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Autore: LorasWeasley    11/07/2020    2 recensioni
AU [FrUK]
Raccolta di One-Shot
Ogni storia è fine a se stessa, non collegate assolutamente tra di loro.
-Primavera
-Estate
-Autunno
-Inverno
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: FACE Family/New Continental Family, Francia/Francis Bonnefoy, Inghilterra/Arthur Kirkland
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Autunno
Quando Arthur arrivò davanti la scuola i suoi ragazzi lo stavano già aspettando davanti l’ingresso.
Erano al secondo anno di liceo e tornavano a casa con l’autobus, ma quel giorno Matthew l’aveva chiamato dicendogli che c’era sciopero dei mezzi, quindi doveva passarli a prendere lui.
Arthur non sentì cosa i suoi figli stessero dicendo ma c’era Alfred che stuzzicava Matthew con un sorrisetto divertito in volto mentre il gemello aveva il volto rossissimo.
Attirò la loro attenzioni suonando il clacson della macchina e i due ragazzi si precipitarono da lui.
Alfred si sedette, come sempre, nel posto davanti mentre Matthew prendeva i posti posteriori senza lamentarsene.
Arthur partì e per prima cosa ricordò ad Alfred di mettersi la cintura.
Il ragazzo sbuffò ma fece come gli era stato richiesto, poi annunciò –Oggi Matthew è stato invitato ad un appuntamento. Per una festa di Halloween.
-ALFRED!- Urlò Matthew dai sedili posteriori spingendosi in avanti e schiaffeggiando il braccio del fratello con un piagnucolio.
Alfred rise divertito dall’imbarazzo dell’altro.
Arthur abbozzò un sorriso –Da chi?
Non lo chiese in modo severo, era solo per fare conversazione.
Nessuno dei due rispose, Arthur non capiva quale fosse il problema.
-Su Matt- continuò Alfred –Ti conviene dirglielo subito, tanto prima o poi lo scoprirà.
-Mi devo preoccupare?
La voce di Matthew era bassissima mentre diceva –Gilbert…
-COSA!?- si girò a fissare il figlio incredulo.
Questo alzò subito le mani in segno di resa –Non è come credi, lui è dolce con me e carino e…
-PAPÀ , STAI ATTENTO!
Alfred lo riportò a concentrarsi sulla strada ma era ormai troppo tardi per frenare e non prendere l’uomo che aveva appena deciso di attraversare senza aspettare che qualcuno si fermasse.
Lo prese di striscio facendolo rotolare a terra.
Il tempo sembrò fermarsi per alcuni secondi, poi Matthew pigolò –Forse dovremo vedere se non è morto…
-Giusto- Arthur si slacciò in fretta la cintura scendendo dalla macchina, la strada che stava facendo non era per niente trafficata, quindi nessuno sembrava ancora essersi accorto della cosa.
L’uomo che aveva investito sembrava avere la sua stessa età ed era molto carino, ma scacciò questi primi pensieri perché non era decisamente il momento per pensare a cose simili.
Era sveglio, aveva un piccolo graffio sulla fronte e le mani graffiate per quando aveva cercato di parare il colpo con il terreno sotto di lui.
-Oh mio dio, scusami tanto!- Arthur si gettò al suo fianco e gli scostò i lunghi capelli dalla faccia per capire quanto fosse grave il taglio che aveva.
L’uomo lo scrutò con i suoi occhi azzurri, poi provò a dire –Non c’è problema, la colpa è anche mia che ho attraversato senza guardare, ma sto bene, non è nulla di grave.
-Non puoi saperlo! Dobbiamo andare in ospedale! Potresti avere un trauma cranico o qualcosa di simile!
E nonostante le proteste dell’uomo, Arthur non volle sentire ragioni e mettendogli un braccio intorno alla sua vita lo aiutò ad alzarsi.
-Tutto okay?- chiese a quel punto Alfred affacciandosi dal finestrino.
Arthur annuì e lo fece salire dietro aiutato da Matthew, poi si rimise al suo posto di guida e partì spiegando –Dice che non si è fatto nulla di grave, ma per precauzione andremo in ospedale.
Alfred rise –Bè ovvio, hai ucciso tutti i nostri pesci, meglio prevenire con una persona.
Matthew soffocò una risata, anche l’uomo abbozzò un sorriso.
Poi Alfred si girò e curioso si rivolse direttamente all’uomo –Ciao! Come ti chiami?
Arthur lo rimproverò –Alfred! Non è un tuo coetaneo, porta rispetto.
L’uomo si intromise cercando di tamponarsi la fronte –Non c’è problema davvero, non sono così grande. Comunque io sono Francis. Francis Bonnefoy.
-Oh figo, sei straniero!
Francis rise –Sono di origine francese si, ma ormai vivo qui da qualche anno.
Alfred annuì curioso, poi si presentò –Io sono Alfred, questo è il nostro papà Arthur mentre lui è mio fratello gemello Matthew.
L’uomo sorrise riconoscente a tutti loro e accettò di buon grado il fazzoletto che Matthew aveva appena preso dal pacco nel suo zaino e che gli porse per tamponarsi la fronte.
 
In ospedale un’infermiera gli medicò il taglio alla fronte ma gli dissero che per controllare che non avesse un trauma cranico e fare dei controlli più mirati dovevano aspettare, a meno che non si sentisse male nell’immediato.
Così mangiarono velocemente dei panini per pranzo in un posto di fronte l’ospedale e tornarono ad aspettare dentro, Francis ed Arthur si sedettero in quelle sedie scomode e di plastica dove la gente attendeva e iniziarono a parlare.
Fu Francis il primo a prendere parola chiedendo qualcosa in generale sulla vita di Arthur, da li la conversazione non si era mai fermata ed entrambi ebbero quasi la sensazione di conoscersi da una vita, stavano così bene con la compagnia dell’altro che quasi speravano segretamente che nessuno li venisse a chiamare per interrompere quella giornata.
-Papà!- Alfred fece tornare Arthur alla realtà, quando si girò verso il figlio vide che questo lo stava fissando con le braccia incrociate, quando notò che aveva la sua attenzione il ragazzo allungò la mano verso di lui –Mentre tu flirti con Francis possiamo avere dei soldi così ci prendiamo qualcosa alla macchinetta?
Arthur spalancò gli occhi a quelle parole, balbettando disse –Ma che vai a dire Alfred! Smettila di…- sospirò, voleva davvero discutere con suo figlio per una cosa del genere?
Prese diverse banconote dal portafoglio e le mise sulla sua mano tesa, quando i due gemelli si allontanarono tornò a rivolgersi a Francis, aveva ancora le guance rosse e gli occhi bassi mentre mormorava –Scusami… Certe volte Alfred da aria alla bocca senza rendersi conto di quello che dice.
Francis rise –Non c’è problema, siete una famiglia interessante.
Arthur alzò lo sguardo sul suo per capire se l’altro lo stesse sfottendo o meno, ma Francis sembrava determinato e per un attimo il suo sguardo scivolò anche sulla sua bocca.
Arthur non aveva idea di quanto tempo fosse passato mentre stavano li semplicemente a fissarsi, si erano anche avvicinati tra di loro.
Non era stata solo questione di secondi per il semplice fatto che i due gemelli li avevano nuovamente raggiunti: Alfred stava sgranocchiando gli Smarties che aveva appena preso al distributore automatico, Matthew stava addentando una barretta al caramello.
Alfred scrutò i due uomini, si chiese come la gente intorno a loro non notasse la tensione sessuale che sprigionava da quei due, poi si sedette di fronte a Francis  e chiese –Sei fidanzato, Francis?
Francis sembrava sorpreso da quella domanda, Arthur strabuzzò gli occhi e sibilò il nome del figlio per ammonirlo, ma l’altro non ci diede peso e aspettò la risposta.
-No... Non sono stato molto fortunato con le relazioni ultimamente- abbozzò un sorriso.
Il ghigno di Alfred si aprì ancora di più –Anche nostro padre è single- continuò –se non hai impegni potreste andare a un appuntamento il 31 ottobre!
Che poi non era neanche una domanda, era più un ordine velato.
Arthur era diventato così rosso che Francis riusciva a sentire il suo calore nonostante non si stessero direttamente toccando, rise divertito da tutta la situazione.
L’inglese si alzò di scattò e avvicinandosi ad Alfred iniziò a minacciare suo figlio ma riuscì a mantenere una voce bassa ricordandosi di essere nella sala d’attesa d’ospedale, o forse perché semplicemente si vergognava a far sentire quella conversazione a tutti quanti.
Mentre Arthur era impegnato a rimproverare Alfred, Matthew si intromise nella conversazione rivolgendosi a Francis e continuando il discorso del fratello –Vi conviene andare fuori a mangiare, papà non è molto bravo a cucinare, già ti ha investito con la macchina, non vuoi tornare in ospedale per un’intossicazione alimentare, fidati.
Il francese scoppiò a ridere, Arthur stava per partire all’attacco con Matthew quando Francis zittì tutti con la sua successiva frase –Sembra divertente, che dici, vuoi uscire con me giovedì?
Arthur spalancò gli occhi incredulo, il suo volto era praticamente viola –Non devi stare li ad ascoltarli, stanno solo delirando e…
-Ma a me sta benissimo.
-Oh…
Arthur non riuscì a dire più nulla, sentiva come se potesse svenire da un momento all’altro.
Alfred sospirò mettendo un braccio intorno le spalle del gemello –Quello che papà voleva dire- specificò –è che si, accetta.
Francis sorrise loro divertito e stette al gioco –Allora mi date sempre voi l’indirizzo di casa, così posso passare a prenderlo?
-Certo!
Matthew aggiunse –Potresti venire a prenderlo prima delle 19? Non vorrei che uccidesse il mio… compagno… che mi verrà a prendere per andare a una festa.
Quello sembrò far svegliare Arthur dal suo imbarazzo –Non pensare che abbia dimenticato di Gilbert! Spiegami perché proprio lui?!
Alfred, stranamente, si intromise per salvare il gemello –è che in famiglia ci piacciono i cattivi ragazzi.
Arthur lo fissò storto –Cosa vorresti dire con questo…?
-Io ci vado con Ivan!
Arthur si accasciò sulla sedia dove era seduto fino a poco prima, entrambe le mani a coprirsi il viso con esasperazione.
-Vorrei solo svegliarmi e scoprire che tutto questo non sia mai successo.
I due gemelli ormai non gli stavano dando più importanza, si erano seduti nei sedili di fronte e stavano guardando qualcosa nel cellulare di Matthew mentre Alfred commentava quello che leggeva.
Arthur portò lo sguardo su Francis e si rese conto che erano seduti davvero vicini, il francese aveva un sorriso leggero in volto mentre lo fissava, la testa poggiata sulla sua mano chiusa.
-Vorresti dimenticare proprio tutto di questa giornata?- gli chiese piano per non attirare l’attenzione dei ragazzi, sapeva che Arthur si sarebbe imbarazzato ancora di più.
L’inglese ingoiò a vuoto, poi balbettando rispose –Bè… Magari proprio tutto no… Ma forse potevo evitare di investirti per incontrarti.
Francis rise e Arthur si chiese se ci si potesse innamorare in così poco tempo.
  
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