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Autore: fra_eater    22/05/2020    4 recensioni
Lavanda è sempre apparsa come una ragazza sciocca, frivola, che si è solo messa in mezzo alla coppia che tutti attendevano che si realizzasse, ma è davvero così meschina come tanti l'hanno dipinta o è soltanto vittima del suo stesso amore verso la persona sbagliata?
Storia partecipante al contest “Sincero (non mi odi più)” indetto da GiuniaPalma/LadyPalma sul forum di EFP”.
Genere: Angst, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lavanda Brown | Coppie: Lavanda/Ron, Ron/Hermione
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Storia di un mal d'amore

 
“Calì, tu sai cos’è il mal d’amore?”
Calì Patil osservò incuriosita la sua migliore amica Lavanda Brown supina sul letto a baldacchino.
“Mi devi raccontare qualcosa?” le chiese con un sorrisetto complice.
“Credo di essermi innamorata” esclamò Lavanda dopo una breve pausa.
“Di chi?”
“Di Ron Weasley!”
 
Da quella sera del suo quinto anno in cui aveva ammesso i suoi sentimenti alla sua amica Calì, Lavanda aveva cominciato a prestare più attenzione all’oggetto del suo desiderio; peccato che il suddetto oggetto raramente era possibile trovarlo da solo per avvicinarlo.
Lavanda ammirava a distanza la spiccante chioma fulva muoversi tra i banchi delle varie aule, tra i tavoli della sala grande e negli immensi giardini sempre accompagnata dalla testa corvina e spettinata di Potter e dalla massa di ricci e sapienza della Granger. Ed era proprio quest’ultima presenza a provocare un sentimento di gelosia e preoccupazione nel cuore della Brown.
Al contrario di lei e Calì, che fin dal primo anno erano sempre state grandi e affiatate amiche, il rapporto con Hermione non era mai andato oltre l’essere semplici compagne di stanza; con lei non vi erano mai state chiacchiere d’avanti a una cioccolata calda, non vi erano confidenze di mezzanotte, nessun aneddoto personale o altro. Ancora ricordava lo stupore che aveva provato nel vederla varcare la soglia della Sala Grande, durante il Ballo del Ceppo, al braccio del campione Viktor Krum; nessuno aveva mai saputo nulla di quella loro relazione, nessuno poteva immaginarla, nemmeno i suoi migliori amici, a detta di Calì.
Hermione era sempre stata un mistero per lei. Si era accorta da tempo che non era solo una secchiona so-tutto-io ed era ben a conoscenza del profondo affetto che la legava ai suoi due migliori amici, anche se aveva notato che con Ron il rapporto fosse più controverso, da cane e gatto. Loro tre erano sempre stati un mondo a parte, un club esclusivo in cui tutti vogliono entrare ma che tutti evitano per le conseguenze e la scia di sventura che spesso li accompagna, ma era comunque riuscita ad avere un assaggio di quel che significa essere una di loro proprio durante il suo quinto anno scolastico.
All’inizio di quell’anno aveva litigato con la Granger, neo-prefetto, a causa di quello che aveva scritto il Profeta a proposito delle bugie di Potter e Silente su Colui-Che- Non-Deve-Essere-Nominato, ma nonostante ciò si era fatta trascinare da Calì in quel posto maleodorante e angusto della Testa di Porco per quella prima, affascinante e strana riunione indetta dal trio che vide la nascita dell’Esercito di Silente.
Dopo quel giorno, anche lei faceva parte di quel club esclusivo, anche lei aveva provato il brivido di conoscere nuovi incantesimi, di infrangere le regole, di imparare qualcosa di effettivamente utile, non fine a sé stessa. Far parte dell’Esercito di Silente, oltre che una punizione da parte della Umbridge, le aveva regalato tante cose, non per ultima la fiducia nelle sue capacità di fattucchiera e, inoltre, le aveva permesso di innamorarsi del fulvo Ronald Weasley.
L’avevano da subito attratta i suoi modi, il suo spirito, le sue battute per smorzare la tensione, la sua tenacia nel provare gli incantesimi più complicati e il suo sorriso. Quel sorriso che illuminava il volto, che faceva brillare i suoi occhi cerulei e che era in grado di contagiare chiunque, anche quella musona di Hermione.
E da allora aveva iniziato ad osservarlo sempre con più attenzione.
Durante le lezioni di Pozioni, Erbologia e, con suo rammarico, Divinazione notava come il suo sguardo divenisse stanco, poco attento, non come a Incantesimi e Trasfigurazioni dove osservava i movimenti degli insegnanti desto, quasi avido di sapere. Come si allargava il suo sorriso a Cura delle Creature Magiche e come i suoi occhi si incupivano quando scorgeva Malfoy e il suo gruppo di Serpeverde muoversi tronfi per i corridoi della scuola. Ma Ron sapeva brillare più delle stelle in alcune occasioni particolari, ovvero quando cavalcava la sua scopa e si librava alto nel cielo, destreggiandosi abile e aggraziato tra i tre anelli del campo di Quidditch.
Lavanda aveva assistito a tutte le partite dove era stato titolare durante il loro quinto anno, unendosi con foga ai cori di incoraggiamento levati dai Grifondoro contro il calunnioso inno dei Serpeverde e aveva assistito con gioia e orgoglio alla vittoria del suo interesse amoroso.
Ricordava vivamente come Ron fosse fiero, fomentato dalle grida, proprio come un vero e proprio re dignitoso a cavallo di una scopa.
 Per questo motivo, quando aveva saputo delle nuove selezioni per la formazione della squadra di Quidditch della sua Casa, si era subito preparata e aveva trascinato Calì sugli spalti in quel freddo pomeriggio di fine settembre per assistere al trionfo del suo amore e per riuscire finalmente a farsi notare da lui.
 
“Ma perché non mi ha nemmeno degnato di uno sguardo?”
Lavanda pestava i piedi, indignata, sulla strada di ritorno dal campo di Quidditch verso la torre di Grifondoro.
“Ragiona, Lavanda” cercò di dirle Calì “Stava con sua sorella e il suo migliore amico. È normale che festeggi con loro. È il nuovo portiere di Grifondoro!”
“Festeggiava anche con QUELLA”
Calì alzò gli occhi al cielo “Quella, come dici tu, è la sua migliore amica”
“Finché c’è lei non si accorgerà mai di me!”
Lavanda era imbronciata, triste. Calì sapeva bene quanto temesse la rivalità di Hermione, ma non poteva permettere alla sua migliore amica di struggersì così.
“Non si accorgerà di te finché non ti farai avanti” esclamò con un sorriso furbo.
 
“Tesoro mio, ti fanno ancora male?”
Lavanda tastava leggera i segni di becchi affilati sulle braccia del suo amore che tratteneva smorfie di dolore.
“Non riesco a credere che Hermione sia stata così meschina!” strillò la ragazza, innervosita.
“Te l’ho detto, Lav, è stato un incidente” la rassicurò Ron accarezzandole la mano “Hermione ha semplicemente perso il controllo dell’incantesimo. Anche se è la strega più intelligente del nostro corso, non vuol dire che sia infallibile” aggiunse ridacchiando e baciandola lievemente sulla bocca.
Lavanda osservava trasognante il suo sorriso, le sue labbra morbide che incorniciavano denti perfetti e si protese nuovamente in avanti per assaporarle con avidità.
Dalla sera prima, dopo la vittoria di Grifondoro, tutto le sembrava radioso, perfetto. Si era lanciata sfrontatamente tra le sue braccia, ebra di eccitazione e adrenalina, e quando il suo Ron-ron aveva ricambiato il bacio, nulla poteva essere più perfetto di così.
Era come il realizzarsi di un sogno. Ron la amava, la teneva per mano in pubblico, la baciava tra i corridoi e la stringeva forte nella sala comune di Grifondoro.
Era certa che da quel momento in poi avrebbero passato molto tempo insieme, felici, raggianti, la coppia perfetta, nulla avrebbe potuto frapporsi fra lei e il suo amore.
Non temeva più nulla. Nemmeno il rischio Granger, dopo che aveva rivolto uno stormo di canarini inferociti contro il suo ragazzo. Ron, inoltre, le aveva spiegato con dolcezza che aveva sempre visto Hermione solo come un’amica, rassicurandola sul fatto che non avesse niente da temere, che lei era l’unica per lui.
Lavanda non poteva essere più felice di così. Ogni volta che voleva, le labbra di Ron erano le sue; ogni volta che cercava il suo volto lui era lì per lei.
Cosa mai avrebbe potuto rovinare quell’idillio?
 
Ogni giorno che passava, Calì vedeva lo sguardo di Lavanda farsi sempre più trasognante, felice.
La sua migliore amica stava con il ragazzo che amava e lei non poteva che essere contenta per lei.
Ma, dopo le vacanze di Natale, quando era in compagnia della coppia “perfetta”, Calì vedeva giorno dopo giorno lo sguardo della sua amica sempre più innamorato, mentre quello del suo ragazzo perso nei suoi pensieri, cupo.
“Lavanda” la chiamò un giorno che erano da sole nel dormitorio “Va tutto bene tra te e Ron?”
La bionda si ammutolì “Io…” mormorò “credo di sì”
“Credi?”
 
Da quando era tornato dalle vacanze di Natale con la sua famiglia, il suo Ron-ron era strano.
Lavanda avvertiva che qualcosa non andava: era schivo, distratto e si era rifiutato di mettere in pubblico la collana che tanto faticosamente aveva cercato per tutta Diangon Alley per spedirgliela in tempo per il giorno di Natale.
Forse era solo lo stress per gli allenamenti e lo studio; ma vani erano stati i suoi tentativi di parlare con quell’insensibile di Potter, tant’è che si chiedeva cosa avesse fatto di diverso per inimicarselo così. L’anno precedente, durante le esercitazioni segrete, aveva visto Potter come un ragazzo gentile e disponibile, sempre ben disposta a dare chiarimenti e spiegazioni, ma ora che lei lo cercava per parlare della sua relazione con Ron e dei sentimenti del ragazzo, la porta di Harry Potter le veniva chiusa in faccia.
Lavanda continuava a scarabocchiare sui suoi appunti di Incantesimi, distratta e arrabbiata per non essersi ancora vista con il suo ragazzo. Con Ron avevano concordato di non studiare mai insieme, dato che finivano sempre per distrarsi, ma le mancava tanto quella piacevole distrazione fatta dall’intrecciare le sue dita tra la chioma fulva e il baciare avidamente quelle labbra morbide.
“Eccoti, finalmente!”
Lavanda sollevò il capo in tempo per vedere Madama Prince sgridare la sua amica Calì mentre si prodigava in numerose scuse per poi correre quanto più silenziosamente possibile verso di lei.
“Lavanda” la chiamò con un sussurro “Usciamo da qui. Ma promettimi di non dare di matto!”
Fuori dal religioso silenzio della biblioteca, Calì informò tentennante la sua migliore amica con una notizia che mai e poi mai avrebbe voluto ascoltare in vita sua. Il suo amore era in infermeria… avvelenato!
Lavanda corse a perdifiato per i corridoi, spalancando la pesante porta dell’infermeria con veemenza. Madama Chips la osservò accigliata “Ti senti bene, cara?”
“Dov’è?” riuscì ad ansimare la ragazza, stremata “Dov’è il mio amore?”
Ricevette solo un’occhiata stranita dall’infermiera della scuola e decise di fare a meno di lei, correndo veloce lungo il corridoio fatto di letti dopo aver scorto le figure ritte dei professori Lumacorno, Piton e del preside Silente.
“Dov’è il mio Ron-ron?” gridò, attirando l’attenzioni dei professori e notando la presenza anche della professoressa McGranitt e di Harry Potter, tutti in piedi d’avanti a un letto pieno.
Il suo sguardo cadde sull’occupante del letto, perdendo un battito: il suo amore era lì, pallido come il lenzuolo che lo copriva.
Lavanda fece un passo avanti, intenzionata ad accarezzare quel volto addormentato, affranto e scarno, quando sollevò lo sguardo e quel che vide non le piacque per niente: occupanti le due sedie, ai lati del letto, vi erano Ginny Weasley, che la osservava con sufficienza – come sempre, del resto- e Hermione Granger che, con un movimento fugace, fece scivolare una mano, che stringeva quella di Ron, giù dal letto.
Lavanda, di fronte a tale scena, sentì la rabbia crescere in lei. Come si permetteva lei, che da quando stavano insieme si era rifiutata categoricamente di rivolgere la parola a entrambi, di essere lì, al capezzale del suo ragazzo al posto di lei? Perché avevano avvisato Hermione prima di lei?
“Che ci fa lei qui?”
“Potrei farti la stessa domanda!” esclamò la ragazza, alzandosi in piedi.
“Si dia il caso che io sia la sua ragazza!”
“E io che sia la sua…” Hermione esitò “…amica”.
“Non farmi ridere! Non vi parlate da settimane!” Lavanda sentì lo sguardo di tutti su di lei, ma non le importava, era il momento giusto per porre un freno alla presenza minacciosa della Granger nella sua relazione: “Bello che tu voglia fare pace con lui ora che è a un tratto interessante!” aggiunse sprezzante.
“È stato avvelenato, razza di asina giuliva!” rispose Hermione piccata “E, per la cronaca, l’ho sempre trovato interessante”.
Lavanda trattenne il fiato e non le sfuggì lo sguardo sornione che Harry e Ginny si scambiarono a tali parole. Hermione Granger aveva veramente ammesso di provare qualcosa per il suo ragazzo e nessuno dei presenti, compresi i professori, sembravano sorpresi da tale notizia.
Lavanda stava per risponderle a tono, ma leggeri movimenti di Ron attirarono l’attenzione di tutti.
“Vedi?” disse vittoriosa rivolta a Hermione “sente la mia presenza!”
Ron muoveva lentamente la testa, gli occhi ancora chiusi, aprendo le labbra piano, come se volesse dire qualcosa.
“Er…mio… Er…mio…ne…”
Nell’udire le poche sillabe che uscirono dalle labbra di Ron, Lavanda si allontanò come scottata.
Se le avessero dato una coltellata, avrebbe sicuramente fatto meno male.
Nell’incoscienza, Ron, il suo Ron-ron, aveva fatto la sua scelta, la scelta che mai era stato in grado di pronunciare ad alta voce e che lei, purtroppo, aveva sempre sospettato. La ragazza scappò via prima di sentire i commenti che ben presto si sarebbero alzati.
Lavanda correva veloce lontano dall’infermeria, verso la torre di Grifondoro, per sprofondare il viso nel cuscino e nascondere tutte le sue lacrime.
Voleva scappare da tutto, da tutti. Si sentiva umiliata, bistrattata, come se tutti quei mesi in cui era stata felice fossero scoppiati come una bolla di sapone, come un bel sogno che era dall’inizio destinato a svanire.
Attraversò il varco oltre la Signora Grassa, ignorando gli sguardi curiosi dei suoi compagni Grifondoro e correndo verso il proprio dormitorio.
Affondò il volto nel cuscino e le urla furono soffocata dalla soffice stoffa e dalle lacrime, con l’intento di dar sfogo al suo cuore spezzato.
 
Calì accarezzava piano i capelli di Lavanda mentre la sua amica si stringeva in singhiozzi abbandonata sulla sua spalla.
“Mi dispiace” mormorò la ragazza.
“Non è colpa tua. Solo mia”.
“Perché dici questo?”
“Perché non è mai stato mio”.
“Tempo fa mi chiedesti se conoscessi il mal d’amore…” mormorò Calì “Credo che tu abbia trovato la risposta”.



 
N.d.A. in questa OS senza pretese ho voluto riscattare il personaggio di Lavanda che nel fandom è sempre dipinto come un personaggio a volte meschino e spesso frivolo come una senza cervello. A mio parere, se non fosse perchè si fidanza proprio con Ron, nessuno l'avrebbe mai considerata l'anti-Hermione. Lavanda ha solo la colpa di essere una ragazza di sedicianni che si innamora del ragazzo che piace alla sua compagna di stanza con cui non ha un grande rapporto di amicizia.
Ho deciso di utilizzare la scena del film dell'infermeria dove comprende i reali sentimenti dei due ragazzi perchè l'ho ritenuta più forte rispetto a come è descritta nel libro e i dialoghi con Calì, come avrete immaginato, sono serviti a scandire i momenti più salienti di questa storia di mal d'amore travagliata.
  
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