-Ti va un gelato?

Conan girò la testa verso una bambina dai capelli ramati,assottigliando gli occhi e serrando le labbra.

-No.-fu la risposta fredda,distante e un po’ scocciata che le arrivò.

Ai corrugò la fronte,pensierosa:pensava che il detective avrebbe gradito sapere qualcosa,quel poco che sapeva sull'organizzazione.

-Non ti interessa quello  che ho da dire?

-Certo che mi interessa.-mormorò lui,continuando a camminare verso la casa del dottore.

-Allora preferisci parlarne davanti a un panino?-domandò lei,esasperata.

Lui  le si avvicinò,rivolgendole uno sguardo carico d'odio,come quello che le era stato regalato un paio di giorni fa.Non poteva mentire:quegli occhi blu la mettevano a disagio.

-Io voglio sapere tutto,-prese fiato-ma non dagli assassini.Non da te.

Riprese a camminare,serrando i pugni e borbottando cose non proprio gradevoli sul conto della scienziata.

-Non sono cose che un bambino di sette anni direbbe!

-Ai Bara,vaffanculo!-le sibilò lui,ritornando vicino,per non far sentire ai passanti le parole.

Detto ciò il detective le afferrò il polso e la guardò.

-Cosa puoi dirmi?

Lei un po’ confusa,e fermamente convinta che Kudo avesse più sbalzi d’umore di una ragazza col ciclo e gli ormoni a fior di pelle,cercò di temporeggiare.

-Hai mai pensato di farti vedere da uno bravo?

Conan piegò la testa all’ingiù,avviandosi,di nuovo,verso casa di Agasa,

Shiho capì che forse lei non si era presentata proprio nel migliore dei modi  e che  il ragazzo non le aveva urlato contro solo per i suoi famosi nervi saldi.

-Dai Kudo,ti offro un gelato e parlo,ok?

Lui trasalì,avvertendo la voce e il respiro della bambina sul collo.Per la prima volta la guardò in faccia,non con odio,ma solamente con curiosità.

Ai era stupita da come lui avesse mille sfaccettature diverse,e interpretò  questa come quella da detective,insieme a quando l’aveva fatta indietreggiare a forza di domande,sotto lo sguardo divertito del vecchio scienziato.

Lo prese per mano e quasi lo trascinò dentro un bar,,dove davanti a due coni,lui limone,lei menta iniziò a srotolare la sua storia.

Con un po’ di divertimento,ok tanto divertimento,osservò le varie espressioni che Conan assumeva.

Come quando si era messo a segnare i nomi dell’organizzazione con gli occhi che la guardavano fissi o al viso completamente perso sulla  questione Akemi.

-Senti,-iniziò  lui,che era stato zitto per quasi un’ora,-mi dispiace per tua sorella.Avrei dovuto capirlo prima.

Lo fissò e poté notare il  rimorso in quello sguardo,ma anche la determinazione,che inspiegabilmente le ricordava Gin.

Ai sorrise e mentre lui era perso in chissà quale ragionamento contorto gli sporcò il naso di gelato alla menta.

-Ti piace la menta?

-Umh?

Lei sbuffò,esasperata all’inverosimile:ma a che cosa stava pensando quel tonto?

-Detective,ti ho sporcato il naso di gelato e poi ti ho posto una domanda.Stai pensando alle gambe della signorina dell’agenzia?

La frase l'aveva detta in speranza di vedere il viso del ragazzo rosso,ma lui,tonto com’era non la stava nemmeno ascoltando.

-Perchè?

Shiho girò la testa verso il suo interlocutore.Aveva la sensazione che quegli sguardi non l’avrebbero lasciata in pace tanto facilmente.