Oggi l'ho rivista dopo quelli che sembravano secoli.
I suoi occhi marroni rimangono fermi in un punto fisso della stanza e io tento invano di attirarli su di me.
In questi attimi non provo Amore ma l'amara Solitudine di chi non potrà vivere a pieno un singolo momento ch'io chiamo baciare colei che cambierà un essere odioso in un Angelo affettuoso.
Le onde del mare irrompono come Corni in un orchestra di centomila Archi e provo a toccarle la mano per sentire s'è ancora tiepida come le volte che mi veniva in mente quando stavamo fin'a notte tarda a guardar le Stelle da dove sicuramente proveniva.
Il tempo passa ma lei rimane Lei e niente la renderà diversa da un fiore appena sbocciato il primo giorno di Primavera ch'io raccolsi, volendola curare nel giardino del cuore mio.
Ma chissà a che pensava quando per un esile attimo, le mie pupille si tuffarono nelle sue e la luce m'invadeva come una Supernova in mezzo al vuoto.
Chissà cosa avrebbe fatto se le avessi tenuto la mano. Se me l'avesse stretta, forse avrei saputo che la paura esiste solo nelle anime senza guida e senza nessuno da guidare. Come lei guidava il pensier mio a seconda di ogni parola pronunciata dalla bocca che desideravo più di ogni altra cosa.
Se mai dovessi averla non solo nelle mie parole,
avrò vissuto la mia Prima Vera Primavera.