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Autore: KikiWhiteFly    13/08/2009    4 recensioni
{ShikaIno, sempre e comunque!}
[...]“Ehi, non è permesso fumare, qui”, disse con tono da maestrina, indicando il cartello.
“Allora fammi una multa, già che ci sei”, le aveva suggerito. Ino allora si era alzata, mettendosi sull'angolo della scrivania e tirandolo per il colletto della camicia. “La pagheresti molto salata”, adesso era a un millimetro dalle sue labbra, pronta a timbrargli il suo rossetto color fuoco. “Sono disposto a pagare qualsiasi prezzo"[...]
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ino Yamanaka, Shikamaru Nara
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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{La fan fiction che vi apprestate a leggere prende il nome dal telefilm

italiano, ciò perché ho trovato i protagonisti azzeccatissimi a quelli di Naruto, specialmente a due: Shikamaru e Ino. So che la cosa vi sta stupendo alquanto, ù_u'.

Sono semplici drabble/shot, spero tanto che vi piacciano perché temo di

aver perso la mano con Naruto, questi ultimi tempi, postando quasi per niente.

Buona lettura!

Kiki.}










1# Presentazioni




Shikamaru Nara era un commissario stimato, e adesso stava dimostrando tutta la sua serietà posando educatamente i piedi sul tavolo d'ebano, nonché sua scrivania. Stava deliziando il proprio palato con un cornetto ripieno di crema, quella che adesso scivolava dal labbro inferiore fino a concludere il suo percorso sopra il cartoccio dentro il quale erano rinchiusi i croissant.

“Capo... È arrivata quella nuova”

Con quella nuova si intendeva molto semplicemente la stangona bionda -aveva già preso informazioni- che d'ora in poi avrebbe lavorato in sua compagnia. La immaginava già... La solita figlia di papà, raccomandata per giunta.

“Sarà la solita idiota”, borbottò a mezza voce, ringhiando di disgusto. Si ripulì con un fazzolettino trovato lì per caso, assieme a mille altri fogli spiegazzati. “Falla entrare”, dettò legge.

E il ragazzo sentì pochi passi entrare di soppiatto, con un po' di timidezza, del tutto naturale, dettata da una comprensibile soggezione. “Ino Yamanaka. Piacere”

Adesso gli stava tendendo la mano. L'uomo alzò il capo, fino ad allora la sua visuale si era fermata alla mano della ragazza, estremamente curata. Stava per stringere quelle dita affusolate, prive di qualsivoglia bracciale od ornamento. E la vide, in tutto il suo splendore. Vide quei capelli ondeggiare davanti a lui, frustarle compostamente la schiena... E le ciocche tirate una ad una sopra il capo, componendo un'alta crocchia. Tanti ciuffi ribelli uscivano da essa, giocando sull'epidermide. “Piacere”, disse dopo un'istante di sgomento. La sua mano andò a cercare quella della ragazza ma stranamente non la trovava, come se fosse rimasto in estasi, fissando quegli occhi cristallini -erano troppo azzurri!-, perdendosi in strane congetture.

Ma la Yamanaka non accettò la sua stretta, anzi, tirò via la mano ancor prima di poterla sfiorare. “È sporco”, disse con quella voce melliflua ma nobile.

“Sporco?” chiese sbigottito.

“La sua mano, è sporca di...” annusò, per un millesimo di secondo. “... Crema, sì”.





2#Attrazione





Forse, e sottolineava il forse, non si erano presentati nel migliore dei modi. Quella ragazzina, perché così la considerava, voleva tenergli testa a tutti i costi, voleva lavorare sempre indipendentemente, scartando qualsiasi proposta. “Mettitelo in testa Barbie... Qui sono io che comando, e non si discute”, aveva detto furioso, scatenando il panico in questura.

Ino aveva retto il suo sguardo, poi i suoi occhi si erano ridotti a due fessure quasi invisibili. Adesso teneva lo sguardo puntato sul pavimento, mentre le nocche lottavano per non scrocchiare e sferrare un pugno ben assestato. “Bene. Allora me ne posso anche andare, Ken dei miei stivali. Tanto per te conto meno di zero”, si era avvicinata, abbassando di molto il tono di voce. “Come poliziotta e come amante”

E aveva abbandonato l'ufficio, sbattendo con irruenza la porta. Shikamaru aveva tremendamente voglia di fumare una sigaretta, per dar sfogo ai suoi nervi collassati. Sì, quella era una ragazzina, tremendamente disordinata, disorientata, rompi scatole, nevrotica, isterica e quant'altro... Ma era l'unica ragazzina che sentiva di amare veramente.

Ricordava ancora la sera in cui tutto era cominciato... Lei aveva lavorato fino a tardi e si stava stiracchiando, le mani proiettate verso l'alto per trovare un po' di relax. Lui che le era venuto incontro, posando la cicca nel posacenere. “Ehi, non è permesso fumare, qui”, disse con tono da maestrina, indicando il cartello.

“Allora fammi una multa, già che ci sei”, le aveva suggerito. Ino allora si era alzata, mettendosi sull'angolo della scrivania e tirandolo per il colletto della camicia.

“La pagheresti molto salata”, adesso era a un millimetro dalle sue labbra, pronta a timbrargli il suo rossetto color fuoco.

“Sono disposto a pagare qualsiasi prezzo”, aveva sibilato, passando una mano dietro al suo collo e sfiorandole gentilmente i capelli color del grano. Poi, com'era prevedibile, si erano baciati, di un bacio passionale e dettato dall'istinto... Sentiva la voglia di Ino che adesso si era distesa sopra la scrivania e stava aspettando la sua risposta. Una tentazione a cui non era difficile cedere, vedendo quegli occhi pieni di speranza e quelle labbra che mordicchiava nervosamente, in trepidante attesa. Accarezzò la coscia, sentendo la stoffa dei jeans e un lieve fremito simile a uno scalpitante brivido; e incastrò bene il suo corpo contro quello della Yamanaka. “Sta per commettere un grave reato Commissario”, le aveva detto, ricordandole le conseguenze.

“Stasera niente Commissario, Shika. Stasera questo è l'unico guaio in cui mi voglio cacciare”, e l'aveva avvicinato di nuovo a sé, sentendo il respiro dell'uomo soffiarle sulla generosa scollatura. E intrufolò la sua mano nei capelli color della notte, capendo finalmente una cosa: si era innamorata di uno sbirro.


Shikamaru ora ripensava a quel momento, ripercorrendo nella mente ogni attimo e battito. E gli doleva pensarlo ma... La sua ragazzina, lui... La amava, da matti.



3#Amore





“La Yamanaka non si è vista più”, stava pensando malinconicamente Kiba, che adesso fissava la sua scrivania, vuota.

“Non è affar nostro”

Shikamaru era stato a dir poco glaciale, congelando l'intera questura. “Capo...”, Choji, oltre che poliziotto in carica era anche il suo migliore amico e gli stava porgendo un caffè -amaro, come piaceva a lui- battendogli una mascolina pacca sulla spalla. “... È quella giusta. E se non vuoi perderla... Beh, vola perché sta per partire”

Shikamaru aveva sbattuto le palpebre più volte, temendo di strozzarsi col caffè. Come sapeva tutte quelle informazioni, Choji?.

Decise di non chiedere, non era la sede adatta. Fissò gli sguardi indagatori degli altri, sentiva che per qualche strana ragione, sapevano già tutto. “Si vedeva lontano un miglio”, e loro pensavano di essere stati... Beh, discreti.

Shikamaru abbandonò la giacca da qualche parte, tolse via la cravatta e con l'espressione di colui che stava affrontando una maratona prese la rincorsa, sfrecciando diretto verso la stazione. Il vento sferzava sui suoi capelli, la zazzera scura era scossa da una piacevole brezza ma non gli importava granché in quel momento, non adesso che temeva di perderla per sempre. Perché era duro con sé stesso così come con gli altri, ed era un impiastro nel trovare romantiche frasi come quelle dei cioccolatini che tanto piacevano a Ino. Ma se c'era una cosa di cui era sicuro adesso... Era proprio quella.

Si guardò da una parte e dall'altra, non riuscendo a scorgere nessuna testa bionda nelle vicinanze. Corse di binario in binario, oltrepassando maleducatamente file di persone, sbattendo contro tutti, sentendo imprecazioni colorite dietro le sue spalle. Mandò tutto al diavolo, concentrandosi solo sulla ragazza che doveva trovare. “Shikamaru?!”

Il suo volto era pallido, dimagrito ma sempre bellissimo. Il ragazzo si avvicinò a lei, lei che teneva il naso nascosto nella sciarpa di lana, lei che teneva due valigie tra le mani e adesso stava assorbendo le sue pupille, contaminandole di uno strano colore oltreoceano.

“Perché te ne stai andando?”, le stava chiedendo lui, preoccupato. Ino aveva fatto una brutta smorfia poi aveva risposto freddamente “Lo sai benissimo. Non c'è nessun motivo per cui dovrei rimanere”

Si era tradita da sola, le sue labbra si erano contratte e i suoi occhi erano due fari lampeggianti. Erano come le onde che danzavano nel mare, e volevano fuoriuscire... A impedirglielo però era l'alta marea ovvero sia il suo orgoglio. Non erano poi così diversi, come si ostentavano a credere.

“Io?... Io non sono un motivo?”

Chiese, scrollandole bruscamente le spalle. “Noi non vogliamo le stesse cose, Shika. Io voglio te... Voglio dirti ogni giorno che ti amo e gridarlo al mondo. Vorrei smetterla di fingere, mostrare a tutti che siamo una coppia vera, seria.”, si fermò qualche secondo studiando l'espressione dell'uomo. “Vorrei sposarti. Vorrei avere dei figli con te... E vorrei non dover essere io a dire queste cose.”, prese di mano le sue valigie ma lui la fermò, come un perfetto gentleman. In quel momento toccò la piccola consistenza che era la sua mano, poteva sfiorare le sue dita ossute, percepire quel formicolio nervoso e forse eccitato che era lo sfiorarsi l'uno contro l'altra. “Che c'è? Vuoi ancora che rimanga?”, lo sfidò, alzando orgogliosamente il capo. E Shikamaru non disse una parola, si limitò a guardarla, sopprimendo le parole in gola. “Appunto”

L'ultimo avviso, l'ultima corsa. Ino stava per mettere un piede sul gradino, sfilando il biglietto dalla tasca della giacca. E rimase alquanto basita. “Q-questo...”, una piccola scatolina nera, rettangolare, ora era racchiusa nel suo palmo, appena un po' più piccola della sua mano. Si voltò, studiando la fisionomia dell'uomo a pochi metri da lei, adesso la stava fissando. Aprì la scatolina, e in mezzo al velluto scuro vi era un piccolo gioiellino. Un cerchietto argentato, qualche brillantino sopra a impreziosire la bellezza già fulgente di quell'anello. “Chiedimelo di nuovo, adesso”

“Cosa?”

Era attonita. Shikamaru le era venuto incontro, e le aveva infilato l'anello nell'anulare sinistro, come si conveniva per un fidanzamento ufficiale. Il treno ormai era già lontano, aveva sentito il rumore dei vagoni dietro la propria schiena e i suoi capelli erano volati da una parte e dall'altra, mossi dal venticello fresco. “Il motivo”

“Oh.” un piccolo ovale sulla sua bocca. “Perché dovrei rimanere?”

E lui prese un bel respiro, prendendole come un cavaliere la mano. Quella stessa mano che stava per legare a sé in un patto indissolubile, in una promessa inespugnabile. “Perché sei l'unica che voglio. L'unica che voglio sposare, l'unica per cui spenderei...” temendo di violare le leggi del romanticismo si ricredette, sorvolando il prezzo -comunque non indifferente- del gioiellino. “... Comunque... Commissario vuole commettere questa infrazione?”

“Fammici pensare...”, mise un dito sul mento, come per rifletterci. “Oh sì, l'unica e sola che voglio commettere”

E Ino si avvicinò e poi balzò con passione sulle sue labbra, riscaldandosi da quel gelo quasi perenne che aleggiava ormai da mesi nell'aria. Approfondì il contatto, trascinandosi letteralmente sopra di lui, lui che per una volta si stava sciogliendo.

Adesso glielo potevano anche dire...

Ci sei cascato anche tu, Nara” E lui avrebbe risposto, col solito ghigno sardonico in volto, atteggiandosi con tono saccente

Avete ragione. Una seccatura che voglio sopportare, dopotutto.”





4#Sorpresa!





“Chissà cosa ci trova nel capo quel gran pezzo di ragazza... la Yamanaka”, sospirava languidamente l'Inuzuka, fumando in compagnia degli amici. “... Se solo non fosse arrivato prima lui”, e adesso se ne pentiva amaramente.

“Inuzuka...?”

“Sì capo?”, e nel momento stesso si voltò con un'espressione terrorizzata in volto, temendo di sfigurare davanti il Gran Capo.

“Ti spacco le budella, se provi un'altra volta a fare pensieri del genere”, e quella battuta aveva suscitato le risate di tutti, adesso coinvolti in uno sguaiato coro di voci altisonanti. E Kiba prese una bella botta in testa, ora si stava massaggiava debolmente il capo, scusandosi sommessamente.

“Oh, perché?”, Ino apparve più bella che mai, racchiusa nel suo tubino vermiglio e circondata da quell'aura bionda intorno a un corpo da modella. “Puoi sempre essere il mio amante, Inuzuka”

La ragazza aveva sibilato quella frase in tono tanto sensuale da far girare la testa ai ragazzi, tutti in comunella sopra il terrazzo, come ragazzini. Tante sigarette in mano, all'oscuro dalle donne che impedivano quel vizio ai loro uomini. “Ehi, Commissario ricorda che sei una donna sposata, ora”

Shikamaru l'aveva attirata a sé, pensando mentalmente che stava stringendo tra le braccia la donna più bella del Giappone e, probabilmente, anche del mondo. Quel mondo che non gli aveva privato di nulla... Lavoro, soldi, famiglia. Ecco, adesso aveva raggiunto gli obbiettivi principali.

“Tranquillo Capo” gli stava mormorando e nel frattempo aveva anche spento la sigaretta. “Questa la togliamo”, sorrise teneramente, ricevendo uno scorbutico ghigno in risposta.

“Vi spiace...?”

Una ristretta cerchia di uomini ora stava osservando con mal celata curiosità quel quadretto coniugale, puntando gli occhi sulla moglie del Capo. “Oh... Ah, certo”, avevano detto a malincuore, lasciando immediatamente il terrazzo.

“Che bella vista”, Ino stava osservando la panoramica di Tokyo, le sue vie, il suo cielo, il Sole in primo piano, e le persone che da lassù parevano microscopici esserini.

“La più bella del mondo”, concluse lui, riferendosi a tutt'altra cosa.

La ragazza allora capì e, facendo sì che le loro mani combaciassero, le posò sul proprio ventre. Shikamaru inizialmente non capì, poi, l'espressione più che radiosa della ragazza gli fece intendere. Aria di cambiamento si scorgeva all'orizzonte... “Secondo me è più bella in tre”

L'uomo stavolta si lasciò andare a un sorriso, nemmeno troppo nascosto. Fissò per interminabili minuti la sua misera pancia, nella quale però viveva un essere vivente... Poi pensò: quello era il loro essere vivente. Allora ritornò ai suoi occhi -desiderò con tutto il cuore che il futuro o la futura Nara li ereditasse- e rispose semplicemente “Sono perfettamente d'accordo”







FINE





Ah, posso piangere?ç_ç. No, perché mi sono immaginata i miei due love dire battute del genere e ho iniziato a scalpitare per 10 minuti.

ç___ç


Okay, okay... Quando mi immedesimo nei personaggi sono imprevedibile °-°'. Spero vi sia piaciuta, una cosina semplice... Però l'ispirazione (e specialmente quella biancaH) quando chiama non riesco a fermarla. ShikaIno rulleggia!

*__*.


Un po' in ritardo per lo ShikaIno Day, ma sempre con tutto il cuore <3.



Grazie della lettura,


Kiki-chan <3.









   
 
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