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Autore: HateYou    08/07/2020    0 recensioni
Abbiamo letto tutti il lieto fine dei 19 anni dopo la Battaglia di Hogwarts.
Ma vi siete mai chiesti cosa è successo durante questi anni? Io si.
E ho provato a darmi delle spiegazioni... Per esempio: chi ha detto ad Andromeda Tonks che figlia e genero erano morti? Cosa è successo ai Dursley? Hermione è mai riuscita a far tornare i genitori alla realtà e a spezzare l'incantesimo da lei generato?
Se volete qualche risposta, queste storie fanno per voi.
Genere: Avventura, Drammatico, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter | Coppie: James Sirius/ Teddy, Lucius/Narcissa, Ron/Hermione, Teddy/Victorie
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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- Harry… ? – Era una voce indecisa che suonava familiare alle orecchie di Harry Potter, eppure gli sembrava così lontana.
Sembravano passati giorni o mesi; e invece era ancora lì: dentro le mura di Hogwarts. 

Non era più sporco di sangue, fango e sudore. Dopo la battaglia, dopo i festeggiamenti, aveva chiesto una sola cosa: stare da solo. 
Questo lo costrinse a girovagare per i corridoi cercando un luogo ove riposare. 
Harry scoprì che nella distruzione parziale del castello, il 5° Piano risultava il meno distrutto. Fu un lampo. Pensò di infilarsi nel Bagno dei Prefetti per ricomporsi, bisognava semplicemente raggiungere la quarta porta a sinistra della statua di Boris il Basito. 
I piedi si mossero per lui.
Arrivato difronte alla scultura in pietra si ricordò di non sapere la parola d’ordine ma notò che quest’ultima si fece comunque da parte e gli aprì la porta di accesso. Se non fosse stato sfinito dagli eventi di quella notte, avrebbe giurato di vedere uno sguardo di gratitudine dalla statua ma non si soffermò su questo pensiero.
All’interno tutto era come se lo ricordava. Per un attimo tornò indietro nel passato, a quando vi era entrato per partecipare al Torneo Tre Maghi, riuscì perfino a sorridere nel vedere la vasca profonda e rettangolare incassata al centro del pavimento e il centinaio di rubinetti d'oro ai bordi. Sembrava quasi irreale; senza pensarci si tolse i vestiti, aprì i rubinetti e vi si infilò dentro.

Non seppe quanto ci rimase. Probabilmente un’ora o più, durante la quale si concesse di chiudere gli occhi ed abbandonarsi al nulla.

- Harry - Cantilenò di nuovo, questa volta più decisa.

Harry si decise ad aprire gli occhi. C’era Mirtilla Malcontenta davanti a lui, la quale sembrava lottare con il proprio viso per non lasciar trapelare i suoi pensieri.

- Harry, non volevo disturbarti ma c’è una ragazza che chiede di te fuori dal bagno e Boris il Basito non la fa entrare – Spuntò un mezzo sorrisetto e gli occhi (o quel che ne rimaneva) guizzarono tra Harry e la porta maliziosamente. 

Si affrettò a rivestirsi, mise i pantaloni ma non fece in tempo a raccogliere la maglietta che sentì dei passi nella stanza. Alzò lo sguardo e la vide lì, in tutta la sua bellezza: Ginny. Non era come sempre, non emanava quella luce che scaldava il petto di Harry e gli faceva contorcere il mostro che aveva nello stomaco. Sembrava stanca, straziata… Come darle torto. Eppure Harry non poté non trovarla bellissima. Era lì davanti a lui. Era viva. Lui era vivo.

Con la coda degli occhi vide Mirtilla Malcontenta andarsene.

Harry e Ginny si scrutarono per qualche istante, poi lei parlò – Hermione mi ha detto che avrei potuto trovarti qui… – Si giustificò, e poi riprese - Ti stavamo cercando. Noi dovremmo andare alla Tana, dobbiamo creare una passaporta per Hogwarts per portare Fred a casa… - Si fermò qualche secondo nell’intento di non piangere, poi aggiunse – I morti… non possono essere spostati attraverso la smaterializzazione congiunta, rischiano di perdersi… Serve una passaporta. –

-  Vi serve una mano? – rispose prontamente lui

- Non credo, Charlie e Bill se ne stanno occupando… Mi chiedevo solo… - non finì la frase, gli occhi le si riempirono di lacrime. Harry raccolse le poche forze che aveva riacquistato e la strinse a sé, senza dire più nulla. Lasciò che lei si calmasse e le diede il tempo per riprendere il discorso. – ...Ted – disse mentre tirava su col naso e si scioglieva da quell’abbraccio infinito. – Qualcuno deve dire ad Andromeda… - lasciò la frase in sospeso.

- Vado io – disse Harry. In un attimo, come un pugno nello stomaco, arrivò la consapevolezza che al mondo vi era un bambino che avrebbe sofferto delle sue stesse mancanze.

Ginny sembrò captare quel pensiero pur non guardandolo, era intenta strofinarsi gli occhi. Disse solamente – Charlie non riesce ad evocare un patrono per avvisarla che stiamo bene – dopo qualche secondo aggiunse – Nemmeno papà. –

Harry non capì perché dovesse essere Charlie a farlo ma si limitò ad annuire, domandandosi se lui ci sarebbe riuscito di nuovo.

- Lupin era il custode segreto dell’incanto Fidelius che è stato messo sulla casa di Andromeda, per fortuna lo ha detto anche a Charlie. Ora suppongo sia lui il custode segreto. Ti sta aspettando. – Concluse lei.

Harry si rimise la maglia e si avviarono alla porta senza dirsi molto. Si guardavano di sottecchi l’uno per captare i pensieri dell’altra e viceversa per tentare di nasconderli.

Nello scendere le scale incrociarono Ron al terzo piano. Era scuro in volto e con gli occhi gonfi. Harry quasi si sentì in colpa del momento che era riuscito ad avere per se. Ron mormorò a Ginny di raggiungere la Signora Weasley, lei eseguì l’ordine e se ne andò ma non prima di aver rivolto ad Harry un ultimo sguardo.

Ron parlò solo una volta che la sorella fu lontana – Ero venuto per controllare la stanza delle necessità. Non so bene perché ma il deluminatore mi ha guidato… – disse d’un fiato – E poi ho trovato questo – aggiunse indicando una statua a terra frantumata in tante pietre color bianco latte.
Ron spostò la più grande e pesante con le mani, per un attimo ricordò ad Harry di quando lui stesso aveva scavato a mano la tomba di Dobby, sapeva che in quel momento era necessario per lui sforzare il fisico, perché la stanchezza fisica era più facile da sopportare di quanto non lo fosse il dolore di una perdita.
Indicò ad Harry una pietra più piccola con accanto una bacchetta molto lunga e fina. Harry osservò meglio, sul muro vi era scritto “Bastarda”.
- Papà dice che è qui che hanno trovato Tonks, a quanto pare Bellatrix l’ha disarmata e ha scritto questo sul muro, poi le ha gettato la bacchetta a terra…- disse cupo Ron - Solo che Tonks non era morta – osservò infine indicando il pezzo di pietra bianca. Harry si avvicinò e lo raccolse insieme alla bacchetta. C’era qualcosa di inciso sopra, era una scrittura tremula ma profonda, il nome TED era dentro un cuore molto sformato e sotto compariva una piccola scritta Papa & Mamm. 
Harry capì. Tonks, con le sue ultime forze, ha provato a lasciare qualcosa a Ted. 
- Sei tu il padrino, Harry. Penso sia giusto che tu riporti queste cose a Ted e Andromeda – spiegò Ron infine.

Harry non seppe cosa era giusto provare in quel momento, si limitò ad annuire come aveva fatto con Ginny. Eppure una consapevolezza gli cresceva dentro al petto. Era una sorta di senso di responsabilità, diverso da quelli che aveva provato prima d’ora. Era un senso di responsabilità che non lo avrebbe portato a morte certa, ma gli avrebbe dato una Famiglia. 

Scesero in sala grande e la situazione sembrava migliorata. Durante i festeggiamenti, gli elfi domestici rimasti avevano operato per spostare tutti i corpi privi di vita in infermeria; mentre qualcuno aveva mandato un gufo ai guaritori del San Mungo che tramite una passaporta si sono precipitati per trasportare tutti i feriti nella loro struttura.

La sala era un enorme via vai di persone, nessuno era con le mani in mano. Sembrava come se gli animi di tutti si fossero rinnovati di speranza. Tutti volevano aiutare.

Harry vide Hermione che formulava un incantesimo verso le mura della sala grande. Mormorava contro il muro parole indecifrabili e dalla sua bacchetta uscivano flebili onde celesti che scomparivano nell’impatto con il muro.
Neville era intento a gestire almeno una cinquantina di Gufi che entravano ed uscivano dalle finestre rotte. Seamus Finnigan era accanto a lui che con colpi decisi di bacchetta scriveva altrettante lettere.
Il signor Weasley che cingeva le spalle della moglie, mentre lei parlava pigramente con Percy, Ginny era lì. Sembrava che tutti si trascinassero in un discorso che non avevano voglia di fare. Forse cercavano solo di tenersi occupati.
Charlie era senza una scarpa infondo alla sala vicino al tavolo dei Serpeverde, Bill e lui stavano stregando la scarpa mancante al piede di quest’ultimo. Ron e Harry si avvicinarono a loro ed Hermione vedendoli avanzare nella stanza si interruppe e li seguì con lo sguardo.
Fu una cosa molto rapida in realtà, Charlie disse indirizzo e luogo dove erano nascosti Andromeda e Ted e lo pregò di sbrigarsi. Aggiunse che Hermione stava ricostruendo gli incantesimi di protezione che erano disposti sopra la scuola e che per adesso erano ancora deboli, pertanto Harry si sarebbe potuto smaterializzare. La faccie di Charlie e di Bill erano uno specchio di quella di Ginny e di Ron. Erano tutti a pezzi. Harry non aspettò altro, si smaterializzò senza dire nulla. 

Nel giro di qualche istante Harry si ritrovò su una collina vicino casa di Fleur e Bill e lo vide davanti a sé. Un cottage che sembrava vecchio di secoli, nascosto dall’edera e altre piante rampicanti. Solo ora si rese conto di quanto era effettivamente vicino in realtà: da una collina potevi vedere l’altra, si trattava di qualche miglio di distanza. 

Harry fissò il portone. Si rese conto che era da solo. Non sapeva che dire, non si era preparato un discorso. 

Udii un lieve pop. 

- Potevi aspettarmi – lo rimproverò Hermione.

Harry si riscoprì felice di averla davanti a se – Sei venuta anche tu? – chiese sorpreso

- Bhe, se non mi vuoi me ne vado – Rispose di rimando lei. Harry si limitò a guardarla e lei continuò -… Vanno tutti alla tana per riportare il corpo di Fred, ho pensato fosse una cosa che avrebbero dovuto fare in famiglia, per cui ho proposto di accompagnarti… -
- Grazie – fu l’unica risposta di Harry.

Si fecero forza l’un l’altra e fu Hermione a bussare alla porta.

Era una porta di legno massello, piena di piante e di dimensioni mastodontiche. Sentirono dei passi provenire dall’interno e videro la porta aprire uno spiraglio. 

- Qu'est-ce ? – chiese una voce familiare

- Fleur, sono io: Hermione, c’è anche Harry– Per tutta risposta Fleur aprì un poco di più la porta puntando la bacchetta verso gli estranei.

- Dimostramelo – disse Fleur con il suo solito accento francese

- Ehm… Come ? – chiese lei 

Fleur sbuffò. – Come mi chiami insieme a Ginny, pensando che non vi abbia mai scoperte? – il tono era decisamente aspro

Hermione sbiancò. Tra tutte le domande, questa era l’ultima che si aspettava. – Flora batterica – ammise un po’ imbarazzata

Il portone si aprì.
  
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