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Autore: Mylark    07/06/2020    1 recensioni
Tre colleghi e una nuova convivenza nei dormitori dello U.A. riportano alla luce vecchie ferite.
Tre momenti per affrontare il passato e tornare a sorridere.
Tre amici che diventano una famiglia.
si consiglia di leggere ''Vigilante - My Hero Academia Illegals '' prima di questa storia.
Buona lettura!
Genere: Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nemuri Kayama, Present Mic, Shōta Aizawa
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Like clouds in the sky




Quel fatidico giorno di inizio settembre si erano trasferiti tutti nei dormitori dello U.A., i ragazzi erano esaltati all’idea di condividere il dormitorio. Già immaginavano le risate, le amicizie e magari anche le relazioni che sarebbero nate da lì in avanti. Gli insegnanti avevano accompagnato tutti gli studenti nei loro plessi e finalmente poterono andare a sistemarsi anche loro. Per alcuni ci volle l’intera giornata e anche di più per sistemare le proprie stanze, chi per esigenze di comodità, chi perché si era ostinato a portare i mobili stessi dal proprio appartamento e così via. Di norma anche i loro alloggi sarebbero stati separati per sesso come per gli studenti ma data  la presenza di una sola donna nel corpo docenti, e trattandosi proprio di Midnight, nessuno si fece problemi a unire le due aree.

Midnight aveva lasciato casa sua un po’ perplessa, partire dopo tutti i lavori che aveva fatto fare ai suoi ragazzi nell’appartamento le scocciava abbastanza, ma di certo non disdegnava la possibilità di poter arrivare a lavoro in due minuti piuttosto che in più tempo. Difatti, quando le venne data la notizia, dopo un po’ di perplessità, si caricò del miglior entusiasmo e chiamò a raccolta i suoi ragazzi per comunicargli le novità. Sapeva di aver lanciato una bomba non indifferente, pari quasi allo scalpore che suscitava nei giovanissimi che la vedevano in azione per la prima volta. Aveva sempre adorato la loro reazione quando entrava in scena, le ragazze si imbarazzavano non poco per lo scarso pudore mostrato mentre i ragazzi diventavano paonazzi al suo passaggio.
A sentire le sue parole cariche di passione e lussuria verso la gioventù, i ragazzi non poterono far altro che sorriderle con una punta d’invidia immaginando già i futuri oggetti delle sue attenzioni. Sentivano di essere stati scaricati in qualche modo, l’agenzia ormai era chiusa visto la nuova professione della loro padrona (così la chiamavano), ma nonostante tutto le rimasero fedeli. 
Quello stesso giorno Midnight si fece aiutare a portare le cose più pesanti nella stanza a lei assegnata, dopodiché salutò tutti e li congedò. 

La nuova stanza era un po’ stretta per una come lei che amava tutt’altro genere di ambienti, ma pensandoci su le era andata bene, vedendo quanto erano piccole quelle dei suoi studenti si sentiva fortunata. Ad ogni modo tutte le premure che aveva avuto per la sua sistemazione non erano dovute solo alle sue esigenze ma anche a quelle del suo amato coinquilino. A lui erano dedicate tutte le attenzioni possibili nei momenti di pausa dal lavoro. Girò per la stanza alla ricerca di quella piccola palla di pelo. Era rannicchiato sulla poltrona che lei aveva comprato quando si era messa in proprio con la sua nuova agenzia. Quanti ricordi poteva racchiudere un singolo oggetto. Sapeva che il suo gatto avesse buon gusto ma ogni tanto rimaneva stupita dai luoghi che sceglieva per riposarsi. Lo prese in braccio e lo accarezzò per un tempo indefinito, ripercorrendo ricordi significativi della sua amata gioventù. 
Quel trasloco aveva un che di nostalgico. Si fece pomeriggio e Midnight, ridestata come da un sogno, prese tra le mani il cellulare e iniziò a scrivere frenetica nella chat che aveva con Aizawa e Yamada. Poi come se fosse la cosa più normale del mondo decise di cancellare tutto e di scrivere semplicemente — Arrivo! —.

Quando i due ricevettero il messaggio ebbero reazioni diverse. Yamada ghignò sotto i baffi e corse verso la stanza di Aizawa. Sapeva che Nemuri si sarebbe diretta lì, cosa c’era di più bello se non l’infastidire con la loro presenza la quiete di Shota. Quest’ultimo appena lesse il messaggio decise di ignorarlo, poi ricordandosi di dove fosse e dell’incredibile vicinanza con il soggetto che aveva scritto il messaggio, scattò velocemente verso la porta della sua stanza nel tentativo di chiudere a chiave, ma tutto fu vano. Yamada aveva messo un piede in mezzo alla porta prima che questo potesse chiudervisi dentro. Dietro di lui Nemuri rideva divertita ringraziandolo della tempestività con cui aveva capito i suoi piani. Sentendoli imprecare entrambi rise ancora di più; tutto ciò le ricordava i tempi del suo ultimo anno e le assurde discussioni con il gruppo sul tetto della scuola . Alcuni docenti sentendo il baccano si sporsero dalle rispettive camere per capire cosa fosse successo ma prontamente Midnight li tranquillizzò mentre entrava nella stanza di Aizawa. Quando Nemuri chiuse la porta alle proprie spalle rimase delusa dall’arredamento della stanza e non aspettò un secondo per rinfacciarlo all’amico. 

<< ma dico! hai avuto una giornata intera per arredare questo buco di stanza e tu decidi di lasciarla vuota? Ti sei portato qualcosa almeno?! >>

<< Nemuri ha ragione amico! Dov’è il tuo sound? >>

<< Nessuno vi ha chiesto di esprimere la vostra opinione, o di entrare qui dentro >> 

<< è così che parli ai tuoi più cari amici? >>  disse Nemuri fintamente sconvolta

<< è così che si entra nella camera di qualcuno? >>  rimbeccò lui

Nemuri mise su un finto broncio, si sedette di fianco ad Aizawa e sussurrò languida al suo orecchio  

<< se vuoi ho altre entrate ad effetto in mente >>  

Lui divenne bordeaux mentre gli altri due si piegarono in due dalle risate. Vederlo borbottare paonazzo era uno spettacolo imperdibile. 

Ripresisi parlarono del più e del meno e decisero di ritrovarsi lì in serata per festeggiare la loro nuova convivenza. Furono tutti entusiasti all’idea, ovviamente tutti tranne Aizawa che si oppose fermamente. Yamada e Nemuri lo ignorarono, sapevano che in realtà gli faceva piacere ma non lo avrebbe mai ammesso. 
Yamada corse a prendere alcolici elemosinando ai colleghi qualunque cosa avessero, sapeva che alcuni docenti avevano delle bottiglie da parte, li conosceva bene. Infatti andò così, anche meglio di quanto immaginasse, non si aspettava che Vlad avesse portato con se una scatola intera di liquori. All Might invece fu felice di darglieli, lui non poteva bere ma nonostante ciò qualche ammiratore glieli regalava lo stesso. Finito il giro di elemosina Yamada portò tutto da Aizawa che ancora borbottava dalla loro uscita. 
Nemuri non fece nulla se non mettersi comoda in una tuta. Era impaziente di portare l’ospite d’onore, il suo piccolo Sushi. 
Aizawa, in quel poco tempo che ebbe per stare da solo, riordinò il letto sfatto e quelle poche cose che aveva sistemato in stanza: qualche libro su uno scaffale e i pochi vestiti nell’armadio. L’unica cosa che si preoccupò di nascondere era la scatola dentro cui c’erano i libri sui gatti. Da quando Nemuri si era fatta carico del piccolo Sushi, lui aveva continuato a prendersene cura a distanza mascherando il suo interesse con dei semplici rimproveri alla donna che lo accudiva. Non voleva che lei e Yamada scoprissero quanto ci tenesse veramente, non voleva che nessuno di loro entrasse così prepotentemente nella sua vita, lui stava bene così, da solo. La sua stanza nel  dormitorio infondo lo rispecchiava, era un po’ anonima, asettica, come ciò che voleva far trasparire di sé. I suoi unici tesori celati agli occhi altrui, persino ai suoi —non per sua volontà— amici. Più costruiva muri per proteggersi più loro erano intenti a demolirli. Con questi pensieri e continuando a borbottare rimase in attesa dell’arrivo degli altri due.
Quando Nemuri arrivò gli altri si stupirono del piccolo gatto che teneva in braccio. Nonostante le foto che lei continuava a mandargli, Aizawa non vedeva quella palla di pelo da molto tempo. Ormai era anzianotto e per questo era più incline che mai alle coccole.

<< Guarda un po’ com’è cresciuto! Hey Shota! hai visto com’è diventato?! >>

<< lo vedo Yamada, sono qui anche io >>

<< Ormai sembrate due gocce d’acqua, due mangioni pigroni >> a quell’affermazione provocatoria di Nemuri, Aizawa sbuffò contrariato. Si aggiunse poi Yamada a rincarare la dose

<< almeno il gatto è giustificato dall’età >>

<< iniziate a stancarmi >>

<< calma raggio di sole, direi di aprire le danze Yamada >> disse Nemuri incitando l’amico a dar fondo agli alcolici racimolati in giro. 

Una volta riempiti e distribuiti i bicchieri Nemuri si alzò in piedi e avviò la serata 

 << a noi e alla gioventù! e a questo splendido nuovo inizio di convivenza >>

i tre buttarono giù in un sol colpo il bicchiere ricolmo e le domande iniziarono a riempire il vuoto tra uno shot e l’altro. Yamada infatti le chiese subito il perché del suo entusiasmo e lei illuminandosi iniziò ad elencare tutti gli aspetti positivi del vivere sul luogo di lavoro, dei giovani adolescenti che avrebbe accudito ogni giorno e del suo sentirsi più giovane vivendo come loro in un dormitorio. ‘’ Non vi sentite già più giovani? ‘’ chiese ai due accanto a lei più volte quella sera.  Aizawa non parlò molto, più che altro si lamentò dei due intrusi. Il gatto non contava, lui era il benvenuto. 

<< sono felice di condividere quest’esperienza con voi >> disse Nemuri dopo una lunga risata. Sapevano che nessuno si sarebbe ubriacato quella sera, sia per il lavoro il mattino seguente, sia perché tutti e tre reggevano l’alcol benissimo. Nonostante ciò dopo 4 giri di shot, 2 birre e altri bicchieri presi un po’ di qua e un po’ di la, finirono col diventare piuttosto sentimentali e profondi.  Nemuri era sempre la più incline a parlare, lei che osteggiava sempre una facciata di strafottenza e ottimismo, in quei momenti mostrava le sue insicurezze e dava libero sfogo a tutto ciò che le passava per la testa. 

<< Ragazzi secondo voi troverò mai l’anima gemella? >> 

i due scoppiarono a ridere per la domanda della collega, non era la prima volta che glielo sentivano dire e lo sguardo sconvolto rendeva il tutto ancora più ilare. 

<< non prendetemi in giro sono seria! ogni tanto me lo chiedo… Che sia colpa del gatto?  le donne single con un gatto hanno meno possibilità lo sapete >>

<< hey Nemuri calm down!  un gatto non può certo influire su una cosa del genere >>

<< stai dicendo che è colpa mia ?! >> la donna era ancora più sbigottita alle parole dell’amico, sapeva che il suo era un tentativo di rincuorarla ma così facendo non aveva sortito l’effetto desiderato.
Aizawa capendo l’errore dell’amico e vedendo rizzarsi i capelli di Nemuri intervenne 

<< Nemuri sei una bella donna, sei intelligente e intraprendente, prima o poi troverai qualcuno alla tua altezza >>

Yamada cogliendo la palla al balzo si corresse 

<< si! è come ha detto Shota, volevo dire che non era colpa del gatto ma degli uomini, prima o poi troverai quello giusto! in caso contrario dovrai accontentarti di noi >> disse imbarazzato.

Nemuri saltò al collo dei due e li buttò a terra chiudendoli nella morsa del suo abbraccio. 

<< ragazzi vi voglio bene! ormai siete come una famiglia per me >>

i due imbarazzati non sapevano che fare, si guardarono per un attimo cercando di capire com’era più giusto comportarsi e vedendola così fragile decisero di sostenerla abbracciandola a loro volta. Rimasero così per un po’, poi Nemuri si girò e restarono a parlare guardando il soffitto, stesi sul pavimento della stanza. Lei teneva sul petto il piccolo Sushi mente i due ragazzi le stavano ai lati accarezzando ogni tanto il gatto. Nonostante le battute per alleggerire l’atmosfera questa si fece sempre più seria e infine quel discorso giunse. 

<< solo io ho avuto una sensazione di malinconia quando mi sono trasferito? >> chiese Yamada 

<< Anche io mi sono sentita così prima.. soprattutto sul tetto.. >> Nemuri si trattenne dal continuare, sapeva che i due amici accanto a lei avevano capito di chi stava parlando, ma pronunciare il suo nome faceva male a tutti, soprattutto ad Aizawa.

<< secondo me esagerate, sarà solo l’idea del cambiamento. A me non è cambiato nulla >> 

<< è possibile che tu debba mentire anche a noi Shota? a volte sei estremamente difficile >> Nemuri nel dirlo gli tirò una gomitata  alle costole e lo zittì per un po’. Yamada rise sommessamente per non farsi colpire da Nemuri ma lei lo fulminò con lo sguardo, così cambiò discorso per alleggerire la situazione parlando di qualche pettegolezzo della scuola. 

Qualche ora più tardi, tra un bicchierino e l’altro, i tre amici sul punto di crollare decisero di salutarsi. Il primo ad andarsene fu Yamada che corse via con la scusa dell’orario per non aiutare a sistemare la stanza. Nemuri gli corse dietro nel tentativo di farlo tornare ma l’amico, vedendo la sua furia, accelerò ancora di più riuscendo a sfuggirle. Quando lei tornò da Aizawa lo aiutò a pulire, non senza qualche imprecazione verso la pigrizia di Yamada, gliel’avrebbe fatta pagare questo era certo! 
Aizawa non stava ascoltando, cercava di concentrarsi il più possibile sull’azione che stava compiendo. Sapeva il vero motivo per cui Yamada se n’era andato così di fretta, sapeva già il discorso che sarebbe saltato fuori di lì a breve e ciò gli avrebbe fatto male. Era sicuro che in quel momento il suo amico fosse sul letto a piangere o perlomeno con lo sguardo assente; non voleva che nessuno lo vedesse, e così voleva anche Aizawa che finito di sistemare tentò di mandare via Nemuri piuttosto bruscamente. Lei non si sorprese della cosa, aveva capito le ragioni di entrambi, e se per Yamada non era riuscita a far nulla, voleva riuscirci almeno con Shota. Finse di cercare Sushi per la stanza, quel tanto che bastava a far girare di spalle Aizawa per poi abbracciarlo stretto da dietro. Era più alto di lei, specialmente ora che Nemuri si trovava senza tacchi e con una tuta che la rendeva ancora più minuta in confronto. Shota cercò di allontanarla inizialmente, ma la tenacia di lei fu il via libera per aprirsi. Iniziò a singhiozzare, più tentava di fermarsi più le lacrime uscivano e i respiri si facevano corti. Nemuri si era agganciata alla sua schiena per quello, sapeva che se avesse tentato un approccio frontale lui l’avrebbe respinta e si sarebbe tenuto tutto dentro. Anche lei aveva le lacrime agli occhi, non conosceva bene Shirakumo quanto i suoi due amici ma gli voleva bene lo stesso. Con una mano iniziò a carezzare la schiena di Shota nel tentativo di calmarlo, e dopo un tempo indefinito funzionò. Quando si fu ripreso si girò mantenendo lo sguardo basso per non farsi vedere, non voleva che lei lo vedesse così, già lo aveva sentito piangere. Si sentiva troppo esposto. Lei lo bloccò portandolo a guardarla in volto. Avevano entrambi gli occhi rossi per il pianto e un sorriso triste sul viso. Lei aveva gli occhiali appannati ma le iridi azzurre un po’ arrossate saltavano subito all’occhio. Carezzò le guance bagnate di Shota nel vano tentativo di asciugarle, lasciò un bacio sulla sua fronte e si diresse verso la porta. Prima di girare il pomello e andar via tentò di alleggerire la situazione  

<< buonanotte frignone! per questa volta ti lascio il mio tesorino, mi aspetto la massima cura >> disse facendogli l’occhiolino. Lui annuì serio e la lasciò andare. Rimase a coccolare Sushi finché non si addormentò. 

 


 

Qualche mese dopo Sushi venne a mancare, Nemuri sapeva che prima o poi sarebbe arrivato il momento di dirgli addio, dopotutto era ormai anziano e negli ultimi tempi si era rintanato negli spazi più bui della stanza lontano da lei. Ringraziò mentalmente che ciò fosse accaduto durante la pausa estiva perché non sarebbe riuscita a mostrare il suo sorriso per un po’ di tempo, era distrutta. I primi a saperlo furono ovviamente i suoi due amici che saputa la notizia corsero da lei. Quel gatto era importante per tutti loro, era l’ultimo legame con Shirakumo, pensare che fosse morto anche lui distruggeva tutti. Yamada, in testa, guidava Aizawa alla ricerca di Nemuri; si diressero verso il dormitorio ma non la trovarono, poi Shota si arrestò capendo che li non l’avrebbero mai trovata, così bloccò l’amico e si fece seguire. Sapeva dove trovarla, nel luogo dove si erano conosciuti tutti, dove lei aveva conosciuto il piccolo Sushi. Come se non bastasse correre da un plesso all’altro si aggiunse anche la pioggia. Quando aprirono la porta che portava al tetto dell’edificio videro Nemuri rannicchiata in un angolo, il volto coperto dalla lunga chioma e le braccia che abbracciavano le gambe in una stretta salda. Lentamente la raggiunsero sedendosi a terra affianco a lei. All’arrivo dei due amici Nemuri tentò di calmarsi, non voleva farsi vedere così fragile da loro due, lei era la loro roccia non poteva permettersi di cedere. Senza volerlo riprese a singhiozzare e a quel punto si lasciò coccolare dalle braccia dei due che silenziosamente si unirono a lei nel pianto. La fitta pioggia soffocò il suono dei loro lamenti. Yamada provò a riscuotere entrambi i suoi amici invitandoli ad entrare prima di prendersi un malanno ma Nemuri, con voce roca per il pianto, rispose  con una frase che li stupì

<< Grazie Yamada ma sto meglio qui. La pioggia rispecchia un po’ il mio umore >> 

riconobbero subito quelle parole, furono le stesse che loro rivolsero a lei il giorno della morte di Shirakumo. 
Rimasero così, sotto la pioggia, su quella terrazza che aveva dato origine alla loro amicizia, fino alla fine del temporale. Dopo si rialzarono grondanti d’acqua e Yamada nuovamente cercò di sollevare il morale dei due amici 

<< certo che potevate dargli un nome migliore >>

Lei sorrise amaramente pensando al modo con cui avevano scelto il nome di Sushi: si trattava del cibo preferito di Shirakumo. Ripresasi un po’ Nemuri prese le mani dei due amici e guardando l’orizzonte con un timido sorriso disse 

<< vorrà dire che il prossimo lo sceglieremo insieme >>

Tra le proteste a quell’affermazione e l’imbarazzo generale scappò loro qualche risata, rischiarando parzialmente il dolore che si era depositato sui loro cuori.

 


 

Passarono i mesi e tornò il periodo delle piogge. Il tempo da un anno a quella parte si era fatto implacabile, nessuno sapeva il motivo ma qualcosa era accaduto. 

Un giorno Nemuri e Yamada erano rimasti in camera di Aizawa ad aspettarlo. Da quando vivevano nello stesso edificio avevano battezzato un giorno della settimana per celebrare la loro convivenza e la loro amicizia. Shota aveva sempre ritenuto tutto ciò frivolo e inutile ma segretamente non gli dispiaceva stare in compagnia di quei due ogni tanto, specialmente quando si sfogavano sulle vicende settimanali. Quel giorno dovevano passarlo insieme ma lui non si era presentato. Nessuno sapeva dove fosse finito. 
Aveva iniziato a piovere. I due amici rimasero a guardare il cielo plumbeo dalle vetrate della stanza di Aizawa chiedendosi dove fosse finito. Quando iniziarono a preoccuparsi seriamente del loro amico ecco che lo videro fare capolino dalla porta, fradicio e con un rigonfiamento sul petto. Ansimava per la corsa. Non voleva sentire le lamentele dei suoi amici, al momento la cosa più importante da fare era occuparsi del piccolino nel suo maglione. Lo tirò fuori e lo mise sul letto coprendolo con un altro maglione preso alla rinfusa dal suo armadio. Con quella pioggia si era infreddolito tutto. Una volta fatta quest’operazione i due amici si ammutolirono sbigottiti dall’accaduto. Nemuri rimase incantata da quella palla di pelo e si mise a terra per tenere il volto all’altezza del gatto. Aveva gli occhi di una bambina in quei momenti, quando rimaneva sola con loro perdeva la sua faccia ammaliatrice, quel cipiglio di superiorità e di lussuria scompariva per far spazio alle emozioni più sincere. Yamada e Aizawa non glielo avevano mai detto ma adoravano quell’espressione innocente. 
Quando Aizawa si fu cambiato, i due amici tornarono a prestargli attenzione chiedendogli spiegazioni su ciò che era accaduto. Lui sembrava quasi imbarazzato nel parlare ma poi disse che aveva trovato il gattino per strada infreddolito e affamato, non poteva lasciarlo li e quindi lo aveva preso con se. Ciò gli ricordò quello che l’ultima volta non era riuscito a fare, aveva lasciato Sushi al freddo con un ombrello a riparalo, il suo ombrello. Fu Shirakumo a prenderlo con se e fu poi Nemuri ad accudirlo fino a qualche mese prima. 

<< E adesso cosa ne farai ? Hai intenzione di accudirlo? >> chiese Yamada scettico

<< non posso >> effettivamente non aveva pensato ad una sistemazione permanente, sapeva che era meglio lasciarlo ad altre mani, lui non se la sentiva.

<< Prima porti via un gattino dalla strada e poi lo abbandoni? ma ce l’hai un cuore Shota? >> disse Nemuri adirata, sapeva già come sarebbe andata a finire la faccenda e non sapeva se sarebbe stata in grado di occuparsi nuovamente di un gattino. Guardò Shota abbassare il capo ferito, non sapeva cosa dire. Passò lo sguardo prima su Yamada che divertito le sorrise incoraggiandola, poi su Aizawa che ancora si guardava le punte dei piedi, e infine quel piccolo batuffolo che faceva le fusa accanto a lei. Si sciolse. Come poteva abbandonarlo? Cercò di fare la sostenuta ancora un po’ ma guardando il gattino e la faccia dispiaciuta di Aizawa decise infine di accettare. 

<< accetto! Ma ad una condizione: voi dovrete aiutarmi a crescerlo >>

Comparve un luccichio negli occhi di Shota ma non lo diede a vedere rimanendo impassibile. Nemuri lo aveva notato, ormai conosceva bene il suo amico, perciò lo lasciò un po’ da solo col gattino portandosi con se Yamada che, non capendo la situazione, protestò contro le azioni della donna.

Aizawa fu grato a Nemuri per quella premura. Si mise a terra avvicinando il volto al gattino addormentato sul suo letto e carezzandolo una lacrima era scesa sul suo volto. Il pelo vaporoso di quel gattino era bianco ma nella penombra sembrava assumere delle leggere sfumature di indaco; impossibile non pensare a Oboro. Si appoggiò al letto e dopo poco crollò. 
Più tardi fu svegliato dai messaggi di Nemuri che continuava a chiedergli quando sarebbero potuti passare in stanza, specialmente lei che voleva prendere il suo nuovo pargolo. Dopo una risposta sbrigativa i due irruppero in stanza con la potenza di un tornado, sembrava quasi che fossero rimasti dietro la porta tutto quel tempo data la rapidità con cui erano arrivati. Aizawa cercò di non pensarci e di farsi contagiare dalla felicità dei due festaioli che erano arrivati per la serata. Tra una risata e l’altra la domanda arrivò spontanea: che nome dare al nuovo arrivato? Yamada iniziò a dire i nomi più disperati proponendo maggiormente quelli dei suoi cantanti preferiti; Nemuri voleva dargli un nome da eroe e cercava combinazioni assurde; infine Shota rimase muto, titubante se proporre o meno il nome che aveva pensato. Dopo l’ennesima assurdità di Yamada decise di proporlo. Carezzando il gatto sulle sue gambe disse 

<< chiamiamolo Cloud >> Si pentì di averlo detto subito dopo. 

Calò il silenzio per qualche istante e Yamada e Nemuri soppesarono la proposta di Aizawa. Sapevano che fosse un riferimento al nome da eroe di Shirakumo e osservando il gattino sorrisero al pensiero di averlo tra loro. Nemuri si rese conto della somiglianza con il loro amico scomparso soprattutto per quelle sfumature color indaco che ricordavano tanto i suoi capelli vaporosi. Guardò Yamada che le sorrise a trentadue denti e voltatasi verso Shota disse 

<< è perfetto! >>.

Qualche ora dopo i tre amici, nonostante cercassero di opporvisi, crollarono nel sonno. Yamada fu il primo a cedere, era steso supino sul pavimento con una bottiglia tra le braccia, russava rumorosamente ma nessuno dei due amici sembrava intenzionato a svegliarlo. Nemuri e Shota erano sul grande letto matrimoniale, uno steso verticalmente  l’altra orizzontalmente, creando una sorta di angolo con le teste vicine e al centro il nuovo arrivato. 
Aizawa crollò poco dopo Yamada mentre Nemuri gli carezzava il capo, cercò di resistere il più possibile provando anche a conversare con la donna vicino a lui ma la stanchezza della giornata lo travolse.
Infine Nemuri prima di crollare diede un’ultima occhiata ai due amici lì con lei e sorrise al pensiero di quanto fosse felice di averli nella sua vita. Si girò poi verso la palla di pelo che dormiva vicino a lei e Aizawa e con voce flebile sussurrò

<< benvenuto in questa stramba famiglia Cloud >>


Poco dopo raggiunse anche lei il mondo dei sogni completando quel quadretto tanto strambo quanto bello che era la sua famiglia. 

 


Angolo autrice

Buonsalve! questa è la prima storia che scrivo su questo fandom ed è la prima storia che scrivo dopo anni di silenzio. Ho ripreso da poco a scrivere e questo è uno dei pochi flussi di coscienza che ho portato a compimento. Chi già mi conosce sa a cosa mi riferisco ..coff coff storia troppo ambiziosa e incompleta .. ad ogni modo questa è la mia storia su tre personaggi che insieme - a mio avviso - sono strepitosi. Dopo la lettura dello spin-off della serie li ho immaginati sempre di più come una sorta di famiglia e non vedere ff che li rappresentassero in tal senso, mi ha fatto pensare che forse potevo dare un contributo alla loro ribalta.
Sono un po' arrugginita sia nella stesura del testo che in queste brevi chiacchiere con voi lettori e lettrici, ma spero comunque che possa piacervi. Grazie di aver letto la storia e di essere arrivati fin qui!
  
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