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Autore: crimsonthestral    11/06/2020    0 recensioni
Mi chiamo Janine Cooper. Distretto 4. Questo è il mio Hunger Game.
Dopo la Rivolta siamo tornati al punto zero, agli Snow, agli Hunger Games e all'oppressione nei distretti.
Sono una guerriera, o così dicono. Farò di tutto per tornare a casa.
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Altri tributi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1  -Wake up-

 Mi sveglio all'improvviso. Spalanco gli occhi. Riconosco il soffitto della mia camera. Questo mi rassicura ma sento ancora nelle orecchie lo sparo del cannone che annunciava la mia morte. Quando ho questi incubi ricorrenti faccio sempre fatica ad alzarmi quindi resto per un po’ nel letto, come paralizzata. Oggi in particolare. Potrei davvero morirci nell’Arena. Ho diciannove anni e appartengo a una famiglia piuttosto agiata perciò il mio nome non dovrebbe essere presente molte volte nella boccia, ma ho comunque le mie probabilità di finire là dentro a giocarmi gli Hunger Games di quest’anno. Non si è mai pronti per alzarsi il Giorno della Mietitura.
-Jenna! Non ti sei ancora alzata!- urla mia madre entrando nella stanza e spalancando la finestra. Lei ha sempre questo modo “gentile” per farmi svegliare. Sa benissimo che non sopporto queste irruzioni e il passaggio istantaneo dal buio alla luce.
Mi alzo con calma, il pavimento è gelato quindi corro in punta di piedi verso il bagno dove mi lavo velocemente e mi guardo un po’ allo specchio. Sistemo i miei lunghi capelli neri che cadono perfettamente lisci sulle mie spalle e mi coprono un po’ la fronte con una frangia asimmetrica. Definisco con un po’ di matita i miei occhi azzurri e cristallini e accentuo la linea delle labbra con un rossetto tenue. Molti in paese dicono che io sia carina, ma oggi devo sembrarlo più del solito. Mi metto un vestitino nero con ricami floreali argentati poi scendo in cucina a mangiare qualcosa al volo. Prima di uscire papà mi stringe forte la spalla con la sua mano da macellaio e nonostante sia un uomo imponente e rude, so che in fondo è sensibile e vedo i suoi occhi lucidi. Sì, mio padre è un macellaio, in un distretto come il quattro in cui invece l’attività principale è la pesca. In un certo senso sono orgogliosa della diversità della mia famiglia. Questo è possibile perché ai distretti è stata permessa una maggior libertà negli scambi commerciali ed è consentito un tenore di vita migliore rispetto a quello di molti anni fa quando davvero Capitol City teneva tutto per sé lasciando i distretti nella totale miseria e servitù.  Non è ancora possibile tuttavia viaggiare da un distretto all’altro, mi piacerebbe molto ma purtroppo sono sempre stata costretta a vivere qui sulle coste del distretto 4, al massimo ho visitato alcune cittadine attorno alla mia. Non che il Distretto 4 sia brutto, ma io sono una sognatrice e vorrei tanto sapere cosa c’è oltre il confine.
Prima di dirigermi in piazza per la Mietitura e raggiungere il mio gruppo di amiche, vado a salutare il mare. Nel caso oggi andasse male e non dovessi più far ritorno, voglio toccare la sabbia bianca un’ultima volta e bagnarmi i piedi nell’acqua chiara del mare che si estende di fronte a me fino all’orizzonte. Il vento soffia leggero, mi scompiglia appena i capelli, vorrei fermare il tempo in questo istante. Guardo le onde che si infrangono ai miei piedi, inspiro ed espiro piano. Alzo gli occhi un attimo verso il cielo e poi li rivolgo lontano di nuovo verso il mare. Mi giro e vado verso la piazza che inizia ad essere gremita. Lascio al mare le mie preghiere e i miei desideri.

 
   
 
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