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Autore: queenjane    21/06/2020    2 recensioni
Il 10 giugno 1897 nacque Tatiana Romanov, figlia dell'ultimo zar di tutte le Russie. Nata negli agi, conobbe miserie e tribolazioni, fino a perdere la vita con i suoi in una tragica notte di luglio. Happy Birthday Tanik! Always in Your Hearts.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Periodo Zarista
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Una giornata scintillante, la primavera che deviava nell’estate.
Luci e tramonti, mutevoli, come i miei occhi, allungati e perfetti come la mia statura e le proporzioni, parevo, ed in effetti, ero la figlia di un imperatore.



Mi hanno definita la più bella tra le figlie dello zar  e della tedesca, mia madre Alessandra,  una icona, che si cura di tutti e tutto e non di sé, i miei passi  quelli della misericordia, della giustizia, una organizzatrice, avevo smesso di sognare, le illusioni erano terminate.



I miei fratelli mi hanno appellata la “Governante”, tanto so bilanciare orari e permessi, profumi e desideri.


Tatiana Romanov, il mio nome ripreso dal romanzo "Onegin" di Puskin, quello delle due sorelle, Olga e Tatiana.



Quando sono nata, tutti attendevano un maschio, dalla mattina i pianti di mia madre coprirono i miei fino al pomeriggio inoltrato.
La sua figlia preferita e il suo fallimento, dolce come un veleno cosparso di miele.



Tata, Tanik,sorella di misericordia, quando è scoppiata la guerra sono diventata infermiera, come mia madre, mia sorella Olga.


Una principessa  delle fiabe, enuncia Catherine Fuentes, nata principessa Raulov, nello stesso anno di Olga, il 1895, sei troppo perfetta, assoluta per questo mondo, non mostri mai alcun cedimento.



Quattro sorelle Romanov, io e Olga, Marie e Anastasie, the Big Pair and the Little Pair, fino ad Alexei, il maschietto, prediletto dei nostri genitori,compimento di sogni e speranze appese a un filo, un fiato, una stella, che ha l’emofilia, ogni brusco movimento può essere fatale.



Io non sono una principessa fatata, il mio scatto nella primavera del 1917, nei giorni immobili, aspettando l’esilio nei verdi campi inglesi, dopo che mio padre ha abdicato per sé e mio fratello, prigionieri in attesa.
Sono me stessa..
E la rabbia è accolta da un sorriso e un abbraccio.


Lasciati amare, è più facile, Tata, non essere una guerriera senza cedimenti.



Sono nata il 10 giugno 1897, amata e riverita, coccolata e viziata, perfetta, il secondo raggio di sole nella vita dei miei genitori.
Avvenente e dotata di ogni grazia e dono, a ogni compleanno si sprecavano i regali, i panegirici e gli omaggi, dalla perfezione mi salvava l’amore per la moda, i nastri, la musica. 
E quello più bello è giunto il 12 giugno 1917, con due giorni di ritardo, il figlio di Catherine e Andres Fuentes, Felipe.
Lo stringo tra le braccia, attimo per attimo, la perfezione, la meraviglia del creato, mi sento tranquilla, al sicuro, so che mi ama e mi lascio amare, in attesa di avere un mio bambino.



Nel giugno 1918, lui faceva un anno, io 21, arrivò una missiva di straforo.
Felipe aveva gli occhi chiari. La sua prima parola “Tata”, ha scritto sua madre.
Non aveva scordato, che gli aveva parlato di me.
Qualcuno mi ha amato.
E lo ho amato
 
 
   
 
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