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Autore: NikaYume    10/07/2020    1 recensioni
"Non riesco a distogliere lo sguardo da te.
Tu che ti ergi, diritto e maestoso, al centro di questa rovina.
Tu che contempli la distruzione che hai realizzato, che ammiri la vastità del tuo potere.
Il tuo nuovo regno."
Cosa sarebbe successo se le cose dopo l'Apocalisse mancata fossero andate diversamente, molto diversamente.
Genere: Dark, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Aziraphale/Azraphel, Crowley
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Cado in ginocchio, in mezzo alla cenere, mentre avverto tutte le forze abbandonarmi, le gambe cedere sotto al mio peso; le lacrime mi bruciano la gola, offuscano per un momento la vista della devastazione che mi circonda e, sebbene questo spettacolo mi dilani il cuore, non riesco a distogliere lo sguardo. I luoghi che una volta mi erano stati tanto familiari, che avevo forse avuto il coraggio di definire casa così tanto tempo addietro adesso non sono altro che una cupa distesa di macerie fumanti, completamente irriconoscibili; tutti gli individui che una volta avevano abitato questi posti, miei fratelli, miei nemici con cui un tempo ho sorriso o ho combattuto sono scomparsi, morti, ridotti in cenere. La stessa cenere che si sta accumulando nelle mie mani abbandonate lungo i fianchi, impotenti e vuote di fronte a tutto questo: e mentre lascio che la polvere scivoli tra le mie dita,che si ammassi tra i miei capelli, un lamento strozzato abbandona la mia gola quasi contro la mia volontà, al pensiero che potrebbe trattarsi di qualcuno che ho conosciuto. Vorrei scuotermela di dosso, vorrei fuggire lontano da questo maledetto deserto o almeno riuscire a chiudere gli occhi per non vedere più niente, ma mi rendo conto che non posso fare nulla di tutto ciò; resto immobile, senza energie, mentre le lacrime scorrono calde sul mio viso in un flusso costante.

 

Non riesco a distogliere lo sguardo da te.

Tu che ti ergi, diritto e maestoso al centro di questa rovina.

Tu che contempli la distruzione che hai realizzato, che ammiri la vastità del tuo potere.

Il tuo nuovo regno.

 

Come ho potuto permettere tutto questo? Come posso essere stato così cieco da non essermi reso conto della portata del tuo dolore?

Sono stato così egoista da non accorgermi che il mio unico compagno si stesse trasformando davanti ai miei occhi, soffocato da una rabbia così viscerale che non potevo neppure concepire; forse, se solo avessi saputo interpretare quella scintilla nei tuoi occhi, avrei potuto placare almeno in parte la tua ira e le cose sarebbero andate diversamente.

 

Avrei potuto fare qualcosa? Vorrei che qualcuno sapesse rispondere a questa domanda che continuo a ripetermi come un mantra. Ma chi potrebbe farlo? Forse lo stesso Qualcuno che doveva necessariamente sapere cosa sarebbe successo e, nonostante questo, non ha alzato un dito per impedirlo.

 

Ma è proprio questo il punto, dopotutto: non fa tutto parte del Suo Grande Piano?

 

Un'ondata di nausea mi serra la gola alla repentina realizzazione che per tutto questo tempo siamo stati manovrati come pezzi di una enorme scacchiera, che Lei si è servita proprio di te per realizzare il suo più grande e terribile piano.

 

Inferno e Paradiso distrutti.

Angeli e Demoni spazzati via dal tuo nuovo, smisurato potere.

Noi due, unici sopravvissuti di un'intera stirpe antica come l'Universo.

A regnare su un mondo di cenere.

 

Ti stagli sulle macerie di questo vecchio mondo, grandioso e terrificante, e ho difficoltà a riconoscerti: mi è quasi impossibile credere di aver baciato quelle stesse labbra che ora vedo piegate in un ghigno soddisfatto, di aver accarezzato quelle grandi ali che adesso sono grigie come il cielo della nostra amata Londra, così estranee ma, allo stesso tempo, così familiari.

 

Ricordo come fosse un sogno lontano di essere stato sfiorato dolcemente da quelle mani, di essere stato stretto da quelle braccia nell'impeto del sesso; ho amato ogni curva, ogni spigolo di quel corpo.

 

E Qualcuno abbia pietà della mia anima, o di ciò che ne resta, lo amo ancora.

 

Avverto il tuo sguardo bruciante fermarsi su di me e trovo in qualche modo il coraggio di appuntare i miei occhi umidi nei tuoi, rossi come fiamma viva e animati di una ferocia che non riesco ad associare al concetto che ho ancora di te.

L'intensità del tuo potere, lasciato libero in tutto il suo vigore, mi colpisce allo stomaco, mozzandomi il fiato e vengo scosso da uno spasmo di puro terrore che mi spinge a distogliere lo sguardo dal tuo, incapace di reggerne il peso; mi vergogno di me stesso perché non posso, non voglio, avere paura di te, nonostante tutto. Perché, malgrado i cambiamenti fisici e nella tua energia, so che in qualche modo sei ancora la persona di cui mi sono innamorato, il mio compagno di vita, quello che mi ha preso per mano e mi ha accompagnato passo passo attraverso la mia intera esistenza; forse sono solo un illuso ma ho disperatamente bisogno che sia così. Preferirei morire piuttosto che dovere reinventare il tempo senza di te.

 

Ti sei reso conto del mio disagio, noto il tuo sguardo addolcirsi e avverto la tua potenza placarsi leggermente mentre ti dirigi verso di me a passi lenti, le mani vuote tese davanti a te con cautela, come se ti stessi avvicinando ad un animale ferito e non volessi spaventarlo.

Percepisco il calore delle fiamme azzurrine che ti circondano, manifestazione fisica della tua terrificante aura, intiepidire la mia pelle ghiacciata e penetrare nelle mie ossa, mescolarsi al mio sangue, sussurrarmi parole di una lingua antica e dimenticata: non ho paura ora, non più.

 

Le tue dita morbide sfiorano con delicatezza il mio viso, e io mi abbandono alla loro carezza, appoggiando la guancia alla tua mano tiepida così come ho fatto innumerevoli altre volte; inspiro il tuo dolce aroma ed è come una boccata di ossigeno puro dopo una interminabile apnea, come se fossi finalmente tornato a casa dopo un lungo viaggio.

 

 

“Non ti farei mai del male.” la tua voce è gentile e vibrante, il sussurro di un amante nell'intimità della notte.

 

Alzo lo sguardo e contemplo, affascinato, il tuo devastante splendore: che cosa sei diventato?

Non un Demone, non un Angelo; ti sei trasformato in qualcosa di totalmente diverso, opposto alle due fazioni che per secoli si sono scontrate sui destini dell'Universo ma con caratteristiche di entrambe; il primo di una nuova specie nata dalle ceneri di antiche rivalità.

 

Eppure dalle mie labbra sorge spontaneamente il nome con cui ti ho sempre conosciuto, e con cui probabilmente non smetterò mai di identificarti:

 

“Angelo...” un lamento spezzato dalla mia gola riarsa. “Perché?”

 

Sorridi lentamente, la tua mano che si sposta ad accarezzarmi i capelli:

 

“ È stato necessario.” dici come se stessi spiegando qualcosa di ovvio. “Stavano complottando per distruggerci, volevano separarci per sempre; non ci avrebbero mai lasciato in pace e lo sai.”

 

Sospiri, prendendoti un secondo per guardarti intorno, per osservare il deserto che hai creato.

 

“Erano diventati meschini, corrotti dal primo all'ultimo. Solo adesso riesco a vedere chiaramente il Suo disegno: mi ha creato per questo momento. Mi donato questo potere per adempiere alla Sua volontà: porre fine alle stupide lotte tra Angeli e Demoni, distruggere tutto ciò che abbiamo conosciuto fino ad ora per creare un nuovo ordine, uno in cui saremo noi a dettare le regole e nessuno proverà mai più a dividerci.”

 

Il tuo sorriso si fa ancora più ampio, mentre avvicini il tuo viso al mio:

 

“Ti ho sempre detto che avrei annientato chiunque avesse tentato di farti del male, mio amore.”

 

Percepisco una vena di qualcosa di simile alla follia nella tua espressione estatica, una scintilla di pazzia sul fondo dei tuoi occhi prima azzurro cielo e ora cremisi come il sangue; e maledizione, forse anche io ho perso la ragione, ma non provo alcuna paura.

 

Prima che possa dire nulla ti sei già raddrizzato, una mano tesa verso di me.

 

“Tutti vogliono dominare il mondo, Crowley., ma solo noi abbiamo i mezzi per farlo. Aiutami a costruire questo nuovo regno, il nostro dominio. Prendi la mia mano e avrai più potere di quanto tu abbia mai anche solo sognato. Unisciti a me e ti donerò amore e dedizione eterni, solo noi due contro chiunque sarà così avventato da mettersi sul nostro cammino. Mi seguirai?”

 

Il respiro mi si blocca in gola, mentre le tue parole vellutate hanno l'effetto del canto delle sirene: e infine realizzo che non c'è alcuna decisione da prendere. Ho già fatto la mia scelta più di sei millenni fa, quando, in piedi sulle mura di quel giardino, ti ho consegnato il mio cuore e la mia lealtà, quando ho capito che tutto ciò che ero e sarei mai stato ti apparteneva.

 

Che ti avrei seguito ovunque mi avresti condotto.

 

E mentre afferro la tua mano, mentre volto le spalle alla mia stessa natura, la mia voce è ferma e sicura come mai prima:

 

“Fino alla morte. E oltre.”





Note: Grazie davvero per aver letto questa storia! È stata scritta per la summerbingokinkychallenge della pagina Facebook "Non solo Sherlock-gruppo eventi  multifandom".
Era una vita che volevo scrivee qualcosa di dark sugli Ineffable Husbands e questo è il risultato; spero davvero che vi sia piaciuta! 
Lasciatemi pure un commento per farmi sapere cosa ne pensate, non vedo l'ora di avere dei feedback :)
Un bacio.

 

 

 

 

 

   
 
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