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Autore: Ruthainak    07/06/2020    4 recensioni
Per la polizia la scomparsa di David altro non è che un allontanamento volontario ma la sua giovane moglie è convinta che le cose stiano diversamente ed ha anche motivo di ritenere che ci sia di mezzo il sovrannaturale. Su consiglio di un'amica ingaggia il miglior detective dell'occulto ed egli accetta di lavorare pro bono al caso. Questo racconto è ambientato nel medesimo universo di "Sono Erika" e "La maledizione" ma il centro dell'azione è in Kansas anziché nel Maine. Sono stata combattuta di nuovo se dare rating giallo o arancione optando poi prudentemente per l'arancione (infatti a volte stabilire dove finisca il lieve del giallo e subentri l'arancione è un concetto molto soggettivo anzichè oggettivo). Tratto al testo:
si alzò per uscire ma quello che vide lo fece restare, per qualche attimo almeno finché non si riebbe, di ghiaccio: Vide una bimba poco distante, lì tutta sola in quel locale equivoco, oltretutto malamente illuminato peggio di quanto siano male illuminate e nella semioscurità certe discoteche (Che servisse solo a dare un tocco d’intimità o c’era dell’altro?), che vagava cercando e chiamando la mamma. Quella bimbetta non poteva avere più di tre o quattro anni.
Genere: Horror, Malinconico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Thomas Wright, un uomo sulla quarantina ma con tutta la prestanza fisica e mentale di uno sulla trentina, aveva aperto il suo studio d’investigatore privato, sulla targhetta campeggiava la sua specializzazione nelle indagini sul sovrannaturale, da poco più di un’ora quel giorno fatidico quando la giovane Ophelia Reed, una donna sui vent’anni, dai lunghi capelli biondi e penetranti occhi neri, fece il suo ingresso. A Thomas bastò uno sguardo, i suoi begli occhi grigi incrociarono quelli scuri di lei, per capire che aveva smesso da poco di piangere e fece del suo meglio per metterla a suo agio. Ophelia gli spiegò che David, con cui si era sposata due anni prima, sognava da tempo di fare un viaggio in motocicletta lungo tutti gli stati uniti d’America cosa invero molto simile a quanto fatto in passato dal Che in America latina, finalmente aveva risparmiato tutto ciò che gli occorreva, incluso abbastanza denaro non solo per il viaggio in sé ma soprattutto perché Ophelia potesse mantenersi dignitosamente fino al suo ritorno, così era partito in sella alla sua moto fiammante per coronare il sogno tanto agognato e all’inizio era filato tutto liscio poi Ophelia non aveva più avuto notizie di lui, che invece prima la chiamava sovente, oltre al fatto che il suo cellulare era irraggiungibile. Naturalmente Ophelia spiegò anche che, passate le canoniche ventiquattro ore dalla scomparsa prima delle quali non si accettano denunce, si era subito rivolta alla polizia affinché iniziasse a cercarlo. I genitori di lui, figlio unico, erano morti da tempo e loro avevano pochi amici. Come primissima cosa naturalmente gli sbirri avevano tracciato il cellulare, certo la posizione attuale era irrintracciabile (Qualcuno doveva avere non solo spento il telefonino ma rimosso e gettato via sia la batteria sia la scheda), ma l’ultima posizione nota collocala il telefonino, e quindi David, non molto lontano da un casello autostradale che era un passaggio obbligato se si voleva attraversare il Kansas. Naturalmente gli agenti requisirono tutti i video delle telecamere all’ingresso e all’uscita, vicino ai caselli in pratica, di quel lunghissimo tratto autostradale: Le immagini mostravano sì lui e la sua moto entrare dal primo casello, quello con l’ultima posizione nota del cellulare, ma non c’era nessuna immagine né di lui né della moto all’uscita. Vero era che in certi punti di quella lunghissima tratta autostradale s’intersecavano piccole stradine secondarie o addirittura sentieri in terra battuta ma le indagini di per sé non avevano trovato tracce, né materiali né testimoniali, né di un atto violento, tipo un furto o un omicidio o un incidente, né di una moto abbandonata o tracce dei suoi pneumatici né tanto meno persone, ancorché certo quella non si potesse definire una zona molto frequentata, che ricordassero di averlo visto lungo quella tratta o lungo una delle strade secondarie. La polizia concluse che David stesso, cui solo pochi giorni prima la giovane moglie aveva comunicato il suo stato interessante, avesse reso irrintracciabile il suo telefonino e abbandonato la moto, che poi in seguito sarebbe stata trovata e smontata in tante piccole parti dai ladri ecco perché non se n’era trovata traccia alcuna, e si fosse poi diretto senza percorrere i sentieri tracciati (per non essere trovato facilmente) chissà dove: Come ragione di questa sua fuga adducevano la paura e il voler sfuggire alle responsabilità paterne, dopo tutto era ancora così giovane, anzi lo erano entrambi, o finanche la possibilità che quel viaggio tanto sognato fosse in realtà una scusa per coprire il fatto di andare incontro a un’amante, sebbene non vi fossero prove, e che la notizia della gravidanza gli avesse dato, se prima esitava al riguardo o non ci aveva addirittura pensato, la spinta emotiva finale che gli serviva per decidere di fuggire via con l’amante e godersi ancora la sua giovinezza…. Certamente, conclusero, non poteva essere svanito così come una nuvola di fumo, a meno di non credere al sovrannaturale, quindi poiché la sola spiegazione razionale per la sua scomparsa, dopo tute le indagini fatte e appunto nessuna traccia di un crimine, era l’allontanamento volontario (Avallato viepiù dal fatto che egli non aveva molti legami con la comunità….tali da perdere troppo cambiando vita), il tutto senza dare credito all’insistere di Ophelia che lui l’amava, che non l’avrebbe mai lasciata, tanto meno il suo bambino, né aveva mai avuto un’amante (Se avessero dovuto credere a lei allora dovevano anche credere….a cosa?Che un Ufo era piombato dallo spazio e l’aveva rapito?).Ophelia però era sicurissima e preso tutto l’incartamento, che aveva potuto avere giacché la polizia aveva ritenuto il caso chiuso, era risoluta di rivolgersi a un investigatore privato, anzi si rammaricava e accusava di non averlo fatto mesi prima confidando troppo nella polizia. Un’amica, sapendola convinta che dietro la scomparsa di David ci fosse appunto una cagione paranormale, le consigliò dunque di rivolgersi a Thomas Wright: si era trovata benissimo con i suoi servigi per un caso di Poltergeist che infestava la sua nuova casa finché lui lo scacciò definitivamente….insomma era un serio detective dell’occulto, non un ciarlatano qualunque, poteva garantirglielo. Così Ophelia, sebbene titubante sul fatto se potesse o no permettersi i suoi servigi (era ben più caro di un investigatore normale), era venuta nel suo studio per parlargli a faccia a faccia anziché per telefono (anche perché sperava così di avere più chances di convincerlo della veridicità di una causa occulta e ad accettare il caso).
 
Ophelia era davvero molto innamorata, bastava vedere come tratteneva a fatica le lacrime mentre raccontava o ascoltare il suo tono di voce mentre parlava di David, fu questo che indusse Thomas ad accettare il caso: anche lui aveva amato un tempo!In effetti amava ancora, moltissimo, solo che lei era ormai perduta….perduta per sempre, riteneva peggio che morta, proprio per una causa sovrannaturale. Thomas si sforzò, riuscendoci però con molta fatica, di scacciare il ricordo di Alice mente ascoltava Ophelia…. Per tutto il tempo restò molto professionale dopodiché, accettato il caso appunto pro bono e tenutosi tutto l’incartamento della polizia che lei gli lasciò volentieri, la congedò dopo aver avere salvato il numero di lei sul cellulare ed essersi fatto dare, sia in forma digitale sia materiale, la foto più recente di lui che possedeva, più gentilmente che poté e si mise al lavoro.
 
 
Non molto tempo dopo Thomas percorreva con la sua auto proprio quel tratto autostradale, Nel cofano dell’auto erano serbati con molta cura e in una posizione tale per cui fosse facile per lui armarsene alla bisogna appena uscito dall’auto e prima di recarsi in qualunque abitazione o luogo in cui dovessero servirgli i suoi veri e più importanti ferri del mestiere come ad esempio: Proiettili d’argento con pistola apposita, croci, ampolle con acqua benedetta, paletti di legno, erbe dalle proprietà magiche e così via discorrendo, mentre alla cintola per i rari casi in cui si dovesse imbattere in casi ordinari diciamo, una normale pistola d‘ordinanza, carica ovviamente ma con la sicura, più una bella scorta di proiettili. Infine portava sempre addosso due oggetti: Una pietra magica e una speciale arma anti-demoni, in fondo erano oggetti ben poco ingombranti e utilissimi da tenere sempre con sé.
 
Thomas stesso aveva perso il conto di quante volte percorse quel tratto autostradale e buoni tatti di alcune stradine (incluse quelle non asfaltate) che l’incrociavano: scendendo di quando in quando, alla bisogna, dalla macchina per interrogare gente e/o esaminare tracce, quando un fatto, eufemisticamente definibile molto singolare, accade: Un edificio di forma perfettamente cubica, e apparentemente a un solo piano ma avrebbe poi scoperto invece che c’era ben di più, che non aveva ovviamente mai notato prima emerse letteralmente al terreno di fronte a sé. Passati i primi momenti di sorpresa ragionò che doveva essere emerso da una botola ben nascosta al terreno, ciò spiegava non solo perché non l’avesse mai notato prima e sembrasse emergere come per magia ma anche, anzi soprattutto, perché la polizia non l’avesse mai scovato….Infatti non ce n’era menzione negli incartamenti e seppe con chiarezza quindi, l’intuito è la qualità di cui certo un detective privato più abbonda, di essere sulla pista giusta.
 
Parcheggiò l’auto poco lontana ma ben nascosta, sia per prevenire furti sia per non farla trovare da chiunque gestisse quel posto, nello scendere dall’auto stava ancora fumando un sigaro: una volta sceso del tutto lo spense e lo schiacciò sotto il tallone per prevenire un possibile incendio, infatti c’era dell’erba secca lì vicino, mentre si passava distrattamente una mano sui corti capelli neri. In quei momenti ricordò la volta che erano andati in campeggio insieme nel bosco lui e Alice: Più precisamente si focalizzò su loro due di notte intorno al fuoco che si raccontavano storie di paura mentre arrostivano dei marshmallow: ciascuno dei due con gli occhi fissi in quelli dell’altro/a.
 
Ricordò anche amaramente, prima di tornare con la mente nel presente e a ciò che doveva fare, che era stato proprio per ciò che era successo a lei, con la speranza di ritrovarla ovviamente, che si era dedicato anima e corpo a studi e indagini sul campo riguardanti l’occulto: Certo il fine manifesto era sempre quello altruistico di salvare altri o comunque aiutarli in caso non si trattasse di situazioni di pericolo, ed era vero in effetti che c’era anche una forte motivazione altruistica nel suo agire ma non poteva mentire a se stesso….Il fine ultimo era sempre lei, sebbene la speranza di ritrovarla fosse negli anni trascorsi diventata sempre più debole e adesso era così fievole….salvo avere dei guizzi di forza di quando in quando.
 
Permise a se stesso di indugiare in ricordi e pensieri ancora per poco dopodiché si avviò a passo deciso verso quel locale cubico. I raggi del Sole al tramonto davano quasi un tocco magico, ancorché spettrale in un certo senso, ai dintorni e alla sua stessa figura, oltre che all’edificio in sé, quando lui varcò la soglia ed entrò.
 
Una volta entrato gli ci volle poco, pochi passi e pochi sguardi intorno, per capire che quello era un luogo di perdizione, di peccato, disapprovava intimamente ma ovvio che ognuno fosse libero di fare ciò che voleva e lui non avrebbe interferito nella libertà dei clienti: Si trovò anche, con sua stessa sorpresa, a dirsi che se fosse stato della buoncostume avrebbe fatto non pochi arresti lì dentro….Ciò che lo sorprendeva non era solo che lui non era tipo da imporre la sua morale agli altri, anzi in effetti lui non aveva mai imposto niente a nessuno viepiù sapendo fin troppo bene come ci si sente, ma anche il fatto che negli anni, un po’ per i suoi trascorsi personali un po’ per il suo lavoro e un po’ per altre ragioni, aveva sviluppato una sorta di distacco emotivo….o scudo interiore che dir si voglia, certo tranne come casi tipo quello di Ophelia e David che andavano a toccare corde profondissime in lui proprio per il suo passato, nei confronti degli altri: Strano quindi che adesso provasse quel certo pathos a vedere come certi estranei gettavano via se stessi in quei modi….
 
Come prima cosa andò al bancone e, sapendo che i baristi e simili sono molto più inclini a parlare se ordini qualcosa e te li fai un po’ “amici” chiacchierandoci, ordinò da bere l’alcolico migliore che avevano, al contempo intavolando una conversazione così del più e dl meno: Gli fu servito dell’assenzio, certo tecnicamente era illegale per motivi di salute da diversi decenni ormai ma la quantità nel bicchiere non era tale da far danni e comunque doveva ingraziarsi chi glielo stava servendo prima di andare al sodo. Quando ritenne che fosse il momento giusto gli mostrò la foto e gli chiese se l’aveva mai visto (Non era per nulla detto infatti, anzi semmai era vero per lui che i più dei dipendenti ne erano ignari, che se lì si era commesso un omicidio o rapimento, sperava tanto per la seconda, tutti i dipendenti ne fossero informati o comunque chi gli stava di fronte….e se non erano complici poteva ottenere utili info): A scanso di equivoci, se l’avesse creduto della buon costume non avrebbe cooperato comunque infatti, gli mostrò anche la sua licenza da investigatore privato e chiarì che il solo scopo per cui era lì era riunire i due innamorati o almeno recare il corpo di lui alla vedova quanto poi al punire i colpevoli be’ era da vedersi se avrebbe scelto la via ordinaria o la sua fedele amica….e gli indicò la pistola d’ordinanza e comunque chiarì che lo riteneva del tutto estraneo ai fatti. Ingraziarsi qualcuno e poi mostrare la foto e chiedere, facendo ben presente che non era un poliziotto, fu una procedura che adottò anche con altri lì.
 
Il barista infatti lo indirizzò verso un gruppo di clienti abituali che avrebbero potuto ben ricordarsi di David nonostante il tempo trascorso. In ogni caso ciò che ne ricavò lì per lì furono due cose: In primis che sì diverse persone l’avevano visto in quel locale ma solo una volta, la sera dell’effettiva scomparsa dedusse, e poi mai più….Non c’era prova o testimonianza che fosse mai uscito da lì ma neppure che non l’avesse fatto. In secondo luogo che anche altre, ancorché poche, persone negli ultimi mesi, che avevano in comune con David guada caso il fatto di essere il tipo di persona che se fosse sparita nessuno avrebbe cercato o quasi, erano state viste lì una e una sola volta.
 
Dedusse facilmente, visto il modo accurato con cui l’edificio restava nascosto del tutto o visibile a seconda dei casi, sia che l’unica forma di pubblicità di quel locale era il passaparola, dunque qualcuno che aveva incontrato da David durante il suo viaggio e con cui si era instaurato un rapporto di reciproca fiducia doveva averlo indotto chissà come a concedersi una notte brava nonostante fosse tanto innamorato di Ophelia, sia che doveva esserci una talpa nel distretto di polizia locale: Perché il modo in cui quel posto era passato inosservato lungo mesi e mesi di indagini in zona coordinate tra polizia locale e del luogo di denuncia era troppo sospetto, troppo perfetto in effetti per essere frutto di casi e/o fortuna e/o altre possibili spiegazioni: Non significava necessariamente che fosse per coprire un delitto ma di certo si premunivano al massimo per evitare almeno la buoncostume.
 
A un certo punto, quando cioè scoprì che c’erano molti piani interrati (A tal riguardo scoprì anche che erano tutti molto più alti, lunghi e larghi dell’unico piano di superficie e che quello immediatamente sotto aveva anche un’apposita intercapedine per contenerlo cui era interdetto con le migliori precauzioni a chiunque l’accesso per evitare il rischio di morti per schiacciamento), e che quindi chissà per quanto si sarebbe trattenuto lì, senza che nessuno sapesse dov’era di preciso oltretutto, e quanto in fondo sarebbe dovuto scendere, Thomas decise molto saggiamente di uscire, lì dentro chissà perché il suo telefono non prendeva…che fosse anche quella un’ulteriore precauzione anti-buoncostume?, per chiamare la polizia e avvisarla non solo di ogni singola cosa da lui scoperta ma anche che si sarebbe quasi sicuramente addentrato molto in profondità nell’edificio continuando le sue indagini e di venire subito a cercarlo se non dava notizie di sé tra due ore. Stava infatti per uscire quando decise di concedersi un ultimo, piccolo, bicchierino di assenzio, e tornò al bancone.
 
Finito che ebbe di bere, si tratteneva facilmente dal bere più di quanto potesse reggere….era sempre stato così e nei momenti in cui sentiva che avrebbe forse potuto cedere la voce di lei gli rammentava che se l’avesse fatto tutto sarebbe stato invano….doveva restare lucido, si alzò per uscire ma quello che vide lo fece restare, per qualche attimo almeno finché non si riebbe, di ghiaccio: Vide una bimba poco distante, lì tutta sola in quel locale equivoco, oltretutto malamente illuminato peggio di quanto siano male illuminate e nella semioscurità certe discoteche (Che servisse solo a dare un tocco d’intimità o c’era dell’altro?), che vagava cercando e chiamando la mamma. Quella bimbetta non poteva avere più di tre o quattro anni.
 
Si diresse subito sia d’istinto sia per moto di coscienza verso la piccola, invece di uscire per telefonare, che ancora vagava qua e là chiamando a gran voce “mamma” con già delle lacrime che le rigavano le guance, ma prima che potesse raggiungerla, prima ancora che anche soltanto potesse farsi ben udire al 100% da lei con tutto il casino che c’era (tra rock and roll ad alto volume, vociare e grida varie, spostare di suppellettili, etc.)….Casino cui si aggiungevano le urla di lei ovviamente, lei spiccò via di corsa a una velocità, in effetti, cui non aveva mai visto correre essere umano né riteneva possibile accadesse: Le tenne dietro meglio che poté correndo a sua volta e guarda caso ogni volta che rischiava di perderla, lei correva ben più veloce di lui, la bimba si fermava….salvo poi schizzare nuovamente via di corsa quando le si approssimava. Questo fatto si ripeté diverse volte finché non la vide prendere un ascensore: Ovviamente non arrivò in tempo per prenderlo con lei ma vedendo che era scesa solo di un piano….richiamò l’ascensore e aspettò, per poterla seguire quasi subito non appena lei ne fosse uscita: Notò anche che l’ascensore aveva solo i bottoni per il piano terra e il primo dei piani interrati che sapeva invece essere molti….Delle due l’una si disse: o tutti gli altri piani si raggiungevano tramite scale oppure c’erano ascensori specifici per ogni coppia o tripletta di piani di quando in quando e giudicò più plausibile la seconda ipotesi.
 
Giunto che fu al primo piano interrato successe che l’ascensore tornò su, senza essere stato chiamato, non appena lui ne fu uscito ma in quel frangente non aveva né il tempo né il modo né la voglia di mettersi a riflettere su come tornare indietro una volta raggiunta la piccola, ad esempio cercando delle scale magari, perché le sue priorità erano ben altre.
 
Iniziò dunque a inoltrarsi nel nuovo piano, sempre correndo in cerca di lei e guardandosi bene attorno comunque, lì poté vedere, nonostante la continua scarsa illuminazione….stavolta di una tonalità vermiglia, che tutti gli adulti presenti eccetto lui stesso erano intenti a copulare: Alcuni in cubicoli privati ma per la maggior parte così…a vista e preferì non stare a riflettere sulle conseguenze, lei doveva pure averli visti passando si disse, psicologiche per la piccola di tutto questo. Thomas continuava a starle dietro e intanto quello strano fenomeno si ripeteva invariato anche in questo piano: Una corsa a una velocità oltre l’umano, giudicava così almeno e si chiese se in effetti l’assenzio nonostante tutta la sua attenzione non lo avesse in definitiva reso più brillo di quanto credesse o finanche ubriaco, poi quando lui stava per perderla, o credeva già di averla persa, ecco che lei si fermava, quasi come ad aspettarlo, sempre e comunque chiamando a gran voce la mamma, sempre piangendo da far pietà e sempre correndo di nuovo via al suo approssimarsi (“Che avesse frainteso e avesse paura di lui?”Si chiese persino a una certa!). In certi momenti era come se, almeno ai suoi occhi, dalla bimba stessa, al guardarla, promanasse un effetto visivo come di foto mossa.
 
All’inizio era internamente combattuto, diviso,tra il continuare solo a tenerle dietro e il prendersi magari un po’ di tempo per interrogare queste altre persone su David poi….Vedendo che comunque quella bambina sembrava proprio non poterla perdere, come se lo aspettasse….come se quel fatto dovesse ripetersi sempre con la regolarità di un metronomo, si decise a concedersi del tempo per rapidi interrogatori a qualcuno, sempre e comunque mostrando la foto, prima di tenerle di nuovo dietro ma non ottenne molto di più o di diverso di quanto già ricavato al pianterreno. Di certo non poteva estraniarsi, né visivamente né mentalmente, da certe scene che vedeva e che urtavano la sua moralità ma forse neanche lo voleva davvero: In fondo anche lui, da giovanissimo, aveva peccato in quel senso….con la differenza però che lui aveva peccato solo con il vero amore della sua vita, non era tipo di andare a donne, ricordò dunque, un ricordo che non avrebbe potuto scacciare ora dalla sua mente neanche volendo e non voleva la sua prima volta….la loro prima volta: era successo a casa di lui, nel suo letto, al tempo erano da poco maggiorenni e circondati dal profumo di lavanda e muschio bianco,il deodorante per la casa.
 
Si riscosse e tornò concentrato su dov’era e cosa doveva fare: Raggiunse di nuovo un ascensore, sempre un po’ troppo tardi, e di nuovo esso serviva solo il piano dove lui già era e quello appena sottostante. In questo nuovo piano l’intensità dell’illuminazione, questa volta però di un gradevole color indaco, non mutava. Anche qui egli trovò il tempo, senza essere naturalmente più tormentato internamente tra le due scelte, di interrogare qualcuno mettendo per un po’ da parte l suo “inseguimento” della bimba ma anche qui come altrove non ricavò niente di nuovo. Tutte le persone lì presenti mangiavano i cibi più fini e prelibati….le tavolate erano molto numerose e ciascun tavolo molto lungo: Non c’era nulla lì servito che non fosse gourmet, nulla che avrebbe sfigurato in un ristorante tre stelle Michelin. La maggior parte degli avventori era grassa. La vista di tutto quel buon cibo scatenò il riaccendersi di un altro ricordo in lui: Una delle volte in cui si era lamentato della cucina eccessivamente salutista e costosa, giacché i cibi biologici e più sani in assoluto costavano molto di più dei loro omologhi normali, di lei, oh non che lui fosse tipo da cibo spazzatura o tipo comunque da gozzovigliare anzi non aveva vizi e ci teneva davvero a mangiare sano in generale, ma riteneva che lei spesso esagerasse alquanto su questo punto eppure nel farglielo notare lei gli aveva ribattuto per le rime precisando inoltre che lui stava facendo troppo lo schizzinoso, e invero lei quella volta gli aveva preparato una di quelle improbabili insalate vegane con dentro ogni genere di strano miscuglio tra cui noci e quant’altro mentre lui avrebbe preferito la cara, vecchia e normale insalata di pomodori, con il cibo e che quanto aveva davanti comprendeva l’esatto apporto di vitamine, proteine e Sali minerali di cui aveva bisogno quindi che mangiasse senza lagnarsi ed erano andai avanti un po’ a battibeccare….Non era una vera e propria litigata anzi alla fine ci avevano riso sopra entrambi. Gli eventi di quel piano furono speculari a quelli dei precedenti, iniziava a stufarsi di quest’andazzo ma non poteva in tutta coscienza voltare le spalle e andarsene.
 
Si giunse così in egual maniera al piano sottostante dove la luce, sempre scarsa, assumeva una tonalità dorata e tutto l’insieme dava l’idea di trovarsi non in uno dei piani interrati di un locale equivoco bensì nel miglior casinò in stile Las Vegas….Non mancava davvero nulla: Tra una miriade di slot machines, tavoli per roulette, tavoli da Blackjack e via discorrendo c’era di che accontentare anche il più schizzinoso dei giocatori….Anzi! C’era persino di più giacché nei normali casinò non si possono fare scommesse su qualunque sport. In pratica lì l’oro e la ricchezza erano come di casa che poi fosse ricchezza per i clienti o per il banco era un altro discorso! Anche lì tra lui, i clienti e la bambina sembrò come se un copione si ripetesse immutato….Arrivò persino a chiedersi, rimproverando se stesso, perché non ci dava un taglio se non con l’inseguimento della bimba almeno con il far domande in giro giacché tanto non otteneva mai niente di nuovo. Tutto quello sfarzo comunque non poté non ricordargli, in un turbinio di ricordi dove sembrava che l’uno inseguisse l’altro come un cane che cerca di mordersi la coda, tutta una serie di cose: La loro visita al Taj Mahal durante la luna di miele in India, quella volta che videro la pioggia di stelle cadenti in Agosto, quell’altra n cui lui la portò al planetario e infine quella volta in cui erano al cinema guardando un film dell’orrore e lei gli si era stretta contro dalla paura.
 
Proseguì analogamente di piano in piano sempre più in profondità e quando iniziò seriamente a preoccuparsi di come tornare a pianterreno e uscire si tranquillizzò dicendosi che in fondo i dipendenti e i clienti abituali (spariva solo gente come David infatti) dovevano per forza avere un modo agevole e facile per entrare e uscire. In uno dei piani vide che tutto era dedicato al sadomasochismo, alle forme più violente e brutali di esso in effetti, e ricordò con tristezza e rinnovato rimorso, anche se già da tempo se ne era pentito e aveva fatto ammenda, l’unica volta in cui era stato davvero violento contro un altro essere umano….davanti agli occhi di lei!Quella fu l’unica volta in cui la sconvolse davvero e arrivò intimamente a chiedersi se l’avrebbe persa per questo….Certo era stato pesantemente provocato ma sapeva bene che non era una valida attenuante: L’uomo è dotato di autocontrollo e non è un animale!
 
Continuò a scendere, scherzosamente si disse che stava andando verso il centro della Terra e gli scappò un risolino, fino a che finalmente e in effetti alquanto inaspettatamente per lui stesso riuscì a raggiungere la bimba e prenderla in braccio per evitare che schizzasse di nuovo via. Nel momento stesso in cui la ebbe tra le braccia successe una magia: essa si trasformò in una bimba in fasce. Lei se pure ora era solo una lattante continuava a voler cercare sua madre, questo era chiaro: Infatti si dibatteva per cercare di liberarsi dal suo abbraccio…..come se non si fidasse che l’avrebbero trovata insieme se restava al sicuro tra le sue braccia. La magia di cui era stato testimone non lo sorprese né sconvolse come avrebbe fatto con uno qualunque….Dopotutto il sovrannaturale era roba del suo mestiere e per lui ormai era l’usuale ciò che avrebbe fatto trasalire altri, anche se in effetti un simile fenomeno specifico era nuovo anche per Thomas. Temendo che, se fosse riuscita a liberarsi dal suo abbraccio, la piccola si sarebbe ritrasformata nella sua versione più grande per poi schizzare di nuovo via si guardò intorno cercando a chi poteva affidarla mentre lui, che riteneva in quel posto essere saggio e prudente per lui avere le mani libere, andava in cerca della madre e di David.
 
Non passò molto che, nel suo guardarsi bene intorno, individuò una donna che sembrava calzare lì come i cavoli a merenda. Spiegandole alla bell’e meglio la faccenda le affidò l’infante raccomandandole caldamente di non lasciarla sgusciar via per nessun motivo mentre lui si dedicava alle due ricerche. Ormai era troppo tardi e troppo fuori luogo, era anche sceso troppo in profondità e ancora non sapeva come ritornare, anche solo pensare di uscire a chiamare…ormai era lì: Era in ballo in un certo senso e doveva ballare. Poi finalmente, proprio quando cominciava a perdere ogni speranza di riuscire, lo vide. Trovò David! Finalmente era proprio lì davanti a lui, sebbene rinchiuso in una cella, ciò che più contava era che fosse ancora vivo e, almeno a una prima occhiata, incolume. Aveva pensato di tutto come possibili cose che gli fossero accadute, prima di ritrovarselo proprio così davanti, incluso che fosse finito vittima di cannibalismo. Non c’era tempo da perdere: Doveva liberarlo e dovevano andarsene di lì alla svelta….quanto alla piccola e sua madre si disse che o sarebbe tornato in un secondo tempo e/o poteva confidare sull’istinto materno e l’affetto per i piccoli che hanno tutte le donne…inclusa quella sconosciuta e/o poteva, per una volta almeno, confidare nella polizia. Si chiese persino più di una volta come mai non lo avevano ancora ucciso, anche se era felicissimo di ciò, solo che lo trovava strano e un po’ sospetto ecco….Un qualcosa tale da mettere in allarme il suo radar interiore circa possibili trappole soprattutto considerando che era lì senza qualcuno a sorvegliarlo!
 
 
Trovò abbastanza in fretta la chiave e lo liberò, David era visibilmente shockato ma non al punto di non poter essere pienamente collaborativo durante la fuga, tuttavia non avevano fatto che pochi passi quando una risata crudele e cavernosa risuonò per ogni dove come una macabra eco. La risata sembrava provenire proprio dalle stesse pareti, inclusi il soffitto e il pavimento, si ripeté una sola altra volta prima che chiunque ne fosse l’artefice, che si capiva dal suono essere di natura femminile comunque, finalmente parlasse: “E così l’esca della bambina-demone ha funzionato anche con te detective” nuova risata prima del seguito: “Oh sì, ci cascano sempre tutti e adesso sei proprio dove ti volevo, anzi siete!” Solo Thomas mantenne interamente il sangue freddo e anzi chiese, indicando David: “Come mai non lo avete ucciso? Tanto alla fine mi sarei trovato lo stesso attirato qui, a che vi è servito tenerlo vivo?” Chiese solo per curiosità intellettuale e professionale, dato che era più che felice fosse ancora vivo sperando ancora di trarre in salvo entrambi o almeno lui. Ci fu una nuova risata, questa volta palesemente demoniaca, prima della risposta sibillina: “Oh scoprirai da solo ben presto perché lo abbiamo lasciato vivo non temere!” e rise di nuovo.
 
 
Ecco che uno sciame di esseri demoniaci apparve e diede loro la caccia! Entrambi furono di riflessi pronti mettendosi a correre più veloce che potevano ma sapevano, ne aveva avuto lui stesso l’esempio con la bambina-demone, che sarebbero stati raggiunti ben presto se non facevano qualcosa! Thomas si rattristò giacché gli era venuto in mente un unico modo velocissimo e relativamente sicuro per salvare entrambi da quella situazione di vita o di morte ma era appunto solo relativamente sicuro come modo e benché per se stesso non temesse e anzi fosse pronto a morire come il più coraggioso dei samurai (Aveva visto e apprezzato molto il film “I sette samurai”) avrebbe preferito di gran lunga non far correre il minimo rischio a David ma non aveva altra scelta, o almeno così si disse: Doveva solo decidersi a rompere gli ultimi indugi e agire prima che fosse troppo tardi se già non lo era. Le frazioni di secondo che ci mise per pensare prima e risolversi ad agire poi passando quindi all’azione concreta sembrarono lunghe come secoli ma erano appunto solo frazioni di secondo:
 
Tirò fuori una rarissima pietra magica che teneva sempre con sé nel taschino interno della giacca, ne esistevano solo quattro esemplari in tutto il mondo, e la usò: subito apparve un portale di fronte a loro, di colore ambrato e grande abbastanza per consentire il passaggio di una sola persona per volta, e con i suoi riflessi felini ci spinse dentro David. Il problema era che il portale si apriva sempre su un punto completamente casuale del globo terrestre e non era possibile dare una sbirciatina prima di attraversalo: Per quanto ne sapeva lui poteva avere appena spinto quel poveretto nelle profondità della fossa delle Marianne o a morire congelato, o asfissiato chissà quale morte istantanea avrebbe colpito per prima, in cima all’Everest, o divorato da una tigre, o da uno squalo, comunque non aveva avuto altra scelta che correre questo rischio. Stava per attraversare lui stesso il portale quando uno dei colpi lanciati dai demoni in avvicinamento ruppe la pietra e il portale svanì. Thomas sospirò preparandosi a morire lottando, già sapeva che contro tutti quelli non l’avrebbe scampata ma sarebbe morto lottando fino all’ultimo secondo si disse mentre mentalmente pensava a lei chiedendole perdono di stare morendo prima di ritrovarla o almeno poterla seppellire se era morta nel frattempo, ma proprio allora decisero di continuare, per divertimento giacché ormai era chiarissimo che non se la sarebbe cavata in nessun caso, a giocare ancora un po’ al gatto e al topo con lui. Thomas capì perché avevano lasciato David vivo: Se lui fosse stato morto quando l’aveva trovato pur con tutto il desiderio del suo cuore di riportarne il corpo a Ophelia avrebbe prevalso il voler vivere sia per se stesso sia soprattutto per Alice e tra se stesso e un corpo morto avrebbe scelto di attraversare lui per primo il portale….Se fosse andata così non avrebbero fatto in tempo a chiuderlo per sempre prima che fosse già in salvo….Molto astuti veramente! Comunque d’un tratto sparirono tutti e si ritrovò solo in quella vastità ma era solo una crudele illusione, l’ultima che speravano di dargli, non che lui potesse davvero cascarci: Infatti stava all’erta e non l’avrebbero ucciso impreparato….Se poteva almeno sarebbe morto uccidendo qualcuno dei loro! Se riusciva….Poi avvenne: Sentì un rumore e una presenza, vicinissimi, proprio dietro di lui che aveva già l’arma anti-demone in pugno da un bel po’ ma che non fece in tempo a usare! Anche se si era girato di scatto, anche se era già pronto alla lotta da un pezzo, non c’era nulla di concreto che potesse fare: Quella succube era troppo vicina, gli stava praticamente addosso, da un momento all’altro, questione di frazioni di secondo, non sarebbe più stato vivo….e infatti morì.
 
 
Thomas si svegliò di soprassalto e urlando ritrovandosi nel suo letto, tutto coperto di sudore, dopo la sua morte onirica.
   
 
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