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Autore: Kastania    13/05/2005    0 recensioni
*COMPLETO* Questa storia è un seguito ideale de "Il fantasma dell'Opera". I diritti appartengono a Gaston Leroux,Susan Kay ed Andrew Lloyd Webber. E'anche la prima FF che scrivo...abbiate pietà! :P
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO 1: TRE VITE ALLO SPECCHIO

CAPITOLO 15: una situazione difficile

 

Erik continuava a dubitare della conversione di Raoul,ma dovette cedere alla buona fede di Christine.

 

La ragazza lo sciolse dai lacci,e lo aiutò a ripulirsi la ferita e a medicarla.

 

Erik non li perdeva di vista un attimo, girando loro intorno,a distanza,come un leone intorno alla preda.

La gelosia si era risvegliata in lui come una fiamma inestinguibile,non sapeva come dominarsi.

Lasciava qualche secondo la stanza soltanto per sincerarsi delle condizioni di salute di Madame,seguito dalla piccola che sembrava non fidarsi di quell’uomo…sembrava non voler assolutamente  rimanere sola con lo zio.

Dopotutto non riusciva a provare rancore per Erik anche dopo aver scoperto che aveva ucciso il suo padre naturale..dopo tutto non lo aveva mai conosciuto. Ma quell’uomo gli aveva portato via la sua mamma…

Dopo quell’angosciata parola,papà,che le era sfuggita in quell’istante terribile, la piccola era di nuovo trincerata nel suo mutismo,ma Erik era fiducioso.

Se aveva parlato una volta,lo avrebbe fatto ancora. L’avrebbe aiutata lui,con pazienza e dedizione..

 

Raoul de Chagny apparve sulla soglia della stanza di Madame.

Gettò un’occhiata preoccupata al letto dove giaceva la donna,e sembrò improvvisamente pallido e fragile. Com’era diverso dall’uomo che qualche ora prima li teneva in scacco,dominato da furia e cieca vendetta…

 

“Mi occuperò io di lei,questa sera stessa andrò a cercare il miglior medico disponibile. In un modo o nell’altro dovrò ottenere il suo perdono,anche se non lo meriterei. Penso che in ogni caso sia più prudente che voi ve ne andiate il prima possibile. Gli spari di oggi avranno allarmato qualcuno…qualche vicino potrebbe aver avvisato la polizia. Potrebbero venire in questa casa,fare domande nel quartiere..andatevene. Giuro di non ostacolarvi più.”

 

Guardò Erik negli occhi,un misto di rassegnazione e preoccupazione.

“Occupati di lei..so che non dovrei rammentartelo. Sono certo che la saprai rendere felice.”

 

Erik deglutì. L’impegno di quella promessa lo terrorizzava,ma lo rendeva anche felice.

 

Attesero il ritorno di Nadir e di Meg.

La ragazza ebbe una crisi isterica nel vedere la madre ferita in quel modo,e si scagliò con tutte le sue forze contro il Visconte,percuotendogli il petto e gridando come un’indemoniata.

Lui rimase passivo sotto quei colpi,senza reagire,senza neppure provare a fermarla.

Gli graffiò il viso a sangue,con ferocia, prima che Christine riuscisse a fermarla,serrandole le braccia dietro la schiena,tentando di calmarla con la forza e con le parole.

 

Quando finalmente esausta si accasciò a terra,come inebetita e priva di volontà, Christine la rassicurò sulla reale condizione di salute della madre.

 

Raoul si affrettò a chiarire quanto accaduto,con tono vergognoso e imbarazzato.

Si sarebbe preso cura di Madame,specificò,visto che la colpa di quanto era accaduto era sua,e sua soltanto. L’avrebbe fatta trasportare alla villa,se fosse stato necessario,e anche Meg avrebbe potuto trasferirvisi per stare accanto alla madre.

 

Christine rimase di sasso nel vedere la fermezza con cui l’amica rifiutò la generosa offerta del Visconte.

Con una grazia quasi regale,che contrastava con il suo abbigliamento modesto,con i capelli scompigliati e con l’espressione fiera del viso così giovane, disse soltanto:”Mia madre non ha bisogno di lussi per guarire. Ha bisogno soltanto di me e di un buon dottore. Ed entrambe le cose”aggiunse con disprezzo”non devono essere inquinate dal vostro denaro.”

 

Raoul abbassò gli occhi,pieno di vergogna. Perfino quella ragazzina aveva più onore di lui. Si inchinò velocemente alle due ragazze,ed uscì.

 

Nadir,visibilmente sconvolto dal racconto che aveva appena udito,sussurrò all’orecchio di Erik “Lo lasci andare così? Pensi davvero di poterti fidare di lui?”

 

“No,”mormorò Erik rassegnato. “Ma Christine è troppo legata a lui. Non posso fargli del male,l’ho promesso. In ogni caso quel ragazzo nasconde ancora qualcosa. Credimi, Daroga, non è finita qui.”

 

   Sarai completamente in pace con il tuo nemico solo quando morirete entrambi.

                                                                         Kahil Gibran

 

 

 

L’indomani stesso Christine ed Erik si sposarono.

 

Non fu la cerimonia sontuosa e fiabesca che Christine aveva sempre immaginato. Sin da quando era piccola,aveva sempre sognato un matrimonio da favola,in una cattedrale sontuosa,con fiori a profusione e un abito favoloso e romantico.

Aveva sempre sognato di sposare un Principe Azzurro.

 

Nulla aderì a quell’innocente fantasia infantile.

 

La cerimonia si svolse in una piccola parrocchia fuori Parigi,nelle prime ore del mattino. Testimoni furono soltanto Nadir e Meg,in sostituzione di sua madre.

 

 Madame Giry era addolorata di dover mancare,ma il dottore le aveva ordinato assoluto riposo,e la donna aveva obbedito. Aveva abbracciato i suoi protetti,e prima che Christine uscisse le aveva fatto cenno di aprire un cassetto. Dentro,la ragazza vi aveva trovato due sottili fedi d’oro.

 

“Sono le fedi con cui mi sono sposata. Il padre di Meg è morto ormai da tanti anni,e non ho mai più avuto cuore di indossare quell’anello. Ma il nostro è stato un matrimonio felice,per quanto sia durato troppo poco..” Sospirò,afflitta dal ricordo del marito,morto a solo un anno dalle nozze.

“Spero che vi portino fortuna. Non ho altro da regalarvi,purtroppo. Ma non c’è nessuno che meriti la felicità più di voi.”

 

Christine era commossa dalla sua generosità. L’abbraccio un’ultima volta.

La donna la strinse forte a sé,gemendo per il dolore che le procurava la  spalla ferita,e le sussurrò soltanto “Sii felice,bambina mia. Lo meriti.”

 

 

Il matrimonio non fu fastoso né festeggiato in pompa magna,ma nel momento del sì Christine si voltò e incontrò gli occhi emozionati eppur sereni di Erik. In quegli occhi lesse amore,speranza,fiducia..ma anche una velata malinconia,e un pizzico di paura. Temeva ancora che lo lasciasse?

 

Il parroco,Padre Christophe li guardò con serietà.

“A volte ho l’impressione che in questi tempi così difficili,i miei poteri siano limitati dall’assenza di Dio nelle vite peccaminose degli uomini. Ma Dio è ancora presente nella mia chiesa,e vedo che lo è in voi due,figlioli.

La vostra unione è voluta da Dio,per la vostra reciproca gioia,per l’aiuto ed il conforto che darete l’uno all’altra nella buona e nella cattiva sorte. E quando lui vorrà,perché cresciate nel modo migliore i figli che il cielo vorrà donarvi. Siete pronti ad impegnarvi l’uno con l’altra?”

 

“Lo siamo”risposero all’unisono,sorridendosi nervosamente.

 

“Il vincolo del matrimonio è stato stabilito da Dio al momento della Creazione.Coloro che Dio ha unito,nessun uomo potrà separare.”

Tacque,e poi chiese”Avete gli anelli?”

 

“Li abbiamo”rispose Christine raggiante,porgendoglieli.

 

“Dio misericordioso” continuò il prete,”guarda con benevolenza quest’uomo e questa donna che vivono nel mondo per  cui tuo figlio ha dato la vita. Fa’che la loro unione sia un segno dell’amore di Cristo per l’umanità corrotta dal peccato.Difendi quest’uomo e questa donna da ogni nemico. Fa’che il loro amore reciproco sia un pegno nei loro cuori,un mantello sulle loro spalle,un sostegno fra le loro mani.  Benedici il loro lavoro,il loro sonno e la veglia,le gioie e i dolori,la vita e la morte.”

 

Christine si accorse che una lacrima di gioia le stava solcando il viso.

Erik si voltò verso di lei,e le sorrise,sereno e felice.

 

Le loro voci furono squillanti nel pronunciare il sì.

 

Non si vede bene che con il cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi.

                                             Antoine-Marie-Roger de Saint Exupery

 

 

Sui gradini della chiesa la sollevò da terra e la fece volteggiare,mentre si baciavano in estasi.

Nadir e Meg batterono loro le mani,felici. La luce fioca del mattino iniziava a schiarirsi con i primi raggi del sole. Christine gli baciò teneramente la guancia.

In quel momento per lei Erik era più bello del sole che stava sorgendo.

 

Si affrettarono verso casa per salutare Madame e per caricare i loro bagagli.

 

Mentre Erik si affrettava qua e là per casa, Christine si affacciò alla finestra,e contemplò per un’ultima volta il paesaggio dei tetti di Parigi. Appena sfiorati da un pallido sole,sembravano darle il loro addio.

 

Fu straziante il momento della separazione dai loro amici. Lacrime e raccomandazioni si sprecarono.

 

Christine si fece ovviamente promettere che sarebbero andati a trovarli il prima possibile,non appena Madame si fosse sentita meglio. Si sentiva così in colpa nell’abbandonarla proprio in quel momento di necessità..dopo tutto quello che aveva fatto per lei..

 

Madame l’aveva guardata con un’espressione fintamente severa.

“Io sto benissimo,nonostante tutti vi affanniate ad affermare il contrario. E voi dovete iniziare la vostra nuova vita…ne avete veramente bisogno.”

 

La piccola Angelique era immensamente triste nel separarsi da quella donna così forte ed autoritaria,ma così tenera e gentile. Strinse forte la mano di Christine,mentre si allontanarono in carrozza dal primo posto che la piccola aveva considerato casa sua.

 

Non poterono avere la loro luna di miele a Marsiglia,vista la loro necessità di allontanarsi dalla Francia quanto prima. Ma Christine aveva scritto al Professor Verneuil la sera precedente,spiegandogli nel modo più chiaro possibile i turbinosi eventi delle ultime settimane,ringraziandolo infinitamente per i buoni consigli,e pregandolo di dare un bacio alle sue “piccole pesti”che le mancavano tanto. Non appena si fossero stabiliti in Svezia,aveva aggiunto,gli avrebbe comunicato il nuovo indirizzo,nella speranza di una sua visita estiva.

 

Prima di partire consegnò la lettera a Meg,pregandola di imbucarla al posto suo,visto che erano già in ritardo. Dovevano partire immediatamente per raggiungere in tempo la nave che li attendeva,in un porto del Nord.

 

Meg prese la missiva,e consegnò a Christine un mazzo di fiori che era arrivato quella  stessa mattina.

 

Un mazzo di non-ti-scordar-di-me.

Era del Visconte, Christine lo indovinò dal sigillo sulla busta che accompagnava i fiori.

Dunque Raoul aveva pensato anche al suo bouquet,riflettè tristemente.

 

Prese i fiori e li sistemò in camera di Madame,facendo scivolare la busta in tasca.

Non voleva che Erik lo sapesse,quella storia lo aveva già provato abbastanza.

 

 

Le rose si sono svegliate di buon mattino per fiorire e sono fiorite per invecchiare.
In un bocciolo hanno trovato la vita e la morte.

                                Pedro Calderon de la Barca

 

Quella sera stessa si fermarono in una piccola locanda sulla strada.

 

Era molto tardi,ed Erik era già addormentato. La cingeva possessivamente a sé anche nel sonno, e per la prima volta nella sua vita aveva un’espressione rilassata. In pace con il mondo.

Non aveva più bisogno di lottare, di odiare la vita e l’umanità: ora l’aveva tutta per sé.

Ora aveva davvero tutto ciò che desiderava.

 

Anche la piccola dormiva,nel suo lettino ai piedi del loro letto.

 

Christine fissava suo marito,nella semioscurità,sentendo il proprio cuore scoppiare di tenerezza.

 

Poi,un pensiero amaro si fece strada dentro di lei.

Pensò a Raoul,a quanto aveva sofferto anche lui a causa del suo comportamento infantile e sconsiderato. Inghiottì la voglia di compiangerlo,e piano si sottrasse alle braccia di Erik.

Frugò le tasche del proprio vestito e trovò il biglietto che aveva accompagnato i fiori.

La tentazione di gettarlo via era stata forte,ma non ci era riuscita.

L’intestazione diceva soltanto “Alla mia piccola Lottie”.

Sospirando,stracciò il sigillo e ne estrasse la lettera.

 

Mia piccola Lottie,

quanto tempo è passato dall’ultima volta che ti ho chiamato così? Non lo ricordo più neppure io. Rammento solo il tuo viso, sorridente e imbarazzato per l’accenno a quel ricordo della nostra infanzia.

Ma non siamo più bambini,piccola Lottie. Tu sei diventata una splendida giovane donna,ed è giunto il momento che io mi comporti da uomo,per la prima volta in vita mia.

Non posso implorare il tuo amore per sempre,un amore che chiaramente hai deciso di riservare ad un’altra persona.

Sono certo che a dispetto di ciò che possa pensare io o chiunque altro,quell’uomo deve avere delle qualità. Deve essere buono. Altrimenti non avresti mai potuto innamorartene,e difenderlo con tanta forza.

 

Questa sera anche io festeggerò le tue nozze. Ho già deciso.

 

Andrò sul tetto dell’Opera Populaire. Rammenti Christine? Il nostro primo bacio,la sera in cui hai accettato di sposarmi.

Il ricordo mi sembra così irreale che ogni tanto mi chiedo se non sia stato tutto un sogno.

Appena tornato a casa,ieri pomeriggio,mi sono affrettato a sistemare ogni cosa. A Madame Giry ho concesso un vitalizio, mi pare che se lo meriti. Con il suo gesto coraggioso mi ha mostrato cos’è la vera amicizia.

Alla piccola Angelique ho lasciato ogni altro mio bene. E’lei l’unica erede della nostra casata,e spero che tu sappia parlarle di me come di un uomo,e non come del mostro che d’ora in poi popolerà i suoi incubi. Sono certo che saprai farlo.

 

Posso vedere i tuoi occhi sbarrati,mentre leggi queste ultime righe. Sì Christine,ho deciso di uccidermi,questa sera stessa.

Precipiterò dal tetto di quel teatro che è stato l’inizio della nostra avventura,e che ora ne sarà la fine. Della mia,almeno.

 

Conosco troppo bene la debolezza del mio carattere,e l’odio che porto in fondo al cuore per quello che adesso è tuo marito.

In un momento di rancore,di gelosia,di ubriachezza potrei sentire di nuovo dentro di me quell’insano desiderio di uccidere. Le mie mani si sono già sporcate di sangue,non voglio più che accada.

 

Non piangere Christine. Interpreta il mio gesto come il regalo di nozze che vi offro.

Ti amerò per sempre,mia piccola,dolcissima Lottie. Non dimenticarmi mai.

Raoul

 

 

Christine stava tremando,i singhiozzi e le lacrime la scuotevano violentemente.

 

Quasi non si accorse di Erik alle sue spalle. Dopo aver  tentato più volte di scuoterla e calmarla,l’uomo raccolse dal pavimento il foglietto che vi era caduto.

Sollevò lo sguardo su di lei,stravolto da quella notizia.

 

Non aveva compreso la strana luce negli occhi del Visconte, si era convinto che stesse meditando qualche altro piano per far loro del male,certo non poteva immaginare che…

 

Non trovò nulla da dire. Potè solo abbracciare sua moglie in silenzio,finchè lei non si fu calmata.

La loro nuova vita era iniziata solo da poche ore,e già un uomo pesava loro sulla coscienza.

Erik si chiese con amarezza,finirà mai tutto questo?

 

Non può piovere per sempre. (da "Il corvo")

 

Quando giunsero,due settimane dopo,in vista delle coste svedesi, Christine aveva accettato il suo dolore.

O perlomeno lo aveva mascherato. Inghiottito nei profondi recessi della sua anima,a lungo provata dal dolore.

 

Non le sembrava giusto soffrire a quel modo davanti ad Erik.

Non voleva che fraintendesse il lutto per il suo amico,per il suo  quasi-fratello, con un qualche rimpianto per le scelte compiute. Lei non aveva alcun dubbio.

 

Si strinse forte a lui e alla bambina,mentre la sua terra natia la salutava, immersa nel sole del mattino, scompigliandole i capelli con una brezza fresca che profumava di casa.

 

La tua virtù è la mia sicurezza.

E allora non è notte se ti guardo in volto, e perciò non mi par di andar nel buio,

e nel bosco non manco compagnia.

Perchè per me tu sei l'intero mondo.

E come posso dire di esser sola se tutto il mondo è qui che mi contempla?

                                                                               William Shakespeare

 

  
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