Lasciavo
che il dolce tepore estivo mi passasse tra i capelli e mi accarezzasse la
pelle. Correvo a perdifiato sulla mia vecchia bicicletta,quella a cui ero molto
affezionato. Alle orecchie avevo le cuffie,per sentire il mio ultimo album. Per
l’occasione avevo scelto gli Iron Maiden. E mentre una melodica “fear of the dark” risuonava nella mia testa,osservavo
socchiudendo gli occhi quell’ultimo mio tramonto. Sembrava il più bello che
avessi mai visto nella mai breve vita, dai colori che solo un maestro d’arte
avrebbe saputo ritrarre. Il rosso e l’arancio si fondevano lentamente
insieme,mentre l’azzurro dava al tutto un’aria di illusione e di allegria.
Stavo
ora correndo su quella verde collina,piena di fiori e di lucentezza. Ah,com’era
dolce l’erba umida, quando in primavera, di prima mattina, mi sedevo per vedere
sorgere il sole, quando dovevo chiudere gli occhi accecato da quella luce
divina. Il paesaggio davanti a me sembrava ora racchiudermi, mentre correvo
sempre più veloce e il vento, passandomi sulla pelle, asciugava il sottile strato di sudore che mi
imperlava la fronte. Pedalando verso il sole, non mi accorsi di quel sasso in
cui inciampai,ruzzolando e ridendo come facevo nella tenera età. Mi lascia
cadere sull’erba accarezzandola e strappandone alcuni fili per portali al mio
naso e annusarli. Sembravano avere il profumo della leggerezza. Era tutto bello
e effimero lì. Mi concessi un ultimo divertimento e rotolai giù verso i piedi della collina
,rimandando ancora per qualche minuto la mia ora. Sudato e felice presi un
fiore ne feci un anello,che avrei lasciato insieme alla lettera. Presi poi un
altro fiore, che mi ricordava la gioia e me lo sistemai tra i capelli,lasciando
che il vento lo portasse via. Lo vidi allontanarsi e pensai a quella che
sarebbe stata la sua sorte, quando una bambina dai riccioli biondi lo avrebbe
trovato e sistemato nel suo diario segreto e un giorno,ormai adulta, l’avrebbe
ripreso e, diventato secco, lo avrebbe messo nel suo bouquet nuziale. Allora
un’altra giovane donna lo avrebbe afferrato al volo e poi ancora altre donne.
Finchè un giorno,quel bel colorato fiorellino, sarebbe finito nelle mani di
anziano uomo, che avrebbe voluto essere sepolto con quello stesso fiore.
A
carponi risalii dove avevo lasciato la mia vecchia bicicletta rossa e mi
accorsi, sorridendo, che sulla mano avevo un taglietto forse provocato da un
filo d’erba troppo tagliente. Leccando via il sangue, gustai quel sapore che
mai in vita mia avevo provato e me lo legai strettamente nella mente. Risalii
in sella alla bici e feci ricominciare l’album che nel frattempo era giunto a
termine.
Presto
mi accorsi,con sollievo e disperazione, che la mia corsa era giunta al termine
ed ero finalmente arrivato sull’orlo di una bellissima scogliera. Dinanzi a me
c’era solo il mare, azzurro e limpido, che si estendeva fino all’orizzonte.
Vedevo in superficie i pesci nuotare e lontano da me,scorsi una spiaggia, dove
le ultime persone si stavano preparando per tornare a casa. Sapevo che lì
intorno c’era un albero e infatti, girando su me stesso per individuarlo,lo
trovai a cento metri da me. Correndo e saltando mi avviai verso di esso e mi ci
arrampicai,lasciando che la corteccia mi sporcasse le mani e i vestiti. Dal
quell’altezza riuscivo ancora meglio a vedere quel miscuglio di colori
brillanti che era il tramonto mentre una nuvola, bianca con non mai, si
avvicinava lentamente a quell’opera d’arte. Scesi dall’albero e mi recai,forse
un po’ triste,dove avevo lasciato la mia cara bici. Con un ultimo gesto la
salutai e lasciai la lettera con il fiore sopra di essa. Poi,correndo, andai ad
abbracciare il mio tramonto….
Non si può chiamarla fanfic..è solo una storiellina
scritta tempo fa in un momento di tristezza..però mi
farebbe piacere sapere cosa ne pensate..Grazie..
Elwen