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Autore: Herm735    13/08/2009    10 recensioni
Harry vide che i suoi occhi erano colmi di lacrime.
Seguendo il suo istinto la abbracciò il più stretto possibile. La baciò sulla tempia. Hermione girò la testa verso di lui ed i loro visi si trovarono vicinissimi.
Harry avrebbe voluto essere più forte. Voleva resistere a quella tentazione, se lo era ripromesso. Eppure, avere Hermione così vicina, gli faceva un effetto strano. Una città. Un taxi. Un addio al celibato e un addio al nubilato. Due amici che, in fondo, si sono sempre amati. Sarà Happy Ending? Leggete e lo scoprirete...
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Harry/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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“Taxi!”
Anche questa volta uno dei tanti autisti alla guida di una macchina gialla non si era fermato alla sua richiesta. Possibile che tutti i tassisti di Londra avessero già qualcuno da portare a destinazione? Per di più ora che lei era in ritardo!
“Taxiii!!”
Questa volta finalmente l’auto gialla si fermò. Ma con grandissima sorpresa della donna un uomo aprì la portiera del sedile posteriore.
“Granger…”
“Potter!” disse lei incredula.
“Ma quale onore rivederti dopo tanto tempo. Allora, vuoi un passaggio?” chiese sarcastico.
“Non vorrei dover accettare” rispose lei con una smorfia “Ma sono terribilmente in ritardo…”
“Bene. Dove si va di bello?” chiese il ragazzo dai capelli corvini.
“Dove vai tu purtroppo, idiota. A casa di Ginny…”
“Addio al nubilato?”
“Qualche problema con il mio addio al nubilato, Potter?”
“Assolutamente…ma io non vado a casa di Ginny.”
“Ah, no?” chiese lei sorpresa.
“No, Ron ha deciso di cambiare posto per l’addio al celibato…Non lo sapevi?”
“No, quel cretino del mio fidanzato non me lo ha detto!” sbottò incredula lei.
“Da quel che so ti doveva avvertire Ginny…” rispose Harry non curante.
“Ma per favore! Ginny, da quando convive con un certo moretto non ha più la testa sulle spalle…”
“Se ti sentisse ti ucciderebbe…”
“Lo so…” rispose lei secca.
“La solita so-tutto-io…”
Il tassista li osservava saltuariamente dallo specchietto retrovisore. Era giunto alla conclusione che i due fossero vecchi amici. Strano che fossero così aspri. Vecchi rancori, probabilmente. Li guardò un po’ perplesso.
“Oh, io scendo qui…” disse lei. Il tassista accostò. “Allora…questa è l’ultima sera che possiamo vederci, caro il mio migliore amico…” commentò la ragazza uscendo.
Il moro la guardò con una stretta al cuore.
“Pare di si…bhè, se è così voglio passare con te ogni istante possibile…” Harry si affrettò ad uscire dalla macchina, pagando il tassista, rimasto molto interdetto. Non era riuscito a capire i motivi che li costringevano a separarsi, sembravano essere molto legati.
Afferrò i soldi e poi ripartì, pensando tra sé e sé “Bizzarra la vita. Quei due si amano, e non solo non lo vedono, ma si dicono addirittura addio!”
Nel frattempo Harry ed Hermione si guardavano senza parlare.
“Insomma, quindi è vero. Domani ti sposi!” commentò il moro.
“Così mi hanno detto…”
“E il fortunato?”
“Come al solito, questa sera ha una festa di addio al celibato, come sai…”
“Lo ami?” chiese a bruciapelo.
“Con ogni fibra del mio essere!” rispose lei decisa.
“Sai, sono geloso. Avrei voluto che amassi me allo stesso modo. Ma ognuno fa le sue scelte. Forse era destino…” commentò Harry ridendo.
“Lui è il mio destino…”
Harry la guardò in profondità, vedendo i suoi occhi brillare pericolosamente.
“Andiamo” disse soltanto lui.
La seguì su per le scale.
Entrarono in casa di Ginny. Dentro molte delle persone invitate all’addio al nubilato erano già arrivate. Pardon. Molte delle donne invitate all’addio al nubilato erano già arrivate.
“Harry, tu non puoi stare qui! Sta per arrivare…ehm…la torta!” gli disse Luna appena lo vide.
“Già, una gran bella torta!” commentò Lavanda. Harry non si spiegava come Hermione avesse potuto invitarla al suo addio al nubilato.
“Non so se mi va di lasciare la mia fidanzata in questo luogo di perdizione!” commentò Harry lanciando un’occhiata severa a Ginny.
“Non preoccuparti staremo bene…” la rossa lo spinse fuori chiudendo la porta.
“Quel ragazzo è ossessivo!” commentò Ginny. “Ossessivo e geloso!” aggiunse, sedendosi.

“Harry, dove cavolo eri? Aspettavamo te, per iniziare!”
“Si, lo so, lo so…scusate…” Harry si sedette al tavolo. “Ma questo posto è introvabile! A proposito, che posto è?”
“Un bar. Semplice e puro bar. Beviamo, ci ubriachiamo, andiamo ad un locale, ci guardiamo qualche bella ragazza che si mostra come mamma l’ha fatta e poi andiamo a sabotare l’addio al nubilato…” spiegò Seamus.
“Questa mi sembra un’ottima idea!” non voleva pensare a cosa stesse succedendo alla sua adorata fidanzata (nonché convivente), visto che Lavanda, Calì, Padma e Luna sembravano avere in mente qualcosa di molto movimentato.
“Quale parte, Harry?!” chiese incredulo Dean.
“Quella del sabotaggio!” spiegò lui con ovvietà.
“Ehi, là c’è anche la mia fidanzata, te lo ricordo…” disse Ron.
“Vuoi che non lo sappia!?” borbottò Harry.
“E la mia!” disse Seamus.
“E la mia!” aggiunse Dean.
“Si, si, ok. Allora facciamo così, tanto non avete bisogno di me per bere. Voi rimanete qui e io e Ron andiamo a salvare un matrimonio!” disse il moro.
“Si. Insomma, io mi fido di Hermione, lo sai Harry, ma…sai com’è! Meglio prevenire che curare!”
“Allora veniamo anche noi!”
“Già!”
I quattro si dileguarono in ansia per le proprie fidanzate.

Arrivati a casa di Ginny, Ron, Dean e Seamus entrarono fingendosi ubriachi e distraendo tutte le altre dalla loro occupazione.
Harry si avvicinò alle spalle di Hermione.
“Ti diverti?” chiese.
Lei lo guardò, felice di vedere una persona che non civettasse, come tutte le presenti.
“Non proprio…” ammise.
“Ti porto via. Hai voglia di una fuga?” chiese Harry, tendendole una mano.
“Con te, Potter?” chiese lei alzando un sopracciglio.
“Con me Granger. Non è che abbia molte alternative se vuoi filartela…” ridacchiò.
Lei lanciò un sospiro in direzione di Ron che faceva l’ubriaco.
“Portami via…” afferrò la mano che Harry le tendeva. “Ma non farti vedere dal mio ragazzo o ti massacrerà…” specificò.
“Starò attento…” la rassicurò il moro.

Si trovarono fuori da quella casa in un batter d’occhio e si fermarono in strada.
“Allora, com’era quella…‘torta’?”
“Era…bhè…come erano le parole di Lavanda? Oh, si, dolce al punto giusto…”
“Farò la spia al suo ragazzo…” ridacchiò Harry.
“Oh, bhè, lui si è finto ubriaco per farmi trascinare via da te…credo che se io facessi la spia al mio ragazzo ti prenderebbe a calci!”
“Ah, ah, divertente…”
“La torta l’hanno apprezzata tutte le presenti…” commentò Hermione maliziosa.
“Non voglio nemmeno immaginare cosa avete combinato, ma la mia ragazza riceverà una bella lavata di capo…”
“Oh, si, certo…” commentò lei sarcastica.
“E tu cosa ridi? Solo perché domani ti sposi pensi che il tuo fidanzato non si infurierà se verrà a sapere quanta panna montata girava là dentro?”
“E tu come fai a sapere della panna montata?” chiese lei sconcertata.
“Ne hai un po’ sui capelli…” scosse la testa mentre avvicinava una mano alla cespugliosa chioma di Hermione e la ripuliva.
“Beccate…” Hermione sospirò.
Poi improvvisamente si fece seria.
Harry la guardò da capo a piedi.
“Certo che sei veramente bella con questo vestito, Herm. Sei da togliere il fiato…” la bruna era vestita con un abito da sera nero, la stoffa semplice e morbida le ricadeva addosso, non attillata, ma leggera, le scarpe con il tacco alto le davano un tocco elegante, i capelli, i soliti cespugliosissimi capelli, le stavano incredibilmente bene. E un leggero trucco completava l’opera, rendendola incantevole.
“Che, fai, Potter, mi corteggi alla vigilia del mio matrimonio?” chiese tentando vanamente di reprimere un sorriso e lo guardò maliziosa.
“Non posso?” chiese Harry serio.
“Tu puoi tutto con me” rispose lei semplicemente.
Non si erano mai chiesti il perché. Ma tra loro vigeva questo tacito accordo. Reprimere i loro sentimenti. Soffocarli. Eppure si rendevano conto di quanto fosse sbagliato.
“Allora, questa fuga? Dove mi porti?” chiese lei, tornando allegra.
“Oh, sai, non credo che rinuncerò all’addio al celibato organizzato da Ron con tanta premura. Perché non ci imbuchiamo in un bar a vedere uno spogliarello?”
Hermione lo colpì con la borsetta, anche abbastanza forte, aggiungerei.
“Smetti di fare lo scemo!” lo rimproverò tra le risate.
“E va bene. Ora basta. Hai appena trasformato questa fuga di salvataggio in un rapimento!” sollevò Hermione da terra prendendola sulla sua spalla e portandola sul primo taxi.
“Ci porti al Tower Bridge, per favore…” chiese lui.
Il tassista rimase interdetto nel vedere i due giovani di prima.
“Allora, Potter…cosa pensi che ci farà la tua ragazza se si accorge che siamo fuggiti insieme?”
“Penso che me la caverò con qualche urlo…e il tuo fidanzatuccio?” chiese lui smielato.
“Credo che domani andremo in chiesa, ma per un funerale!”
“Esagerata. In fondo lo sa che siamo amici, io e te…”
“Si, ma in fondo, in fondo! Sai, di solito questo genere di informazioni le tiene seppellite sotto nove chili e mezzo di gelosia!”
“E come sei arrivata a calcolarli?” chiese Harry incuriosito da quell’affermazione.
Hermione sorrise. “Lo conosco da nove anni, in fondo!” spiegò.
“Hermione, perché sposi lui?” chiese Harry, tra il divertito e il serio.
“Come?” chiese lei spiazzata da quella domanda.
“Cosa ha fatto lui per meritarsi un angelo come te?”
“Perché mi ama. Perché io amo lui, con tutto il cuore. Perché senza lui non sarei nessuno. Perché è così che deve essere. Perché non si può dare torto al destino. Perché…” fece spallucce “Perché potrei trovare tutti i perché del mondo solo per sposarlo…”
Si guardarono. Ma furono distratti da un rumore.
“Tzé!” borbottò il tassista.
“Come scusi?” chiese Harry voltandosi.
“Io non vi capisco a voi giovani…A me sembra così ovvio…” li guardò dallo specchietto, poi accostò “Siamo arrivati…”
Harry ed Hermione si scambiarono una fugace occhiata sbalorditi e solo allora si resero conto che era lo stesso tassista di prima. Hermione scese e, quando Harry lo pagò, il tassista gli disse “Amico, vuoi un consiglio? Tu ami lei, lei ama te, eppure dovete dirvi addio. Non lasciare che sposi un altro!”
Harry scese dal Taxi sorridendo e scotendo appena la testa.
“Che ti ha detto?” chiese lei.
“Che ci amiamo e che non dovrei farti sposare un altro…” disse il moro. Si scambiarono un’occhiata fugace e scoppiarono a ridere.
“Dio, chissà perché dicono tutti così!” disse Hermione tra una risata e l’altra mentre si asciugava le lacrime che le troppe risate le avevano provocato agli occhi.
“Già, chissà!” fu l’altrettanto divertita risposta di Harry.
Poi all’improvviso Hermione si fece di nuovo seria. Si avvicinarono al bordo del ponte semi deserto e guardarono il panorama mozzafiato.
“Così, questa è la nostra ultima sera. Sai, ero convinta che non sarei mai riuscita a vivere senza il mio migliore amico…” disse Hermione.
“Vedi il lato positivo. Da domani sarai sposata. Ron non stava più nella pelle…” commentò il moro sorridendo.
“Non parlare di Ron adesso, Harry” chiese dolcemente Hermione.
Harry annuì.
“Sai, ho sempre pensato che sarebbe finita così…” spiegò Hermione.
“Io lo sapevo per certo che sarebbe finita così…”
“Stiamo facendo la cosa giusta?”
“Sono sicuro che è l’unica cosa giusta che abbia mai fatto in vita mia!” disse deciso Harry.
“Se lo sei tu, lo sono anche io…” rispose Hermione.
“E poi ricordati che non mi stai perdendo, ok? Facciamo così. Ogni volta che quell’idiota incorreggibile di tuo marito ti tratterà male, tu vieni da me. Ti prometto che ci penserà il tuo migliore amico a farvi fare pace…” le sorrise mestamente.
“Grazie Harry”
“No, grazie a te!” disse lui, guardando ancora quel bellissimo panorama.
“Stai davvero bene vestito così…” osservò Hermione.
Harry indossava uno smoking blu scuro, senza cravatta. Sotto una camicia celeste faceva incredibilmente risaltare il verde dei suoi occhi.
“Il celeste ti sta bene. Ma il nero ti sta meglio” concluse Hermione.
“Che fai, ci provi con me?” chiese lui, falsamente sconvolto.
“Non illuderti Potter!” disse lei ridendo.
“Io non sono il tipo che si illude Granger!”
“E poi, tu faresti di corsa la spia al mio ragazzo se ci provassi con te!”
“Si, lo sai. Io non sono il tipo che si tiene i segreti…” sorrise a trentadue denti.
Restarono a lungo in silenzio a contemplare l’orizzonte.
“Hermione, lo so che domani ti sposi. Ma c’è una cosa che ti devo dire…”
“Dimmi…” lo incoraggiò a continuare.
Harry lo sapeva che quello che stava per fare era stupido. Si era ripromesso di non farlo. Eppure adesso che Hermione era lì, non poteva fare a meno di chiedersi perché fosse così sbagliato dirle la verità.
Lei si sposava, si, e allora? Questo non cambiava i fatti.
“Ti amo…” le disse.
Lei lo fissò negli occhi, vedendo il profondo della sua anima.
“Anche io…” fu la sua risposta.
Harry vide che i suoi occhi erano colmi di lacrime.
Seguendo il suo istinto la abbracciò il più stretto possibile. La baciò sulla tempia. Hermione girò la testa verso di lui ed i loro visi si trovarono vicinissimi.
Harry avrebbe voluto essere più forte. Voleva resistere a quella tentazione, se lo era ripromesso. Eppure, avere Hermione così vicina, gli faceva un effetto strano.
Avvicinò ancora i loro visi finché la distanza fu annullata e baciò dolcemente la sua Hermione. Perché, si sa, lo spirito è forte. Ma la carne è debole!

Hermione si svegliò stordita da uno strano tepore.
La flebile luce del mattino la illuminò quando aprì gli occhi. Buttò uno sguardo alla sveglia.
7:30.
Tra quattro ore si doveva sposare…
Oh, mio Dio! Tra quattro ore si doveva sposare!
Spalancò gli occhi.
Solo in quel momento un muguglio profondo alle sue spalle e due grandi braccia che le avvolgevano la vita le fecero ricordare quello che era successo.
Un grandissimo guaio! Un imperdonabile errore. Una svista clamorosa.
Era stata una sciocca!
Si alzò di scatto a sedere, mentre con una mano si teneva il lenzuolo in modo da coprirsi con l’altra iniziò a scuotere violentemente l’uomo al suo fianco.
“Svegliati, Harry! Muoviti!”
“Ehi, ma che succede?” chiese lui stordito.
“Harry, hai presente che giorno è oggi?!” chiese lei in un misto tra furiosa e disperata.
“Il giorno del tuo matrimonio?” azzardò lui, calmo.
“Harry! Muovi il culo dal mio letto! Tra quattro ore dobbiamo essere entrambi in chiesa!”
“Quattro ore! Allora c’è tempo!”
“Harry, io ti dico solo che tra mezz’ora Ginny sarà qui. Hai idea di cosa ci faranno lei e Ron? Ti do degli indizi. Dolore. Immenso dolore. Sangue, sparso dappertutto. Torture atroci. Voldemort potrà considerarsi ampliamente vendicato!”
“Ok, ok, ho recepito il messaggio…” disse Harry, svegliandosi finalmente, con enorme sollievo di Hermione. “Comunque pensavo che dopo quello che è successo stanotte non avresti più voluto parlarmi!” disse ridendo, mentre cercava i suoi vestiti.
“Sarei molto tentata. Ma non posso sposarmi senza di te, quindi ringrazia il cielo!” disse lei mentre faceva lo stesso.
“Eh, si. Per sposarsi ci sono cinque persone fondamentali. Sposa, sposo, i due testimoni e il prete. E ringrazio Dio di essere tra questi!”
“Ok, ora basta fare lo spiritoso!” Hermione lo spintonò fuori dalla camera. “Spero tu ti sia divertito abbastanza, perché se mi mandi all’aria il matrimonio ti uccido!”
“Hermione, ma così mi spezzi il cuore!” disse Harry in modo teatrale.
“Ricordatelo bene Harry, ricordatelo finché vivi. Io amo lui, quello dolce, sensibile e premuroso, non te, quello spiritoso, sarcastico e avventato!” detto questo lo sbatté fuori di casa.
Harry se ne andò ridendo. La sua migliore amica era proprio matta…

*

“Dio mio Potter! Non sai nemmeno accendere una macchina!!” gridò esasperata Hermione.
“Se sei convinta che sia così facile provaci tu, Granger!” disse lui di rimando, tentando ancora di far partire la decappottabile rossa, girando la chiave.
“Spostati…” disse lei decisa.
Harry si fece da parte. Lei si allungò e dette un piccolo pugno ben assestato appena sopra il blocca sterzo. Subito dopo girò la chiave e la macchina si accese.
Lo guardò compiaciuta e con un sopracciglio alzato.
Lui scosse la testa sorridendo.
“Dimenticavo, Hermione Granger sa sempre tutto…”
Hermione guardò Harry, bellissimo, nel suo vestito nero. Uno smoking davvero elegante. La cravatta, anche quella nera, ancora ben stretta. Allungò una mano e la allentò, sapendo quanto poteva essere fastidiosa se troppo stretta. Davvero belli gli occhi di Harry. Soprattutto quando guardavano lei.
“Hai appena detto una cosa imperdonabile…” disse lei, sorridente e scotendo la testa.
Harry la guardò, osservando attentamente il suo corpo fasciato da quel bellissimo abito bianco. Lo aveva trovato subito molto bello.
“Ok, questa la voglio sentire. Specialmente se tu mi dici che è imperdonabile dopo quello che hai fatto stanotte! Ringrazia il cielo che Ron e Ginny non lo sanno!”
“Uffa” borbottò lei “A me sembra solamente una sciocca superstizione!”
“E cosa avrei detto di così imperdonabile?”
Lei lo guardò sorridendo, ecco la prima occasione per dirlo a voce alta.
“In caso te lo fossi scordato, Harry, io adesso sono Hermione Potter…”
Sorrisero soddisfatti e innamorati, mentre la macchina si allontanava dal piazzale della chiesa, sotto lo sguardo attonito dei presenti che avevano assistito pubblicamente alla loro prima litigata.
Un cartello appeso alla decappottabile ben visibile a tutti: Just Married.





Una shottina per farci due risate con due pazzi. Spero vi sia piaciuta, mi raccomando, commentate!!
  
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