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Autore: MelaniaTs    19/06/2020    2 recensioni
La storia è ai giorni nostri e racconta un introspezione di come Marinette stia vivendo il lockdown
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Marinette Dupain-Cheng/Ladybug
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Note: questa Flashfic l'ho gettata via di impulso ieri leggendo di un contest a cui volevo partecipare, volevo perché sono volubile e quindi non partecipo più xd. La storia è raccontata ai giorni nostri, quindi durante il Covid-19. È una AU alla serie televisiva poiché Miraculous vi ricordo che è ambientata nel 2015/2016, quindi i fatti non coincidono e non collimano nella continuazione temporale. Per questo anche se la FF si pone subito dopo Miracle Queen, è come se fosse un wath if! Tanks e buona lettura.

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"Ben fatto!" Scattarono Ladybug e Chat Noir dopo aver sconfitto l'ennesimo akumizzato. 

La coppia di eroi parigini andò in soccorso della vittima di Papillon e dopo i saluti di rito si separarono. La situazione era insormontabile, da quando il paese intero era stato messo in quarantena gli stati d'animo delle persone avevano avuto un picco di paura e depressione spaventoso. E per quanto la situazione non fosse delle migliori Papillon come sempre non si era fatto scrupoli, aveva approfittato di quella situazione colpendo in ogni istante della giornata i parigini. 

Marinette atterrò nella sua stanza ed una volta chiusa al suo interno si stese sul letto con un sospiro. Gli eroi come i i medici, i militari ed i poliziotti,  non potevano fermarsi soprattutto quando il cattivo non lo faceva.

Al contrario la scuola si era fermata, non c'era più modo per Marinette di incontrare i suoi amici, Alya, Alix, Rose e Juleka, Mylène... ma soprattutto Marinette non poteva incontrare più Adrien. 

Il suo bellissimo Adrien! Ne sentiva la mancanza, del suo sorriso e dei suoi occhi verdi, della sua gentilezza e della bontà. Cosa stava facendo Adrien? Se lo chiedeva la corvina intanto che lo sguardò andava a perdersi intorno la camera, abbracciò il gattone bianco che circondava il suo capo letto e sospirò cercando il cellulare. Con la sua classe avevano aperto una Chat di gruppo, all'inizio tutti scrivevano: passerà presto, andrà tutto bene, ci rivedremo ed andremo a prendere il gelato da André. Eppure il tempo trascorreva e quella situazione pareva non riuscire a sbloccarsi, il Covid non era un nemico visibile come Papillon, che prendevi e lo affrontavi. Esso si era palesato come una macchia scura stendendosi tra la gente assassino e fantasma, Marinette si era sentita inerme in quel frangente.

Non poteva fare nulla se non portare il buon esempio tra i parigini, niente più pound it, niente più incontri ravvicinati, niente più abbracci consolatori di Chat Noir. 

Anche lui gli mancava, perché nonostante dall'inizio del lockdown i due si fossero visti ed incontrati molto di più a causa di Papillon e delle sue akuma, il suo chaton sembrava essersi allontanato da lei. Non vi era più un my lady o un insettina a solleticare il suo udito, niente più abbracci di consolazione o flirt continui.

Il suo Chaton aveva preso le distanze, dopo aver rifiutato per l'ennesima volta il suo amore egli aveva capito. Così da un momento all'altro dopo la battaglia contro Miracle Queen aveva deciso di restare al suo posto. 

"Noi siamo una squadra!" Questo continuava a ripeterlo, in battaglia si comprendevano l'un l'altro come sempre, agivano in sincrono. Eppure la cosa terminava lì. 

Chat Noir non era più come prima, l'ultimo ricordo che aveva di lui Marinette era l'abbraccio liberatorio che ella aveva cercato e non lui, nel fondo della Senna. Quando aveva compreso di aver perso per sempre Adrien, quando aveva rovinato tutto permettendo a Chloé di ferire tutta Parigi ed i suoi amici. 

Il suo calore ed il suo abbraccio erano stati di conforto come sempre quando si trattava di Chat Noir, narcisista, sbruffone e frivolo nel momento del bisogno lui c'era stato sempre. Ma adesso non c'era più! Il lockdown Marinette lo sentiva c'entrava poco, lui lanciava sempre le sue battutone contro l'akumizzato di turno, era sempre se stesso. Tranne che con lei! Chat Noir si era chiuso in un guscio tutto suo così che potesse proteggersi.

E lei lo aveva perso! 

Una notifica la distrasse dai suoi pensieri cupi, fortunatamente non era un'allerta. Ma whatsapp l'avvertiva di un nuovo messaggio. Forse era Alya, si sentivano tutti i giorni quando riuscivano, tranne quello Papillon aveva iniziato di buon ora.

Preso il cellulare scorse whatsapp, non era stata Alya a scriverle in privato, quello era Adrien! 

La corvina si sollevò subito dal letto osservando lo schermo, Adrien le aveva scritto! Perché? Cosa era accaduto? Lui non le scriveva mai! Non come Alya o Luka, lui approfittava della Chat di gruppo, che fosse quella scolastica o quella che avevano con Nino ed Alya per scrivere, fino ad allora non si erano mai scritti privatamente.

Lei perché troppo presa da lui da scrivere cose irrazionali, una volta lo aveva fatto e solo dopo essersi resa conto dell'errore aveva fatto di tutto per cancellare il messaggio, anche appunto rubargli il telefono. 

Lui invece?! No, lui personalmente non le aveva mai scritto. Perché quindi quel messaggio? Voleva forse dirle che stava con Kagami? 

Che si sposavano e sarebbero partiti per il Giappone tutti e due? Che erano felici insieme perché con Kagami la vita era più bella e che baciarla le era piaciuto, che viveva solo per lei e che Marinette doveva essere la prima a saperlo perché... perché lei era la sua migliore amica!

Si sedette sul letto senza trovare il coraggio di aprire quel messaggio, migliore amica. Si accorse che alla fine era la stessa cosa che lei diceva sempre a Chat Noir: non posso amarti ma sei importante per me. Sei il mio migliore amico! 

E gli mancava Chat Noir, in quel periodo così strano e diverso per tutti loro; le era mancato più Chat Noir con la sua presenza fisica che Adrien che non vedeva da un mese e più. 

Aveva ferito il suo Chaton, proprio come Adrien feriva lei definendola sempre la migliore amica. Era stata un'egoista e ancora lo era. Non voleva aprire quel messaggio per non sapere e non scoprire cosa Adrien le avesse scritto, perché non voleva soffrire di nuovo e ancora così da commettere errori. 

Il telefono ancora vibrò tra le sue mani: un allerta! Papillon aveva di nuovo attaccato, la giovane non perse tempo chiamò Tikki e trasformandosi raggiunse la città lasciando il cellulare sul suo letto. 

Giunta al Louvre si guardò intorno alla ricerca del suo compagno che subito trovò, fece per avvicinarlo ma Chat Noir fu rapido.

"Sono qui da un po'... L'akuma è nel cappello Ladybug." Disse il ragazzo. "Provvediamo a liberarla e torniamo alle nostre cose." Le disse sbrigativo.

Marinette titubante lo seguì verso il demone. Perché? Perché Chat Noir non aveva più desiderio di restare con lei come prima, dov'era il suo Chaton? 

Liberata l'akuma Chat Noir la osservò con un sorriso e le tese il pugno a distanza. "Ben fatto?" Disse alla collega. 

Ladybug lo fissò allungando il braccio. "Non mi allontanare Chaton!" Sussurrò 

Lui sorrise scuotendo la testa. "Non lo sto facendo Milady, io per te ci sono e ci sarò sempre. Sei stata il mio primo amore e resterai sempre nel mio cuore!" Le disse esortandola con la mano a chiudere quella battaglia contro Papillon. 

Marinette si sentì stringere il cuore: sei stata, non sei. Avrebbe voluto piangere, ma affrontò invece l'amico. Non poteva farsi vedere infelice per questo, non poteva far ricadere su di lui l'errore delle sue scelte. 

Se non ci fosse stato Adrien, se non avesse perso tutto quel tempo dietro ad una persona che la riteneva solo un'amica forse adesso Chat Noir non sarebbe stato così vicino ma così distante da lei. "Ben fatto?" Chiese con un sorriso che non arrivava agli occhi.

Lo sguardo malinconico di Chat Noir incrociò il suo, segno che sì l'aveva amata ed ancora lo faceva. Ma finalmente si era rassegando. Sorrise l'eroe parigino per poi spingere il pugno verso di lei, non si toccarono né sfioravano, ma il gesto c'era sempre.

"Ben fatto!" Dissero all'unisono per poi salutarsi e prendere ognuno la propria strada.

"Mi manchi Chaton!" Sussurrò a se stessa Marinette, finalmente lo diceva apertamente era importante che almeno lei accettasse quello stato di cose. Per se stessa e per i sentimenti che provava.

Atterrò in casa e si detrasformò, Tikki con uno sguardo dolce le andò accanto e la abbracciò non pensando a cibarsi prima. 

"Ti ama ancora Marinette." Disse lei a quel punto.

La corvina si sedette sul letto intanto che Tikki prendeva un biscotto, scosse la testa e finalmente pianse. "Lo amo anche io." Ammise a quel punto, sí lo amava, amava le sue battute ridicole ed il suo savoir faire, amava quando la metteva al centro del suo mondo e la sosteneva in tutte le sue scelte, giuste e sbagliate che fossero, amava la fiducia smisurata che aveva in lei e che mai le aveva negato. Lo amava, lei Marinette Dupain Cheng amava quel gattaccio impertinente ed aveva permesso che lui si allontanasse da lei.

"Anche lui ti ama Marinette, vedrai tutto si sistemerà." Disse ancora la Kwami 

Marinette sospirò asciugandosi le lacrime e scuotendo la testa. "Affrontiamo la realtà Tikki, non sarà più come prima. Lui non mi definisce più la sua lady." Disse prendendo il cellulare.

Aprì la messaggistica, Adrien le aveva scritto e lei non poteva farlo attendere oltre. "Sono felice per lui e per Kagami, e se mi ha informato della loro storia per prima ne sono ancora più felice. Vuol dire che sono importante per lui." Ammise a quel punto aprendo il messaggio. 

La corvina lo lesse e ne rimase colpita, due parole, solo due parole che ella non si sarebbe mai aspettata.

«Mi manchi!» lei Marinette Dupain Cheng mancava ad Adrien Agreste.

   
 
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