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Autore: SnowWhite89    08/07/2020    5 recensioni
La vita era perfetta per Lady Kagome Higurashi, coccolata dai genitori e con un'eredità da fare invidia ad un re. Tuttavia ogni cosa cambiò quando il padre scommise la sua virtù e la sua mano ad una corsa per cavalli contro il vecchio e orribile Duca Manten Raijù. Inorridita dal comportamento del padre e per nulla intenzionata a sposarsi con un uomo che non ama, Kagome decide di fuggire per raggiungere la zia Kaede a Nassau , colonia inglese nei Caraibi. Ma in un'epoca dominata dai pirati, è facile divenire preda di uno di loro, specialmente se si tratta del capitano Inuyasha Taisho.
Una piccola AU che spero potrà interessarvi.
Buona lettura.
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Nuovo personaggio | Coppie: Inuyasha/Kagome, Miroku/Sango
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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                                                    Capitolo 1

 

Nulla gli dava più soddisfazione del rumore delle onde del mare che andavano ad infrangersi sulla prua della sua amatissima nave. 
Il cielo azzurro, l'odore salmastro dell'oceano e il chiacchiericcio dei suoi pirati a darsi da fare sul ponte o sottocoperta, era tutto ciò di cui Inuyasha Taisho, capitano della famigerata Four Spirits , aveva bisogno per essere felice e soddisfatto.
«Mattina piacevole, capitano?» domandò Miroku, suo amico e primo ufficiale, mentre sistemava, per l'ennesima volta i polsini della sua camicia. A differenza del resto della ciurma, Miroku era sempre stato elegante e raffinato, memore del suo passato in cui apparteneva all'alta borghesia.
Era colto, intelligente e di buone maniere e ciò permetteva spesso alla cirma di Inuyasha di farla franca nella maggior parte delle occasioni, specialmente quando facevano scalo in qualche porto. Era un passato, quello, che Miroku condivideva con Inuyasha.
Il perchè quei due avessero scelto di abbandonare ogni agiatezza per finire a fare i pirati, non era dato a saperlo ad anima viva.
«Splendida, primo ufficiale. Il sole splende e ci stiamo dirigendo niente di meno che ai Caraibi. Comprenderai il mio giubilio»
«Assolutamente. Tornerai a deliziare le tue nottate tra le cosce di Lady Kagura?» domandò Miroku con sguardo malizioso.
«Potrebbe essere. Dipende da lei in realtà. Se inizierà ad avanzare strane pretese di matrimonio e stabilità, scapperò a gambe levate con la prima marea» replicò il capitano facendo ridere il suo primo ufficiale che non poteva che dirsi d'accordo con lui, fino a che non gli arrivò un pugno ben piazzato sulla testa, da parte dell'unico elemento femminile della ciurma.
«E' mai possibile che voi due non sappiate parlare d'altro?» domandò una bellezza dai capelli castano scuro , i cui occhi del medesimo colore si fissarono furenti sull'elegante figura di Miroku.
«Suvvia Sango,c'è bisogno di essere sempre così violenta?Parlavo di Inuyasha, non di me»
«Come se tu non stessi pensando di fare altrettanto, razza di pervertito!» replicò lei, voltandosi stizzita, dando a Miroku una panoramica completa del suo sedere strizzato nei pantaloni verde scuro aderenti che indossava.
Per l'uomo fu istintivo allungare una mano per sondare quelle meravigliose rotondità.
«Sai sango, se sei gelosa puoi sempre...» ma non fece in tempo a finire la frase che la ragazza si voltò rifilandogli uno schiaffo che rimise il primo ufficiale al suo posto in men che non si dica.
«Sempre i soliti...» sospirò Inuyasha, poiché Miroku e Sango non facevano altro che punzecchiarsi dal giorno in cui la ragazza era entrata a far parte della sua ciurma ormai cinque anni prima.
Se da un lato questa cosa lo esasperava all'inverosimile, dall'altra fu una vera benedizione poiché agli occhi degli altri componenti della ciurma, Sango apparteneva al primo ufficiale e quindi nessuno si era mai azzardato a torcerle un solo capello.
Era solo una ragazzina sporca ed impaurita, il giorno in cui la trovarono. Era appena stata venduta al miglior bordello di Tortuga e sia lui che Miroku compresero immediatamente che magnifica risorsa sarebbe stata per loro. Sango, ventiquattro anni appena compiuti, era la miglior navigatrice che potessero mai desiderare. Sapeva orientarsi di giorno e di notte, tracciava rotte precise ed accurate, inoltre era abilissima con la spada e con un'arma di sua invenzione, una specie di bomerang grande quattro volte la misura convenzionale. 
«Eri venuta per dirmi qualcosa, Sango?» chiese il capitano, mentre i suoi lunghi capelli argentati scintillavano al sole e i suoi occhi dorati la scrutavano attenti.
«Prima che quel porco mi distraesse, ero venuta a riferirti che poco più avanti potremmo intercettare navi nemiche. Siamo entrati da poco in zona inglese»
In quel momento l'espressione serena di Inuyasha si trasformò in un ghigno ferino e deciso.
«Bene. Che vengano pure. Noi saremo pronti ad accogliere quella feccia inglese in ogni momento.» dichiarò.
Alla sua affermazione fece eco Miroku che incitò tutta la ciurma che si preparò a dar battaglia in caso avessero incrociato una nave da guerra inglese.
Tuttavia non fu una nave da guerra ciò che trovarono ma una nave passeggeri. A giudicare dalle dimensioni e dallo sfarzo, doveva essere di quelle lussuose e piene di passeggeri ricchi con molto denaro da spendere.
«Koga! E' ciò che penso?» chiese Inuyasha al suo terzo in comando, un pirata di nome Koga che Inuyasha e Miroku conobbero nei primi mesi di viaggio. Eccellente combattente e cuoco improvvisato, Koga era anche una vedetta eccezionale. 
«Esattamente ciò che pensi capitano. Una nave passeggeri inglese, e di quelle extra lusso, aggiungerei.»
Inuyasha sbuffò vistosamente. Una nave passeggeri non era male come bottino, ma avevano già tesori in abbondanza ed inoltre il suo codice morale vietava a lui e chiunque della sua ciurma di ingaggiare una battaglia con civili innocenti. Gli spargimenti inutili di sangue non erano nel suo stile, non lo erano mai stati, nonostante gli inglesi gli andassero di traverso.
«Che facciamo capitano? li lasciamo andare?» chiese Miroku. In effetti avrebbe potuto.
Poteva evitare di attaccare ma, vedendo molti suoi uomini bramare i tesori su quella nave si disse che, dopotutto, qualche inglese con un pò di quattrini in meno male non avrebbe fatto.
«Allora uomini!» disse richiamando la loro attenzione.
«Non voglio morti non necessari tra i marinai e nessuna tra i civili. Fateli tutti prigionieri e fate razzia delle loro ricchezze. Non torcete un capello a donne e bambini. Sono stato chiaro? »
«Si, capitano» risposero tutti in coro, anche se Inuyasha sapeva che, tra loro, c'era chi avrebbe bramato passare la notte con una bella fanciulla inglese.

Assaltare la nave fu più facile di quanto avesse mai lontanamente immaginato. 
Le si affiancarono in un istante e la ancorarono in ancora meno tempo.
Salirono a bordo sguainando le spade ma senza fare il minimo rumore, notando che la loro vedetta era addormentata e gli ufficiali erano in procinto di festeggiare qualcosa. Inuyasha fece cenno ai suoi uomini di tacere e, ad alcuni di loro di fare il giro per circondare i marinai ignari. Lui si diresse, con Miroku e Sango a coprirgli le spalle alla porta principale della cabina di comuando che socchiuse leggermente, udendo parte dei loro discorsi.
«Bel colpo, capitano! Manten Raijù ce ne sarà molto riconoscente»
Disse il primo facendo i rizzare i peli di Inuyasha sulla nuca.
Manten Raijù e suo fratello Hiten, erano due farabutti della peggior specie ed il pirata aveva con loro un conto in sospeso non indifferente.
«Come hai saputo che la ragazza è la sua promessa?»
«Me lo hanno riferito alcuni marinai del porto. La piccola Kagome Higurashi. Tutta la città sa che suo padre l'ha promessa a Manten in cambio del risamento dei suoi debiti di gioco con quest'ultimo. L'ha letteralmente persa ad una corsa per cavalli»
«Povera ragazza. Mi dispiace per lei ma, ehy, i nobili si sposano sempre per interesse, no?»
«Esatto. Metteremo fine alla fuga di Lady Kagome nel prossimo porto dove attraccheremo. La riconsegneremo a Lord Manten e ci divideremo la ricompensa» esclamò il capitano cogliendo le grida di approvazione dei suoi marinai.
Higurashi.
Un cognome, insieme a quello dei Raijù in grado di provocare in Inuyasha una fitta d'odio tale da non lasciare scampo. Era colpa loro se sua madre era morta. Era colpa loro se la disgrazia li aveva colpiti in pieno viso. Ricordava i loro volti soddisfatti quando suo padre venne trascinato nella pubblica piazza e i loro ghigni quando la scure del boia calò sulla sua testa.
Non avrebbe augurato a nessuna donna di finire nelle mani di Manten, ma forse questa Kagome lo meritava.
Scosse la testa, pensando che non aveva tempo di indugiare sul passato e su ciò che era avvenuto tra lui e quei farabutti. Aveva una nave da conquistare. Con un grido di battaglia incitò i suoi che si accanirono sul capitano e sui marinai  e vani furono i loro tentativi di opporre resistenza.
 Inuyasha sguainò la sua spada e combattè con tutta l'abilità e il coraggio che poteva avere, come ogni volta.
Parava fendenti ed effettuava affondi precisi e mirati a ferire ma non ad uccidere ed i morti, fortunatamente furono molto pochi. Tra loro, il capitano che non aveva voluto per nessun motivo arrendersi.
I suoi pirati erano abili e preparati e li vide eseguire impeccabilmente i suoi ordini. In breve tempo una piccola folla di nobili e borghesi era riunita sul ponte principale , circondati da alcuni pirati mentre Koga e Miroku facevano il giro delle cabine per accertarsi di non ver tralasciato nulla.
Tuttavia Miroku tornò, mentre Koga ,dopo circa due ore, non si vedeva ancora
«In che ala si è diretto?» chiese Inuyasha.
«Nell'ala est.» replicò il primo ufficiale.
Inuyasha prese per il colletto uno dei marinai, puntandogli la sua spada alla gola.
«Quante cabine sono occupate in quell'ala?»
«S...Solamente due, signore. La 207 e la 210» balbettò l'uomo, impaurito. 
Inuyasha lo lasciò andare con un brusco movimento.
«Teneteli d'occhio tutti. Se provassero a scappare...» disse lasciando la frase in sopeso a beneficio dei prigionieri. Non aveva intenzione di ucciderli, ma era un bene se loro avessero creduto il contrario.
«Ricevuto, capitano»  replicò Miroku, mentre Inuyasha correva sul pontile dell'ala est.

La cabina numero 207 era vuota, quindi restava la 210. Koga era senza dubbio in quella cabina, ostaggio di qualcuno che aveva appena firmato la sua condanna a morte.
Si avvicinò ed aprì la porta con estrema cautela, trovando Koga privo di sensi sul pavimento.
Si avvicinò posando due dita sul suo collo, constatando dal battito regolare che era vivo. La mancanza di sague intorno a lui, gli fece intuire che dovave solo aver preso una bella botta in testa, probabilmente colto di sorpresa.
Un sibilo dietro di lui, lo fece abbassare istintivamente ed evitò per un pelo che un grosso candelabro d'argento massiccio gli cadese sulla nuca.
Si voltò, agile e pronto, disarmando l'avversario e puntandogli la spada alla gola, rendendosi conto che non aveva a che fare con un uomo ma con una bellissima donna.
Una fanciulla esile, dall'aspetto delicato, dai candidi occhi color nocciola e dai capelli corvini dall'aria lucente e morbida.
Sembrava una ragazza fragile ed indifesa, eppure era riuscita a mettere fuori combattimento uno come Koga.
Probabilmente possedeva uno spirito indomito, come si poteva intuire dallo sguardo fiero che aveva in quel momento. Non stava per mettersi a piangere, né sembrava in procinto di supplicarlo per avere salva la vita. Se ne stava semplicemente lì, ad osservarlo senza muovere un muscolo.

Kagome non si era mai ritrovata in una situazione come quella.
Era stato facile mettere a tappeto il primo pirata che era entrato, troppo allettato dai suoi gioielli per preoccuparsi di chi poteva nascondersi dietro la porta. Lo aveva colpito alla testa con il candelabro ma era lieta di non averlo ucciso.
Tuttavia, quando stava per tentare di scappare, ecco che ne era spuntato fuori un altro. Lui però non si era fatto cogliere in fallo ed ora si ritrova schaicciata tra il muro e la punta della sua spada, ad osservare due occhi magnetici color dell'oro , su un viso splendido, dai lineamenti marcati e decisi, circondato da capelli candidi che parevano morbidissimi.
Era un pirata, rozzo e probabilmente anche maleducato, ma a Kagome sembrò l'uomo più virile che avesse mai visto.
Il suo portamento, inoltre non era affatto come si era immaginata. Teneva la schiena dritta, lo sguardo fiero, i muscoli erano ben delineati sotto la camiciola di lino che indossava.
Gli abiti erano puliti ed anche lui, nonostante quello che si vociferava sui pirati aveva un aspetto pulito ed ordinato. Non era un pirata qualunque ed il ghigno strafottente che mostrò ne era la prova.
«Inuyasha Taisho»sussurrò colta da una nuova consapevolezza. Quello non era un pirata qualunque. Era il loro capitano.

«La mia fama mi precede. Con chi ho l'onore di parlare?» chiese lui senza mai staccare gli occhi dalla figura esile ed attraente di lei.
«Lady Kagome Higurashi» replicò la ragazza in un sussurro, facendo leggermente sgranare gli occhi al pirata.
Lei era la ragazza di cui stavano parlando il capitano e i suoi marinai? Quella che avrebbe dovuto sposare Manten? La figlia di quell'uomo che insieme ai Raijù firmò la sua condanna?
In quel momento, l'idea di quella meraviglia nelle mani di quel sadico figlio di buona donna parve assolutamente inaccettabile al ragazzo, anche se certamente si trattava di una serpe inseno, come suo padre.  
«Sei la promessa sposa di Manten Raijù?»
«Assolutamente no!» replicò lei con vemenza.
«Non sposerò mai un uomo che non amo e men che meno uno che ha il doppio dei miei anni e che si è macchiato di crimini efferati»
Inuyasha la osservò a lungo e un'idea subdola iniziò a svilupparsi nella sua mente. Manten Raijù era uno stronzo, si, ma uno stronzo dannatamente ricco. Quanto avrebbe pagato per riavere indietro la sua preziosa sposa? 
Lui, di certo avrebbe fatto carte false pur di possedere un tale tesoro ed ancora non gli era chiaro se stesse pensando al denaro o alla giovane che aveva di fronte. Era sprecata per Manten.
Era ancora pura, quasi sicuramente. Le curve erano procaci, il temperamento quello di una guerriera. Aveva tanto di quel potenziale da essere considerata una rosa in un cespuglio di cicuta.
Tuttavia, gli affari erano affari e uno scambio del genere con Manten Raijù avrebbe garantito a lui e ai suoi uominiulteriori ricchezze con le quali alcuni di loro avrebbero anche potuto abbandonare la pirateria, se lo desideravano, e condurre una vita agiata. Inoltre l'idea del padre di lei, disperato all'idea che la sua giovane figlia sposasse uno come Manten era tremendamente allettante. Lei era divenuta la sua promessa solo per una corsa di cavalli persa, il che significava che Lord Higurashi non aveva assolutamente intenzione di farla sposare a Manten.
E sequesto gli avesse causato sofferenza e spolpato Manten delle sue ricchezze, che il diavolo se lo porti, lo avrebbe fatto.
«Volente o no, Milady, so che vostro padre vi ha persa ad una corsa per cavalli. Quindi appertenete a Manten, per legge. Chissà quanto sarebbe disposto a pagare per riavervi indietro..»
«No, vi scongiuro!Farò qualunque cosa mi chiediate, vi pagherò con tutto ciò che ho ma non fatemi tornare a Londra»disse lei e la paura che lesse in quegli occhi profondi, lo fece quasi sentire in colpa.
Quasi. 
Lui era pur sempre un pirata, un manigoldo e anche se poteva sentire chiaramente sua madre rotolarsi nella tomba e maledirlo con mille ingiurie, sarebbe andato fino in fondo. Perchè lei era un Higurashi e perchè sicuramente il compenso avrebbe alleviato qualunque senso di colpa.
Una piccola parte di lui gli sussurrava che lei non c'entrava niente. Che come lui era una vittima in un gioco di potere che non poteva prevedere né controllare.
Tuttavia, la sete di vendetta era troppo grande, troppo forte.
«Mi dispiace dolcezza. Verrete con me e la mia ciurma fino al momento di restituirvi alla vostra gente e se non vi sta bene, allora andrete a fare compagnia ai pesci.»
Kagome osservò quell'uomo indurendo l'espressione ed affilando lo sguardo. Aveva sentito dire che nonostante tutto, Inuyasha Taisho era un uomo d'onore ma evidentemente le voci mentivano. Non vi era un briciolo di onore in quel barbaro senza Dio.
«Sappiate che vi detesto, Inuyasha Taisho!»
«Ed io detesto tutti voi damerini inglesi, quindi siamo pari, dolcezza» disse per poi legarla ed imbavagliarla.
Mentre la portava sul ponte per informare i suoi uomini dei suoi piani mise a tacere la fastidiosa vocina che sentì dentro di sè che lo avvertiva non solo del fatto che il tutto fosse una pessima idea ma che da lì in poi il viaggio sarebbe stato tremendamente spossante.



Note dell' autore: Due aggiornamenti questa settimana! Non vi ci abituate, è solo perchè sono in ferie XD In questo capitolo abbiamo conosciuto Inuyasha e parte della sua ciurma, oltre che ad aver assistito al primo incontro tra lui e Kagome. Spero vi sia piaciuto e spero continuerete a seguirmi.
Un abbraccio

SnowWhite89

   
 
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