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Autore: _SweetCherries_    05/06/2020    0 recensioni
Melanie, 19 anni, frequenta il Los Angeles Southwest College. Ama divertirsi ed è quel tipo di persona che non si butta mai a terra grazie al suo forte carattere e, molto spesso, menefreghista. Ma pian piano tutto inizia a cambiare e Melanie dovrà fare i conti con il suo passato, a causa di avvenimenti ed incontri che stravolgeranno la sua quotidianità. Un passato dal quale cerca di scappare, ed un altro pieno di verità non dette. Dovrà fare i conti con le sue convinzioni ,che inizieranno a vacillare, con le persone che entreranno nella sua vita e contribuiranno a stravolgerla, ma soprattutto: con la verità.
Genere: Mistero, Romantico, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Altri, Harry Styles, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Chiudo il portone di casa alle mie spalle ed inizio a camminare contro voglia. Purtroppo devo andare al college anche se la mia voglia non è dello stesso parere.

Questa mattina, al contrario delle altre non c'è nessuno.

Non c'è Logan fermo sotto casa mia da 10 minuti con la sua macchina all'odore di lavanda, pronto a farmi la ramanzina per il mio solito e immancabile ritardo.

Non c'è Kylie che cammina al mio fianco mentre si lamenta delle lezioni che dovrà affrontare quella giornata.

Non c'è Zayn con le sue solite battute, non c'è Harry, non c'è Louis, né Zac.

Nessuno. Solo e soltanto io, che cammino per le strade già affollate di Los Angeles, e osservo le persone che corrono da una parte all'altra indaffarate ignorando tutto ciò che è intorno a loro.

Dopo quello che è successo ieri mi sento confusa, non so come comportarmi e nemmeno so cosa fare. Vorrei scappare da tutta questa situazione, ma non posso farlo. L'unica cosa da fare è affrontare il passato, affrontare Noah.

Non so nemmeno come scusarmi con Kylie. Avrei dovuto dirle della presenza di Noah qui a Los Angeles, ma non l'ho fatto. Non le ho detto nulla, ho mentito a lei e agli altri per giorni e se ora sono in questa situazione è solo colpa mia.

Scuoto leggermente la testa per allontanarmi da quei pensieri, nonostante mi risulti complicato.

Ho passato tutta la notte senza chiudere occhio, a pensare a Noah, a Kylie e a Logan, ma sopratutto ad Harry.

Lo stesso Harry con il quale non faccio altro che litigare per qualsiasi cosa, ieri è rimasto lì, vicino a me. Senza chiedere.

Aumento il passo e dopo circa 20 minuti passati a camminare e a crogiolarmi nei miei pensieri arrivo davanti il cancello d'entrata del college ed entro, incurante del fatto che la campanella sia suonata o meno.

La prima lezione dovrebbe essere quella di filosofia, quindi mi dirigo direttamente verso l'aula vuota.

Vuota ma non del tutto, dato che infondo noto una figura conosciuta, Harry.

Come ogni Giovedì di ogni settimana, abbiamo la prima ora di lezione in comune, e a quanto pare non è l'unica cosa che abbiamo in comune dato che anche lui ha pensato di entrare prima.

Cammino verso il banco dove è seduto lui e mi siedo al suo fianco, poggiando lo zaino sul ripiano in legno.

"Buongiorno." mi saluta con il suo solito tono calmo guardandomi con la coda dell'occhio.

"Buongiorno." ricambio giocando distrattamente con la cerniera dello zaino davanti a me.

Rimaniamo entrambi in silenzio per qualche minuto, finché lui non decide di interromperlo.

"Anche tu qui così presto stamattina?" chiede iniziando a giocare a sua volta con il suo zaino, che come il mio è abbandonato sul banco.

"Già. Pensavo di godermi qualche minuto in pace prima dell'inizio delle lezioni; a quanto pare però la 'Persecuzione di Harry Styles' continua." ironizzo.

"Potrei dire lo stesso." risponde mentre trattiene un sorriso.

Rimaniamo in silenzio per altri svariati minuti, finché questa volta, non sono io a romperlo.

"Harry...Ascolta, volevo..." provo a dire mentre lui si gira a guardarmi.

"Ieri sera." sospiro.

Quello che vorrei fare è ringraziarlo, per non avermi lasciata da sola, ma le parole escono a fatica dalla mia bocca.

"Insomma, tu... sei rimasto. Sei rimasto lì, con me, quando io ti avevo detto di andare via. Non eri...obbligato, non dovevi. Volevo solo..."

"Prego." mi interrompe, forse notando la mia difficoltà.

Riporto la mia attenzione sulla cerniera dello zaino.

"Ma l'ho fatto perché volevo. Non so perché, ma volevo rimanere lì, e l'ho fatto."

"Va bene." annuisco in difficoltà, non sapendo cosa rispondere.

Il suono della campanella e l'entrata di altre persone mi fanno tirare un sospiro di sollievo.

Cerco di non pensare più a nulla, devo solo concentrarmi un po' e seguire le parole del professore che ha appena iniziato a parlare. Non sarà poi così difficile; insomma ogni persona dotata del senso dell'udito in questa classe sembra star seguendo.

Ovviamente io non rientro in quel genere di persone, e di sicuro nemmeno Harry dato che continua a maneggiare il suo zaino come se fosse uno di quei giochetti anti-stress.

Chissà cosa sta pensando, forse come me rimugina su tutto quello che è successo, o forse sta meditando su tutt'altro. Forse sono io l'unica idiota che è rimasta sveglia tutta la notte a riflettere: e per quanto mi costi ammetterlo, anche se avessi dovuto prevalentemente concentrare i miei pensieri su Noah, Logan e tutto l'accaduto, il centro dei miei pensieri è stato proprio Harry.

Sbuffo e mi massaggio le tempie.
Devo ascoltare il professore, non la mia testa che continua a parlare.

Riporto l'attenzione sull'uomo alto e calvo che continua a parlare di cose delle quali in questo momento non mi interessa molto, cercando di dimenticare tutto il resto.

Al suono della campanella, che ci annuncia che finalmente la lezione è finita, mi alzo e afferro il mio zaino, prima di uscire dall'aula.

Harry fa lo stesso e mi affianca mentre cammino per il corridoio con il fine di raggiungere il mio armadietto.

"Caspita Styles, ormai non riesci più a starmi lontano." dico con un sorrisetto compiaciuto in viso.

"Beh sai, per arrivare agli armadietti c'è una sola direzione: e a quanto pare è questa."

"Sì, certo." rispondo continuando a sorridere.

"Cosa vorresti insinuare? Che ti sto pedinando?"

"Una cosa del genere, sì."

"Beh se davvero lo stessi facendo, non sarei così stupido da palesarlo in questo modo, non trovi?" chiede gesticolando con una mano, mentre con l'altra tiene saldamente stretto il libro di filosofia.

"Io invece non la penso proprio così. Alla fine tu sei più che stupido, quindi... Perché no?"

"Fammi indovinare, tu saresti quella intelligente." risponde roteando gli occhi.

"Risposta corretta! Mi stupisci Harry, davvero, potrei commuovermi." porto il dito sullo zigomo destro come se stessi asciugando delle lacrime ed Harry accenna una risatina.

"Idiota" dice spintonandomi leggermente.

Quando sono davanti al mio armadietto inserisco il codice, facendo scattare la serratura e potendo così aprire la porta rossa metallica.

Anche Harry si dirige verso il suo -che è a circa una decina di armadietti dal mio- e lo apre a sua volta.

Poso i libri che non mi servono dopo averli estratti dallo zaino, e prendo quelli che mi serviranno per la lezione successiva.

Mi correggo, quelli che mi serviranno nel caso la mia mente decida di seguire la lezione.

Quando ho finito richiudo l'armadietto facendo scattare nuovamente la serratura, che questa volta però terrà sigillata la porta rossa.

Mi giro e vedo Harry che chiude a sua volta l'armadietto e viene verso di me.

"Quale sarà la prossima lezione che non seguirai?" mi chiede.

Non so come ha fatto, ma ha indovinato.

"Ho la lezione di diritto, e comunque non è per niente vero."

Harry alza le sopracciglia.

"Sicura? Mi sembrava fossi più interessata alle tue unghie."

"Smettila di infangare la mia reputazione, piuttosto sparisci." rispondo sorpassandolo mentre lui scoppia a ridere.

Mi allontano di qualche metro e poi mi giro nuovamente.

Harry è lì dietro di me che mi guarda sorridente. 
Anche io gli sorrido, poi gli faccio il dito medio e gli do le spalle riprendendo a camminare.

La campanella suona ed entro nell'aula. Poi la solita routine: il professore che entra ed inizia a parlare facendo zittire tutti per i seguenti 45 minuti.

Inutile dire che il momento più felice è quello in cui la campanella suona per l'ennesima volta alla fine della lezione.

Mi alzo ed esco. Ora c'è la pausa pranzo e non so cosa fare.

Nel dubbio mi incammino verso i bagni delle ragazze e quando arrivo davanti alla porta entro. Lascio lo zaino a terra e mi sciacquo il viso, poi guardo il mio riflesso nello specchio e sbuffo. Raccolgo lo zaino da terra ed esco dal bagno.

Non credo proprio di voler andare al tavolo ed affrontare tutto e tutti. Cercherò un luogo isolato dove poter passare questi minuti da sola in santa pace, per capire cosa fare.

Esco dalla grande porta dell'istituto ed inizio a camminare con l'intenzione di andare verso il retro dell'edificio.

Prima di poter raggiungere il retro però mi fermo con lo zaino in spalla a guardare, a pochi metri di distanza da me Kylie, Zayn, Louis e Zac al tavolo.
Loro non sembrano notare la mia presenza dato che Zayn e Kylie mi danno le spalle mentre Louis e Zac sono concentrati ad ascoltare Zayn che parla.

Sembra che sia tutto normale, come se non fosse successo niente. Vedo Zayn parlare a raffica e Kylie e gli altri che ridono. Poi vedo la figura di Harry che si avvicina al tavolo e poggia lo zaino per terra, per poi dare una pacca sulla spalla a Zayn e infine sedersi vicino a Louis.

Lui a differenza degli altri nota la mia presenza e porta i suoi occhi nei miei, facendomi risvegliare dal breve momento di trance.

Distolgo lo sguardo e riprendo a camminare velocemente con l'unica intenzione di arrivare al mio amato muro, dove finalmente potrò starmene un po' in pace.

"Melanie!"

Come non detto.

Mi giro e vedo Harry dietro di me.

"Dove vai?"

"Dove non potrai seguirmi." rispondo ricominciando a camminare verso la mia destinazione.

"Ma lo sto facendo."

"Lo vedo." roteo gli occhi senza però fermarmi.

"Perché non vieni al tavolo con gli altri?"

"Grazie per l'offerta, ma no."

"Perché no?" mi chiede continuando a starmi dietro.

Sbuffo e accelero il passo per poi rallentarlo quando ormai raggiungo il mio solito posto isolato.

"Perché no?" richiede per la seconda volta posizionandosi davanti a me e guardandomi negli occhi.

Non rispondo, rimango a guardarlo senza pensare nemmeno alla risposta che dovrei dargli.

"Vieni con me." afferma prima di afferrarmi il braccio ed iniziare a camminare con l'intenzione di portarmi con lui.

"Cosa?! No, Harry!" inizio a muovere il braccio per liberarmi ma mi risulta alquanto difficile, quindi opto per dargli un pizzico sulla mano.

"Ma cosa fai?!"

"Tu non mi lasci, devo difendermi in qualche modo." mi giustifico incrociando le braccia al petto. 

"E ti sembra questo il modo?" si lamenta massaggiando il lembo di pelle che ho pizzicato. "Potevi rassegnarti e basta."

"Hahaha sei divertente oggi." ironizzo.

"Lo sono sempre." assottiglia gli occhi. "Vieni al tavolo."

"Ti ho detto di no."

"Perché no?" chiede nuovamente avvicinandosi a me.

"Perché no!" ribatto mentre una leggero vento scompiglia i miei capelli mandandoli davanti ai miei occhi.

Harry sospira. "Ahh Cooper, tu mi farai diventare pazzo." dice avvicinandosi ancora di più. Poi allunga la mano verso il mio viso e prende la piccola ciocca di capelli davanti ai miei occhi spostandola, sfiorando lentamente la mia pelle, per poi riportare i suoi occhi verdi nei miei.

Un brivido percorre tutta la mia schiena e deglutisco, trattenendo il respiro per qualche secondo. 
Non so per quanto tempo rimaniamo così, fermi a guardarci, forse minuti, forse solo secondi.

"Non posso. Come faccio a venire lì e guardare negli occhi gli altri? A guardare Kylie... Come faccio a fare finta di niente? È stata colpa mia. Ho rovinato una bella giornata, senza volerlo. E come se non bastasse li ho mandati via quando forse loro volevano solo aiutarmi."

"Non è stata colpa tua." risponde con tono pacato.

"Sì invece Harry, è stata colpa mia. È sempre colpa mia."

"No, non è così. E poi sono sicuro, che tutti loro sarebbero rimasti lì come ho fatto io."

"Ma sei rimasto tu." dico senza pensare.

Continuiamo a guardarci senza distogliere lo sguardo.

"Vieni e parla con gli altri."

"No." rispondo riuscendo finalmente a staccare i miei occhi dai suoi.

"Uffa, Melanie! Mi dici perché devi essere sempre così testarda! È inutile scappare! Se non lo fai ora dovrai farlo domani, dopodomani o forse tra una settimana! Ma dovrai farlo. Non puoi scappare come sta facendo Logan da settimane!"

"Ma ora...ora non è il momento."

"Certo..." "Senti, non voglio costringerti, ma se vuoi davvero risolvere questa situazione vieni a quel fottuto tavolo e parla con chi devi parlare. Se davvero hai la stupida convinzione che sia tutta colpa tua allora vai lì e scusati!" alza leggermente il tono di voce facendo qualche passo verso di me e puntando l'indice in direzione del tavolo.

Poi si lascia cadere il braccio lungo i fianchi, mi da le spalle ed inizia a camminare.

Dopotutto Harry ha ragione. Non posso scappare dagli altri, così come non posso scappare da Noah, da Logan o da me. 
Devo scusarmi, devo scusarmi con tutti e soprattutto con Kylie.
Non posso ignorarli per sempre.

"Harry!" urlo facendolo voltare verso di me.

Sbuffo e vado a prendere lo zaino ancora abbandonato sull'erba, per poi dirigermi verso il tavolo, con Harry che cammina davanti a me compiaciuto.

Quando arriviamo davanti al tavolo Harry si siede ed io mi siedo affianco a lui.

"Melanie! Da quanto tempo! Ti vedo sciupata, sai?" subito mi accoglie Zayn.

Kylie invece mi guarda in silenzio mentre Louis e Zac mi sorridono.

"Zayn, potresti essere serio una volta nella tua vita?" lo rimprovera Louis scaturendo una risata da parte di Zac.

"Io sono sempre serio."

"Ragazzi." li fermo.

"Io...devo parlarvi." dico facendo calare il silenzio.

Mi giro a guardare Harry e lui annuisce.

"Non volevo rovinare tutto ieri, vi giuro che non era mia intenzione! Se avessi saputo cosa sarebbe accaduto avrei fatto di tutto per evitarlo. Ma purtroppo non ho potuto fare niente, e pur non volendo ho rovinato una bella giornata. Per la millesima volta siete stati coinvolti nella mia vita e nei miei problemi. Problemi che non dovrebbero mai segnare anche voi."

"E purtroppo io ho lasciato che i miei problemi diventassero anche i tuoi in passato Kylie. Ho sbagliato a non raccontarti nulla e non cercherò nemmeno di giustificarmi. Io posso solo promettervi che in tutti questi anni ho cercato di non far ricadere il peso dei miei problemi su nessuno se non su me stessa, e continuerò a farlo. Ma mi dispiace che proprio ieri sia andata così, non-"

"Melanie, no. Non è stata colpa tua e non devi nemmeno pensarlo lontanamente. Sono io che devo scusarmi per il mio comportamento. Non so cosa mi sia preso, mi sono comportata male; avrei dovuto darti il mio appoggio invece di rinfacciarti quello che ti ho dato anni fa. Avrei dovuto appoggiarti, come farebbe una vera amica, e non l'ho fatto. Quindi scusa, scusami tanto." mi interrompe Kylie alzandosi e venendo da me abbracciandomi forte.

"Certo Mel, non devi pensare che sia colpa tua, e non devi pensare che i tuoi problemi debbano essere solo tuoi, perché non è così e non deve essere così. Noi siamo stati, siamo e saremo qui per questo."

Sciolgo l'abbraccio di Kylie e sorrido a Zayn.

"Ovvio, Melanie. Anche se non so esattamente cosa sia successo con quel Noah, non è colpa tua quello che ha fatto lui ieri. " interviene Zac.

"E fu così che Zac scoprì l'acqua calda, complimenti!" lo attacca Harry applaudendo.

Scoppio a ridere insieme agli altri mentre Zac fa una smorfia ad Harry.

Poi la conversazione continua normalmente, come ogni giorno, come se non fosse successo assolutamente nulla; mentre io penso a cosa devo fare per chiudere definitivamente questa storia con Noah.

All'improvviso poi mi giro ed inizio a guardare Harry. Chi lo avrebbe mai detto che mi avrebbe davvero aiutata in qualche modo. Eppure lui lo ha fatto. In questo momento forse, mi ha aiutata più di chiunque altro.

E vorrei davvero ringraziarlo, ma so che finirei con il deviare il discorso, fare giri di parole anche solo per non dire esplicitamente "grazie".

Ma forse prima o poi lo farò. Riuscirò a ringraziarlo senza doverci provare, come se fosse la cosa più normale del mondo, come se non facessi tutta questa difficoltà a pronunciare quella breve parola che però vuol dire così tanto.

Alla fine della pausa ognuno di noi torna alle proprie lezioni, e tra l'una e l'altra ci incontriamo per i corridoi per scambiare qualche parola, e quando finalmente arriva l'ora di tornarcene tutti beatamente a casa ci incontriamo davanti al cancello della scuola per tornare insieme.

"Finalmente! Oggi mi sembrava non finisse più." esclama Zayn che esce di fretta e furia dal cancello con noi dietro.

"Già. E comunque il professore di storia dell'arte non lo sopporto proprio." dice Kylie.

"Perché?" chiede Louis.

"Parla in continuazione e non la smette un attimo! Davvero mi chiedo come faccia a non stancarsi a parlare, parlare e ancora parlare."

"Beh, se è per questo tutti i professori di questa scuola parlano come se non ci fosse un domani." interviene Harry.

"Sì, ma quello vi dico che non si sopporta! Come se non bastasse, ha avuto il coraggio di richiamarmi perché ho sbadigliato qualche volta durante la lezione."

Tutti scoppiamo a ridere mentre Kylie assottiglia gli occhi e ci guarda male.

"E tu cosa hai fatto?" chiede Zac.

"Niente. Cosa potevo fare?! Mi sono scusata e lui è andato avanti nella sua spiegazione."

"Saggio comportamento, amore mio!" le dice Zayn mettendole un braccio sulle spalle e dandole un bacio a stampo.

Abbasso lo sguardo sulle punte delle mie scarpe fin quando sento Kylie esclamare: "Oh, mio Dio." con voce sconvolta.

Mi giro a guardarla e vedendo che sta fissando un punto preciso davanti a sé seguo il suo sguardo.

Noah cammina nella nostra direzione a passo svelto con i pugni stretti e quando è direttamente davanti a me si ferma.

Il mio stomaco si contorce per qualche secondo e ancora una volta non so cosa dire.

"Melanie." dice guardandomi.

Distolgo lo sguardo e sospiro.

"Ascolta Noah. Devi andartene. Non voglio vederti e non voglio parlarti perché non c'è niente di cui parlare."

"Non c'è niente di cui parlare?! Stai scherzando? Hai bisogno che ti ricordi quello che mi hai fatto?"

Come la prima volta, mi torna alla mente quella dannata notte.

Il sangue, le urla e le luci forti che non mi permettevano di capire niente.

"Una sola persona può distruggerti. E tu sei quella maledetta persona!" quelle parole risuonano insistentemente nella mia testa.

"Vai via Noah. Ti prego." dico con gli occhi socchiusi guardando un punto indefinito dell'asfalto grigio sotto i nostri piedi.

"No. Guardami meglio occhi!" urla stringendomi il viso con una mano per costringermi a guardarlo.

Prima che io possa fare niente Harry si scaglia su Noah facendogli lasciare la presa.

"Che cazzo fai, eh?" alza il tono di voce mettendosi tra me e Noah.

"E tu chi sei? Io devo parlare con Melanie non con te, togliti." insiste Noah che cerca di superare Harry, che però lo ferma e gli dà una spinta.

"Ha detto che non vuole parlare con te, sei sordo per caso?! O devo fartelo capire io?"

"Harry, calmati." dice Zayn avvicinandosi a lui per cercare di allontanarlo.

"E come vorresti farmelo capire?" chiede arrogantemente Noah avvicinandosi e tirando un pugno in faccia ad Harry.

"No!" urlo mentre cerco di raggiungere Harry, ma Kylie mi ferma.

"Melanie." dice afferrandomi il braccio con uno sguardo spaventato.

Zac corre a fermare Noah che da un altro pugno ad Harry, mentre Louis corre in soccorso di Zayn.

Harry si libera dalla presa di Zayn e si scaglia su Noah, assestandogli qualche colpo, e ricevendone altri. 
Zayn e Louis lo afferrano violentemente per la camicia bianca ormai stropicciata e lo allontanano da Noah di qualche metro, mentre Zac cerca di tenere fermo Noah.

Harry tossisce facendo cadere del sangue sulla sua camicia bianca ed io corro da lui.

"Cosa hai fatto Harry?!" dico toccandogli il labbro inferiore e macchiandomi le dita di sangue.

Lui mi guarda affannato come se mi stesse silenziosamente chiedendo scusa, poi sposta il suo sguardo su Noah.

Il rumore di un motore e una portiera che sbatte ci fanno girare e vedo Logan che corre verso di noi.

"Ma cosa hai fatto? Sei impazzito?!" dice sconvolto guardando Noah a sua volta sanguinante -forse più di Harry- con gli occhi sbarrati.

"Chi sei tu? Il suo nuovo fidanzato?" chiede Noah scoppiando a ridere.

"Noah andiamo via." dice Logan iniziando ad allontanarlo.

"Ti rovinerà la vita! Te la rovinerà!" urla prima di entrare in macchina, facendomi chiudere gli occhi.

Li tengo chiusi finché non sento il motore della macchina accendersi e sfrecciare via.

"Non lo ascoltare, Mel." dice Kylie avvicinandosi a me che ho ancora una mano poggiata sulla spalla di Harry mentre l'altra sporca di sangue sospesa in aria.

Porto il mio sguardo su Harry che mi fissa affannato.

"Perché lo hai fatto Harry? Sei impazzito per caso?! " dico alzando il tono.

Ancora una volta per colpa mia sono stati coinvolti tutti.

Lui sospira e si allontana da me.

Kylie invece mi porge un fazzoletto e mi asciugo le dita sporche di sangue per poi infilarlo in tasca.

"Può darsi, sarò anche impazzito ma se le cose sono andate così non è stato tutto merito mio!" ribatte fermandosi e girandosi di scatto verso di me allargando le braccia.

"Harry, non stiamo cercando di capire di chi sia la colpa come fanno i bambini. Stiamo parlando di una situazione che è degenerata! Tu...cazzo Harry tu stai sanguinando, ed anche lui stava sanguinando, e tutto per colpa mia!" urlo avvicinandomi a lui.

"No! Smettila di pensare che sia sempre colpa tua!" "Anzi sai che ti dico? È tutta colpa mia! Ho sbagliato io, avrei dovuto lasciare che ti mettesse le mani addosso. Ma sai che ti dico?"

Si avvicina ancora di più a me, si avvicina pericolosamente. Passano alcuni secondi prima che Harry finisca di parlare, secondi nei quali il mio cuore accelera i suoi battiti e la mia mente non sa più cosa pensare.

"Che non me ne frega niente. Ti dico che sono persino felice di aver fatto chiudere quella sua cazzo di bocca per qualche minuto e di avergli fatto passare la voglia di usare quelle cazzo di mani quando non deve usarle!" dice facendo tornare il suo tono pacato.

Poi si gira e si allontana da noi altri.

Senza fermarsi.

 

   
 
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