mi risulta che lo faccia comunque - rispose sarcastica finendo l'ennesimo bicchiere di Whisky. 
- Jess, vuoi sapere cosa farei io? Per davvero? - disse ricatturando la sua attenzione - Farei tutto il possibile per proteggerti, rinuncerei alla mia vita per la tua. Tu sei padrona della mia vita da quando mi hai salvato da quella donna che mi ha fatto nascere e che non mi ha fatto avere un'infanzia. Se potessi avere veramente il controllo su Killgrave, io ci proverei, proverei a cambiarlo e a rischiare il tutto per tutto perché è vero che lui può avere il controllo su di me ma anch'io ce l'ho su di lui. Questo è quello che farei
- Quindi mi stai dicendo di rinunciare alla mia vita, di rinuciare al mio lavoro, al mio essere, a Te per lui - disse con voce spezzata ma si impose di non piangere, lei non lo faceva. 
- No Jess, questo è quello che farei io. IO, non tu. Adesso ti pongo io una domanda Jess, cosa faresti tu? Sei intelligente, scaltra, imprevedibile come solo tu puoi essere. Io mi sacrificherei senza chiedere nulla in cambio, dimenticando me stessa ma tu, tu non sei così. Sei una stronza approfittatrice che non guarda in faccia nessuno per raggiungere il tuo scopo - disse la bionda facendole scappare un sorriso - Dimmi Jess, cosa faresti TU? - le chiese infine trafiggendola con lo sguardo. 
Non l'aveva mai vista così seria da quando la conosceva e non riusciva a non guardarla e a non chiedersi cosa avesse fatto in un'altra vita per essersi meritata una sorella come Trish. Sì perché a discapito di tutto, dell'incidente della sua famiglia, di quella bastarda della madre di Trish e tutto ciò che è avvenuto, lei è l'unica persona al mondo di cui le importava davvero, e che gli altri andassero a farsi fottere. La guardava e si perdeva a pensare che lei non si meritasse affatto una vita del genere, attorno a lei, con tutti i suoi problemi e a condividere le stesse paure giorno dopo giorno. Trish si meritava una vita migliore e si ripromise che le avrebbe fatto vivere quella vita, senza problemi, ansie, senza nessuna panic room o pistole nelle borse o quei corsi di combattimento e autodifesa. In quell'esatto momento, mentre poggiava delicatamente la fronte contro quella dell'altra, giurò a se stessa che l'avrebbe fatta vivere in un mondo migliore, dove lei non avrebbe mai più sofferto. Alzò il capo guardandola un'ultima volta venendo ricambiata da due occhi fattisi anch'essi liquidi contenenti lacrime mal trattenute. Di solito era Trish quella brava a nascondere i sentimenti fra le due ma in quel momento non ci riusciva. Guardava la sua migliore amica e sapeva che quella sarebbe stata l'ultima volta che l'avrebbe vista. Senza preavviso la strinse forte a sé sfogandosi sulla sua spalla e Jess non poté fare altro che stringerla come meglio fosse capace. Doveva contenersi, doveva essere forte almeno lei, perciò assaporó quegli ultimi attimi di calore dall'unica persona a cui voleva veramente bene e si staccò piano da lei. Non finí il suo ultimo bicchiere, ma la guardò un'ultima volta sapendo di avere il suo appoggio anche se entrambe avrebbero fatto qualsiasi cosa pur di non far accadere quello che presto sarebbe avvenuto. 
Si alzò e si diresse lentamente verso la porta blindata fermandosi sulla soglia prima di varcarla. 
- Trish ecco.....puoi....ci pensi tu a - non riusciva a trovare le parole, le si stava formando un pericoloso groppo in gola che non sarebbe riuscita a contenere ancora a lungo. 
- Sì....tranquilla....faccio tutto io - disse senza voltarsi tirando su col naso. 
Jess la guardò un'ultima volta prima di darle le spalle e andandosene definitivamente, dicendole solo un flebile 'addio' prima di chiudere la porta. 
Ora non si torna più indietro

Dopo essersi fatta una passeggiata per le stridenti e schifose strade di New York, schiarendosi le idee, fatto qualche giro e comprato del cinese si diresse in fretta a casa accorgendosi di che ora si fosse fatta. Che poi, 'casa', un tempo lo era, adesso è solo una casa per le bambole ben costruita; quella non sarà più casa, non ne ha più avuta una dall'incidente. O meglio poteva magari ritenere casa qualunque posto contenesse varie bottiglie di alcol, tanto ormai non ricordava più la differenza. 
Appena arrivata, pagò il taxi e scese coi suoi acquisti notando di sfuggita Killgrave alla finestra, ma solo per un attimo. 
Sorrise, sapeva che lui l'aveva aspettata tutto il giorno e saperlo così in ansia la invitò a rallentare il passo solo per continuare ancora per qualche secondo quell'agonia. Oh se stava godendo da matti in quel momento. 
Ma come tutte le cose belle, anche quel momento finí varcando la soglia e chiudendosi con il piede la porta dietro di sé. Notò mentre poggiava il cibo sul tavolo che Killgrave non l'aveva accolta ma poi molto probabilmente immaginò che si stesse semplicemente preparando essendo stato tutto il giorno ad aspettarla. 
Sorrise ancora senza volerlo. Fighettino del cazzo. 
E sempre con quel piccolo sorriso accolse il suo nemico appena apparve sulla soglia, mentre distribuiva le porzioni. 
- Sei tornata - gli uscì velatamente stupito di trovarsela ancora in casa. 
La mora lo guardò male per un attimo prima di cambiare discorso. 
- Ho preso cinese. Ricordo che ti piaceva quanto l'italiano quindi eccolo qua - e si sedette a tavola apparecchiata per due sedendosi nella sedia di fronte a quella dove si era seduto il suo aguzzino. 
Auguró un veloce buon appetito e iniziò subito a mangiare accorgendosi appunto di avere una gran fame che fino a poco prima non sentiva affatto. 
Alzando gli occhi non sentendo rumore si accorse che il moro non aveva ancora toccato cibo e anzi, guardava con sospetto la sua ciotola di noodle con le bacchette in mano ancora intatte. 
Lei alzò gli occhi al cielo non volendo crederci. Non ci aveva neanche pensato ma come poteva biasimarlo. Sospirando, allungò un braccio e prese un po di noodle dal piatto dell'uomo, mangiandolo davanti a lui per dimostrargli che non fosse avvelenato. 
Questo lo tranquillizzó, cominciando così a mangiare e fece anche un gentile apprezzamento sul sapore, in fondo non erano per niente male. 
- Allora Jess - cominciò pulendosi con un tovagliolo - posso sapere cosa hai fatto oggi? - chiese tranquillo, nessun velo di minaccia nella voce, solo curiosità e forse un pizzico di ansia che ancora non se n'era andata del tutto. 
- Dopo - fu la risposta secca che gli diede e non disse altro per tutta la cena come acconsentì a fare molto pazientemente anche l'altro. 
Quando finirono di mangiare tutto, Jess si alzò sotto lo sguardo attento del moro e prese un sacchetto che aveva poggiato su una sporgenza lì vicino che Killgrave non badó granché. 
Jess lo poggió sul tavolo, sgombro ormai grazie alla cameriera, esattamente davanti lui. 
L'uomo guardò prima il sacchetto poi lei poi ancora il sacchetto, evidentemente confuso ma pronto a reagire a qualsiasi sua mossa. Non poteva immaginare cosa ci fosse lì dentro o cosa le passasse per la testa ma ormai aveva fatto i conti con se stesso sul fatto che la amasse anche per la sua imprevedibilità. 
- Cos'è? 
- Scoprilo 
Continuó ad osservarlo e vedendo che non accennava a muovere un muscolo sospirò. 
- È una garanzia - rivelò ottenendo la sua attenzione, come se non fosse sempre al centro dei suoi pensieri. 
L'uomo si allungò sul tavolo avvicinandosi con circospezione al sacchetto ma senza toccarlo. 
- Vuoi giocare Jess? 
- Non sto giocando, Kevin - disse intravedendo distintamente un guizzo di luce in quegli occhi scuri come la pece. Lei se lo aspettava, ma non lui. Non si aspettava minimamente che prendesse ad usare il suo nome proprio così all'improvviso ma non l'aveva neanche mai vista così seria in vita sua. 
Guardò ancora il sacchetto e lo aprì con cautela. Sbarró gli occhi non credendo a ciò che stava vedendo. 
- Che cosa significa Jessica - disse con tono minaccioso ma anche leggermente curioso e confuso, guardandola dritta negli occhi. 
La mora si sporse incrociando le braccia sul tavolo senza mai distogliere lo sguardo. 
- Voglio provarci - disse stupendolo ancora di più intuendo cosa volesse dire. 
- Quindi tu
- Non farti strane idee Killgrave. Non ho alcuna intenzione di amarti o simili - disse smorzando subito il sorriso che gli stava nascendo in volto - Voglio provarci Kevin ma a modo mio. Vuoi che io stia con te in questa casa? Bene, lo farò ma secondo le mie fottute regole. Hai capito cos'è, no? Quello è tutto il Sofentanil che ero riuscita a raccogliere per metterti K.O e te lo sto dando. Puoi farne quello che vuoi, non mi importa. Non mi serve più
Lui la guardò non sapendo da dove cominciare, ancora più confuso di prima e con mille domande da rivolgerle e la speranza che tendeva vertiginosamente ad aumentare secondo dopo secondo. 
- Come faccio ad essere sicuro che non te ne sei tenuta un po' per usarlo quando meno me lo aspetterò? 
- Ma per favore - sospirò prendendo dalla tasca dei jeans il telefono che aveva nascosto, rivelandoglielo. Lui non fece neanche in tempo ad incazzarsi per averlo raggirato che glielo spaccó in mille pezzi davanti ai suoi occhi. 
Kevin era oltremodo interdetto. 
- Jessica, vorresti spiegarmi che sta succedendo? Dovrei essere oltremodo furioso del fatto che avessi un secondo telefono ma la curiosità sta avendo la meglio al momento. 
- Sto solo cercando di dimostrarti che ti puoi fidare. Io sto decidendo per mia libera scelta di vivere per sempre con te, di guidarti e di starti accanto Kevin. Come vedi, non ho armi contro di te e tu puoi usare il tuo fottuto potere per fermarmi. Farò come cazzo desideri 
Il volto dell'uomo era come se si fosse acceso di luce propria da quanta gioia stesse provando, e nulla fermò la corsa di quel sorriso smagliante che gli era nato in volto sentendo quelle parole. Semplicemente non poteva crederci che lei si fosse arresa così a lui, lo aveva desiderato così tanto che ora stentava a crederci. Ma sapeva anche che lei non era stupida e che non finiva di certo lì il suo discorso. 
- Perché sento puzza di fregatura? 
- Nessuna fregatura, semmai.....un compromesso
- Oh oh allora esiste nel tuo vocabolario questa parola
- Oh ma taci - gli rispose saccata già un minimo pentendosi di quello che stava provando a fare. Si stava giocando il tutto per tutto e non poteva mollare in quel momento, sotto lo sguardo di quegli occhi magnetici che la scrutavano divertiti. 
- Dunque, il compromesso sarebbe....? 
La mora affiló gli occhi soppesando ogni parola prima di parlare
- TU devi provarmi che puoi cambiare. Se vuoi che questa cosa funzioni, se vuoi che lavoriamo insieme, se vuoi che andiamo d'accordo, c'è bisogno di fiducia reciproca. Io ti ho dimostrato ciò con la mia scelta ma tu devi dimostrarmi che quello che sto per fare non è solo un cazzo di salto a vuoto, che posso avere la speranza che tu userai il tuo potere per il bene, che tu non faccia più del male a nessuno. Ho bisogno di una prova che mi dimostri che non sei irrecuperabile - finí il suo discorso non distogliendo lo sguardo dal suo neanche per un secondo. 
Ora era tutta una scommessa, un gioco d'azzardo molto pericoloso. Si era giocata il tutto per tutto con questo gesto e c'era solo una minima possibilità che le cose andassero come voglia lei ma doveva rischiare con un'ultima cosa.  
Nel frattempo Kevin era.....non sapeva neanche lui cosa stesse provando, un mix di emozioni contrastanti che solo lei era in grado di generargli nel petto, nel cuore. Ma di una cosa era certo: in quel momento si sentí impotente. Non capiva cosa la sua Jess volesse. Una prova che lui potesse cambiare. In che senso una prova? Non le bastava tutto quello che aveva fatto per lei? Non le imponeva niente e non la toccava come lei desiderava. Le aveva pure comprato, quasi del tutto legalmente, la sua stessa casa! Se quelle non erano prove, cosa avrebbe dovuto fare? Era un continuo mistero quella donna, come lo mettesse in confusione, farlo infuriare e riuscire a farsi amare ancora di più da lui. Gli mandava il cervello in subbuglio ma sentiva di amarla sempre di più.
La sua voce poi lo distolse dai suoi pensieri ricatapultando la concentrazione solo su di lei.
- Kevin...dammi un motivo per smettere di odiarti - e lì Killgrave formò una O perfetta con la bocca che non si era accorto di aver aperto e solo quando parló si accorse anche di aver trattenuto il fiato
- Che tutti i presenti in questa casa escano da qui e che ritornino immediatamente nelle loro abitazioni! E che ricompaiano solo domani mattina! - ordinò a tutti quelli in ascolto, facendo ovviamente quello che fu loro ordinato.
Jessica non si mosse di un millimetro nel frattempo.
- Vuoi una prova dici - mormorò - eccotela servita mia cara






Hello everyone! Ammetto di essere un pochino agitata perchè è la prima volta che pubblico qualcosa su EFP, di così impegnativo poi. Comunque spero che la storia vi interessi, sarà una long e non vi assicuro che aggiornerò spesso per via degli esami. Comunque accetto qualsivoglia critica, consiglio o richiesta che mi facciate, qualunque sia senza complimenti mi raccomando. Ok con ciò vi saluto, vi auguro di stare bene e un bacione 

   
 
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