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Autore: _Angel94_    11/08/2009    0 recensioni
Questa è la mia prima fanfic, quindi abbiate pietà... Spike è frustrato, Buffy non lo vuole anche se non disdegna i suoi baci, non riesce a capire perchè lei lo rifiuti, e quando una sua vecchia conoscenza gli offre la possibilità di andare insieme a Los Angeles, Spike si troverà davanti ad una scelta... Faith Lehane è appena uscita dal carcere, il vice capo della Angel's Investigation Wesley Windham-Price ha chiesto il suo aiuto per sconfiggere un pericolosissimo nemico... Questa fanfic è ambientata all'inizio della sesta stagione di Buffy (più o meno dopo Tabula Rasa) e ci sarà un crossover con la terza stagione di Angel, anche se gli eventi non saranno esattamente quelli narrati nel telefilm...
Genere: Romantico, Dark, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, William Spike
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Prologo Spike camminava ormai da ore, senza una meta. Era infuriato, e il motivo si chiamava Buffy. Precisamente Buffy Summers, la Cacciatrice di Sunnydale. Quella sporca puttana, pensò il vampiro dando un calcio ad una sfortunata pietra che aveva avuto la disgrazia di finire sul suo cammino. Era del tutto immotivata e contro natura quell’intensa attrazione nei suoi confronti che provava ormai da due anni. Perché lui era un vampiro, una creatura della notte e del male, senza un’anima, che non prova alcun rimorso. E invece, magari proprio per la sua natura, questa insana attrazione era diventata amore. Amore! Un costante istinto di protezione nei suoi confronti, un bruciante desiderio di poterla toccare, un’innaturale senso di pace ogni volta che la vedeva e un’insistente ansia per la sua vita. Lui, Spike, un discendente diretto del Maestro, uno dei vampiri più pericolosi e malvagi della storia! Sembrava quasi una barzelletta. E in più ci si metteva quello stramaledetto chip nel cervello, che gli impediva di fare del male ad un essere umano e quindi di nutrirsi e cacciare come sarebbe stato normale. Era ingiusto, la vita non gli era mai andata tanto male in 150 anni di vita. Nemmeno quando era umano, un poetucolo sfigato che dedicava i suoi versi a una donna che… Non pensarci, si disse Spike. Quei ricordi di solito gli scatenavano un irrinunciabile istinto di violenza, ma l’impossibilità di nuocere a qualcuno non avrebbe fatto che accrescere quell’insopportabile frustrazione che lo stava consumando. Alzando gli occhi, Spike si accorse che, inconsciamente, aveva camminato fino a raggiungere casa Summers. Con un sospiro, si appoggiò al tronco dell’albero che era piantato nel giardino e che usava sempre nei suoi appostamenti da quando aveva cominciato a seguire e a spiare Buffy e si accese una sigaretta. Aspirò il fumo con un mugolio di piacere. Tanto non ho più bisogno dei polmoni, il respirare è soltanto un riflesso umano che ho conservato e che mi consente di poter sentire gli odori!, si disse con soddisfazione. Infine anche l’ultima luce al primo piano della casa si spense, e Spike pensò seriamente alla possibilità di intrufolarsi in casa e di… In realtà nemmeno lui sapeva con precisione cosa avrebbe potuto fare. Se avesse cercato di poter sfogare il suo intenso desiderio su di lei, la Cacciatrice si sarebbe certamente svegliata, l’avrebbe preso a pugni fino a conciarlo davvero male e avrebbe revocato l’invito a entrare per lui. E in quel caso Spike era certo che non avrebbe mai riconquistare la sua fiducia e quindi la possibilità di entrare a casa sua liberamente. Quindi nulla da fare. Doveva solo muoversi da quella scomoda posizione e tornare nella sua cripta. Una volta lì… Una volta lì avrebbe fatto quello che faceva di solito, cioè girarsi e rigirarsi nel letto pensando a Buffy. Ma mentre stava per incamminarsi verso il cimitero qualcosa lo fermò. Spike avvertì la familiare presenza del suo Sire avanzare nell’oscurità, e poco dopo sentì anche la sua voce. “Dove sei, piccolo Spike?” Il vampiro sospirò, si girò e si fermò sotto la luce di un lampione. Qualche secondo dopo vide la sagoma snella e flessuosa di Drusilla correre verso di lui. “Il mio Spike!!”, chiamò quasi in lacrime la vampira spalancando le braccia come per abbracciarlo, anche se in realtà erano ancora dieci metri di distanza. Istintivamente, Spike guardò verso la finestra della camera di Buffy, sperando intensamente che non si fosse svegliata e che non lo vedesse con Drusilla. “Il mio Spike… la mia creatura, mio figlio… ancora malato di Cacciatrice. Che peccato…” Quelle ultime due parole lo innervosirono non poco, perché aveva un gran brutto presentimento, come di guai in arrivo. “Se lo vedesse Angelus adesso, oh no, che delusione sarebbe per il suo caro nonnino… un vampiro che corre dietro ad una Cacciatrice, no no… contro natura!”, sibilò aggressivamente Drusilla verso di lui. Spike la afferrò per le spalle con forza e la scosse per qualche minuto. “Spiegami adesso cosa c’entra Angelus!!”, le sussurrò minacciosamente. Per tutta risposta, lei si mise a ridere quasi istericamente, e il vampiro si costrinse a portarla nella sua cripta, dove avrebbero potuto approfondire la questione anche urlando, se sarebbe stato necessario. Mentre correva trascinandosi la sua Sire dietro, Spike capì che il suo presentimento era esatto. Era successo qualcosa a Los Angeles, con la storia che Drusilla e una Darla resuscitata e rivampirizzata volevano far tornare Angel cattivo. Una volta dentro la cripta, Spike spinge la sua Sire sulla poltrona di fronte alla TV e sia lascia cadere su una sedia lì vicina. Drusilla, dopo aver smesso di ridere, si alzò e si inginocchiò davanti a lui. “Povero piccolo Spike…” “SMETTILA!!”, urlò lui alzandosi di colpo e scaraventandola con un manrovescio contro la parete. Lei riprese a ridere, poi si rialzò e si avvicinò di nuovo. “C’è voluto del tempo, mio caro, ma alla fine siamo riusciti a far tornare papino quello che era. E ora la nonna vuole che anche tu ti unisca a noi, di nuovo. Saremo ancora una famiglia, e potremo fare quello che vogliamo di Los Angeles.” La vergogna si impadronisce di ogni singola, fredda e morta cellula del corpo di Spike. E così Angelus, il più temibile e malvagio vampiro di tutti i tempi, il Flagello d’Europa, colui che aveva strappato dagli artigli del Maestro la sua creatura prediletta, era tornato. E lui invece aveva un fottutissimo chip piantato nella corteccia cerebrale che gli impediva di fare del male agli esseri umani! Come poteva reggere il confronto? Riusciva a malapena a eguagliarlo ai suoi tempi di gloria, forse a superarlo dopo che Angelus aveva riottenuto un’anima mentre lui aveva ucciso la sua prima Cacciatrice. Ma ora? Ora che Spike non poteva nuocere a nessuno e Angelus era nuovamente a piede libero, con che coraggio sarebbe ritornato dal suo Grandsire? Nel passato, Angelus non si era fatto scrupoli a sottolineare questa grande differenza tra loro due, deridendolo e umiliandolo. E ora che Spike contava meno di zero come vampiro… No, non poteva tornare, non poteva nemmeno pensare di farlo! “Vieni con me a Los Angeles, mio caro… torna dalla tua famiglia…”, lo implorò Drusilla tendendo le mani verso di lui. Spike si lasciò cadere a terra, con la testa fra le mani. Era combattuto. Da una parte voleva tornare ad essere il vampiro malvagio e senza scrupoli che era una volta, quando non aveva un chip né un’ossessione per la Cacciatrice. Dall’altra sentiva di amare Buffy più della propria stessa vita, nonostante fosse un vampiro senz’anima, e per questo non riusciva nemmeno a concepire l’idea di lasciare Sunnydale. Per cosa poi? Per non riuscire a reggere il confronto con il suo Grandsire e subire le sue umiliazioni? No, Spike non l’avrebbe mai sopportato. “La macchinetta che hai nel cervello ti impedisce di essere quello che sei, piccolo Spike…”, mormorò Drusilla picchiettandogli la testa con l’indice affusolato della mano destra “ma non devi preoccuparti. Io mi prenderò cura di te…” “Non verrò con te a Los Angeles, Drusilla!”, sbottò lui infastidito scacciando via il braccio della vampira come se fosse stato una mosca fastidiosa. Lei sorrise malvagia. “Papà ha detto che l’avresti detto. E sa che non vuoi tornare per via della Cacciatrice… quella troietta. Ma non importa. Perché papino ha detto che se ti rifiuterai di venire con me a Los Angeles, allora sarà lui a venire a Sunnydale. Con la nonna. E che penserà lui a sistemare la Cacciatrice. Ha detto che ha un conto in sospeso con lei.”, disse ghignando. Spike la guardò, quasi terrorizzato. Non aveva paura di Angelus, l’aveva sempre affrontato, com’era nel suo stile di vita. Ma il solo pensiero che quel pazzo sadico e violento mettesse le mani addosso a Buffy lo spaventò come non era mai stato. Sapeva bene che, con la forza superiore di Cacciatrice che possedeva sarebbe riuscita anche a sconfiggere Angelus. Ma sapeva anche che una volta i due avevano avuto una storia. Di quelle serie. E sapeva inoltre che l’ultima volta che Buffy aveva affrontato Angelus, lui aveva riacquistato l’anima grazie a Willow poco prima che la Cacciatrice gli desse il colpo di grazia, ma il portale di Acathla, che avrebbe inghiottito la Terra e l’avrebbe trascinata all’Inferno ormai era aperto. E che Buffy aveva dovuto uccidere il suo amore, scaraventarlo all’Inferno, sacrificarlo per la salvezza di tutti. Per questo Spike aveva paura. Temeva che la Cacciatrice fosse troppo coinvolta emotivamente per affrontare Angelus, che invece l’avrebbe uccisa a sangue freddo, per regolare i conti. Si girò infastidito verso Drusilla. “Cosa vuole Angelus da me?” Lei scosse la testa. “Non lo so… ora papà è troppo concentrato su un suo piano per pensare a me e alla nonna. Ma credo che sia per quello che vuole il tuo aiuto. Per il piano. Dev’essere molto malvagio…”, disse ghignando. Spike sospira. Qualsiasi cosa voglia Angelus da lui, non la otterrà. Ma anche a costo di mettere a rischio la vita di Buffy? No, non potrebbe mai mettere in pericolo la sua vita per egoismo... O per paura delle umiliazioni che potrebbe subire. Dopo una lunga pausa, Spike prese la sua decisione. “Quando si parte?”
  
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