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Autore: Rei Murai    05/06/2020    2 recensioni
Fanfiction partecipante all' "image challenge" della pagina "Detective conan fanfic (italian Fan)"
Genere: Angst, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ai Haibara/Shiho Miyano, Shuichi Akai
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Fear.
 
Sobbalzò quando le dita le sfiorarono il dorso della sua mano destra in un tocco confrontate.
Si irrigidì, cercando di scappare a quel contatto, trovandosi bloccata in mezzo a quei palmi così caldi e grandi.
Avrebbe voluto urlare.
Avrebbe voluto dire che non le interessava.
Che non c’era niente che potesse fare per farle cambiare idea.
Che, dopotutto, stava così bene da sola da non avvertire in alcun modo il bisogno di essere sostenuta da quello che a conti fatti era un estraneo.
 
Incassò la testa tra le spalle, cercando di farsi piccola.
Seduta al tavolo, su una sedia troppo alta per le sue gambe eccessivamente corte e con il camice immacolato che le finiva sotto le scarpe, abbassò lo sguardo, fuggendo da quello pieno di comprensione del suo interlocutore.
«A me lo puoi dire, Shiho – sussurrò l’uomo, cercando di risultare accogliente. Di prenderla in contro piede – a me puoi dire cosa ti spaventa. Lo faremo sparire assieme».
Immagini del luogo dove era rimasta reclusa per giorni le si affacciarono di nuovo alla mente; il terrore le serpeggiò sotto pelle e con uno scatto brusco rifuggì a quella presa, portando entrambe le mani nelle tasche ampie dei pantaloncini color kaki.
Sorrise, come arma di difesa, e alzò il mento ricambiando quell’espressione preoccupata con uno sguardo glaciale.
Spaventoso.
«Non capiresti. E se capissi non potresti fare nulla. Moriresti ancora prima di individuare la presenza di quell’uomo».
Akai, il compagno di sua sorella Akemi, l’uomo che avrebbe dovuto proteggerla, le rivolse un sorriso simile al suo.
C’era amarezza negli occhi chiari e una punta di fastidio nell’essere considerato meno di un corpo allenato alla cattura dei criminali.
Restarono immobili, a studiarsi a vicenda in attesa della prossima mossa dell’altro.
La scienziata si chiese perché cavolo Shinichi Kudo lo considerasse un eroe, qualcuno da cui prendere spunto per diventare migliore.
Non c’era nulla di lodevole nel mettere la propria vita in gioco per salvare quella degli altri e l’uomo davanti a lei, con le sue idee, non faceva alcuna eccezione.
«Parlamene lo stesso – asserì in fine, portandosi una sigaretta alle labbra – così che io possa morire trascinando le tue paure nella tomba assieme a me».
 
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Fanfic partecipante alla "image challenge" indetta dal gruppo 
 
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