Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
Segui la storia  |      
Autore: GeKookie    24/06/2020    0 recensioni
Taehyung un giorno trova nelle vecchie cianfrusaglie del nonno una Polaroid e come primo scatto decide di fotografare il suo piccolo fiore.
(È una storia molto lenta, iniziata in notti la quale dormire diventa difficile.
I personaggi non rispecchiano le tempistiche degli anni, quindi hanno età differenti da quelle vere.
Spero non sia noiosa e soprattutto vi chiedo di perdonare gli errori di grammatica.
Buona lettura a tutti🥰
-Ge)
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jeon Jeongguk/ Jungkook, Kim Taehyung/ V
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: Incompiuta
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

“Jungkook?” 
“Mh?” 
“Che ti prende?” 
“Ah… niente, stavo pensando” 
Ogni volta era sempre la stessa risposta susseguita da un sorriso accennato solo per non far preoccupare tutti. 
Quel giorno sembrava non finire più, c’era troppo lavoro in ufficio e tutti erano in blackout con le idee.

“Credo che aprire un bar in questa zona sia impossibile, è una via inutilizzata” 
Aveva esordito il direttore a quella folle proposta di Jungkook. 
“Ma signor Kim, fino ad ora la nostra agenzia ha aperto in molti posti riscontrando tantissimo successo, perché non tentare?” 
“Jeon… nella nostra catena, non si tenta, si fa e basta e la sua proposta non è all’altezza” 
“Ma-” 
“Sono d’accordo anche io con il presidente” 
Era l’ultima persona che voleva sentire in quel momento. 
Jungkook sbuffò e cercò di trattenersi dal non rispondere male. 
“Ora puoi anche andare Jeon” 
Sì congedò inchinandosi e uscendo dalla sala riunioni si incamminò verso il suo ufficio. 
“Cazzo!” 
Urlò sbattendo la porta, facendo saltare sulla sedia il suo collega, non che compagno di vita, non che il suo coinquilino. 
“Mi hai fatto spaventare, ma ti sembra normale?” 
“Scusa” 
Disse stringendo tra l’indice e il pollice l’attaccatura del naso. 
Si sedette alla sua postazione, si mise gli occhiali che usava solo in caso di stress per alleviare il dolore alla vista e iniziò a pigiare la tastiera in fretta. 
Il ragazzo che ancora aveva il cuore in gola dallo spavento si alzò e con le mani in tasca della sua tenuta da lavoro si avvicinò al coniglio nevrotico. 
Sorrise vedendo Jungkook concentrato sul monitor, con lo sguardo corrugato e serio. 
Era diventato un uomo d’affari alla sua giovane età e aveva ancora tanta strada e tanti problemi da risolvere. 
“La smetti di fissarmi?” 
“Ora non posso farlo?” 
“Aish -sbatté le mani sulla scrivania- mi distrai” 
Il ragazzo rise incrociando le braccia. 
“Ma guarda un po’ te… sei incredibile” 
Ancora ridendo tornò alla sua postazione, risedendosi sulla poltrona in pelle sintetica e guardando di sottecchi al di sopra del computer Jungkook intento a scrivere la relazione sul suo progetto. 
“Accidenti” 
Imprecò Jungkook. 
“Che succede?” 
“Ti ho detto di smetterla di guardarmi, perché continui?” 
“A qualcuno è arrivato il ciclo? Che cazzo hai oggi Jeon?” 
“Madonna quanto mi fai innervosire.” 
Si alzò di scatto prendendo le sue cose mettendole dentro la valigetta. 
“Vado a casa a lavorare, qua non ci riesco.” 
Si avvicinò alla porta. 
“Ti aspetto a casa, passa a comprare la cena da qualche parte” 
Aggiunse, lasciando il collega immusonito ma divertito da quanto infantile fosse Jungkook certe volte. 

Quella sera il coinquilino di Jungkook tornò a casa più tardi del solito. 
“Scusami, il capo voleva parlarmi” 
“Sicuramente avrete parlato di me, come sempre, visto che devi subirti tutte le ramanzine per il mio comportamento” 
“Già…” 
Jungkook guardò dal basso della sua sedia il ragazzo con la spesa in mano. 
“Mi licenzio” 
Sentenziò Jungkook. 
“Cosa-“ 
“Ti creo solo problemi” 
“Jungk-“ 
“Domani presenterò il mio progetto, dopodiché mi licenzieró, ho già la lettera di dimissioni pronta” 
“Ma cosa stai dicendo?” 
Jungkook si alzò dalla sedia della piccola scrivania e si piazzò davanti al coinquilino. 
“Taehyung… Non preoccuparti, ho già trovato un nuovo lavoro” 
“Ma cosa c’entra?” 
Il minore sorrise genuinamente. 
“Smetteró di farti rimproverare e entrambi lavoreremo meglio se non saremo insieme” 
“Jungkook ma cosa stai dicendo?!” 
Il maggiore si stava alterando così Jungkook svió la convenzione. 
“Mangiamo? Domani compro io la cena, promesso” 
“Ma Jungkook-“ 
Il nominato gli strappò dalle mani la borsa e la mise sul piano della cucina iniziando a svuotarla delle pietanze. 
“Sono ancora calde! Sbrighiamoci prima che si raffreddi tutto!” 
Disse in tono allegro e sorridente seppur a malincuore per la conversazione di pochi secondi fa. 
Taehyung che era ancora all’ingresso, si tolse le scarpe e il giaccone e raggiunse il minore intrappolandolo tra il piano cottura e la sua figura. 
Jungkook sobbalzò girandosi verso il suo hyung. 
“Che spavento, sei pazzo?” 
“No, tu lo sei.” 
“Perché scusa?” 
“Perché vuoi licenziarti?” 
“Aaah… ma te l’ho già detto, avrai un pensiero in meno hyung, è meglio così” 
“Jungkook… ci conosciamo da ormai diciassette anni, perché mi stai mentendo?” 
“Mentendo?” 
“Perché ti infastidisce la mia presenza?” 
“Ma che cosa stai dicendo?” 
Taehyung sospirò guardando il pavimento. 
“Chiederó un cambio di ufficio” 
“Taehyung-“ 
“Tu non vai da nessuna parte. Continuerai a lavorare con me.” 
Ormai stanco dell’atteggiamento dell’amico, Jungkook decise di concludere la faccenda. 
“Mangiamo” 
Esordì serio portando le pietanze sul tavolino in salotto. 
Taehyung si morse l’interno delle guance annuendo e sospirando rumorosamente, aprendo il frigo per prendere una delle sue amate bottiglie di soju e una lattina di coca cola  per il più piccolo. 
Sì sedettero sul morbido tappeto e iniziarono a mangiare in silenzio mentre alla tv passava il telegiornale delle dieci di sera. 
Jungkook inizió a preoccuparsi dopo che il maggiore si alzò per andare a prendere la seconda bottiglia di soju. 
“Hyung non dovresti bere così tanto, ti si rovinerà lo stomaco…” 
“Ah tranquillo” 
Dopo essersi seduto Taehyung aprì la bottiglietta e versó un bicchierino quasi all’orlo. 
Ripose la bottiglia e si scoló il bicchierino in un colpo solo. 
Jungkook lo guardava a bocca aperta, osservando lo sguardo contratto del maggiore in una smorfia. 
“Vuoi?” 
“Sei pazzo?! Non ho ancora l’età giusta per bere!” 
“Bugiardo sei grande quanto me, tieni” 
Versó un altro bicchiere ponendolo a Jungkook. 
“Vai, un colpo solo” 
“Hyung… non insistere” 
Taehyung sbuffò e quindi si scoló anche quel bicchiere per poi alzarsi. 
“Vado a fare una doccia” 
“Non ti reggi in piedi, rischi di scivolare e spaccarti la testa” 
“Oh ma dai, allora fammi compagnia” 
“Vai a letto, te la fai domani mattina la doccia che così ti cambio anche le lenzuola” 
“Va bene mamma” 
Disse ridendo Taehyung per poi dirigersi ugualmente al bagno per i suoi bisogni naturali. 
Jungkook finì di bere la sua coca cola e iniziò a spreparare portando tutto in cucina. 
Richiuse la bottiglia di soju per bene e la rimise in frigo e poi pulí il tavolino. 
Lavó i piatti e le bacchette, sistemando il piano cottura dalla sera precedente per il disastro che aveva combinato Taehyung nel tentativo di fare una frittata e poi si diresse anche lui in bagno trovandoci ancora Taehyung. 
“Aish… forza su alzati, non puoi dormire mezzo nudo seduto sul water” 
“Scusa, ora mi sbrigo” 
Mentre Jungkook aspettava fuori dalla porta con le guance rosse più della luce del semaforo pensò alle parole di Taehyung. 
“Brutto ubriacone del cazzo” 
Aveva sussurrato a denti stretti. 
“Fatto” 
Sì risvegliò dai suoi pensieri e lasciò uscire il maggiore dal bagno. 
Una volta chiusa la porta si spogliò e si buttò sotto il getto di acqua calda. 
Dopo una doccia veloce uscì dal bagno correndo in camera sua ma spaventandosi quando dopo aver acceso la luce si trovò Taehyung sul suo letto che lo guardava senza nessuna emozione. 
“Ma che diamine ci fai qua? Vai a letto che domani abbiamo da fare” 
“Resterai vero?” 
“In che senso?” 
“Non te ne andrai via, resterai a lavorare con me vero?” 
Piagnucolava Taehyung in tutta la sua stanchezza. 
“Ci penserò” 
“No no no… no… tu devi restare” 
“Forza hyung, vai nella tua stanza, io mi devo cambiare” 
“Posso stare qui con te?” 
Jungkook alzò gli occhi al cielo e sbuffò. 
“Girati che almeno mi vesto” 
Taehyung fece come voleva il minore e si girò verso la libreria. 
Jungkook si vestí e poi riportò l’accappatoio in bagno. 
Ritornò in camera sua chiudendo la porta. 
“Sì però non prenderti tutte le coperte” 
“Scusa” 
Disse Taehyung mezzo assonnato. 
“Dormi ok?” 
“Mh” 
Entrambi presero sonno dopo poco, l’uno accanto all’altro. 

Quella mattina il primo a svegliarsi fu Jungkook dopo aver sentito il rumore assordante di un clacson nell’affollata capitale. 
Sì stropicciò gli occhi sbadigliando poi. 
Guardò l’orario dall’orologio sopra la porta e dopo aver letto “8:30” si allarmò. 
“Cazzo Taehyung! Tra mezz’ora dobbiamo essere in ufficio!” 
L’altro mugugnò qualcosa irritato. 
“Jungkook… oggi è il nostro giorno di riposo non ricordi?” 
Il più piccolo a quell’affermazione si bloccò da ogni movimento. 
Come aveva fatto a dimenticare il loro giorno libero, se lo sarebbe ricordato fino alla sua morte ma quel giorno era come se avesse resettato il cervello. 
“Ah… hai ragione” 
Si passò la mano tra i capelli sedendosi al bordo del letto dando le spalle a Taehyung e la sua vista alla grande vetrata che dava alla città. 
“Mi dispiace di averti svegliato” 
“Tranquillo” 
Aveva risposto con calma Taehyung ancora mezzo addormentato. 
Dopo qualche minuto che Jungkook guardava fuori dalla finestra, Taehyung lo prese per i fianchi facendolo cadere su di lui. 
“Che fai idiota?” 
“Sei ancora con il ciclo? Se giochiamo sporchi il letto?” 
“Ma che cazzo dici?!” 
Taehyung si mise a ridere iniziando a fare il solletico al minore che non tardò ad urlare. 
“Shhhh così ci sentono i vicini!” 
“Smettila!!!” 
E Taehyung vedendolo in fin di fiato la smise. 
Jungkook si trovava sotto Taehyung con il respiro corto e ancora ridente per la tortura di solletico. 
E Taehyung era molto bello da vedere da quella prospettiva e viceversa. 
Il petto di Jungkook si alzava e abbassava in modo sconnesso cercando di prendere più fiato possibile. 
“Te l’hanno mai detto che sei stupendo?” 
Forse Taehyung avrebbe dovuto tenere quel pensiero per se, in modo che Jungkook non bloccasse il suo respiro. 
Accorgendosi di quello che aveva detto sì smentì subito. 
“Stavo scherzando, non farti brutte idee hahaha” 
“Figurati, però so di essere stupendo” 
Disse facendo svolazzare una ciocca di capelli. 
“Che diva” 
“Sempre” 
E risero ancora. 
“Dovresti accorciare i capelli” 
“Gesú che stress, sono bellissimi anche lunghi” 
“Lo so, però così finirai per conquistare qualsiasi ragazza, sono un tipo molto geloso sai” 
Esordì portandosi una mano sul cuore con fare drammatico. 
“Ma piantala” 
Taehyung sorrise vedendo il piccolo con un broncio adorabile. 
“Potresti alzarti? Mi stai facendo male ai fianchi” 
“Oh, mi scusi principessa” 
“Gnegnegne” 
Fece il verso Jungkook. 
“Dovresti lavarti comunque, puzzi” 
“Non mi sono fatto la doccia?”

“No, eri ubriaco marcio” 
“Spero di non aver detto cazzate” 
“Oh no, semplicemente hai proposto di fare la doccia insieme dopo che ho puntualizzato il fatto che eri ubriaco” 
E quando Jungkook realizzò ciò che aveva detto si bloccò in mezzo al corridoio che stava percorrendo per andare in bagno. 
Taehyung che lo stava seguendo gli andò addosso colpendolo sbadatamente. 
“Oh, non mi ero accorto scusa” 
“Taehyung… non eri serio vero?” 
“Quando?” 
“Ieri sera -fece una pausa- cioè molte volte dici che dovrei ascoltare quando sei ubriaco perché dici cose che non diresti mai e che sono vere la maggior  parte delle volte” 
“Ah- no, no, no tranquillo… sai qualche cazzata la dico” 
“Mh… allora io vado in bagno e dopo te lo lascio” 
Taehyung annuì. 
“Cosa vuoi dopo per colazione?” 
“Quello che c’è, va bene qualsiasi cosa” 
“Ok” 
Jungkook si chiuse la porta alle spalle inclinando la testa di lato pensieroso e poi la scosse ritornando sulla terra per fare ciò che faceva ogni mattina. 
Taehyung mentre era seduto sul divano si dava dello scemo. 
“Oh dai cazzo Taehyung, dovresti smetterla di bere” 
E iniziarono i suoi discorsi ad alta voce. 
“Sei proprio un coglione, per di più davanti a Jungkook, che hyung irresponsabile” 
“Hyung parli da solo ora?” 
Il ragazzino apparve in salotto con una faccia stranita guardando il maggiore che parlava a vanvera. 
“Oh sei qua, allora vado al bagno” 
“O-ok…” 
Buffò un piccolo bah, Jungkook, e andò in cucina a preparare del tè per Taehyung e prendere un latte alla banana dal frigo. 
“Dovremmo comprare altro latte” 
Quindi segnò sul piccolo post-it appeso al frigo il latte alla banana e alla fragola. 
Prese poi dalla dispensa i vari biscotti e merendine mettendole sopra alla piccola penisola della cucina, sedendosi al suo posto, aspettando l’arrivo di Taehyung che non tardò. 
“Ma vestirti?” 
“Che c’è? Lo sai che lo faccio sempre” 
Riferendosi al fatto che dopo la doccia girava per casa in asciugamano per una buona ora fino a quando non si decideva di vestirsi perché iniziava ad avere freddo. 
Però forse quello non era il giorno più adatto. 
Jungkook sbuffò. 
“Che hai? Sul serio è da un paio di mesi che ti dà fastidio che io giri in asciugamano” 
“Appunto e perché continui a farlo?” 
“Ma che cazzo Jungkook, che problemi hai?” 
“Mi metti a disagio” 
Ammise il minore. 
“Perché?” 
“Perché non ho il tuo stesso fisico” 
Distolse lo sguardo dal petto asciutto del più grande. 
“Oh Dio… di nuovo le tue paranoie. Jungkook avanti -si avvicinò- guardami” 
“Dai hyung” 
“Guardami -disse tranquillamente prendendo il mento Jungkook costringendolo a guardarlo negli occhi- coniglietto~ sei sempre bellissimo, non devi sentirti a disagio!” 
“Aish” 
Schiaffeggiò via la mano di Taehyung prendendo un sorso del suo latte con la piccola cannuccia. 
“Versati il tè da solo” 
Rispose arrabbiato scendendo dallo sgabello e andando in camera sua. 
Intanto sul volto di Taehyung apparve un piccolo sorriso quasi di felicità. 
Dopo tre ore trascorse senza la presenza di Jungkook, Taehyung decise di varcare la soglia di camera sua. 
“Ti va di uscire?” 
“Non si usa più bussare?” 
“Non si usa più essere educati e rispondere?” 
Jungkook alzò gli occhi al cielo e si alzò dal confortevole, caldo e morbido letto. 
“Dove?” 
“Shopping?” 
“Sei ossessionato” 
E così si prepararono per uscire. 
Mentre giravano per le strade di Seul, il telefono di Jungkook iniziò a squillare. 
“Pronto?” 
“Mh… sì certo” “Ah tranquillo entra pure” “Si esatto” “Mhmh, ok” “Figirati, ciao” 
“Chi era?” 
“Namjoon” 
“Che voleva?” 
“Il fascicolo del progetto che ho esposto ieri” 
“E tu hai consentito a prestarlelo?” 
“Taehyung -si fermò in mezzo al marciapiede- onestamente non mi interessa se Namjoon userà la mia idea” 
“Ma Jungkook-!” 
“Almeno lui è capace di far cambiare idea a suo padre…” 
“Ma perché lo lasci fare?” 
“Perché lui mi ha fatto avere il posto di lavoro… -sospiró- non ispira manco a me Namjoon, non è mai stato un tipo simpatico, ma è molto responsabile e cerca di non mettere suo padre e i colleghi in conflitto… è molto intelligente, quindi credo che il mio progetto gli sia piaciuto e lo vuole portare a termine… e poi non mi interessa avere i riconoscimenti” 
“Folle” 
“Come sempre” 
“Già…” 
“Andiamo allora?” 
E così ripresero a camminare fino a quando Jungkook sapeva dove Taehyung voleva andare a parare. 
“Taehyung?” 
“Si?” 
Rispose euforico il maggiore. 
“Dimmi che non stiamo andando dove penso” 
“Cosa pensi~?” 
E prima che potesse rispondere si trovarono davanti al negozio. 
“Ti prego, almeno per questa settimana puoi evitare di farmi entrare da Gucci?” 
“Richiesta respinta, su entra!” 
Prese per la mano Jungkook costringendolo a seguirlo. 
“Buongiorno signor Kim, oh buongiorno anche a lei signor Jeon” 
“Buongiorno~” 
“Giorno” 
Taehyung iniziò a girare tutto il negozio mentre Jungkook restò vicino alla commessa. 
“Il signor Kim ormai è diventato un cliente abituale” 
Sorrise la donna. 
“Sì… è ossessionato per questo marchio” 
“Beh -rise piano- ci sono capi che effettivamente sono bellissimi ma che si possono trovare ovunque” 
“Concordo, boh, non lo capisco” 
“Jungkookiiiieee” 
“Oh, vado dal principe” 
Risero entrambi mentre il giovane si dirigeva verso i camerini. 
“Come mi sta?” 
“Come qualsiasi cosa” 
“In che senso?” 
“Ti sta bene” 
“Solo?” 
Fece il labbruccio. 
“Aish… ti sta divinamente” 
“Aaaaah lo soooo”

Per fortuna l’inferno durò meno del solito e uscirono dopo mezz’ora. 
Taehyung aveva già speso uno stipendio in tre capi e il giro non era ancora finito. 
“Andiamo a mangiare qualcosa?” 
Propose Taehyung. 
“Si, andiamo al bar quello che c’è qua dietro l’angolo o quello infondo alla strada?” 
“Anche quello qua” 
“Buongiorno signor Kim, Jeon” 
“Giorno Yugyeom” 
“Vi faccio accomodare al solito posto?” 
“Si grazie”

“Yugyeom si meriterebbe un posto in azienda” 
“Beh ma comunque lavora per noi” 
“Si però ha del potenziale” 
Taehyung sbuffò. 
“Solo perché è tuo amico” 
“Come? -fulminò con lo sguardo Taehyung- non lo conosci nemmeno, non giudicarlo” 
“Ecco a voi la zuppa di pesce” 
“Oh, grazie Yugy” 
Sorrise Jungkook. 
Il cameriere sì congedò con un sorriso e un inchino. 
“GrAzIe YuGy, tsk ma fammi un piacere” 
“Ma che hai?” 
“Yugyeom sta bene a fare il cameriere, almeno attira gente” 
“Sei proprio uno stronzo.” 
Si alzò. 
“Dove vai?” 
“Al bagno” 
Jungkook era furioso, non capiva tutto quell'odio verso un suo caro amico del liceo. 
“Oh, Jeon” 
“Sei in pausa?” 
“Si, ho servito voi e un altro tavolo e mi ci hanno mandato” 
“Mh, bene” 
“Come mai usi il bagno dei dipendenti?” 
“È più bello” 
“Sei incredibile, non sei cambiato affatto” 
Risero entrambi all’affermazione del più piccolo. 
“Come ti trovi a lavorare per noi?” 
“È divertente, ci sono dei clienti simpaticissimi, ieri una ragazza si è pure dichiarata a me, che carina” 
“Davvero?” 
“Si, erano settimane che ogni giorno veniva qua” 
“E?” 
“E niente, non ho accettato di uscirci insieme” 
“Nooo perché?!” 
“Non era il mio tipo” 
“Ma se non ci sei nemmeno uscito” 
“Si ma io punto più in alto” 
“Sei proprio un cretino” 
“Ahahah grazie” 
“Va bene… ti lascio fare la tua pausa in pace, io ritorno da Taehyung che se no si arrabbia” 
“Ok… stammi bene Jeon” 
“Anche tu Kim” 
Dopo essere uscito dal bagno, ritornò da Taehyung ma del sottoscritto non ce n’era traccia. 
Allora decise di controllare fuori e lo trovò con una sigaretta tra le labbra mentre smanettava con cellulare. 
“Ma che cazzo fai” 
Jungkook strappò via la sigaretta e la spense. 
“Ma che cazzo fai tu” 
“Perché stavi fumando?” 
“Mi andava” 
“Kim Taehyung, ritorna dentro.” 
Sbuffando, girò i tacchi e rientrò nel bar e si riaccomodarono al loro tavolo. 
“Non farlo più” 
“Cosa?” 
“Non fumare, ti fa male” 
“Tu me ne fai il doppio” 
“Cosa-“ 
“Mangiamo” 




 

Dopo quel pranzo, i due non finirono il giro dei negozi, Taehyung decise di andare a trovare un amico e Jungkook tornò a casa con diverse emozioni. 
“Come mai da queste parti?” 
“Ciao anche a te Jimin” 
Il nominato sorrise. 
“Allora?” 
“Jungkook” 
“Come il solito -si stravaccò sul divano- prego accomodati pure sulla poltrona” 
“Non dovremmo fare a cambio?” 
“Uff, ci sono stato per cinque ore intere oggi, lascia che la mia schiena si riposi” 
“Wow vita difficile quella di uno psicologo” 
“Non dire stronzate -rispose seriamente- che problemi ci sono ora?” 
“Ieri sera mi ha detto che vuole licenziarsi, poi mi sono ubriacato per dimenticare il discorso e gli ho proposto di fare la doccia insieme, oggi ho fumato dopo due anni che non lo facevo più e Jungkook mi ha colto sul fatto e poi-“ 
“HAHAHAAH cosa hai fatto?! Gli hai proposto una doccia insieme?! Sei pazzo per caso? -rise passandosi una mano sul viso- sei un folle Kim” 
“Sono un coglione, volevi dire” 
“Si anche” 
“Grazie, apprezzo” 
“Taehyung… dove sei andato ad infognarti?” 
“Me lo chiedo anche io, ma Jungkook è la cagata più bella che potessi fare” 
“Bello paragonare il ragazzo che ti piace alla cacca” 
“Non intendevo quello-“ 
“Che è successo dopo?” 
“Gli ho fatto una scenata di gelosia…” 
Jimin guardò il suo amico, voleva dirglielo che era proprio un coglione, ma in fin dei conti lo capiva. 
“Immagino già per chi” 
Taehyung era giù di morale perché non sapeva gestire i sentimenti e si pentiva di provare certe cose. 
“Hai mai pensato di parlare con Jungkook?” 
“In che senso?” 
“Perché non fai la prima mossa?” 
“Non ci riuscirei” 
“Oh aventi, se ce l’ho fatta io” 
“Jimin” 
“Dimmi” 
“Non voglio restarci male” 
“Cosa vuoi che sia? Tutto passa” 
“Per te non è mai passata.” 
E in quel momento un nodo alla gola si formò su Jimin. 
E faceva male, molto male, era una questione che non riusciva a chiudere, in un modo o nell’altro usciva sempre fuori. 
“Potresti evitare di riportare alla luce il passato?” 
Jimin si alzò svogliato dal divano e si avvicinò al frigo che si trovava in quella stanza prendendo una bottiglia d’acqua e versandola su una tazza. 
“Vuoi?” 
“No grazie” 
Bevve in silenzio il contenuto incolore e insapore guardando Taehyung seduto con i gomiti appoggiati alle gambe e la fronte alle mani incrociate che guardava il pavimento. 
“Non riesco a dimenticare la delusione che ti ho dato” 
Jimin sospiro dopo aver preso un altro sorso d’acqua per poi appoggiare la tazza al tavolo affianco al frigo. 
Con le mani in tasca dei suoi pantaloni a pinocchietto neri, si avvicinò a Taehyung. 
“È passato ormai, mettici una pietra sopra come ho fatto io” 
“È più forte di me, non riesco a dimenticarti” 
“È normale che io ci sia stato male, ma ora sto bene, ho una relazione con un ragazzo magnifico che mi fa scordare tutti i miei brutti momenti… devi dimenticare quell’episodio come ho fatto io” 
Anche se non era del tutto così, voleva rassicurare il piccolo Taehyung dal dolore. 
“Ma ho già detto che non ce la faccio…” 
“Taetae…” 
Gli occhi del giovane si riempirono di lacrime e iniziò un piccolo pianto di malinconia. 
“Se mi fossi innamorato di te ora entrambi potevamo essere felici… e invece no, ho fatto stare male il mio migliore amico e ora sto pagando per tutto il dolore che gli ho provocato” 
“Tae… non dire così… dai alzati” 
Taehyung obbedì alla richiesta del maggiore e si alzò. 
“Vieni dal tuo Jimin” 
Disse allargando le braccia e Taehyung ci si mise in mezzo trovando conforto nel suo amico di una vita, piangendo per tutta la situazione che si era creata. 
“Hyung” 
“Dimmi” 
“Mi dispiace… non sono mai stato alla tua portata, perdonami” 
“Io ti avevo già perdonato ancora prima del tuo rifiuto” 
Restarono abbracciati per qualche minuto, in quella calda giornata di aprile.

Taehyung tornò nella sua dimora molto tardi, e Jungkook sentendo la porta di casa aprirsi, corse in soggiorno. 
“Ma dove eri finito?! Perché non rispondi al telefono?!” 
“Ero da un amico, lo sapevi” 
“Si ma almeno avvisami, anche un guarda stronzo sto bene, sono vivo, sono da x amico” 
“-prima di parlare Taehyung sbuffò- hai voglia di fare questione? Non ti sei mai preoccupato per dove vado nel giorno di riposo” 
“Si ma-“ 
“Continua a farlo. Non posso stare con l’ansia di doverti dire dove sono” 
Jungkook era solo preoccupato e ciò che aveva ricevuto era una risposta sgarbata per essersi preso male. 
“Ok, va bene” 
“Dai non fare l’offeso” 
“Non lo sto facendo infatti” 
“Dove vai?” 
“Dove vuoi che vada? In camera mia, mi sembra ovvio” 
“Non ceni?” 
“Non ho fame” 
“O non hai voglia di stare in mia presenza?” 
“Non ho fame.” 
“Aish” 
Imprecò Taehyung dopo che il minore sbatté la porta della camera. 
Non ne faceva una giusta, aveva ragione Jimin. 
Nonostante Jungkook gli avesse detto che non aveva fame, preparò qualcosa anche per lui. 
“Jungkook?” 
Bussò sulla porta di legno bianca. 
“Che vuoi?” 
“Ho… ho preparato qualcosa anche per te, se vuoi di là c’è  il vassoio, io mangio in camera” 
Passarono alcuni minuti prima che Jungkook sentisse la porta della camera di Taehyung chiudersi. 
Quindi si alzò dalla sedia della scrivania e andò in cucina. 
Non poté fare a meno di sorridere quando davanti ai suoi occhi si presentò il suo piatto preferito. 
Sì avvicinò al vassoio notando un bigliettino: “scusami se in questi giorni ho un comportamento scorretto nei tuoi confronti, spero di essere perdonato almeno un po’, buon appetito, ti voglio bene, il tuo Tae” 
“Aish… coglione” 
Prese il vassoio, spense la luce della cucina e andò difronte alla porta di Taehyung. 
Sospirò. 
Bussò. 
“Chi è?” 
Imbecille. 
Rise in silenzio. 
“Chi vuoi che sia?” 
“Non lo so, magari mi sto immaginando qualcuno di nome Jungkook, fuori dalla porta, che pensa che io sia un cretino a rispondere chi è… sai, non si sa mai” 
Jungkook aprì la porta. 
“Ma sei scemo?” 
“Mmmh, non lo so, fammici pensare… credo di si” 
“Posso entrare?” 
“I conigli non sono ammessi nella tana delle tigri, si potrebbero fare male” 
“Sei proprio deficente” 
Taehyung sorrise. 
“Vieni” 
Lo invitò affianco a lui. 
“Che stai guardando?” 
“Boh, non lo so, ero concentrato più a mangiare che alla tv” 
“Grazie” 
“Di cosa?” 
“Della cena” 
“Figurati, era per finire le cose in frigo, domani bisogna fare un po’ di spesa” 
“Mh… buon appetito allora” 
“Buon appetito”

I due guardarono il film trasmesso quella sera, sdraiati sul letto di Taehyung. 
“M-“ 
“Hai detto qualcosa?” 
“No- scusa” 
“Sicuro?” 
Jungkook deglutì appena, voleva chiedergli una cosa ma stava diventando difficile e soffocante. 
Taehyung guardava fisso il ragazzino affianco a lui cercando di decifrare la sua espressione. 
“Mi puoi abbracciare?” 
Chiese Jungkook tutto d’un fiato. 
Taehyung rise per la tenerezza e lentamente si girò di lato, prendendo con il braccio destro le spalle di Jungkook per circondarlo. Mentre il braccio sinistro chiedeva spazio sotto la testa del piccolo. 
Jungkook si ritrovò con il viso sul grande petto del maggiore, ad una distanza che a momenti sentiva il cuore di Taehyung uscire dalla gabbia toracica. 
“Perché il tuo cuore va così veloce?” 
“Perché mi piace abbracciarti” 
Per fortuna che Taehyung non poteva vederlo perché stava letteralmente morendo di imbarazzo. 
“Perché mi hai chiesto un abbraccio?” 
Chiese dolcemente al ragazzo tra le sue braccia. 
“Perché non voglio perderti… stiamo litigando spesso ultimamente, mi fa paura” 
“Perché ti fa paura?” 
“Perché non voglio litigare con te, sei l’unica persona che mi è amica sul serio senza interesse economico” 
“Starei con te anche se fossi il più straccione di Seul” 
“Bugiardo” 
“E che ne sai tu?” 
“Ti ricordi il primo giorno che ci incontrammo?” 
“Come dimenticarlo, se non ci fossi stato saresti sotto terra” 
“Già… mi hai salvato la vita” 
Si strinse ancora di più tra le braccia di Taehyung. 
“E continui a farlo ancora dopo 17 anni” 
Taehyung sorrise. 
“Eri proprio un bambino adorabile all’epoca” 
“E tu un ragazzino dispettoso ma molto gentile con me” 
“Sei cresciuto così in fretta eppure in questo momento sembra che tu abbia di nuovo dieci anni” 
“Mi sento sempre come se avessi dieci anni con te” 
“Sei proprio un bambino” 
“Lo so, e so anche che mi ami per essere così” 
Il battito di Taehyung accelerò ancora di più a quell’affermazione. 
“Che ti prende hyung?” 
“N-nulla… che ne dici se ora dormiamo?” 
“Mh si, meglio” 
Dopo essersi dati la buonanotte i due presero sonno ancora abbracciati e ci restarono per tutta la notte in quella posizione. 

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS) / Vai alla pagina dell'autore: GeKookie