CAPITOLO 12: Una vita nuova
È l'ora in cui s'ode tra i rami
La nota acuta dell'usignolo;
È l'ora in cui i voti degli amanti
Sembrano dolci in ogni parola
sussurrata
E i venti miti e le acque vicine
Sono musica all'orecchio solitario.
Lieve rugiada ha bagnato ogni fiore
E in cielo sono spuntate le stelle
E c'è sull'onda un azzurro più
profondo
E nei Cieli quella tenebra chiara,
Dolcemente oscura e oscuramente
pura,
Che segue al declino del giorno
mentre
Sotto la luna il crepuscolo si
perde.
Lord Byron
Amore guarda non con gli occhi ma
con l'anima.
William Shakespeare
La mattina nascente li sorprese
ancora abbracciati.
Erik non riusciva a credere a ciò
che era accaduto.
La sua Christine era venuta a
lui,spontaneamente…senza alcuna costrizione.
Ora dormiva,raggomitolata nel calore
delle sue braccia,sul viso l’espressione soddisfatta e felice di una gattina.
Lui le carezzò piano i capelli.
Mio
Dio,come lo spiegherò a Madame? Ci farà una sfuriata terribile…
”Anche tu
stai pensando a tutte le scuse che dovremo inventare?” La vocina di lei lo
sorprese,strappandolo alle sue riflessioni.
“Buongiorno amore mio…”le baciò
teneramente la fronte. “Sì,effettivamente stavo proprio pensando…alla faccia
che farà Madame Giry quando si accorgerà che il tuo letto è vuoto. Forse
sarebbe più prudente se tu tornassi di là adesso che tutti stanno ancora
dormendo,e..”
“No”lo interruppe lei con decisione.
“Ho fatto la mia scelta. E non ne sono pentita,né me ne vergogno. Non mi
interessa cosa mi diranno..”
Lui le baciò la bocca con tale
passione,con tale amore che Christine sentì divampare ancora una volta il
desiderio irrefrenabile dentro di sé.
“Christine..perchè sei così
bella?perchè?è una specie di incantesimo in cui sono ormai intrappolato.”
Lei si schermì. “In questo momento
devo essere un vero straccio!Non ho quasi dormito!”
Gli passò pigramente un dito sul
profilo della mascella.”Tu sei bello,amore mio. La creatura più bella che abbia
mai visto. La più perfetta.”
La abbracciò più stretta. “Sei un
dono di Dio. Lui ti ha mandata per ridarmi la fede in un mondo che avevo
imparato solo a temere ed odiare con ferocia e crudeltà.”
Intrecciò una mano con la sua. “Sei
un miracolo,lo sai vero?” Si fermò. “Lui ti ha mandata per redimermi,per
confortarmi,per guarirmi dalla mia aberrante solitudine,malattia mortale..”
Lei scosse energicamente la testa,e
gli chiuse la bocca,sigillandogli le labbra con un bacio.
Lui le sorrise,e la avvolse di nuovo
stretta nel suo abbraccio.
Dopo un po’ le disse:”Va tutto
bene,amore mio?”
Lei non rispose. Ascoltava la melodiosa
cadenza della voce del suo Angelo.
“Christine..” Con le dita descriveva
dei piccoli cerchi sul suo viso,sulla gola,sulla schiena.
“Hai la pelle di una bambina,lo sai?
E capelli di seta…e il respiro delicato di un uccellino..sei assolutamente
divina.La mia piccola dea del canto.”
Lei lo ascoltava,felice,senza muovere
la testa dal petto di lui.
“Per favore,perdonami Christine” le disse
ad un tratto Erik con le lacrime agli occhi,e la mascella serrata.
“Per aver ferito il tuo cuore
perfetto con la mia maschera di indifferenza. Per averti mentito,prima ed ora.
Nel mio cuore non c’è mai stato
nessuno oltre te,non ti è mai stato indifferente,neppure per un solo momento. Non
meritavi nulla di quanto hai passato,di quello che hai dovuto subire anche a
causa mia.
Non puoi neppure immaginare quanto
mi sia costato guardarti andare via con lui,quella notte. Quanto abbia
sofferto,come una bestia condotta al macello. Non potevo fare altrimenti,per il
tuo bene.. ma mi è sembrato di morire,di esserne lacerato.”
“Sono io che dovrei chiederti
perdono per il male che ti ho fatto con il mio comportamento leggero,infantile,
egoista. Ma entrambi abbiamo scontato le nostre colpe. Lasciamoci il passato
alle spalle amore mio,ti prego. L’importante è che ci siamo ritrovati. Era il
nostro destino.”
Si tennero stretti l’uno all’altra
in un abbraccio che era più di un contatto fisico.
Era come se,in uno stato di trance e
di completo abbandono reciproco,i loro corpi si fossero fusi al calore di una
fiamma inestinguibile,e ormai fossero diventati un unico organismo.
Lui sospirò. “Hai ragione. Ma,in ogni caso, qualunque cosa ci
diranno gli altri,hanno ragione. Ci siamo comportati come due pazzi
incoscienti. Ed ora mi resta soltanto una cosa da fare.”
Lei lo guardò,incuriosita. “Di cosa
parli?”
Lui le sorrise,divertito dalla sua
ingenuità. “Mi sembra abbastanza chiaro. Dovrò comprare un altro anello.. e
sposarti! O vuoi diventare una concubina persiana?” Accolse con sollievo lo
scherzoso pugno che lei gli assestò nello stomaco.
Nelle mie braccia tutta nuda
la città la sera e tu
il tuo chiarore l’odore dei tuoi
capelli
si riflettono sul mio viso.
Di chi è questo cuore che batte
più forte delle voci e dell’ansito?
è tuo è della città è della notte
o forse è il mio cuore che batte
forte?
Dove finisce la notte
dove comincia la città?
dove finisce la città dove cominci
tu?
dove comincio e finisco io stesso?
Nazim Hikmet
Quando si decisero ad alzarsi ed
entrarono in cucina,li attendeva lo sguardo implacabile e severo di Madame.
Nadir era già uscito per
accompagnare Meg alla matineè.
La donna aveva preparato la
colazione alla piccola Angelique,e le stava intrecciando i lunghi capelli
biondi. Non disse una parola,il suo sguardo eloquente non aveva bisogno di
commentare a voce.
Erik e Christine si guardarono di
sottecchi,pervasi entrambi da una gran voglia di ridere,anziché dalla paura.
Il loro legame era diventato più
saldo che mai nel solo volgere di quella notte.
“Non vedo cosa vi diverta tanto. Non
lo vedo davvero!!! Erik,da te non si sa mai cosa aspettarsi. Ma tu
Christine..mi aspettavo un po’ di buonsenso e di contegno almeno da te!”
Madame Giry aveva fatto del suo
meglio per trattenere la propria rabbia e disapprovazione,ma non era riuscita a
tacere a lungo. Come avevano potuto agire in modo tanto avventato e
sconsiderato, senza tener conto delle conseguenze? Eppure non erano più due
bambini!
Erik congiunse le mani davanti a
sé,come a rivolgerle una preghiera silenziosa ed accorata. Un gesto quasi
teatrale,leggermente beffardo ed artificioso.
“Madame Giry,temo che ormai non vi
resti altro da fare che perdonarci. Come si dice, è inutile piangere sul latte
già versato. In ogni caso,spero che nonostante la vostra riprovazione accettiate
di essere la testimone di Christine,alle nostre nozze..Lei lo desidererebbe
tanto.”
Lo sguardo della donna si illuminò
d’improvviso,ed una luce entusiasta le fece brillare gli occhi.
“Avete davvero deciso di sposarvi?
Oh ragazzi miei,è una notizia fantastica! Io..questa non me la aspettavo
davvero!” Sembrava commossa.
Erik le rivolse un’occhiata ora
quasi indignata. Credeva davvero che si sarebbe divertito con Christine senza
pensare di sposarla? Quella donna e i suoi ottusi comportamenti..non l’avrebbe
mai capita,ne era certo!
La piccola si era nascosta dietro
alla gonna di Christine,abbarbicandosi a lei come un piccolo koala.
“E naturalmente”disse la ragazza
prendendola in braccio “la nostra Angelique ci farà da damigella,non è vero
tesoro mio? E verrà a vivere con noi,se lo vorrai..”
Il sorriso di Madame si affievolì di
colpo,come se il castello in aria di cui stavano parlando fosse del tutto
irrealizzabile nella realtà.
“Come farete dopo? Dove andrete? Non
potete rimanere a lungo a Parigi…”
Erik sospirò. Era conscio anche lui
delle difficoltà che si sarebbero presentate ad ostacolare il loro cammino. “Ho
pensato anche a questo,stanotte. Non ne ho ancora discusso con Christine,ma
credo che sarà d’accordo con me… certo,non sarà facile per me imparare lo
svedese,però prometto di fare del mio meglio..”
Sorrise compiaciuto,quasi deliziato
nel vedere gli occhi della ragazza sgranarsi ed accendersi di una luce nuova,
per la sorpresa completamente inaspettata di una simile soluzione.
Madame annuì compunta.”Sì,la reputo
una scelta saggia. Più lontani sarete e meno il passato potrà tornare a
perseguitarvi.Dio solo sa se ve lo meritate.”
Il Signore
ascolta le preghiere di coloro che chiedono di dimenticare l'odio. Ma è sordo a
chi vuole sfuggire all'amore.
Paulo Coelho
Raoul de
Chagny attendeva da ore,in carrozza. L’impazienza lo divorava.
Aveva visto
uscire il Persiano (“Quel traditore!”) e Meg Giry,da quasi due ore ormai.
Quindi,riflettè,in
casa avrebbero dovuto esserci solo Madame Giry.. e lui. Il mostro.
Una fitta di
eccitazione lo percorse,mentre impugnava la pistola sotto il
mantello,accarezzandone l’impugnatura lucida e liscia,quasi con voluttà.
Aveva scelto
quell’arma perché non poteva rischiare che lui reagisse. Quella bestia era estremamente
abile con la spada e con quel dannato cappio orientale,era in grado di uccidere
un uomo prima ancora che quest’ultimo se ne rendesse conto. Sorrise
gelidamente. Ma non avrebbe potuto nulla contro l’acciaio delle pallottole.
Finalmente giunse
il momento che attendeva da tanto,troppo tempo ormai.
La posata
figura di Madame,avvolta nel suo mantello blu scuro,uscì dal
portone,guardandosi furtivamente intorno prima di imboccare la strada che
conduceva al teatro.
E’ora di
agire,si disse il Visconte. Fra pochi minuti tutto sarà finito.
“Erik…Poco fa dicevi sul serio?Mi
riporterai davvero a casa?”
La voce di Christine era poco più di
un sussurro.
Non riusciva a credere che lui
sarebbe stato davvero disposto a riportarla in Svezia,la terra dove era nata,dove
era ancora sepolta sua madre… Le sembrava un sogno,una fantasia irrealizzabile.
Non aveva mai seriamente pensato di fare ritorno a casa. La sua casa,la sua
famiglia..pensava che non sarebbe più riuscita ad abbandonare la Francia,il
proprio lavoro,i propri affetti. Ma tutto questo era prima. Prima di Erik. Ora al suo fianco nulla sembrava impossibile
o irrealizzabile. Ogni sogno poteva diventare realtà.
Lui la guardò seriamente.
“Christine,dovresti sapere che mantengo le mie promesse.”
Lei lo abbracciò. “Hai ragione,come
ho potuto dubitare per un attimo che non dicessi sul serio? !Quella indecisa
fra noi sono sempre stata io!”rise argentina,ma poi ritrovò un tono più serio.
“Perlomeno,fino ad ora. Ma non ho
più alcun dubbio. Ti sposerò non appena ci sarà possibile mettere il naso fuori
di qui.” Un’ombra di tristezza le oscurò il viso. “Mi dispiace solo di non
poter più vedere il professor Verneuil e i bambini..mi ero davvero affezionata
molto a loro..sono stati la mia famiglia negli ultimi mesi..”
Lui le sollevò il mento,guardandola
dritta negli occhi.
“E chi dice che non li rivedrai? Dopo
tutto,tutti gli sposi hanno diritto ad un viaggio di nozze…perfino quelli in
fuga come noi! Marsiglia non è lontana.. E quando ci saremo stabiliti in
Svezia, potrai invitarli a farci visita,d’estate. Abbiamo così pochi amici…dobbiamo
cercare di mantenere un rapporto con loro,non ti pare?
E poi sono ansioso di ringraziare
questo professore..”sospirò.“Se non fosse stato per lui forse tu non saresti
mai ritornata a Parigi,e io sarei ancora qui a piangere la tua tragica morte.”
Il sorriso di Christine svanì. “A
quanto pare Raoul lo sta ancora facendo…”
Erik si scostò bruscamente. Lei si
accorse di aver commesso una gaffe.
“Erik,non intendevo…mi dispiace di
averlo nominato. E’ solo che…vorrei non aver ferito i suoi sentimenti. Non
vorrei aver ferito i sentimenti di nessuno.”
“I sentimenti di nessuno..a parte i
miei” obiettò lui caustico.
“Non è vero. Soprattutto non voglio ferire tuoi.”
“Cosa diavolo intendi dire?” Le
strinse un braccio. “In un modo o nell’altro dovrà darsi pace.. se tu sei
davvero determinata a rimanere insieme a me. A sposarmi.”
Christine si morse il labbro prima
di rispondere.
“Erik,non fare il bambino!Lo sai,lo
avevo lasciato prima ancora di sapere che tu eri vivo…non lo amavo. Ma questo
non mi impedisce di volergli bene…era il mio migliore amico un tempo. Ed ora è
solo al mondo. Tu più di ogni altro dovresti sapere cosa si prova ad essere
soli al mondo,a perdere l’affetto delle persone che ami..”
Lui le rispose con un tono triste ma
intriso di amarezza.
“Credimi,lo so bene. Ma ho vissuto
per anni in una condizione ben peggiore della sua senza che nessuno provasse la
benché minima simpatia per le mie disgrazie. La benché minima pietà. Non sono
adirato con te,ma ti prego non chiedermi di avere compassione di lui!!”
Lei sospirò rassegnata. “Se io fossi
veramente forte,saprei affrontarti meglio. Il fatto è che io..non sono forte,mi
sento indifesa davanti a te. Ho paura di vedere la verità,di vedere il tuo
dolore,tutto ciò che hai passato nella vita,tutto ciò che ti ha indelebilmente
marchiato. Ho paura che tu possa dirmi addio da un momento all’altro,che tu mi
abbandoni perché pensi che io non sia in grado di capirti, di capire la tua
insicurezza e la tua sofferenza. E’una paura con la quale dovrò imparare a
convivere d’ora in poi,suppongo.”
Lui la fissò negli occhi,con estrema
serietà e con un pizzico di preoccupazione.
“E’una paura che non dovrà
affliggerti mai più. A patto che tu d’ora in poi ti fidi ciecamente di me.
Sempre.”
“Lo farò..ma ora”sorrise lei “l’unica
cosa che voglio è che mi abbracci!”
Rimasero stretti per un attimo
così,in silenzio. Poi si sentì bussare alla porta.
“Oh,Madame deve aver dimenticato di
nuovo questi!”cinguettò allegra Christine,afferrando il paio di mezzi guanti della
donna da una mensola e correndo alla porta.
Non appena ebbe aperto l’uscio,si
trovò una pistola puntata alla fronte.. e al di là della canna,lo sguardo
smarrito di Raoul de Chagny che la fissava come se stesse vedendo un vero
fantasma.
“Cosa diavolo…Christine…”
Tutto quello che succede accade
perché deve e se tu osservi con attenzione, vedrai che é proprio così.
Marco Aurelio
Per un attimo la mano del Visconte
tremò,stringendo la pistola,davanti a quella che pensava essere
un’allucinazione. Molto realistica,ma un’allucinazione.
Christine
è morta,morta,morta..
Continuava febbrilmente a ripeterselo,ma
lei era sempre lì,davanti a lui,ad occhi spalancati.
“Christine?Chi è?” riconobbe
immediatamente quella melodiosa,crudele voce che proveniva dall’altra stanza.
Fossero trascorsi cent’anni,non avrebbe scordato quella dannata voce.
Sempre puntando la pistola contro la
tempia della ragazza,la spinse davanti a sé,come a farsene scudo,sussurrandole
sinistro all’orecchio.
“Ma che gradita sorpresa
Christine…dunque anche la notizia della tua morte era falsa? Avete un’abitudine
molto seccante in comune, tu e il tuo prezioso Angelo della Musica..sembrate
non aver nessuna voglia di abbandonare questo mondo. E siete sempre avviluppati
da una tela inestricabile di menzogne.”
Entrò nella stanza antistante,dove
Erik attendeva voltato di spalle il ritorno di Christine. Stava guardando
distrattamente fuori dalla finestra…
“Buon giorno,amico mio. Stavo
appunto dicendo alla nostra Christine come cocciutamente sembriate sfuggire
sempre alla morte. Non è carino da parte vostra…soprattutto non da parte tua.”
Ad Erik gelò il sangue nelle vene
vedendo Christine presa in ostaggio a quel modo…dal Visconte de Chagny.
Maledì la sua dannata sicurezza di
sé…aveva sottovalutato i leciti e saggi
dubbi di Nadir,ed ora si trovavano a pagarne le conseguenze.
E quel che era peggio…le stava
pagando proprio la sua Christine.